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Gay & Bisex

Orizzonte degli eventi (Terza Parte)


di Mitchell
04.11.2012    |    4.253    |    1 9.9
"Andiamo nella casa di campagna, appena fuori città" "A me sta bene!" "Passo a prenderti io, magari non davanti a casa tua, ti fai due..."
Messaggino del mattino da Ale: "Non mi è piaciuto quello che mi hai detto ieri sera!" "Cosa t'ho detto?" "Che bisogna stare attenti sennò qualcuno potrebbe venire a sapere!" "Scusami, scherzavo..." "La prossima volta che ci vediamo ti tiro giu' le mutande e ti faccio il culo rosso!" "Si, dai picchiami, che sono un bambino cattivo! Ma speravo mi tirassi giu' le mutande per un altro motivo...". Dopo aver letto quel messaggio provocatorio mi chiamò e per fortuna ero ancora a letto,se mia madre avesse sentito che ero al cell sai che interrogatorio..."Ciao..." "Ciao! Vuoi che ci vediamo stasera?" "Anche stasera? Siii sarebbe fantastico!".
"Però non da me, se ti vedono tutti i giorni i vicini potrebbero notare qualcosa di strano. Andiamo nella casa di campagna, appena fuori città" "A me sta bene!" "Passo a prenderti io, magari non davanti a casa tua, ti fai due passi e ci vediamo ai giardinetti. Alle 18.30" "Si, perfetto!" "A stasera!"
Rimasi a letto ancora un pò ma non mi masturbai limitandomi solo a costruire pensieri osceni addosso al corpo di Alessandro. Alle 10 mi alzai e feci colazione. "Con chi eri al telefono prima?" chiese mia madre. "Ehm, con una mia amica" "Avrà avuto da dirti cose importanti per chiamarti così presto..." Beh, è molto giù, l'anno bocciata" "Poteva studiare di più durante l'anno". Dopo quell'ultima perfida e cinica battuta la mamma si allontanò. Ma non mi era piaciuto il fatto che avesse capito che ero al telefono alle otto del mattino, avevo anche parlato a voce bassissima per non farmi notare. Non avrei voluto che avesse origliato alla porta, odio essere spiato. Dai miei affari d'amore devono restarne fuori tutti, e per primi i genitori!
Le 18.30 arrivarono tra cazzeggi vari, palestra e pc. Quando l'Audi grigio metallo mi diede un colpo di clacson capii che era lui, mi girai e corsi come un proiettile per salire in macchina. "Ciao! dove mi porti?" "E' una villetta ancora da ristrutturare, ma per ora ci si sta bene lo stesso" "C'è un bel letto?" "Ma sai pensare solo a quello??" "Beh sai devo recuperare". Tra battutine e frasi provocatorie da parte di entrambi giungemmo nella famosa casetta di campagna. I muri un pò fatiscenti fuori ma dentro era bella, calda, accogliente. "Ti preparo un caffè?" mi chiese...""Non mi piace il caffè" risposi. "Vuoi una coca, un chinotto, del gelato?"
Lo guardai nel profondo delle pupille esclamando: "Voglio te!". Tre anni che aspettavo quel momento, quello di sentire le sue mani esperte addosso al mio corpo chiedendomi che cosa ne avrebbe fatto.Con l'esperienza che aveva penso mi avrebbe fatto impazzire e io non vedevo l'ora di perdere la testa. "Ok, visto che sei così impaziente vieni con me". Mi prese per mano e mi trascinò al primo piano dove ci aspettava un grandissimo letto antico. Ma antico o moderno era irrilevante. Era importante quello che avremmo fatto su quel letto. Mentre ci stavamo spogliando la mia lingua lunga si mosse per esternare un'infelice domanda: "Ci porti anche lei qui?". Mi guardo' seriamente rispondendo di si... "E te la scopi?" "Certo che me la scopo, è mia moglie! perchè non dovrei? Eddai su, che hai adesso? Togli quel musino imbronciato!". Ero diventato triste tutto in una volta e mi sentivo quasi ridicolo davanti a lui mentre stavo togliendomi le scarpe. "Con questo la tristezza ti passa!" Mi brancò la testa e mi stampò un bacio sulle labbra, andando oltre la labbra e mi succhiò la lingua per svariati minuti. Era bravissimo a baciare e aveva ragione. La tristezza era già passata. Come antipasto avrei voluto un bel bocchino, di quelli che te lo fanno tirare senza pericolo si fiappi più. Ma l'antipasto fu saltato passando al primo piatto di portata. Mi fece mettere a pancia in giù ancora tutto vestito, dopodichè prese a sbaciucchiarmi il collo mentre le sue mani accarezzavano i miei fianchi dopo essere entrate sotto la maglietta. Me la sfilò delicatamente per poi iniziare a passarmi la lingua per tutta la schiena fino ad arrivare dove iniziavano i jeans che lentamente mi sbottonò passando la sua mano sotto. E con un gesto brusco li tirò giu' con le mutande insieme. Avevo il culo nudo davanti ai suoi occhi e alle sue labbra che mi baciarono la natica destra. Ebbi l'intuizione che volesse passare a leccarmi il buco, ma fu sbagliata. Un dolore tremendo, pari a quello di una frustata si sparse sul gluteo che mi aveva appena baciato. Gridai: "AHIAIAA ma perchèè??" "Hai detto che sei un bambino cattivo o no? E i bambini cattivi vanno sculacciati!" "Tu sei cattivo! Mi hai fatto un male cane!!!" "Ti avevo detto che l'avrei fatto..." "Pensavo che scherzavi!" "Allora la ritiri la battutina di ieri?" "L'avevo già ritirata!" "Ok, allora adesso ti faccio passare la bua!". Mi leccò la zona colpita spargendo la sua saliva che diede gran sollievo alla natica che mi bruciava da morire. La lingua si spostò poi all'interno direttamente alla zona anale. Un verso mi scappò e anche una contrazione del bacino che si alzò dal letto permettendo alla sua mano di arrivare al mio uccello masturbandomi per qualche secondo senza fermarsi con la bocca che cospargeva di brividi il mio candido buco. Poi si staccò per togliersi di dosso quello che gli restava e mi rigirò dicendo: "Che meraviglioso profumo di ragazzino che fai! E' un velluto la tua pelle..." "Te ne sei fatti molti?" "Di cosa?" "Di ragazzini..." "Vuoi un'altra sberla sul gluteo ancora sano??" "NO NO! Mi brucia ancora quello che mi hai menato prima!" "E allora non farmi domande stupide! Non mi sono mai fatto ragazzini...""Potevi fartelo 3 anni fa..." "Lorenzo la finisci? Se vuoi ci vestiamo e ti riporto a casa!" "No ti prego no! "Ok, allora vuoi stare un pò zitto mentre ti sto toccando?" "Si si, non diro' più nulla!" "Così mi piaci". Mi stava accarezzando il pancino la sua mano, fatta di fiori e vento, carezze morbide e intense come un'onda bollente del mare. La mano scese più giù e si intrufolò nell'inguine. Il mio 16 cm aveva superato la fase di mollezza ed era durissimo quando la sua mano lo sfiorò. Le sue dita si insinuarono tra il prepuzio e la cappella stuzzicandomela sadicamente titillando poi il frenulo e la punta. Sensazioni forti, mai provate prima, ma desideravo altro e le parole mi uscirono senza starci tanto a pensare: "Fammi un bocchino ti prego!" "Ehi, come corri! Non conosci il verbo aspettare?" "Si lo conosco, ma ho troppo voglia, dai prego succhiami il pisello!" "Ok!" disse passandosi la lingua sulle labbra per bagnarsele. "Ma tu chiudi gli occhi, così vediamo se ti accorgi quando te lo prendo in bocca..." "Si, li chiudo anche se volevo guardarti..." "Li riaprirai dopo..." "Ok!". L'ansia che avevo per essere ciucciato mi stava esasperando. Mi segò per un po' e quello già mi piaceva troppo. La mano che scorreva avanti e indietro diabolicamente la sentii come avvolta da un liquido vischioso che si stava spalmando su tutto il mio uccello. Mi ero bagnato, era la prima volta che accadeva, non ero mai stato eccitato come in quella occasione. Ma dovevo riaprire gli occhi, non dovevo perdermi la scena del mio cazzo che entrava nelle sue labbra, non se ne sarebbe accorto. E COME NO!...La sua mano libera si posò sopra il mio viso coprendomi completamente la visuale. Bastardo! Si, ma poi mica tanto...Provai tutti i brividi del mondo quando capii che il mio uccello era stato fatto preda della sua bocca, fu come se un vulcano bagnato e incandescente mi avesse inghiottito. "AHHHHH" l'urlo che feci fu più che giustificato e non ci sono parole adeguate per descrivere quello che provai. Ale mentre mi stava spompinando mi regalava l'estasi del mio primo bocchino. "Non smettere, non fermarti, non fermarti" continuavo a sussurrargli con voce sofferta mentre con la mano gli stavo scompigliando tutti i capelli. E fu stupendo perchè non smise, mi ubbidii accellerando i movimenti mano e bocca. Ero vicino, vicinissimo! Mi scapparono innumerevoli "Mmmmmmm" e poi il fatidico "VENGOOOO" e Ale si staccò quando pronunciai quella parola permettendo ai miei schizzi di riempirgli tutta la faccia. I miei fremiti non trovarono pace finchè l'orgasmo non ebbe esaurito il suo ciclo. Ma la succhiata finale mi fece sobbalzare e urlare di nuovo.Ero stremato,non avrei avuto la forza di ricambiarlo in quel modo ma osservando i suoi movimenti ero fuori strada se pensavo che volesse essere succhiato da me. Dopo essersi asciugato il viso prese in pugno i suoi 20 cm duri, gonfi e bagnati. Mi tirò su per le gambe e aprii per bene il culo per ripassarci ancora la lingua lasciando cadere molta, moltissima saliva. Il mio intuito non penso si sbagliasse, voleva penetrarmi. E il suo dito, fungendo da battistrada entrò in un colpo generando in me un senso di fastidio e di libidine al tempo stesso. Sbuffai, gemetti mentre lo sentivo muoversi, ruotare, saggiare tutte le pieghe del mio interno. E com'era entrato uscì per lasciar posto al siluro di carne che aveva già posizionato sul mio sfintere. Mi sbatacchiò prima con il glande a piccoli colpi e poi iniziò a spingere piano. Ma anche se piano la cappella entrò del tutto facendomi male. Il gemito che emisi e la smorfia di dolore sul mio viso lo sottolinearono. Ale se ne accorse e me lo disse: "Se ti fa male mi fermo subito..." "No! devo resistere, vai avanti" non ero sicuro di quello che stavo dicendo ma nel dubbio preferivo che l'opera fosse compiuta fino in fondo. Del resto era molto tempo che ansimavo per quel momento. Ale proseguì e io emettevo versi quasi da squilibrato, stringendo i pugni e i denti contemporaneamente. Ormai era dutto dentro, la percezione era questa, il mio culo vergine era stato deflorato. Il dolore perseverava e Alessandro osservava curioso il mio volto sofferente. Si fermò col suo cazzo duro dentro di me. Stava aspettando una mia reazione per iniziare
a cavalcare.
Sbuffai e mimai un si sorridendogli e quel punto l'avanti e indietro prese il via. Sbuffai per ogni suo colpo che assestava delicato ma deciso dilatando l'elasticità dei miei muscoli. Oltre al dolore che perserverava incessante iniziai a percepire piacere che alla fine predominò sull'altro. E rispondendo al mio viso cosparso di godimento il bacino di Ale accellerò stringendomi forte i fianchi ed emettendo versi e sussurri a sua volta. La sua faccia era un palcoscenico su cui si apriva un sipario e dietro il sipario l'imminente esplosione. Ma ce ne fu un'altra mia prima, venni senza neanche essermi toccato l'uccello catapultando in aria un lunghissimo e densissimo schizzo. E subito dopo mi sentii invadere da diverse ondate di liquido caldo che diede quasi sollievo a quella mia zona violata e ancora dolente. E sul volto di Ale che stringeva le labbra trattenendo un urlo spaziale era dipinto uno dei maggiori piaceri della vita: l'orgasmo. Soffiò due, tre volte guardandomi negli occhi ritirando poi l'arma ancora rigida dal mio antro fradicio e rovente. Si chinò sul mio culo dicendomi "Lasciatela uscire piano che ti pulisco". Prese un fazzoletto e me lo attaccò lì, un pò mi vergognavo perchè era come andare di corpo sotto i suoi occhi ma non riuscivo più a trattenere il suo sperma e me ne liberai lentamente. E lo raccolse tutto accarezzandomi poi il buchino ancora mezzo martoriato ma soddisfatto di avere ricevuto il suo dono. Si chinò accanto a me chiedendomi "Ti ha fatto male vero?" "Un pò, ma è stato bellissimo lo stesso!" "Piccolo...". Mi sorrise e mi abbraccio' furiosamente strofinando le sue labbra alle mie invadendomi la bocca di lingua e saliva. E quello fu ultimo suggello del nostro secondo incotro che alla fine rovinai con la mia solita frase fuori luogo. Stavamo rivestendoci quando mi scappò "involontariamente": "Ti è piaciuto di piu' farlo con me o ti piace di piu' farlo con lei?". "Lorenzo! Devi piantarla con queste domande! Lei lasciala fuori, è mia moglie!" "Non la lasceresti mai per me vero??" "Lorenzo! Non ti permetto di metterti tra me e lei. Ho fatto un contratto con Silvia e devo rispettarlo!" "La ami?" Abbassò lo sguardo e non rispose.
Incalzai "No...Perchè se tu la amassi davvero non avresti fatto niente con me! Io non voglio essere solo un gioco tra le tue mani. Abbiamo superato entrambi l'età dei giochi!" "Non sei solo un gioco" "E cosa allora?" "E' un pò presto per dirti ti amo, non credi?" "Più avanti riuscirai a dirmelo??" "Lorenzo basta, sono già le 8, ti riaccompagno a casa". Durante il tragitto in macchina non disse una parola e io mi comportai di conseguenza. Ma si faceva sempre più strada in me un triste fattore, che non sarei mai riuscito a farlo innamorare di me...Fermo' la macchina a un centinaio di metri da casa mia. "Scendo?" chiesi..."Forse è meglio, che dici?" "Sei arrabbiato?" "No, sono solo un pò triste" "Vuoi rivedermi?" "Si certo, perchè no? Però devi smetterla con certi discorsi, ok?" "Ok" gli risposi sorridendo e aprendo lo sportello. Non avrei voluto separarmi da lui ma dovevo andare. "Mi chiami?" chiesi prima di scendere. "Certo, ti chiamo presto!
Ciao Lorenzo". "Ciao" gli dissi e avevo quasi i lacrimoni agli occhi mentre mi incamminavo verso casa. Io mi stavo innamorando. Io, non lui di me...A casa mi aspettavano la cena e i miei seduti a tavola...Scena banale di sopravvivenza quotidiana.














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