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Margot scopre se stessa Cap.II


di Figar0na
16.02.2018    |    6.642    |    2 9.4
"Mi ritrovai a sperare che le mie amiche non entrassero in quel momento, era un pensiero stupido lo so, in realtà altre persone avrebbero ridotto l’imbarazzo..."
Nota dell'autore: Lieto del successo riscosso dal primo capitolo. Tuttavia la mia lei è particolarmente curiosa della vostra opinione, delle vostre fantasie o anche solo di come l'avete immaginata. Qualcuno vuole fargli sapere la sua?

L’auto era ben riscaldata e valutavo di togliere il giubbottino per tentare di coprire le gambe, certo questo avrebbe risolto il problema, ma avrei lasciato esposta la mia scollatura a Rocco, le cui occhiate continuavano a saettare sulla mia pelle come sculacciate, seguite spesso da sorrisini infami. Il tutto poi mentre continuava a ridere e scherzare con le mie amiche, raccontando ad esempio del suo viaggio in Russia, in cui una tipa l’aveva costretto a cantare canzoni di Albano premiandolo poi con una sessione a letto. Venimmo anche a sapere che era ospite per lavoro in quell’hotel e che ci sarebbe rimasto 5 giorni. Le ragazze non smettevano di ridere e scherzare con lui, tanto che per un attimo mi sentii quasi invidiosa del loro feeling, una parte di me sembrava dire “l’ho visto prima io”, ma cazzo era assurdo quel pensiero! Voltai lo sguardo fuori dal finestrino mandando tutti loro mentalmente a cacare. Pochi secondi dopo venni coinvolta di nuovo nella conversazione da Rocco che per attirare la mia attenzione posò la mano spavaldamente a metà della mia coscia, troppo in alto per essere un semplice gesto di richiamo, ma troppo in basso perché potessi schiaffeggiarlo. Di nuovo rimasi senza parole, arrossii come una scolaretta e feci finta di nulla, cazzo poi, non avevo notato quella mano così grande e maschia, ma che mi stava succedendo?? Per fortuna Rocco dopo aver attirato la mia attenzione tolse la mano e riprese a scherzare. Arrivammo in Hotel dopo pochi minuti e scendemmo dall’auto, Rocco sembrò temporeggiare qualche secondo e scese praticamente per ultimo, quel porco non si voleva perdere l’istante in cui scendevo per gustarsi il mio culo e la gonna che saliva di altri cm.
Ci salutò vicino all’ascensore una per una con un bacio sulla guancia e ci augurò la buonanotte, da quel porco mi sarei aspettato mettesse le mani al limite del mio culo o che si allargasse col bacio o che ne aprofittasse per stringermi un po’, invece fu un normalissimo saluto. Natalya invece, brilla come non mai, si buttò al suo collo abbracciandolo e ridendo “Grazie nostro salvatore!!”, un gesto che mi parve fuori luogo. Ci ritrovammo così in stanza e dopo esserci cambiate, mentre eravamo nel letto chiacchieravamo della giornata, il discorso finì inevitabilmente su Rocco soprattutto sulle sue storie da ridere, ma Natalya stupì tutte quando disse “Comunque sarà pure un porco, ma secondo me ci sa fare e soprattutto ha la dotazione necessaria, anzi più che necessaria” Scoppiammo a ridere e intanto mi rodevo dalla curiosità, che anche lei avesse visto o sentito qualcosa in bagno? Per fortuna fu Antonietta a trarmi d’impiccio chiedendole con un elegantissimo “ e tu che cazzo ne sai?” “Semplice, avevo notato un certo rigonfiamento e volevo verificare, per questo l’ho abbracciato e credetemi, quello può prenotare il quarto piano in ascensore senza usare le mani!”le ragazze esplosero a ridere, per fortuna eravamo con le luci spente o qualcuna avrebbe notato il mio viso rosso e la mia espressione smarrita. Prima che i vicini chiamassero la reception per lamentarsi del casino ci demmo la buonanotte e ci mettemmo a dormire, almeno le altre lo fecero, io ero inquieta, non riuscivo a prendere sonno, fissavo il soffitto e mi rigiravo nel letto. Qualcosa mi rodeva dentro e allo stesso tempo mi avvampava, continuavo a pensare alla serata “Cazzo…ma che ho?”continuavo a pensare, mentre mi scorrevano immagini soprattutto di quello sguardo, di quella mano, di quel porco. Era tanto che non mi sentivo così calda e languida, e forse fu l’alcol della serata a rendermi così audace ma infilai la mano nel perizoma, e cazzo se era bagnato, mi domandai se fosse così per gli ultimi pensieri o si fosse bagnato già durante la serata, poi iniziai ad accarezzarmi lentamente, con gli occhi chiusi, mentre la mia fantasia galoppava. Mi stavo toccando con le mie amiche nei letti accanto, non me ne fregava nulla in quel momento, avevo bisogno di sfogarmi, di godere.
Con il mio fidanzato ho sempre fatto sesso dolcemente, stasera invece immaginavo quel bagno sporco, immaginavo un uomo di cui non volevo vedere il volto, mi immaginavo bendata, quasi costretta, mentre venivo scopata contro la porta, in piedi. La mia fantasia torbida mi fece venire quando il mio amante immaginario mi metteva la mano sulla bocca per soffocare le mie urla immaginarie. Era la mano di Rocco.
La mattina, ci colse nei nostri letti, e con la rapidità di un bradipo ci recammo in bagno e poi di corsa a fare colazione, ovviamente visto che ci eravamo svegliate tardi fummo le ultime ad arrivare al bar dell’hotel e dovemmo pregare il cameriere di tenere aperto solo per noi.
Mandai il buongiorno al mio ragazzo, che con la sua testa di cazzo, piccato, non si era ancora fatto sentire, ma non ricevetti per il momento risposta, si sarebbe fatto sentire lui quando si sarebbe ricordato, ovviamente dopo che avesse risolto altri pensieri, tra lavoro e amici. Coglione.
Avevamo in programma di trascorrere la giornata in SPA, tra sauna, idromassaggio, piscina e massaggi rilassanti. Quindi andammo in camera a mettere i costumi, scoprendo così che Antonietta aveva voluto farci una sorpresa, acquistando lo stesso modello per tutte quante noi. Per Ilenia un bikini bianco, con del comicissimo volant da brava sposina, per noi invece dei bikini arancioni (il colore scelto da Ile per le damigelle). Antonietta non poteva lasciarsi scappare l’occasione per esagerare, puntando su perizomi che nessuna di noi usava a mare, a parte ovviamente Roberta, che peraltro aveva mandato un messaggio poco fraintendibile a Natalya per aggiornarla che recitava “Tutta la sera, ti faccio questo, ti combino quello, ti devo dare fuoco …. eppoi hai a che fare con un mezzo champignon. Però cazzo che casa. Ci vediamo tra poco, vi raggiungo in spa”. Le volevo bene anche così.
La piscina con idromassaggio era libera, per quanto l’intera SPA fosse quel giorno poco frequentata, e ci godemmo quel tranquillo far nulla in totale relax, raccontando gossip e tartassando Ilenia di battute sul suo viaggio di nozze in Sudamerica, e sulla sua passione per il balli caraibici.
Chiesi alle ragazze di andare in sauna, avevo voglia di sudare per smaltire un po’ dell’alcool di ieri, ma quelle pigrone erano troppo in relax per darmi retta, per cui mi alzai e ci andai sola, in fondo dieci minuti di relax e silenzio non mi dispiacevano troppo.
Uscii dalla piscina ed afferrai il mio telo bianco, imboccai il corridoio e svoltai a destra aprendo la porta della sauna, solo una volta entrata mi accorsi che c’era già qualcuno all’interno, proprio lui Rocco.
Maledii me stessa per non essermi avvolta il telo intorno al corpo, perché nel chiudere la porta avevo mostrato il mio culo completamente scoperto, soprattutto considerato che lui era seduto sulla panca più in alto con un punto di vista decisamente buono
“Scusa non mi ero accorto fosse occupata, ti lascio solo”
“Ma no dai, Margot! Che problema c’è sono appena entrato anche io, accomodati, in fondo lo spazio non manca”
“Ok, tanto resto poco”
“Guarda che non mi dai fastidio, beh a meno che tu non abbia problemi di ph della pelle ahahah!”
Mi scappò un sorriso, “No,tranquillo, esco ora dalla vasca idromassaggio”
“Allora accomodati, che aggiungo altra acqua sulle pietre”
Mi misi seduta sul gradino in basso di fronte a lui, per evitare di mostrare di nuovo il mio culo a quel ragazzo e misi il telo intorno al mio corpo.
Lui versò acqua sulle pietre incandescenti e la sauna si riempì di vapore. Rocco gettò la testa all’indietro mentre lo guardavo rendendo l’atmosfera ovattata e iniziando a far condensare, goccioline di liquido sul suo corpo. Avevo adesso l’occasione di osservarlo, parzialmente nascosta dall’umidità, aveva un bel petto largo, non depilato né scolpito, ma muscoloso, dava una sensazione di uomo, anzi no, di maschio, con capezzoli piccoli e braccia forti. L’asciugamano lo copriva dai fianchi in giù, celando quel membro che aveva agitato il mio sonno. La sauna impedì che si potesse notare il mio rossore quando ricordai quella mazza.
Mi ritrovai a sperare che le mie amiche non entrassero in quel momento, era un pensiero stupido lo so, in realtà altre persone avrebbero ridotto l’imbarazzo tra noi, ma forse era anche voglia di non condividere quel momento.
“Questa volta in ufficio hanno scelto un hotel con i fiocchi, credo ci fosse di mezzo qualche offerta o non avrebbero mai scelto uno con la SPA”
“In effetti io ho prenotato approfittando di uno sconto per gruppi” ammisi sorridendo. Lui abbassò la testa, piantò gli occhi nei miei
“brava, non bisogna mai perdere le occasioni”
e sorrise, potrei giurare di aver visto passare il suo sorriso dal divertito al malizioso, lo stesso sorriso che mi aveva riservato in discoteca.
Gettò di nuovo la testa indietro passandosi la mano sul viso, per asciugarsi dal sudore, mentre io restavo senza una risposta adatta al momento. Pensai di lasciar cadere l’argomento ma notai che davanti a me quello sfacciato iniziò lentamente ad aprire le gambe, mentre i lembi dell’asciugamano scivolavano verso l’esterno. Il problema era che con questo gesto mi aveva rivelato una cosa scandalosa, non indossava costume sotto, riuscii a vedere chiaramente quella bestia poggiata di lato tra le sue cosce. Aveva un aspetto animalesco e selvaggio, umido e con le vene gonfie per la temperatura, si mostrava impressionante non era a riposo ma non era neanche in erezione, sebbene ebbi l’impressione che pulsasse come se ondate di sangue bollente stessero riempiendo a fiotti quel pezzo di carne. Mi resi conto di aver sbarrato gli occhi dalla sorpresa e che Rocco mi stava guardando. Non riuscivo a crederci, uno sconosciuto si stava esibendo come fosse la cosa più naturale del mondo davanti a me e lo faceva senza vergogna, anzi con malcelato orgoglio, guardandomi con un sorriso da porco. Pensai di urlare e far venire qualcuno ma in realtà non aveva fatto niente di male, ero io che sbirciavo sotto quella gonna, ero io che non staccavo gli occhi dal suo cazzo. Quando mentalmente pronunciai CAZZO, un languore al basso ventre mi colse, gli occhi di Rocco si staccarono dai miei e scesero, evidentemente, sul mio seno coperto dal bikini, facendomi rendere conto che i capezzoli si erano svegliati segnando in modo inequivocabile il reggiseno. Come poteva succedermi tutto questo? Io che ero sempre stata la brava ragazza, la fidanzatina simpatica ed affettuosa, ora mi stavo comportando come una porca, in preda a voglie.
Voglie verso quel cazzo che continuava a crescere ed aveva ormai l’aria di essere pronto e duro, con una cappella gonfia e violacea, ben marcata, di quelle che si fanno sentire quando entrano ed escono.
“Ieri sera per esempio ho preso al volo l’occasione, come hai visto con i tuoi occhi”
Avvampai, il porco si riferiva sicuramente al fatto che l’avessi spiato nei bagni, ma l’aveva posta in modo che potesse sembrare riferito al darci un passaggio e conoscerci. Aveva parlato mentre io ero ipnoticamente concentrata su quel cazzo e stavolta ero stato presa in castagna. Ero senza parole, sentivo il respiro crescere e ogni goccia di umidità che correva sul collo, era incandescente, la sentivo bollente mentre correva accarezzando la curva del mio seno, oppure dallo stomaco correre come lapilli verso la mia voglia, dove le temperature erano ancora più elevate.
La bestia tra le gambe di Rocco era oramai in piena erezione, era decisamente il più grosso cazzo che avessi mai visto, non avrebbe sfigurato in un porno e aveva quell’aria di maschia voglia che lo rendeva irresistibile.
Rocco si alzò in piedi, e scese dal gradino in alto, venendo verso di me, il suo inguine era gonfio in modo inequivocabile, e ora che era in piedi era esattamente all’altezza del mio viso, iniziai a fremere, quel porco aveva la mano già pronta sul nodo dell’asciugamano. Con le mie labbra leggermente socchiuse il mio respiro accellerò mentre i capezzoli sembravano seriamente intenzionati a bucare il reggiseno, mancavano ormai solo due passi, quando Rocco, si fermò, mi sorrise
“Io esco, per adesso può bastare così”
Mentre andava a rinfrescarsi sotto la doccia, mi lasciò lì, con la fica fradicia, sconvolta ed eccitata.
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