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A ripetizione di latino


di tanganica
02.08.2010    |    30.876    |    3 9.2
"Sentivo il fresco del lubrificante sulla pelle del culo e un suo dito che ne metteva un po’ anche all’interno, poi aprendomi le natiche sento il caldo del suo..."
A ripetizioni di latino

Durante il liceo due erano le materie veramente difficili e ostiche per me, la matematica e il latino, ma per fortuna un professore in pensione dandomi lezioni di ripetizione è riuscito a darmi gli stimoli giusti per farmi amare il latino e diventare a mia volta insegnante.
Dopo il primo trimestre i miei voti erano decisamente bassi e rischiavo di perdere l’anno, per questo i miei genitori pensarono bene di farmi avere ripetizioni di latino da un ex insegnante, già in pensione, che abitava in un vecchio palazzo accanto al nostro. L’appartamento era molto grande ed arredato con gusto, tenuto ben in ordine, appesi alle pareti oltre a bei quadri c’erano anche delle belle foto di una donna, che seppi essere la moglie, morta da qualche anno. Il professore doveva avere circa 60 anni ma ne dimostrava almeno 10 di meno, era alto circa un metro e ottanta, aveva capelli brizzolati, baffetti e pizzetto molto curati e conoscendolo adesso capivo perché aveva quel fisico ben curato, infatti lo incontravo quasi tutte le sere mentre faceva footing e qualche volta davanti alla palestra del paese.
Era un uomo molto raffinato oltre che nel vestire anche nel parlare, e questo mi conquistò subito per cui a ripetizioni ci andavo volentieri. A poco a poco mi accorsi che ero completamente affascinato da quest’uomo, per come parlava, per come vestiva, dalle avventure delle sua vita che mi raccontava, insomma mi ero innamorato di lui. Anche se può sembrare strano, nell’età in cui ci si innamora della propria compagna di banco o dell’ amica della sorella, io mi ero preso una cotta per il mio insegnante di latino, per giunta anche più grande di mio padre.
Stimolato dalla passione che provavo con il latino ero migliorato parecchio, ma più che il latino mi piaceva lui, e se anche sapevo che non poteva essere gay lo desideravo tanto da sognarmelo anche di notte, oltre che a mettermi a guardare il suo pacco, che dai pantaloni molto aderenti mettevano in risalto la forma dei suoi coglioni e del suo uccello, mentre facevamo lezione. Un giorno mi assegna da svolgere una traduzione mentre lui ne approfitta per farsi una doccia, mentre sto ancora svolgendo la traduzione lo vedo attraversare la stanza completamente nudo per dirigersi verso quello che credo fosse la camera da letto. In quei pochi istanti che mi è passato davanti non ho potuto fare a meno di notare la tonicità del suo corpo, le dimensioni dell’uccello che gli pendeva fra le gambe e il fatto di non aver visto nessun pelo sul suo corpo nemmeno intorno al pube. Quando ritornò nel salotto si scusò per essere uscito nudo, ma aveva dimenticato di portare con sè la biancheria di ricambio. Da quella volta non riuscii più a concentrarmi sulle lezioni di ripetizioni che mi dava, lo rivedevo sempre nudo mentre attraversava la stanza. Lui capì questo cambiamento e del perché guardavo sempre in direzione del suo pacco e forse per cercare di darmi uno stimolo a trovare la concentrazione, o per prendermi in giro, senza volerlo disse una cosa che avrebbe cambiato tutto. “Se riesci a fare bene questo esercizio, ti prometto che ti farò vedere il mio uccello, visto che sono giorni che non fai che guardarmi la patta dei pantaloni”.
Questa frase detta per gioco aveva subito attivato i miei stimoli e acceso le speranze che potevo essere scopato da lui, come mi capitava spesso di sognare. Completai l’esercizio senza alcun errore, e anche se il professore finse di dimenticare la promessa, gliela ricordai prontamente e quindi fu costretto ad abbassare la zip e tirare fuori il suo uccello.
“Vedi non è molto diverso dal tuo o da quello degli altri, soltanto che a me non piace avere peli sul corpo e per questo mi rado anche le parti intime”. Vidi il suo cazzo pendere dai pantaloni a pochi centimetri da me e senza chiederne il permesso lo toccai, sentivo il suo calore e la sua consistenza, lo strinsi un po’e ne scoperchiai un poco la cappella. A questo punto il professore lo tolse dalle mani e lo rimise nei pantaloni, forse pentito per quello che aveva promesso. Anche se voleva farmi capire che non accettava rapporti omosessuali, quando lo avevo stretto in mano ho avuto l’impressione che gli piacesse, e per verificarlo mi è bastato fingere di non saper svolgere gli altri esercizi assegnatomi e di non concentrarmi sugli studi, per fargli ripetere la stessa promessa. Infatti dopo un paio di volte anche il professore ci prese gusto a farselo toccare e una volta se lo lasciò toccare e masturbare fino a quando non mi sborrò sulle mani, anch’io segandomi mi sborravo sulle mani ma la sua sborra era più abbondante e densa, lui si pulì con un fazzolettino mentre io che avevo ancora la sua sborra tra le dita provai a leccarmela trovandola molto gustosa.
A questo punto avevo capito che lo stavo conquistando e potevo realizzare i miei sogni segreti, volevo arrivare anche a fargli un pompino e magari prima della fine dell’anno essere inculato.
Con questi giusti stimoli il mio latino era migliorato parecchio tanto da essere uno dei più bravi della classe e passare dal tre del primo trimestre all’otto del secondo. Per essere preparato a come fare un pompino di nascosto guardavo su internet video porno, dove c’erano donne che succhiavano cazzi di tutte le dimensioni per vedere le tecniche e i modi per farli al meglio. Finalmente l’occasione si presenta con una traduzione particolarmente difficile che mi viene affidata dal professore, ma queste volta invece di essere accontentato con la solita sega, gli chiedo che stavolta come premio voglio succhiarglielo. La traduzione malgrado la difficoltà riesco a farla senza errori, il professore è pronto per la giusta ricompensa, seduto sul divano tira giù i pantaloni mostrandomi il suo uccello che moscio si appoggiava alla sua coscia, lo presi in mano e lo portai subito alla bocca, cercando di fare come avevo visto nei video porno. Dentro la mia bocca lo sentivo crescere sempre di più e a poco a poco indurirsi fino a riempirmela, allora lo uscii e come avevo visto fare tenendolo con la mano scoperchia il glande per leccarlo come fosse un cono gelato, passavo con la lingua intorno al glande fermandomi sopra tra i due forellini. Gli doveva piacere tanto perchè lo sentivo dire “ Sei bravissimo!! Succhi proprio bene. Come hai imparato” e tenendomi la testa la spingeva come stesse per scoparmi, io come avevo visto fare non mi limitavo soltanto a succhiare l’uccello ma allo stesso tempo gli massaggiavo anche i coglioni lisci come la seta. Con la lingua partivo leccando i coglioni e giravo intorno alla sua asta fino ad arrivare al prepuzio per poi ridiscendere nuovamente.
Il suo cazzo ormai si era irrigidito al massimo e da un momento all’altro sentivo che sarebbe esploso, infatti dopo un piacevole lavorio di lingua intorno al prepuzio lo sento dire “Sto per venireee!!”. Tutto eccitato mi preparai a ricevere in bocca il suo nettare che fra pochi istanti mi sarebbe arrivato in gola, misi le mie labbra appoggiate al suo uccello e aprii la bocca, subito mi sentii sparare due schizzi di sperma che mi raggiunsero la gola mentre un terzo mi arrivò in faccia sotto gli occhi. Inghiottii quella che avevo in bocca, mentre il professore ne faceva uscire dell’altra dal suo uccello,raccolsi con la mano anche quella che mi era arrivata sul viso, più ne bevevo e più dolce la trovavo, quando finii di leccare anche quella rimastagli sull’ uccello lo salutai con in bocca quel meraviglioso sapore. Ormai in latino ero diventato bravissimo, tanto che il preside volle iscrivermi al concorso nazionale di traduzioni latine per gli studenti degli istituti classici, per questo mi dovevo impegnare maggiormente a studiarlo, per il prestigio della scuola, per la soddisfazione del professore e per me che potevo chiedere ricompense più gradite. Avevo capito di aver conquistato il professore dal modo di come mi aspettava per le lezioni, quasi con ansia, e da come ormai gli piaceva farsi segare e prendere in bocca l’uccello. Per la preparazione al concorso la ricompensa era stata decisa da lui, il mio impegno verrà ricompensato nella sua camera da letto. Questo voleva dire che non ci sarà solo una sega o un pompino ma si andrà oltre, per questo non potevo permettermi di fare errori. Così lezione dopo lezione mi preparo a partecipare a questo concorso mettendoci il massimo impegno. Qualche giorno prima del concorso, mi assegna una traduzione da svolgere dicendomi che la ricompensa sarà data se la farò senza alcun errore. Svolgo la prova senza sbagliare niente e già mi pregusto la ricompensa. Usciamo dal salotto, dove facevamo le nostre lezioni, ed entriamo nella camera da letto, sui comodini e alle pareti ci sono altre foto di lui e la moglie, cominciamo a svestirci e per la seconda volta lo vedo completamente nudo. Adesso posso vedere da vicino il suo corpo liscio come la seta senza alcun pelo, i muscoli ancora tonici malgrado l’età, sentire il profumo del suo corpo gradevole e penetrante allo stesso tempo per l’uso di creme e deodoranti molto raffinati che usava. Anche lui mi vede per la prima volta nudo, sono completamente glabro e quei pochi peli che mi erano cresciuti intorno al pube li avevo rasati per emulare lui. Malgrado avessi desiderato tanto questo momento mi sentivo impacciato come una verginella alla sua prima volta, non sapevo cosa fare, come cominciare. Mi fa cenno di sdraiarmi sul letto, subito dopo anche lui si distende accanto a me, con una mano mi accarezza il petto, per poi prendere la mia e portarla sul suo uccello, questo contatto riesce a sbloccarmi e stringo il suo cazzo per cominciare a segarlo. “ Bravo e adesso prendilo in bocca come sai fare tu “ eseguo il suo ordine mettendomi sdraiato fra le sue gambe, continuando a succhiarlo per farlo diventare ancora più duro, a questo punto mi dice di girarmi e mettermi a pancia giù, lo sento aprire un cassetto del comodino ed uscire un tubetto di quello che poi ho scoperto essere un lubrificante. “Adesso te ne spalmerò un po’ nel culo così non ti farò male”. Sentivo il fresco del lubrificante sulla pelle del culo e un suo dito che ne metteva un po’ anche all’interno, poi aprendomi le natiche sento il caldo del suo uccello che si era appoggiato al mio buco. “Rilassati, così non sentirai dolore”. Mi lasciai andare pensando che dopo questa prima volta ce ne sarebbero state delle altre e il dolore non ci sarebbe più stato. Non sentii nessun dolore perché il lubrificante che aveva messo aveva facilitato la sua penetrazione che aveva fatto con molta delicatezza. “Ti ho fatto male?“ mi chiese “No, professore” risposi.
“Ti è piaciuto?“ “Sì, tanto”
“Adesso ti piacerà ancora di più” disse cominciando a far muovere il cazzo nel mio culo. E davvero adesso mi piaceva ancor di più sentire il suo cazzo entrare ed uscire dal mio culo, scivolare con estrema facilità nel culo. Si era completamente sdraiato su di me, potevo sentire il suo fiato sul collo mentre dando colpi quasi ritmati affondava il suo cazzo fino a far sbattere il pube sulle mie natiche, mi godevo questi movimenti sperando non finissero mai. Invece lui si alza, con un fazzoletto si pulisce l’uccello imbrattato ancora di lubrificante e mi chiede di succhiarglielo ancora. Lo faccio con piacere anche se avrei preferito tenerlo ancora nel culo, sarà stato il lubrificante ancora rimasto o gli umori del suo cazzo mischiati a quello del mio culo ma sentivo che adesso aveva un sapore speciale. Dopo un po’ si stacca da me per prendere un cuscino e metterlo sotto la mia schiena, lo sistema in modo tale che il buco del culo sia alla stessa altezza del suo cazzo, quindi alzandomi le gambe, lo punta contro e mi penetra. Questa volta non aveva messo il lubrificante e anche se ormai la strada era stata fatta sentii un leggero dolore, ma in questo modo ci potevamo guardare in faccia e vedere come stavamo godendo. Vedevo i suoi fianchi che con movimenti cadenzati si muovevano avanti e indietro e allo stesso tempo il suo cazzo entrare completamente fino al pube per poi uscire quasi totalmente, per rientrare con una nuova spinta. Ci guardavamo negli occhi promettendoci che da oggi tutto questo lo avremmo ripetuto, che in fondo era quello che avevamo desiderato entrambi e che questi momenti vorremmo che durassero il più a lungo possibile. Mentre lo guardo estasiato, sento toccarmi i coglioni e stringere il cazzo, il professore aveva preso a segarmi, bastarono pochi movimenti perché sborrassi tra le sue mani e sul mio petto. Lui sorrise per come mi aveva visto godere, ma adesso anche lui si stava preparando, lo sentivo respirare più affannosamente mentre mi stringeva forte per i fianchi, di colpo il suo cazzo perse il ritmo cadenzato per muoversi più velocemente, poi dopo un respiro liberatorio sento arrivare nel culo un primo lungo schizzo di sborra seguito da altri che lo riempirono di quel liquido caldo e dolce uscito dal suo uccello. Si accasciò su di me fino a quando non schizzò l’ultima goccia, poi lo tirò fuori imbrattato questa volta della sua sborra e senza pulirlo se lo fece leccare tutto, rimanemmo nel letto uno accanto all’altro per un'altra mezzora senza dire niente ma soddisfatti per come avevamo goduto. Io vinsi il concorso di latino con grande soddisfazione mia, del preside della scuola e del professore che anche per gli anni futuri mi diede lezioni di ripetizioni che non si limitarono soltanto al latino ma anche a una nuova “ars“ che voleva insegnarmi:
l’ “ars inculatoria“.


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