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il giovedì sera


di Membro VIP di Annunci69.it compliceCE
06.04.2019    |    1.396    |    2 9.1
"Ora ci voleva una bella doccia..."
IL GIOVEDI’ SERA

Il giovedì sera è una di quelle giornate strane per un maschio. Tutto profuma già della figa che avrà come premio nel weekend e il suo cazzo scalpita già negli slip. Tuttavia, la settimana è nel pieno svolgimento e il carico di pressione è tanto; in una parola, un maschio di giovedì ha i coglioni pieni.
Per Giulio e Paolo il giovedì era tutto questo, tuttavia il pudore di una impostazione troppo ristretta e tradizionale non aveva mai permesso che i due affrontassero la questione apertamente. Fino a quella sera.
Giulio era ormai impegnato da anni con Elena (nome di fantasia), il suo cazzo aveva conosciuto momenti gloriosi e si era bagnato degli umori di tante donzelle che a Caserta volevano provare il puledro sardo di razza.
Paolo era singolo, anno dopo anno la sua voglia di trasgressione era aumentata fino a renderlo un vero porco.
Il giovedì era la serata dell’uscita tra amici, un rituale che loro compivano ormai da qualche anno e che Elena approvava pienamente; con Paolo, almeno, il cazzo di Giulio sarebbe rimasto nelle mutande.

22.30 ed erano alla terza birra, la voglia di tornare a casa non c’era. Del resto, la serata estiva lo permetteva. “La smetti di fissare la cameriera?”. “Io?” - rispose Giulio – veramente è un’ora che fissa te!”.
“Ha un culo spettacolare! Sai come glielo ficcherei dentro!”. “E io glielo sbatto in gola!” commentò Giulio. La troia non tardò a rispondere alle provocazione con la scusa di chiedere se volessero il conto si avvicinò. “Ragazzi, prendete altro?”. “No”, disse Paolo. “Sicuri?”. “Beh – riprese – non possiamo avere te?”. Entrambi erano abbastanza certi che lei li cacciasse dal locale, tuttavia inaspettatamente lei sorrise, con quel sorriso che solo le donne sanno fare quando hanno già la figa bagnata, quel sorriso di chi vuole un cazzo dentro. “Insieme? E non vi imbarazza?”
Non ci volle molto. La casa libera di Paolo voleva dire che c’erano sempre profilattici pronti per cui i due attesero venti minuti che lei terminasse il lavoro per dirigersi verso l’appartamento confortevole che stava per essere testimone di una serata che si prospettava grandiosa.
Lei si diresse alla toilette, chiedendo di preparare un drink nel frattempo. “Manda una foto a Elena e dille che sei da me”, l’idea che Giulio si trovasse nei casini per una chiavata non era nelle intenzioni di Paolo. Lui scattò subito una foto del salone di Paolo, che Elena conosceva bene, e gliela inviò. Tranquillo, vado a dormire, fu la risposta.

Vederla uscire dal cesso totalmente nuda, i suoi capelli sciolti fino ai capezzoli e quella figa che piano piano si rendeva visibile dal buio del corridoio lasciò i due esterrefatti.
Si sedette sul divano e Giulio le aprì le cosce con la mano, scoprendo la depilazione perfetta della vagina di lei. La sua barba ne fu attratta e in pochi istante la stava lavorando per bene. Gli piaceva sempre chiavare con l lingua, non solo leccarla ma usare la punta come una capocchia. Paolo era impegnato a farsi fare un pompino. Entrambi stavano avendo al migliore erezione della loro vita. Erano folli, felici e consapevoli.
“ma quando vi decidete a fottermi?” Chiese lei dopo qualche minuto. Fu il delirio…
Due preservativi veloci presi dal cassetto, se lo infilarono ripetendo un gesto che avevano fatto centinaia di volte; era per entrambi un gesto di grande virilità: i loro cazzi venosi e turgidi pronti a fottere una figa ricoperti da quella membrana che avrebbe consentito loro di godere come due animali e di schizzare fuori tutta la loro voglia.

Si erano dati il turno, scopando la figa di lei con voglia e determinazione. L’alcol li aveva resi porci e disinibiti anche se non ce n’era mai stato bisogno. “Che bei cazzi che avete, li vorrei entrambi!”

I due si guardarono increduli: era vero quello che stava per succedere?
Fu Giulio a mettersi sotto, facendo salire sei sopra che in un battibaleno fece scomparire tutta la verga di lui nella sua figa; lei si piegò leggermente facendo cadere i suoi seni sulla bocca di Giulio che pensò bene di iniziare a mordicchiarle i capezzoli.
Paolo non ci vide più. Il cazzo di Giulio la riempiva, ma sembra esserci ancora spazio, tanto spazio, spazio per la sua minchia. Fu qualcosa di assolutamente nuovo per entrambi. Il calore della caverna sembrava ancora più forte stavolta, la stavano chiavando entrambi, ma c’era qualcos’altro, qualcosa di più. Forse quei due amici non erano mai stati così intimi, così vicini. I loro corpi si conoscevano, le loro menti si conoscevano, ma ora si stavano conoscendo i loro cazzi, la cosa più preziosa che avessero.
Il resto della serata fu breve, si era fatto tardi. Giulio si offrì di riaccompagnare la cameriera vogliosa. I due amici non parlarono molto, forse un po’ imbarazzati, forse un po’ increduli. Quando Paolo chiuse la porta, andò in bagno e si lasciò cadere acqua calda addosso. Ora ci voleva una bella doccia. Rientrato in camera, sul comodino c’erano due profilattici attorcigliati; le estremità erano piene della voglia dei due amici. Erano esposti come due trofei di guerra che si lasciano in vetrina per ammirare le proprie vittorie. Paolo li guardò e sorrise. Qualcosa di nuovo era cominciato quella sera.

Continua….
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