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Margot scopre se stessa IV


di Figar0na
29.03.2018    |    10.531    |    6 9.7
"Sentii i muscoli contrarsi ed ondate calde di piacere scorrere dalla fica lungo tutto il corpo, il bacino si mosse a scatti un paio di volte e tutto diventò..."
Entrammo nell’ascensore senza dire una parola e le porte non si erano ancora chiuse che mi sbattè contro lo specchio di spalle, con un gesto secco infilò la mano sotto la mia gonnellina e strappò il mio perizoma, mentre io sottolineavo il gesto con un OH di meraviglia. Era esattamente quello che volevo. Mi vedevo nello specchio arrossata e vogliosa, con questo ragazzo alle mie spalle che mi baciava il collo e strizzava i miei seni gustandone il turgore, col suo cazzo che sembrava scoppiare.
Non pensavo osasse tanto ma lo tirò anche fuori e tenendomi giù lo posò sulla mia fica, era un pazzo, poteva aprirsi la porta, sembrava non interessarsene, mi penetrò con un colpo secco.
Non mi ero mai sentita così piena, fu una sensazione inebriante, e se non fossi stata tanto bagnata avrei sentito forse dolore, ma scivolò dentro con naturalezza. Ci guardammo nello specchio occhi negli occhi e lui si fece indietro per tirarlo fuori, ma non volevo perdere quella sensazione, mi chinai ancora per non farlo uscire, così il suo cazzo indietreggiò di pochi centimetri, lui capì e con un colpo secco di reni mi penetrò di nuovo.
“toglilo ora” lo implorai, non volevo essere sorpresa così
“Solo se prometti di essere la mia schiava per sempre”
“va bene” capitolai
“dillo cosa sei?” mi chiese
“Eh?”
Lo sfilò tutto e rimise dentro solo la punta, persi la testa, ero prossima all’orgasmo per la voglia accumulata
“Sarò la tua schiava, la tua porca” Mi prese per i capelli e mi fece voltare suggellando quella promessa con un bacio profondo e appassionato. Baciandoci e sbattendo su tutti i muri, dopo che lui si era ricomposto, entrammo nella sua stanza e ci buttammo sul letto.
Ai miei ex in genere non importava cosa indossassi, era più importante toglierlo subito e darci dentro, lui invece si fermò un istante a guardarmi, poi si chinò su di me e con la mano sollevò la già corta gonnellina, la fica, nuda, era incorniciata dalle autoreggenti e dalla minigonna sollevata, aperta come una rosa. Lui abbassò i boxer ed il suo cazzo, che ora avevo di fronte era ritto e minaccioso, perfetto.
Si chinò su di me, mi baciò, poi allontanò il viso dal mio e lasciò colare un po’ di saliva, raccolsi il suo sputo come fosse un liquore delizioso, scese sul mio petto.
Il suo respiro caldo accarezzava la mia pelle come una carezza, depositò un bacio sul mio collo, assaporandomi, pensai per una attimo di implorarlo di non lasciarmi segni, ma in fondo volevo davvero essere marchiata da lui, che tutti sapessero che ero la donna di quel maschio.
Un morbido intreccio di lingua e labbra si muoveva sul mio collo e sentivo il sangue andar via dal cervello e gonfiare i miei capezzoli, la mia voglia, come seguendo quel flusso di sangue infatti si mosse verso il mio seno leccando e titillandolo dopo averlo tirato fuori dalla scollatura, indugiò un istante sul quel neo, proprio al centro della mia scollatura, lo stesso neo su cui lo avevo pizzicato ad indugiare nei giorni scorsi. Nel frattempo le sue mani erano calamitate dalle mie cosce, il contatto con il nylon delle calze doveva piacergli parecchio a giudicare da come le palpava.
A dispetto della sua irruenza era parecchio dolce e delicato con i miei capezzoli, ma la sua indole saltava invece fuori quando con piene mani passo dalle cosce a stringermi il culo
“mmmm che gran culo che hai, cherì!”
Senza nessuna vergogna, una delle sue dita si posò sul mio buchetto e inziò a giocarci, stavo per dirgli di non farlo, che con il mio lui non facciamo certe cose, ma si mosse ancora tuffando la sua faccia tra le mie cosce, mentre come un pazzo si liberava dai suoi vestiti.
Contrariamente a quanto mi aspettavo vista la sua irruenza sembrò ignorare la mia voglia colante e bollente per leccare e baciare e succhiare l’interno coscia, dio, stavo per maledirlo, la fica pulsava e chiedeva attenzioni, ma lui sembrava girarci attorno come a torturarmi. Mossi il bacino per invitarlo ma ottenni come unico risultato di lasciar scivolare la punta del dito nel mio culetto, restai per un istante senza fiato, per poi esplodere in un oooooh di piacere quando finalmente sentii la sua lingua percorrere tutta la mia fica dalla base fino al clitoride. Lo volevo da tutta la sera, quel piacere, e mi lasciai andare ad una sinfonia di mugolii e gemiti soprattutto quando Rocco, usando la lingua come un cazzo iniziò a penetrarmi. La muoveva rapida e veloce, portandomi rapidamente vicina all’orgasmo…che esplose quando iniziò ad usare anche due dita oltre alla lingua per farmi godere.
Sentii i muscoli contrarsi ed ondate calde di piacere scorrere dalla fica lungo tutto il corpo, il bacino si mosse a scatti un paio di volte e tutto diventò scuro per qualche secondo. Poi lentamente riaprii gli occhi…lo stronzo era lì, mi guardava sorridendo, e solo allora mi resi conto che non avevo solo due dita piantate nella fica , ma approfittando delle mie convulsioni il dito indice sinistro di Rocco era entrato nel mio culetto ed era ancora lì, senza procurarmi alcun fastidio, anzi….
Sfilò le dita dal mio corpo e io mi liberai di camicetta e gonna, mentre Rocco si tirava su in piedi, avvicinando quell’enorme organo al mio viso. Non servivano altre parole, e non sarebbe servito neanche il gesto di afferrarmi i capelli e spingermi il cazzo in gola, ma era stupendo sentirsi sua in questo modo,diedi fondo a tutta la mia tecnica, leccando, baciando e soprattutto succhiando quel pezzo di carne, i suoi respiri e i suoi gemiti, il sentire la mia bocca piena era un’esperienza impagabile, succhiavo ad occhi chiusi e Rocco mi richiamò, spostando un ciuffo di capelli dal viso
“Guardami negli occhi”
Succhiai così forte da temere di fargli male, ed in tutta risposta mi scivolò in gola, che sensazione nuova sentire un cazzo fino lì. La gola si chiuse intorno al cazzo, ma Rocco non indietreggiò…era quello che voleva, solo al terzo conato lo tirò fuori, lucido di saliva e me lo sbattè sul viso, come per schiaffeggiarmi. Accolsi quei colpi a bocca aperta, tra il sorriso, il divertito ed il godereccio. Rocco stava tirando fuori un lato di me, che non sospettavo esistesse.
Quando si ritenne soddisfatto del gioco con la mia faccia mi saltò addosso ed entrò dentro di nuovo. I suoi centimetri scivolarono veloci fino allo stomaco. Poi lentamente scivolò fuori…lasciandomi assetata e rientrò di colpo, sorrisi, mi sorrise ed iniziò a tempestarmi di colpi secchi, che schioccavano sulla mia voglia, Carne contro carne, fianchi contro fianchi.Mi stava scopando. Ed era bellissimo ero felice.
Come in ascensore la mia fica, traditrice bagnata, si era subito abituata alle dimensioni e rispondeva con ondate di piacere ai colpi del suo cazzo. Non mi ero neanche tolta gli stivali e con le gambe mi strinsi a lui, per impedirgli di uscire.
Mi scopava con forza, leccandomi il seno e poi baciandomi, guardandomi negli occhi e sussurrandomi oscenità, che in quel momento adoravo, mi chiese se fossi fidanzata, disse, sicuro di se, che il cornuto non doveva essere granchè se avevo tutta questa voglia arretrata, Lo odiai, ma aveva ragione. Ero all’apice del piacere, mi voltò a pecorina e dopo avermi leccato la fessa a lingua aperta mi penetrò di nuovo, ricominciando la sua danza alternandola a schiaffi sul culo, sublimi in quel momento. Lui non si curò dei segni rossi sul mio culo e continuò a muoversi forte, la stanza era piena degli sciaf sciaf del mio culo sui suoi fianchi, sorridevo, e dare la colpa all’alcool sarebbe ipocrita, godevo come una pazza, sentii il suo cazzo gonfiarsi e pulsare, era ferro rovente dentro di me, un ultimo schiaffo prima di tirarlo fuori e sborrare. Contai sette schizzi, sul culo e sulle calze, poi si chinò su di me e mi bacio con dolcezza, sorridendo. Però, era carino, pensai.

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