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Gay & Bisex

la mia prima orgia


di tanganica
04.03.2009    |    56.712    |    6 8.0
"Comincio a lavorarlo con la lingua, prima sulla cappella poi lungo tutto il bastone, guardo i peli del pube che sono fitti e neri in contrasto con il bianco..."
La prima orgia

A volte il destino ti fa incontrare persone che avevi dimenticato e non speravi di rivedere più, ma con cui hai trascorso la parte più importante della tua vita. Questo era successo a me, che dopo quasi trent’ anni avevo rivisto Mario con cui avevo diviso l’infanzia e parte della mia gioventù. Adesso stavo recandomi a casa sua per andare insieme, a mangiare una pizza, ci siamo ritrovati il giorno prima in palestra. Mentre guidavo pensavo a noi due, alla vita che abbiamo vissuto in comune. I nostri genitori erano vicini di casa e noi eravamo coetanei essendo nati a pochi mesi l’uno dall’altro, siamo cresciuti insieme, siamo stati compagni di giochi prima e di scuola dopo. Ed è stato proprio alle scuole medie che sentiamo parlare di sesso dai ragazzi più grandi, che tra loro parlavano di seghe, di dimensioni del pisello, di stare a letto con una donna ecc. Noi ascoltavamo senza dir niente, ma anche noi avvertivamo dei cambiamenti sul nostro corpo, la peluria che cresceva sul petto, sulle gambe, intorno al pube e il nostro pisello che spesso la mattina trovavamo duro e dritto. Un pomeriggio che eravamo soli in casa così per gioco tiriamo fuori i nostri piselli per vedere chi di noi ce l’ ha più lungo, per gioco cominciamo a toccarci per verificarne le dimensioni, con lo strano risultato, che man mano che ci toccavamo il nostri piselli aumentavano le dimensioni. Mario era quello che aveva il pisello più grande. Un giorno mentre mi trovavo in bagno vidi un ragazzo che nascosto stringeva il suo pisello nella mano movendola su e giù, fino a quando come se avesse delle convulsioni non gli uscì qualcosa di liquido e bianco dal pisello. Lo raccontai a Mario e quello stesso pomeriggio, mentre eravamo soli, volli sperimentare quello che avevo visto con il suo pisello e ripetendo quello che avevo visto fare. Il pisello di Mario nelle mie mani si era ingrossato parecchio e più lo muovevo più gli piaceva, lui aveva chiuso gli occhi e assecondava il movimento della mia mano, poi da dove vedevo uscire la pipì vidi schizzare in alto un liquido bianco che cadde sulla mia mano e che lui con movimenti convulsi continuava schizzare. Gli chiesi se gli era piaciuto, mi rispose che non aveva provato mai niente del genere, era come se dal suo pisello fosse passata una scarica elettrica, volli provare a farlo su di me fu una sensazione bellissima. Quella fu la nostra prima sega, in seguito ascoltando i discorsi di quelli più grandi cominciammo a capire come si fa una buona sega e chiamare “cazzo” il nostro pisello. Da quella volta quando eravamo soli ci mettevamo sul letto tirandoci delle magnifiche seghe. Un giorno riuscimmo ad avere un giornaletto porno, c’erano molte foto di uomini nudi che facevano sesso con donne molte belle, che avevano in bocca, nel culo, nella vagina o tenevano in mano il cazzo di questi uomini. Guardando questo giornale io e Mario ci eccitavamo subito e ci facevamo anche due o tre seghe al giorno. Un pomeriggio guardando questo giornale, Mario che era molto più robusto di me mi dice- “ Gino, adesso tu farai la mia donna, e faremo tutto quello che si vede in questo giornale.”- Io sorrisi, accettandolo come un gioco, provai a prendere in bocca il suo cazzo proprio come si vedeva in una foto, messo in bocca non sapevo cosa fare, ma sul suo uccello era rimasto dello sperma della sega di poco prima e quel sapore mi era gradito e comincia a succhiare quel coso, che adesso mi cresce in bocca e mi schizza in bocca del liquido bianco cremoso. Quella cosa calda in bocca prima mi disgusta, e la sputo, ma poi il sapore mi piace e torno a leccare quella rimasta sul cazzo di Mario. Anche a lui era piaciuto che io avessi in bocca il suo uccello e ogni volta dovevo fare la parte della “donna”, cercando di fare le stesse cose illustrate sul giornale, baciarlo, prendergli l’uccello tra le mani, metterlo in bocca. Altre volte si metteva sopra di me simulando una penetrazione, a me piaceva succhiargli l’uccello e bere il suo succo, quando non potevamo fare questo ci facevamo una sega. Dopo un po’ questi giochi non ci bastano più e Mario malgrado le mie resistenze vuole provare a infilare il suo cazzo nel mio culo, così un giorno mi convince e dopo esserci spogliati, messi a letto, mi fa mettere a pancia in giù, mi allarga le natiche e si cala con il cazzo dritto verso il mio culo. Non appena comincia a spingere sento un forte dolore che mi fa scappare dal letto, rivestirmi e tornare a casa mia. Il giorno dopo lui si scusa per quello che era successo e mi chiede se voglio continuare a stare con lui, gli rispondo di - “Sì” -, ma solo se continuiamo a fare i giochetti che facevamo prima, così torniamo a farci le seghe insieme ed io a succhiare il suo uccello. Dopo alcuni mesi Mario mi chiede di poter mettere il suo cazzo fra le mie natiche senza penetrarmi, per non scontentarlo mi metto a pancia in giù mentre il suo cazzo comincia a muoversi tra le mie natiche, a me piace molto sentire il calore e il movimento del suo cazzo, ma ricordando il dolore di qualche mese prima gli dico di non provare a penetrarmi. Un giorno Mario, che ormai non vedeva l’ora di incularmi, mi chiama dicendomi che aveva scoperto come penetrarmi senza farmi male e che ci avrebbe provato quando saremmo stati soli in casa.
Così un giorno, che eravamo soli, decide che mi avrebbe inculato, mi fa spogliare e stendere sul letto, poi va in cucina e torna con un barattolo di olio e dei tovaglioli. Si spoglia anche lui e bagnando dei tovaglioli li passa intorno al mio culo, poi comincia a menarsi l’uccello fino a farselo diventare duro e lentamente calarsi sopra di me per penetrarmi. Non so sia stato l’effetto dell’olio o perché Mario è stato meno violento della volta prima, ma sta di fatto che mentre spingeva il mio culo si apriva al suo cazzo senza sentire alcun male, sentivo qualcosa di estraneo lentamente accomodarsi nel mio culo, la pelle intorno al buco aprirsi al suo passaggio, e con piacevole sorpresa più spingeva e più mi piaceva. Sono attimi bellissimi, mi rendo conto che è entrato tutto solo quando Mario poggia il suo pube al mio culo e nello stesso istante sento schizzarmi la sua sborra dentro, l’eccitazione per avermi penetrato lo aveva fatto eiaculare subito. Subito dopo godetti anch’io, Mario era riuscito in quello che più desiderava mentre io ero stato penetrato senza alcun dolore. Mi raccontò che ancora non aveva provato niente di simile quando affondava il cazzo nel mio culo, anch’io gli dissi era stato molto piacevole e che avrei voluto riprovare. Così dopo qualche ora che eravamo rimasti nel letto una accanto all’altro, decidiamo di riprovare, questa volta la penetrazione avviene con più facilità e più rapidamente, adesso Mario sopra di me con movimenti regolari inizia a incularmi, è fantastico sentire il suo cazzo che sale e scende dentro il culo, adesso a sborrare subito sono io sporcando il lenzuolo. Mario invece dura di più e quando eiacula ne versa parte nel culo e parte sulla mia schiena. Dopo averlo fatto un po’ di volte non sento più dolore quando mi penetra e adesso piace anche a me sentirmi penetrato per questo tutte le volte che posso offro il mio culo a Mario, che così diventa sempre più bravo. Finite le scuole medie inferiori, restiamo ancora compagni di classe e di banco anche alle superiori e le nostre conoscenze sul sesso si vanno sempre più allargando, continuiamo ad avere i nostri piacevoli rapporti sessuali senza che nessuno capisca o conosca dei nostri gusti sessuali. Qualche volta avevo proposto a Mario se voleva essere inculato, ma rispondeva che lui era il maschio e che la parte della donna toccava a me, l’unica cosa che mi consentiva di farsi fare era quella di leccargli la zona intorno al culo perché questo lo faceva eccitare subito. Ormai avevano raggiunto un intesa perfetta e i nostri incontri erano molto appaganti per entrambi ed a volte ne avevamo più di uno al giorno. Poi una volta diplomati, io decisi di continuare con l’università mentre Mario si arruolò nell’esercito. Il suo arruolamento nell’esercito, insieme alla promozione che suo padre ottenne dalla ditta per cui lavorava, con conseguente trasferimento in una città del nord, furono la causa della fine della nostra amicizia e del nostro amore. Io frequentai l’ università lontano da casa, dove divisi appartamento e letto con un caldo studente siciliano, che mi fece dimenticare Mario e trovare il coraggio di confessare ai miei genitori che ero omosessuale, quindi trovato lavoro come dirigente in un azienda torinese andai a vivere da solo. I primi tempi pensai solo a divertirmi, conoscendo un sacco di ragazzi con i quali a volte ci andavo anche a letto. Dopo un po’ di questa vita molto allegra, ho conosciuto un’ insegnante pugliese che abitava nel mio stesso palazzo con il quale ho convissuto per circa dieci anni. Fu una relazione molto intensa, con alti e bassi, ma con reciproche grandi soddisfazioni, infatti per la prima volta con lui ho provato il piacere di inculare qualcuno, perché a differenza di Mario e dello studente siciliano a lui oltre che darlo piaceva anche prenderlo. Ma questa storia finì un po’ per colpa dei miei continui tradimenti e un po’ perché lui volle far ritorno al suo paese d’origine.
Rimasto solo, per impegnare le mie serate e allo stesso tempo curare il mio fisico cominciai a frequentare una palestra, con lo scopo anche di trovare qualche avventura. Proprio ieri sera era entrato in palestra, una bella persona che io avevo notato subito, ma non avevo riconosciuto in lui il mio vecchio compagno d’infanzia. Solo nello spogliatoio scambiando quattro chiacchiere fra di noi scoprimmo le nostre comuni origini e di essere stati amici d’infanzia e di studi. Dopo aver raccontato un po’ della nostra vita e di quello che avevamo fatto dopo la perdita dei nostri contatti, decidiamo per il giorno dopo di andare a mangiare una pizza insieme e ricordare i vecchi tempi. Arrivato sotto casa sua smisi di pensare alla nostra storia e suonai al citofono per dirgli di scendere. Lo portai in una pizzeria che conoscevo dove facevano un’ ottima pizza, mentre mangiavamo mi raccontò della sua vita, era rimasto nell’esercito, si era anche sposato ed aveva un figlio che vive con la madre, perché si è separato cinque anni fa. Adesso è stato trasferito in una caserma qui vicino ed è venuto ad abitare proprio a qualche chilometro da casa mia. Io gli racconto che lavoro come dirigente in un’ azienda meccanica e che vivo da solo.
Poi ricordiamo la nostra adolescenza, il nostro quartiere, i nostri compagni, finiamo che parliamo anche dei nostri primi approcci con il sesso facendoci un sacco di risate ricordando le cose stupide che facevamo. Mario volle sapere se anch’io mi fossi sposato, risposi che le donne non mi interessano e mi piace frequentare solo gli uomini anche se adesso non frequento nessuno. Non pensavo proprio che Mario volesse ricordare i nostri rapporti sessuali da adolescenti, visto che si era anche sposato, credevo che queste cose fossero per lui qualcosa da tenere nascosto e dimenticare, invece questo sembrava farlo eccitare, anche il modo con cui mi chiese se ero sposato mi era sembrato strano. Mentre mangiamo sento la sua gamba avvicinarsi alla mia e la sua mano scendere sotto il tavolo per accarezzarmi la coscia, e lui che con un filo di voce mi dice “ Gino, speravo tanto mi dicessi che ancora ti piacciono gli uomini, ieri ti ho visto mentre facevi la doccia e mi sono eccitato pensando ai vecchi tempi, quando tu mi facevi godere con il tuo culo e la tua meravigliosa bocca, adesso mi piacerebbe se riprendessimo quello che facevamo da ragazzi. Lo vuoi anche tu?”. Io non mi aspettavo di certo una simile dichiarazione, ma avendo già conosciuto Mario, considerato che erano più di due settimane che non scopavo, presi la palla al balzo e gli risposi - “ Se ti va possiamo riprendere anche subito. Andiamo a casa tua, che è più vicino”. - Usciti dalla pizzeria andammo a casa sua, un piccolo bilocale in periferia, appena entrati Mario cominciò a spogliarmi strusciandomi il pacco sul culo come volesse già incularmi. Entriamo nella stanza da letto dove finiamo di spogliarci per buttarci insieme sul letto, mi accomodo subito fra le sue gambe, comincio ad accarezzargli le cosce per salire su fino al pube e prendere tra le mani il suo uccello che era già in erezione per lo strusciamento di poco fa, con una mano prendo il suo cazzo mentre con l’altra gli massaggio i coglioni, in poco tempo lo sento diventare duro come il marmo, allora mi avvicino con la bocca e scoperchiandogli il glande comincio a passare la lingua sul prepuzio con movimenti molto delicati e lenti che lo fanno impazzire dal piacere al punto da gridarmi di prenderglielo tutto in bocca. Quando lo metto in bocca torno con la memoria a quando da ragazzi ho cominciato a fare i primi pompini, con una mano spinge la mia testa sul suo cazzo che entra nella bocca fino alla laringe, quando mi lascia passo a leccare i suoi coglioni e partendo da lì arrivo nuovamente fino al glande, per poi dedicarmi solo a leccargli l’uccello, quando lo sento diventare duro al punto giusto mi alzo e aprendo le natiche mi siede lentamente sul suo cazzo che entra dentro con grande piacere. Ormai con le mie esperienze, so come dare piacere ad un uomo e seduto sul suo cazzo potevo vedere sul viso il piacere che con il salire e scendere del mio culo riuscivo a dargli. -“Gino sei diventato proprio una gran troia, mi stai facendo impazzireeee” - mi dice mostrando tutto il suo piacere. Continuai per un po’ così, poi Mario volle di incularmi come facevamo da ragazzi, mi fa girare e mettere a pancia in giù, allarga le natiche e con un colpo solo mi penetra lasciandosi cadere sopra di me, movendo solo il bacino per pomparmi dentro il culo. Anche Mario adesso aveva imparato a come usare il suo arnese e far durare più a lungo la scopata, mi fa anche mettere alla pecorina e in quella posizione prende il mio uccello per farmi una sega. Poi dai suoi movimenti capisco che la sua resistenza sta per finere, con colpi sempre più veloci e forti sento sbattere il suo pube contro il culo e il suo uccello affondare sempre di più, poi un colpo più forte liberare il suo cazzo dalla sborra che aveva tenuto al caldo nei ciglioni, riempiendomi il culo. Questa prima scopata fu molto intensa, entrambi ne avevamo gran voglia, per questo rimaniamo ancora a letto, a ricordare le nostre esperienze e a farlo ancora prima di addormentarci insieme. Dopo questo primo incontro torniamo a frequentarci come quando eravamo ragazzi e a fare l’amore quando ne avevamo voglia a casa sua o a casa mia, quasi volessimo recuperare il tempo perduto. A volte durante i nostri incontri parlavamo del nostro lavoro, il mio era poco interessante e ripetitivo, mentre quello che mi raccontava Mario era diventato per me motivo di eccitazione. Infatti mi raccontava di quando arrivavano in caserma nuove reclute, di ragazzi così belli da poter fare i fotomodelli, di ragazzi che lui aveva visto nudi o mentre facevano la doccia con dei cazzi che avrebbero deliziato chiunque, o con dei culi cosi tondi e lisci da venire voglia di incularli subito. Oppure mi raccontava di come durante le ispezioni mattutine aveva visto reclute, che per la troppo eccitazione notturna avevano il cazzo che usciva fuori dalle mutande, o la sera prima di dormire erano nei loro letti a tirarsi le seghe. A volte in caserma arrivava qualche recluta un po’ effeminata che veniva subito “festeggiata” dagli altri commilitoni e usata per soddisfare voglie di tutti i soldati. Una volta mi raccontò di una recluta “ effeminata” si era fatto inculare da dieci soldati in un solo pomeriggio. Anche lui quando la recluta era particolarmente bella aveva partecipato a questi incontri. Tutto questo mi faceva eccitare molto e venire il forte desiderio di avere anch’io un incontro con dei soldati che mi scopassero tutti insieme, per questo chiesi più volte a Mario di organizzarne uno con i suoi soldati, ma lui evitava sempre di rispondermi.
Il giorno del mio compleanno Mario mi chiama al telefono, per dirmi di preparare la mia casa di campagna perché aveva trovato delle reclute che vorrebbero festeggiarmi regalandomi i loro cazzi. Tutto contento, per questo inatteso regalo, mi precipito verso la mia casa di campagna per riceverli, prima però mi fermo a comprare degli aperitivi, dei salatini e una torta per festeggiare insieme a loro il mio compleanno. Così nel primo pomeriggio vedo arrivare in giardino una jeep militare da cui scendono oltre a Mario anche sei giovani reclute. Dopo che mi vengono presentate Mario si rivolge a loro dicendo che se mi avrebbero soddisfatto al massimo con i loro uccelli, come premio avrebbero avuto una settimana di licenza. La sfida fu accolta dalle reclute con molto entusiasmo e buona volontà, prima però volli offrire un piccolo aperitivo e la torta che avevo comprato. Quindi Mario dette l’ordine di spogliarci tutti, io mi misi a guardarli mentre si spogliavano, guardavo i loro corpi così giovani e tonici con la bellezza dei loro vent’ anni, i loro petti muscolosi, qualcuno completamente glabro,qualcuno ricoperto da una piccola peluria, le loro gambe molto muscolose e infine quando tolsero anche le mutande i loro uccelli che pendevano ancora mosci o quasi in erezione. Eccitato mi spogliai anch’io e mi avvicinai a loro, come se li volessi passare in rassegna toccai a ognuno il petto e l’uccello, poi mi inginocchiai in mezzo prendendo in bocca il cazzo del primo che capitava. Comincio a lavorarlo con la lingua, prima sulla cappella poi lungo tutto il bastone, guardo i peli del pube che sono fitti e neri in contrasto con il bianco della pelle del suo uccello, lo sento crescere in bocca e diventare duro e dritto, un altro militare vicino vuole anche lui spingermi il cazzo dentro la bocca, ma non riuscendoci glielo tengo con la mano e li lecco uno alla volta. Ad uno a uno li prendo in bocca, anche per vederne le dimensioni, il cazzo di uno di loro ha una bella circonferenza e riempie completamente la mia bocca, un altro invece ha il pube rasato e una bella asta sia in lunghezza che in circonferenza, quando me la fa ingoiare quasi mi soffoca. Non avevo ancora assaggiato tanti cazzi in una volta sola, uno di loro non riuscendo a trattenersi mi spruzza il suo sperma sul viso. Dopo questa prima conoscenza adesso volevo assaggiarli anche con il culo, per questo ci andiamo a sistemare sopra un piccolo lettino che avevo preparato nella stanza. Mi metto a quattro zampe in modo da offrire il mio culo alla giusta altezza per i loro uccelli, sento subito passare delle mani sulle natiche e delle dita che entrano nel mio orifizio forzandolo, poi due mani mi allargano le natiche e qualcuno, incitato dai compagni, che si prepara a penetrarmi. Intanto uno di loro si piazza davanti al mio viso con il cazzo in tiro e me lo schiaffa in bocca, allo stesso tempo sento entrare un caldo bastone di carne nel culo. Mi sento pompare fortemente da dietro mentre sto succhiando il cazzo di uno di loro, gli altri che stanno a guardare incitano con frasi tipo:- “ Dai spingi più forte, fai vedere quanto sei bravo!!” , - “ Sfondalo tutto, fallo entrare fino alle palle”, - “ Succhia meglio di una puttana”, - “ Sbrigati che adesso voglio fargli assaggiare un vero cazzo “-. Per me era la prima volta che prendevo contemporaneamente un cazzo in bocca e in culo, e mi stavo godendo questi momenti con grandissimo piacere, quando uno di loro si intrufola con la testa fra le mie gambe e comincia a succhiare il mio uccello. Questo mi manda completamente in delirio, il piacere adesso è completo cazzo, culo e bocca. Non riesco più a capire cosa mi sta facendo più piacere, il cazzo che mi pompa con grande vigore, quello che tengo in bocca dal piacevole sapore o la bocca del soldato che succhia con maestria il mio uccello. È un turbinio di piaceri che mi stravolge tutto, tutti i miei sensi sono sconvolti, vorrei che tutto questo non finisse mai. Ma l’eccitazione è così forte che non riesco a trattenere la sborrata che riempie la bocca del soldato, che per quanto è stata abbondante non riesce ad ingoiarla tutta, subito dopo anche i due soldati riversano con grande piacere il loro sperma nel mio culo e nella bocca. Non ho nemmeno il tempo di riprendermi dagli effetti di quei piacevoli momenti, che mi ritrovo girato a schiena in giù, con le gambe tenute alzate da due militari, mentre un terzo in mezzo sta strofinando il cazzo contro il culo pronto anche lui ad incularmi, credo che vogliono davvero meritarsi questa licenza premio, e per questo vogliono farmi godere il più possibile. Ma prima che il soldato mi penetri, Mario che era rimasto seduto in poltrona a guardarsi la scena, si alza lo fa scostare e senza tanti complimenti mi penetra al suo posto. Non so se perché era molto eccitato o perché voleva fare bella figura davanti ai suoi soldati, sta di fatto che inizia a scoparmi con una foga tale da farmi gridare di piacere e scatenare gli applausi dei soldati quando al culmine del piacere mi scarica la sua sborra nel culo facendone uscire parte anche fuori, credo di non aver mai scopato così con lui. Mentre Mario si allontana, mi tocco il culo dolorante per la sua violenta cavalcata, un altro soldato si mette subito al suo posto e spostando la mia mano cala il suo cazzo nel culo ancora dilatato dalle precedenti inculate. Quando lo sento spingere capisco che a farlo deve essere quel soldato ben dotato sia di lunghezza che di diametro e con il pube rasato, perché lo sento entrare con difficoltà nonostante ne siano già passati due e poi mi sento pungere dai corti peli le natiche. Il piacere continua, il ragazzo ha una buona asta e la sa usare anche bene, lo invito a continuare così, mentre dalla mia bocca escono mugolii di piacere, che però vengono subito interrotti da uno di loro che si mette a cavalcioni sul petto e mi fa ingoiare il suo uccello. Sento muoversi nelle mie viscere un’enorme pistone che fa su e giù senza alcuna fatica agevolato dalla sborra che avevo ricevuto, mentre nella bocca un cazzo mi toglie il respiro, alla fine godendo versano il loro sperma nella bocca e nel culo. Dopo questi momenti così eccitanti, ci fermiamo tutti per riposarci e riprendere le forze. Ne approfittiamo per bere, mangiare qualcosa e chiacchierare un pò, io salgo al piano superiore per darmi una rinfrescata e ripulirmi dalla sborra che avevo ricevuto su tutto il corpo. Stavo per uscire dal bagno, quando entra Mario che chiudendo la porta mi dice - “ Gino, ho visto che ti stai divertendo molto, e il mio regalo ti è gradito, ma anch’io vorrei che tu mi facessi un regalo.” – Risposi un po’ sorpreso - “ Mario il tuo compleanno e fra un mese, che regalo vuoi che ti faccia ora ? “ -. Lui guardandomi negli occhi mi rispose - “Questo lo so, ma il regalo che devi farmi adesso è un altro, vedi anch’io desidero adesso essere inculato e voglio che sia tu il primo a farlo. E’ da tanto tempo che lo desidero, ma non posso mica chiederlo ai miei soldati, sarei diventato il loro zimbello, di te invece posso fidarmi perché so che non lo dirai a nessuno. Perciò ti prego fammi questo regalo, sono così eccitato che lo desidero subito.” - Non mi sembrava vero di sentire queste parole da parte di Mario, ma visto il modo con cui me lo chiese dissi - “ Mario se proprio vuoi questo lo farò, ma per te la prima volta ? “ - . Mi rispose di - “Sì” - e piegandosi a novanta gradi mi offrì il suo culo. Appoggiò le mani sopra il lavabo restando piegato, mentre io dietro e cominciai a menare l’ uccello per farlo diventare duro, provai una prima volta a penetrarlo ma incontrai un po’ di resistenza, ma siccome non volevo fargli male, presi dall’armadietto un po’ di crema che spalmai intorno al suo culo. Questa volta la penetrazione riuscì, potevo vedere il mio cazzo allargare il suo sfintere ed entrare lentamente dentro, allo stesso tempo nello specchio sopra il lavabo vedevo come cambiava la sua faccia mentre spingevo, la vedevo passare da una smorfia di dolore a un espressione di godimento. Guardando allo specchio sapevo come regolare i miei affondi per non fargli male e farlo godere il più possibile, spingevo con forza quando lo vedevo rilassato e andavo lentamente quando invece lui godeva, ormai anche lui aveva trovato i giusti ritmi ed ora era lui stesso a spingere il culo verso il mio cazzo. Alla fine di questo piacevole gioco al culmine dell’ eccitazione diedi dei colpi violenti che lo fecero sbattere contro il lavabo, scaricando una grande dose di sperma nel suo culo e spingendola il più a fondo possibile. Rimasi qualche minuto con il cazzo dentro al suo culo per schizzargli tutto lo sperma che i miei coglioni avevano prodotto. Quando tirai il mio cazzo ancora gocciolante di sperma Mario volle anche leccarne un po’, quindi si alzò dicendomi - “Grazie Gino, sono contento di averti incontrato di nuovo, mi hai fatto felice, credo che senza di te non avrei mai provato queste magnifiche sensazioni che ho provato adesso, ti voglio bene.” Gradii molto questa dichiarazione d’amore e risposi - “ Anch’io te ne voglio, Mario.” - Mentre scendevamo le scale per tornare giù, vedevo il culo di Mario davanti a me, nonostante l’età si manteneva ancora bene e io lo avevo appena sverginato, pensai adesso sarei stato oltre che la sua “donna” anche il suo “uomo” e sarei stato l’unico a penetrare il suo culo. Scendendo sotto mangiai qualcosa e scambiai qualche parola con alcuni soldati. Alcuni di loro stavano cercando di convincere il soldato che mi aveva fatto il pompino a farne uno anche a loro. Al suo rifiuto, lo minacciarono dicendo che se non lo avrebbe fatto e non si sarebbe fatto anche inculare, avrebbero detto in caserma che lui era gay. Il soldato a questo ricatto, acconsentì a malincuore, riflettendo su quello che sarebbe successo in caserma se i suoi compagni spargevano la voce che lui era gay. Vinta la sua resistenza lo fecero mettere sul lettino in modo che potesse essere inculato e nello stesso tempo fare un pompino. Vedendomi arrivare mi invitarono ad essere il primo a penetrare il loro compagno e quindi farmi un altro regalo, anche se lo avevo fatto poco prima con Mario, accettai volentieri. Adesso avrei anche penetrato il culo di un ventenne con ancora poca esperienza, come lo ero stato io alla sua età. Quindi mi avvicino e accarezzo il suo culo sodo e liscio, apro le natiche per vedere la sua rosellina circondata da un ciuffo di peli, ancora non è stata penetrata da tanti cazzi perché quando ci ficco un dito sento il suo buco molto stretto. Avvicino il mio cazzo per penetrarlo, e già un suo compagno gli aveva messo il cazzo in bocca per farsi fare un pompino, io comincio a spingere sul suo sfintere che vedo allargarsi con fatica, sicuramente stavo facendogli male, ma con la bocca impegnata non poteva dire nulla, capendo il suo dolore cerco di andare piano, poi quando finalmente lo sento più rilassato comincio a pomparlo. Come immaginavo il suo buco è ancora molto stretto e mi stringe con forza dentro di se il mio cazzo. Mi sto godendo questa inculata, quando sento qualcuno allargare i mie glutei e con un colpo veloce infilare il cazzo nel mio culo, sorprendendomi, mi trovavo ad inculare un ragazzo e allo stesso tempo venire inculato, ebbi dei momenti di sbandamento, perché era come sentire un lungo cazzo che partiva da chi mi inculava e anche attraverso il mio finiva nel culo del soldato. Tutto questo era molto piacevole, e per renderla piacevole ancora di più, cercai di assecondare i movimenti di chi mi stava inculando per dare un unico ritmo a questa doppia scopata. Anche alla recluta gay piaceva questo ritmo, alla fine gli sborrai nel culo con grande soddisfazione e la stessa cosa fece anche il militare dietro di me che scaricò il suo caldo sperma nel mio culo. Adesso che eravamo in due a poter scopare di culo, il soldato gay vuole provare anche lui, si mette al mio posto mentre io mi posiziono davanti per essere inculato da lui, mentre viene inculato a sua volta da Mario. Sento entrare il suo cazzo durissimo che entra ed esce freneticamente e dopo un paio di minuti lo sento scaricare con forza la sua sborra nel culo. Aspetto che mi esca l’uccello dal culo per andare a bere qualcosa. Quando mi alzo vedo un soldato seduto sulla poltrona che si segava lentamente guardandosi lo spettacolo e vedendomi alzare mi fa cenno con la mano di sedermi sul suo cazzo in tiro, non me faccio certamente dire due volte, mi avvicino e mi siedo a cavalluccio sul suo uccello che io stesso faccio entrare nel culo scendendo giù fino ai coglioni. Mentre scopiamo sulla poltrona possiamo vedere che la recluta gay, ormai liberatosi di ogni inibizione, oltre a farsi inculare da Mario aveva preso in bocca l’uccello di un suo compagno e con una mano ne segava un altro. Anche la mia scopata sulla poltrona e diventata molto calda, sono io che movendo il culo faccio entrare ed uscire il suo cazzo, quando sento che sta per venire ricordo che ancora non avevo bevuto, perciò mi alzo per inginocchiarmi e prendere in bocca il suo uccello giusto in tempo per ricevere una dolcissima bevanda calda e cremosa che mi disseta. L’ atmosfera era diventata molto infuocata, ritorno a buttarmi nella mischia per dare e ricevere altro piacere, adesso sia io che la recluta gay non avevamo il tempo di prendere fiato che ci ritrovavamo con il cazzo di qualcuno nel culo, nella bocca o tra le mani. Solo quando i nostri coglioni non furono più in grado di produrre altro sperma decidiamo di smettere, ormai era notte fonda. Mario e i suoi soldati si rivestirono per tornare in caserma, eravamo tutti stanchi ma felici per tutto quello che avevamo fatto, ma più felici furono i soldati quando Mario diede loro la notizia che avrebbero ottenuto la licenza premio. Quando se ne andarono ognuno di loro mi dette un bacio sulla guancia e una pacca sul sedere dicendomi -“ A Presto”-.

p.s

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