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trio

Rigidtà


di Figar0na
11.05.2019    |    8.637    |    7 9.7
"Anche Paola venne e cadde in ginocchio, trovandosi quell’asta ancora dura e gocciolante davanti al viso mentre godeva diede una rapida succhiata..."
Rocco non era mai stato tipo da camicia, giacca e cravatta, ricordava ancora quel periodo dell’adolescenza in cui praticamente tutti i suoi amici, vuoi perché spinti dalle fidanzatine dell’epoca, vuoi per scimmiottare i loro conoscenti più grandi, indossavano camicie strette, aderentissime su fisici ancora inesistenti e spesso con fantasie da trip di lsd. Ecco in quel periodo era nata una sorta di diffidenza verso il look esageratamente elegante di Rocco, che lo sfoderava solo nelle ricorrenze. Eppure quegli accessori gli donavano da morire, soprattutto ora che a 35 anni suonati il suo fisico era quello di un uomo, tanto da riempire perfettamente la camicia stirata, tendere addirittura un paio di bottoni con i pettorali, sui quali si posava una cravatta glicine tutto poi inquadrato da un completo giacca e pantalone blu, al polso spiccava un orologio di acciaio che illuminava il suo polso e attirava lo sguardo su quelle mani così virili.
Era questo lo spettacolo che si parava davanti agli occhi di Margot, che con un sorrisino di lussuria e orgoglio guardava il suo cavaliere, beandosi dell’invidia delle altre ragazze presenti alla cerimonia. Rocco non era il suo fidanzato, loro avevano una storia complicata ma bellissima, in cui la passione ardeva come impazzita, ma Margot aveva pensato subito a lui, quando sua cugina Anna aveva annunciato le nozze. Proprio non avrebbe potuto sopportare tutte le parenti anziane che chiedevano E TU QUANDO LO TROVI UN UOMO? QUANDO TI SISTEMI?, Eh no! Le serviva un salvatore, e chi meglio del suo Rocco? Margot era rimasta sorpresa quando Rocco aveva sorriso divertito e aveva accettato immediatamente, pensava dipendesse dal fatto che glielo avesse chiesto tra una vigorosa succhiata al suo cazzo e una leccata di palle, ma Rocco era davvero contento di andare con lei soprattutto perché aveva preteso anche di scegliere il suo look. Conoscendo i gusti di Rocco poteva anche andare peggio, invece aveva scelto un abito abbastanza elegante lungo color salmone, con una scollatura tipo Marylin, molto profonda tanto da rendere impossibile indossare un reggiseno, la terza abbondante di Margot era soda di suo, ma una serie di fasce strategicamente intrecciate sotto il seno la teneva ferma al suo posto, il vestito era lungo fino ai piedi per pareggiare con la schiena nuda fin quasi al tribale di Margot sebbene parzialmente nascosta dalla sua lunga chioma rossa, ma se avesse allungato la falcata, lo spacco vertiginoso avrebbe rivelato la sua gamba elegante, avvolte da una calza velata, che Rocco sapeva essere una calza da reggicalze.
Si, erano davvero una coppia ammirevole, anche se sulla ragazza c’era uno sguardo severo di rimprovero quasi costante, era quello di Paola, la madre di Margot, l’amante della perfezione e del decoro, la generalessa dell’ordine e del galateo, la gran visir delle tavolate natalizie organizzate come lo sbarco in Normandia, l’irreprensibile dottoressa su cui nessuno era mai stato in grado di spettegolare, mai una battuta fuori posto, mai uno scivolone, e soprattutto l’inflessibile giudice di casa, cui il marito non osava mai controbattere. Anche oggi, anche lì brillava senza splendere, fasciata in un abito di raso blu elettrico appena sopra il ginocchio a lasciare in mostra gambe ancora toniche e appetibili, fasciante sul culo, sotto il quale non vi era segno di intimo, Margot sapeva che la madre sotto non era nuda, ma probabilmente aveva studiato un sistema perché non si vedesse nulla e per non dare adito a chiacchiere avrà provato mille combinazioni diverse. Lo stesso per la scollatura che stringeva il seno così bene che nulla, neanche uno sguardo avrebbe potuto oltrepassare quell’orlo, ed infine come gioielli discrete ed elegantissime perle.
Margot voleva bene a sua mamma anche se si era bonariamente lamentata con Rocco di quanto fosse rigida, l’ultima volta che lo ha fatto era durante una delle violente inculate di Rocco, iniziata proprio perché Margot aveva definito sua mamma UN PALO NEL CULO. Oggi invece ogni tanto si divertiva a scandalizzarla baciando appassionatamente Rocco, chissà cosa avrebbe detto il Generale se avesse visto allora il modo in cui accarezzava il cazzone di Rocco nascosta dalla tovaglia. Rocco era perfettamente a suo agio, riusciva a farle sentire la sua erezione sotto le dita mentre ascoltava gli altri invitati al tavolo, e non aveva avuto difficoltà a sostenere una conversazione con un amico del padre di Margot, mentre con le dita sditalinava la sua donna, lasciandole il perizoma di pizzo bianco totalmente fradicio. Anche gli altri invitati al tavolo erano divertiti da Rocco e dalle sue storie di viaggi per il mondo e scemenze varie, che solo lui sapeva mescolare in cocktail favolosi. Margot non credeva ai suoi occhi quando vide addirittura Paola sbuffare per soffocare una risata, non sia mai che qualcuno la vedesse ridere sguaiatamente. Forse era anche colpa dei tre bicchieri che in qualche modo il suo uomo aveva fatto ingollare a Paola, ma era comunque ammirata e sussurrò a Rocco “SEI INCREDIBILE SEI RIUSCITO ADDIRITTURA A SCIOGLIERE L’ICEBERG” mentre la sua mano stringeva il cazzone fuori misura di Rocco.
Rocco guardò prima Margot, poi rivolse a Paola uno dei suoi infami sorrisi da stronzo ai quali la donna non resse e abbassò lo sguardo… i due giovani si capirono in uno sguardo.
Rocco aspettò che finissero i secondi, quando il vino già aveva iniziato il suo lavoro e l’animatrice Colombiana in miniabito e calze a rete aveva invitato tutti a ballare al centro della sala, poi si era alzato e puntando lo sguardo negli occhi di Paola aveva chiesto al marito il permesso di ballare con lei, spiazzando tutti, sebbene il marito non vedesse l’ora di staccarsi dalla moglie qualche minuto per poter bere un bicchiere in più e rilassarsi. Paola non potè dire di no, forse l’avrebbe fatto, ma la sua educazione e la situazione non glielo permettevano o chissà che avrebbero pensato gli altri di quel rifiuto. Quindi si alzò piano dopo aver posato il tovagliolo e averlo piegato elegantemente a lato del piatto, accettò la mano del suo cavaliere, non senza prima aver lanciato uno sguardo di ghiaccio a Margot che invece sogghignava divertita. Si, perché lei lo sapeva che cosa aveva in mente Rocco.
Rocco portò verso il centro della pista Paola e le cinse il fianco con dolce fermezza, non mancando di premere appena i polpastrelli sul raso, trasmettendo il calore delle sue mani al fianco della donna, la strinse a se e iniziò a danzare con lei.
“SONO CONTENTO DI AVERTI TUTTA PER ME PAOLA, MI REPUTO FORTUNATO”
“D’ACCORDO PERO’ NON SONO UNA GRAN BALLERINA QUINDI DOPO QUESTO BALLO MI LASCI TORNARE AL TAVOLO ANCHE PERCHE’QUESTI TACCHI…”
“NON CREDO PROPRIO PAOLA” la interruppe Rocco piazzando i suoi occhi in quelli di Paola “HO INTENZIONE DI GODERMI OGNI MOMENTO DI QUESTO FORTUNATA OCCASIONE” Per sottolineare il concetto il braccio di Rocco attirò a se la donna che in quel momento si accorse di qualcosa di inaudito per lei, quel ragazzo, appena più alto di lei nonostante i tacchi, così più giovane di lei, le spingeva contro una poderosa erezione, che a giudicare da quello che sentiva Paola era causata da un uccello oscenamente gonfio e insolitamente grosso. Non solo, non sembrava neanche preoccuparsene, anzi lo faceva con spudorata sicurezza, Paola era ammutolita, poi meravigliandosi di se stessa abbassò lo sguardo, non le era mai capitato nulla di simile.
Quegli occhi che sfuggivano allo sguardo furono per Rocco come una ammissione di resa, dopo aver poggiato la sua voglia iniziò a muovere il bacino molto lentamente in modo rotatorio, sapeva che in questo modo avrebbe inevitabilmente solleticato il clitoride di Paola, e la cosa sembrò funzionare, perché al primo passaggio Paola sussultò e provò di nuovo a guardarlo di sbieco, ma quelle sensazioni che le arrivavano dalla sua fica fradicia, così inopportune, la fecero sentire in colpa e di nuovo abbassò lo sguardo. Margot che seguiva la scena mentre distraeva gli ospiti al tavolo avrebbe giurato che Paola avesse addirittura socchiuso gli occhi.
Rocco era euforico, aveva fiutato l’odore della preda come un animale famelico, giocava con Paola come il gatto col topo, e decide che era il momento di muovere un altro pezzo sullo scacchiere. Approfittando di trovarsi nell’angolo più isolato della sala, e che alle spalle di Paola non c’era nessuno, mosse sicuro la sua mano verso il basso, verso il culo della sua dama. Assaporò con sorpresa ed eccitazione il segno del perizoma, chiaramente tangibile dalla sua mano, probabilmente era uno di quelli senza cuciture, utile per sparire sotto un abito aderente, ma anche per eccitare ulteriormente un giovane voglioso.
“CHE FAI?” stavolta Paola sussurrava, più spaesata che arrabbiata.
“QUALCOSA DI CUI HAI VOGLIA E NEMMENO LO SAI, VIENI CON ME” e senza staccare la mano dal suo culo pieno la spinse verso una porta laterale che conduceva ad un corridoio e poi alla sala preparata per i dolci e il taglio della torta.
Margot non aveva potuto vedere la mano di Rocco arpionare il culo della mamma, ma aveva notato che i due si erano allontanati, avrebbe voluto alzarsi e seguirli subito, ma sua cugina Anna, la sposa era appena arrivata al tavolo e aveva preteso una decina di foto. Voleva un gran bene alla cugina, cui somigliava molto, ma in quel momento non vedeva l’ora di scappare. Ci vollero almeno cinque minuti di chiacchiere e sorrisi, che a Margot parvero un’eternità, prima che riuscisse a sganciarsi, poi si alzò con un sorriso e si diresse a passo deciso verso la porta, senza preoccuparsi troppo dello spacco che esibiva le sue cosce.
Aprì la porta e si incamminò nel corridoio, restando al centro così che il tappeto attutisse il ticchettio dei tacchi, eccitata dalle mille fantasie che le venivano in mente e dal gusto del proibito di tutta la situazione. Seguendo quegli inconfondibili rumori. Ansimi, vestiti stropicciati e una sinfonia di sospiri. Si affacciò all’angolo e vide appoggiati al muro Rocco con sua madre tra le braccia. Paola sembrava abbandonata a se stessa, il vestito sollevato esibiva un culo ancora in forma, sottolineato da un perizoma nero così risicato che non disturbava minimamente la mano di Rocco nel palparlo e stringerlo, le gambe semipiegate per il piacere, e fasciate in autoreggenti nere con una alta balza in pizzo Rosso, un vezzo inatteso. Rocco le baciava il collo e aveva scodellato fuori un seno a cui strizzava un capezzolo con cattiveria.
La scena era sfacciatamente erotica, soprattutto perché Paola non solo non opponeva resistenza ma muoveva il bacino e si strofinava sul cazzo del suo uomo, Margot sapeva bene le sensazioni che provocava e quanto fosse difficile resistergli. Assistette anche ad una delle trovate porche di Rocco, lo vide allungare un braccio verso i dolci, ricoprire il dito di crema al limone dalla torta nunziale e porgerlo a Paola, che con gli occhi socchiusi lo accolse in bocca…ripulendolo totalmente.
“HAI CAPITO LA MAMMINA” disse Margot che ora sentiva il calore salirle dal bacino sin alle guance ma fu quando vide la mano di Rocco abbassare la cerniera e poi impugnare il polso di Paola che sentì la sua fichetta pulsare. Stava per succedere, l’irreprensibile Paola avvicinò la mano verso quel totem di carne, pieno di vene, con quella marcata ed inconfondibile cappella che decise che poteva bastare. Si affacciò e tossì.
“MARGOT, NON E’ COME PENSI” si sbrigò a giustificarsi Paola che però senza rendersene conto stringeva ancora il grosso cazzo del ragazzo. Rocco da parte sua sorrise e allungò un braccio verso la sua donna,che slegò il nodo dietro al collo lasciando scivolare l’abito in terra e lo scavalcò restando in calze reggicalze, perizoma bianco e tacchi.
“LASCIA CHE TI MOSTRI COME SI FA” disse Paola prima di inginocchiarsi e ingoiare il cazzo di Rocco, roteando la lingua con gli occhi chiusi, spingendo la cappella gonfia all’interno della sua guancia, succhiando con forza e accogliendo quel pezzo di carne bollente in fondo alla sua gola. La stanza era piena di rumori di risucchio, e le labbra di Margot erano piene di saliva, con filamenti di bava che univano le sue labbra alla mazza di Rocco.
“MARGOT, MA…..TU….COSA FAI?” e dopo qualche secondo di incredulo silenzio di Paola “ E COME CI RIESCI?”
“VIENI QUI” rispose Rocco, e la invitò ad inginocchiarsi accanto a Margot, ora Paola osservava sua figlia esibire il suo talento da succhiacazzo, era quasi una danza, quei movimenti della testa, quel ritmo così ipnotico, che si ritrovò eccitata, forse anche per quell’odore animale di sesso che emanava il cazzo di Rocco. I due giovani di guardarono sorridendo e Margot, dopo esserselo sfilata dalla gola con uno schiocco puntò l’erezione verso il viso di Paola, che ci si avventò e diede una rapida leccata a piena lingua, non riuscì a fare altro perché la ragazza gliela tolse subito e alzandosi disse “MAGARI TE LO CONCEDERO’ QUALCHE VOLTA, MA OGGI ME LO GODO SOLTANTO IO”.
Prese Rocco per una mano e lo trascinò verso il tavolo della torta, poggiò le mani sul piano ed espose il suo culo perfetto al ragazzo, invitandolo con un sorriso, sufficiente al ragazzo, che afferrò Margot per i fianchi, puntò la sua voglia bollente tra le cosce di Margot e iniziò a spingere mentre entrambi guardavano con smaliziata ironia Paola.
La donna, oramai persa nel desiderio si accarezzava i capezzoli mentre vide sua figlia accogliere quel uomo dentro di se, si sorprese di come sembrasse facile, di come non sembrasse soffrire minimamente nonostante la circonferenza notevole. In realtà Margot era sempre senza fiato appena sentiva la cappella aprire le sue piccole labbra, un piacere intenso e lancinante, ma al contempo un sollievo per la voglia accumulata.
Ora Rocco iniziò la sua danza, alternava una serie di colpi secchi e violenti a degli affondi lentissimi e profondi, poi riprendeva a martellare la ragazza facendo saltare le sue tettone e facendola gemere rumorosamente. La sala da pranzo echeggiava degli sciaff dei fianchi di Rocco sul culo sodo e tondo di Margot, quel culo tanto bramato e così arrapante che il ragazzo non riuscì a trattenersi dal colpire a mano aperta con uno schiocco a cui rispose un AAH di Margot pieno di lussuria. I due amanti si voltarono quasi all’unisono certi di trovarsi di fronte uno sguardo scandalizzato di Paola e non restarono delusi, oramai era quasi una gara. Rocco sollevò la gamba destra di Margot e la tenne alzata esponendo così la penetrazione allo sguardo della donna e incrementando il piacere della sua Margot, che da parte sua ora sentiva quel pezzo bollente di carne sfondarla in un modo inconfondibile. In questa posizione i movimenti erano meno tumultuosi ma non per questo meno piacevoli per Margot che oramai ansimava rumorosamente, così tanto che Paola, si avvicinò alla figlia e sorridendo le mise una mano sulla bocca. Margot nell’estasi del momento iniziò subito a succhiare quelle dita come aveva fatto col cazzo di Rocco poco prima. Quel piacere inatteso e così perverso fece saltare le ultime resistenze di Paola che oramai si toccava sopra le mutandine per placare il suo piacere e diede nuova adrenalina a Rocco, che fece voltare Margot e sollevandola come un fuscello la pose sul tavolo ritrovandosela all’altezza perfetta. Afferrò una sua cosca sollevandola verso il seno e la penetrò così, oscenamente aperta, con il capo chino a succhiare con forza i capezzoli, alternando forti succhiate a slinguate rapide e veloci, moltiplicando il piacere della ragazza, soprattutto quando con lentezza esasperante sfilava quasi totalmente il suo membro dalla fica della ragazza per poi affondarlo con altrettanta calma come un coltello caldo nel burro. Accanto ai due, Paola non si perdeva un solo passaggio e i capezzoli ritti erano testimonianza di quanto la vista fosse eccitante…Ora Rocco tirò fuori il suo scettro e lo usò per schiaffeggiare il clitoride di Margot che urlò di piacere avvicinandosi all’orgasmo con gli occhi fissi in quelli di Rocco, anche lui sul punto di esplodere le mise una mano dietro la nuca e la infilò la lingua in gola. Il maschio penetrò di nuovo la sua femmina fino alle palle e furono necessarie solo poche spinte potenti, fino alle palle per esplodere così, una scena pregna di lussuria che portò Paola a cedere e iniziò a sditalinarsi,. L’orgasmo arrivò poco dopo, prima Rocco esplose, gli schizzi intensi e violenti dentro la fica di Margot furono la goccia per far traboccare il vaso dell’orgasmo della ragazza, che allungò un braccio in cerca di un appiglio e trovando il seno materno lo strinse con forza. Anche Paola venne e cadde in ginocchio, trovandosi quell’asta ancora dura e gocciolante davanti al viso mentre godeva diede una rapida succhiata.
Nei minuti successivi i tre si riprendevano con sensazioni diverse, allegri e fieri delle loro perversioni i due giovani, confusa e spaesata Paola, che si rialzò, sistemò il suo vestito e dopo essersi perfettamente ricomposta disse “DATTI UNA SISTEMATA SIGNORINA, HAI FATTO UN MACELLO, RIMETTI IL VESTITO E SISTEMATI UN PO’ I CAPELLI, NON VOGLIO CHE LE TUE CUGINE DICANO QUALCOSA SUL TUO ASPETTO SCOMPOSTO, IO VADO VICINO ALLA PORTA, NON PERDETE TEMPO, E TU GIOVANOTTO SISTEMA MEGLIO LA TOVAGLIA SUL TAVOLO, RAPIDI, SU”
“FORSE CERTE COSE NON CAMBIERANNO MAI” sussurrò Margot al suo uomo, ma Rocco scosse la testa, sorrise ed indicò il pavimento, appena sotto la tovaglia, c’era il perizoma di Paola.

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