Racconti Erotici > Gay & Bisex > AEROPLANI (Ultima parte)
Gay & Bisex

AEROPLANI (Ultima parte)


di Mitchell
01.10.2012    |    6.893    |    13 9.6
"Non avrei mai più avuto un altro Adrian, ma era lo stesso, lui ormai era di dentro di me anche se non era più con me..."
"Ora spengo la luce così sarà tutto più emozionante" "Cosa mi fai?" "Voglio prendere in bocca il tuo cazzo, sono curioso di sapere che gusto ha!" Anche se al buio si muoveva con molta agilita', sentivo la sua mano che lo aveva già afferrato per iniziare a giocarci. "Tu però mi devi devi dire cosa senti quando ti succhio, ok? Voglio che descrivi ogni singola emozione"."Ok" risposi io. Nessuno mai mi aveva fatto un bocchino per cui non avevo la più pallida idea di cosa si provasse. Però che io dovessi descrivere ciò che mi avrebbe fatto mi intrippava ancora di più. Me lo stava baciando, sentivo le sue labbra che si strofinavano con molta grazia lungo tutta la sua lunghezza. Non mi era ancora diventato duro ma si irrigidì di colpo nel momento in cui me lo scappellò. "Pensavo di non eccitarti..."disse piano "Ma stai scherzando vero?" "No, dicevo sul serio...Ma ti sei lavato qui?" "Ma che domande mi fai? Certo che mi sono lavato!" "E' che fa un profumo che mi eccita da impazzire...Ogni tanto mi annuso anche il mio e più o meno fa questo odore" Mi stava strofinando col naso la cappella. La mano invece lo stringeva forte e con micromovimenti andava avanti e indietro. Non ero mai stato così tanto eccitato, non avrei mai potuto desiderare tanto. Adrian stava giocando col mio pisello, avevo sempre pensato potessi farlo solo io col suo. Il gioco continuava, le sue narici continuavano a sniffare fino al momento in cui provai un brivido talmente forte che mi attraversò la pelle di tutto il corpo. Compresi che era entrato nelle sue splendide labbra, lo sentivo bagnarsi da un mare calmo e in tempesta al tempo stesso, la sua bocca. Urlai in silenzio ordinando a ogni singola cellula del mio corpo di trasmettermi ogni più piccola vibrazione in modo che ormoni, adrenalina e tutto ciò che si trovasse in circolo si concentrassero dandosi da fare per elevare al massimo i livelli del piacere. Adrian mi stava facendo un bocchino!
"Ti piace? Che cosa provi?" "Non riesco a dirtelo -risposi quasi balbettando, con voce timida e sussurrata- è bellissimo, non riesco a spiegartelo. Tu cosa hai provato quando ti ho succhiato?" "Sss, non fare domande!"
Se lo riprese in bocca, succhiando più forte e questa volta un "MMMMMM" mi scappò, ero in preda ai fremiti, non riuscivo più a ragionare. Mi venne solo in mente un confronto: se succhiare un cazzo era bellissimo, farselo succhiare era straordinario. Ci diede dentro qualche minuto senza mai estrarlo, senza più chiedermi niente. Chiudevo e aprivo gli occhi e anche al buio immaginavo le sue labbra intorno al mio uccello duro e dovetti respingere il folle desiderio di venire infinite volte, per fare in modo che l'incanto durasse il maggior tempo possibile. Se lo sfilò e il rumore fu simile a quello di quando stappi una bottiglia di spumante. "Ti piace?" mi chiese. "Non chiedermelo, lo sai, è troppo, non c'è bisogno di rispondere, lo hai capito". Ora stava giocando con la punta credo con la mano sinistra, la destra, imperterrita non si era fermata un attimo nel masturbarmi. "Ehy, c'è una goccina qui, sei proprio un maialino" "E' più maiale chi prende un cazzo in bocca o chi se lo fa prendere???" "Sss sss sss, lo sai che non devi far domande...E' tanto eccitato il mio Alex, eh? Sono curioso di conoscere il sapore di questa goccina, l'assaggio, che dici?". Adoravo l'idea che
Adrian non si fosse schifato coll mio precum. La sua lingua si strusciò sulla punta del mio uccello e il mio uccello venne di nuovo ingurgitato dalla sua bocca, ma solo per qualche secondo. "Mmmmm, sai di salato, è buono il tuo sapore, come il tuo odore. Ti confesso che mi piace tanto giocare col tuo pisellino" e lo ciucciò di nuovo e ancora un brivido, un sussulto, un gemito e ancora la bottiglia di spumante che si stappa.
"Com'è?" mi chiese. "Non so dirti com'è, so solo che mi stai facendo impazzire!" "Mi piacerebbe accendere
la luce e vedere la faccia che fai quando ti succhio" "Dai accendila allora" "No, mi basta sentire i gemiti che fai, mi intrigano, sono felice di darti piacere". Questa gli era scappata, non era da lui lasciarsi andare a complimenti ma mi gratificarono quelle parole. "Ora ti masturbo solo con la bocca, poi mi dici che ne pensi...". Quella frase non l'avevo mai sentita...detta poi da Adrian ebbe un effetto micidiale! La mano mollò il cazzo sostituita in pieno dalla bocca che iniziò ad andare su e giù velocemente, senza interrompersi mai. Stavo per venire ma mi concentrai, spinsi indietro l'orgasmo che si stava affacciando. Lo feci non so quante volte, volevo, dovevo resistere, la libidine di quelle labbra era da assaporare fino in fondo. Ma anche la resistenza poi purtroppo ha un suo limite. Non ce la feci più. Presi a urlare il suo nome sempre più forte e sempre con aria più sofferta per fargli capire che stavo per venire ma lui non si staccò, anzi ci diede dentro ancora di più. E sul più bello un gesto inaspettato. Mi infilò un dito nel culo proprio nel momento che gridai AHHHH inondadogli il cavo orale di non so quanto sperma. Sobbalzai in aria col bacino, mi attaccai ai suoi capelli tirandoglieli, il cuore ormai andava per conto suo, come i sospiri, gli sbuffi, il respiro e tutto quanto. Non si staccava ancora, aveva la bocca piena di sperma ma non se lo tolse finchè non fu completamente moscio. A quel punto mi estrasse anche il dito e, forse troppo velocemente facendomi un pò di male. E poi mi si avvicinò aprii le labbra lasciando colare sul mio viso tutto quello che gli era entrato in bocca. Non contento cominciò a leccarmi ovunque arrivando poi alle labbra per un bacio da urlo. E anche questo bacio fu un vulcano in ebollizione che mesciando sapientemente liquidi e umori, non avrebbe potuto spegnersi, se fosse stata una reazione chimica sarebbe stata una reazione a catena. Respiravo ancora a fatica quando si sdraiò accanto a me e comincio' a chiedere. "Che mi dici?" "Non ho niente da dire, non ho neanche la forza
di parlare" "Scommetto che è la prima volta che qualcuno ti fa un pompino!." "Come hai fatto a indovinarlo?" "Così ho avuto questa impressione..." "A te chissà quanti ne hanno fatti invece!" "Devo essere sincero?" "Certo!" "Me l'ha fatto solo un ragazzo che si chiama Alex e credo sia tu quell'Aex!" "Ma io pensavo tu scopassi come un riccio..." "Il riccio ha le spine, potrebbe far molto male a una ragazza..." mi venne da ridere. "Accendo la luce -disse- cerco un fazzoletto così ci puliamo". Lo prese da un cassetto e me lo passò sul viso, impiastricciato dello sperma che mi aveva spalmato. Lo guardavo. Anche lui ne aveva sul mento e sulle labbra. Dopo fui io a cancellarne le tracce. Si sdraiò calmo e sorridente vicino a me e parlammo: "Ora che hai superato tutti i test possiamo metterci insieme se ti va?" "Metterci insieme? Dici sul serio? O mi stai prendendo in giro?" "Perchè pensi voglia prenderti in giro?" "Ma tu non hai la ragazza?" "No..." "E quella con cui ti stavi baciando tre settimane fa nel corridoio" "Chi, Caterina? No, quella no, ho saputo che era già fidanzata e se hai già il ragazzo non puoi permetterti di baciare qualcun altro..." "Sei così moralista?" "Se stai insieme a qualcuno stai insieme a lui...e se tu ti metti con me non devi pensare ad altri..." "Io non ho mai pensato ad altri, io ho sempre pensato solo a te..." "Allora ti va?" "Hai bisogno di chiedermelo?" "Però la nostra relazione dovrà restare segreta, nel senso che io ho una compagnia e devo frequentarla, ma il tempo per vederci lo troviamo lo stesso. Voglio dire che non potremo sempre stare insieme..." "Non mi importa di vederti sempre, mi importa solo di vederti, di toccarti, di baciarti, sapere che ci sei, sapere che mi vuoi bene!" Non mi rispose, mi sorrise solo e poi mi abbracciò forte e restammo abbracciati tanto, finchè non ci addormentammo. Mi svegliai io per primo e guardai l'ora, erano le 8 e mezza. Adrian era lì accanto a me che dormiva ancora, con quella faccia da angelo ribelle, con quel raggio di sole che filtrava dalla tapparella abbassata finendo proprio sulle sue labbra, ma ribelle o no per me era soltanto un angelo. Mi ricordai di non aver chiamato i miei come promesso. Mi alzai velocemente, facendo piano per non svegliarlo. Andai a prendere il cellulare nei jeans e andai a chiamare da una stanza più in là, da dove proveniva luce. Ci fu la sceneggiata telefonica, ovvio. Ma tra mille panigirici, scuse e pretesti riuscii a convincere i miei che non avevo potuto chiamarli la sera prima. Tornai in camera. Adrian aveva aperto gli occhi "Ciao Alex, dormito bene?" "Accanto a te benissimo!" Tornai a sdraiarmi e gli diedi il bacio del buongiorno che sembrò tanto apprezzare. Poi facemmo altri discorsi, facemmo molte considerazioni e quando gli chiesi "Cosa provi per me?" lui mi rispose: "Senti Alex, cerca di non farmi mai questa domanda. Io ti darò sempre e solo quello che potrò darti, se vuoi tradurre in amore una parte di questo discorso fallo pure, ma sarà difficile, molto difficile sentire dire dalle mie labbra un TI AMO. Non prendere questo come un'offesa o un disinteresse da parte mia. A me tendenzialmente piacciono le ragazze. Però l'avrai capito, o no che la storia dei test era solo un gioco? E non odiarmi se ho giocato con te, l'ho fatto anche per tenerti stretto e non per averti ai miei piedi. Io ho provato attrazione per te da quando ci conoscemmo al campetto di volo e quale sorpresa migliore accorgersi che eri stato tu a mandarmi quel messaggio? Il test era solo un modo per metterti alla prova, per capire se quello che mi avevi scritto era vero o no. Ed era vero, adesso lo, e non puoi capire la mia gioia, una gioia che non riusciro' mai a esprimere come vorrei. Come vorrei che questo momento, io e te distesi qui sul letto, nudi e abbracciati, non passasse mai. Ma non si riesce a dire mai sarà per sempre..."
Quella fu la sua ultima frase per quel giorno, poi dovetti ritornare a casa, anche se lo rividi molto presto.
Comunque aveva ragione, non si riesce mai a dire che sara' per sempre e il più delle volte che invece si riesce a dirlo, per forza di cose non è quasi mai così.
La mia storia con Adrian fu molto bella. Non ci vedevamo spessissimo ma almeno due volte la settimana
e non era poco. Mi bastava, mi accontentavo. Ci fu anche tanto sesso, sempre appagante e appagato da parte di entrambi. Ci furono anche sceneggiate, litigi, musi lunghi come è normale che sia quando due persone stanno insieme. Mi preoccupava più che altro il periodo delle vacanze di luglio che ci avrebbe allontanato per 20 giorni. Sarebbe andato al mare, nel Salento per tre settimane. Mi promise di chiamarmi spesso, di messaggiarmi. E lo fece, almeno per i primi 10 giorni, passati i quali ci fu una pausa di preoccupante buio totale. Una sera, mentre stavo per addormentarmi, arrivò un suo sms...c'era scritto così: "Ho conosciuto la ragazza più bella dell'universo e mi sono innamorato. Non odiarmi, ma l'amore quando passa bisogna prenderlo al volo. Io ti ho dato quello che ho potuto darti, forse anche troppo poco, ma non avrei mai potuto dare di più a un ragazzo. Mi dispiace davvero, credimi. Ti abbraccio forte Adrian". Mi pizzicai per avere la conferma non si trattasse di un incubo ma sentii male alla pelle. Mi prese un conato di vomito e corsi in bagno a buttar fuori e non mi ricordo ancora se nella tazza del water scesero più liquido dallo stomaco o lacrime dai miei occhi. C'era una scatola di sonniferi dentro l'armadietto dei medicinali. Ne presi due, almeno sarei stato sicuro di dormire.
Il giorno dopo mi svegliai con un groppo in gola e ci volle tempo, molto tempo prima che mi si sciogliesse.
Mi dedicai allo sport, presi ad andare in palestra e piscina, fare del movimento fisico mi aiutò molto. Conobbi anche nuova gente, mi feci nuovi amici. Per fortuna il liceo era finito e non avrei più avuto modo di rivedere Adrian che non ho proprio mai più incontrato, neanche per caso. Io ero innamorato di Adrian, lui non di me. E' questa la differenza. Adrian era etero? si forse, o forse no, forse nessuno lo è, al momento giusto se capita l'occasione credo ci stiano tutti o quasi. Ma che fosse poi il più etero del pianeta Terra... questa fu solo una fantasia poco azzeccata di Mirko.Adrian Io beccai nel momento giusto e il momento giusto passò. Ringrazio il cielo o chi per lui di avermelo regalato per otto mesi, di avermelo fatto assaporare e per avermi fatto entrare nel microcosmo della sua bocca che non scorderrò mai. Così come i suoi occhi, i suoi capelli, il suo petto, il suo culo, e per chi vuol sentirlo dire anche il suo cazzo, perchè no. Non avrei mai più avuto un altro Adrian, ma era lo stesso, lui ormai era di dentro di me anche se non era più con me. Ognuno ha la sua strada e la prende prima o poi. Ma prima di prenderla deve passare da altre strade, strade più piccole. Io sono stato una di quelle sue piccole strade.

Trascorsero mesi prima che tornassi al campo di volo. Volevo rimettere in moto il mio modellino prima che si fossilizzasse. Anche se avevo perso un pò la pratica riuscii a farlo librare nell'aria e a fargli fare diverse acrobazie. Quel giorno mi si avvicinò un ragazzo. Era bello, alto, due fantastici occhi verdi e....due labbra grandi, belle, lucide, mi ricordavano tanto quelle di Adrian. Mi disse "Che bravo che sei! E' da molto che vieni qui?" "Beh si, è tanto, ho iniziato presto, ne so già un bel pò..." risposi facendo il gradasso. "E si vede! Io invece ho appena cominciato, ti andrebbe di darmi una mano?" Mi andava eccome, e mi andava di dargli molto di più, ma per cominciare gli diedi quella. E più avanti anche altro, anche l'amore. E gliene sto dando ancora. Avevamo trovato un motivo con cui riempire i nostri giorni e non mettemmo neanche mai piu' piede al campo di volo. Ci iscrivemmo invece a un'accademia per ottenere il brevetto ATPL.

E' passato molto tempo da allora, dagli aeroplanini telecomandati agli aerei di linea che adesso piloto. Ed è sempre una grande emozione decollare, atterrare, stare sulle nuvole. Ma mi emoziona anche soltando guardare un aereo nel cielo e quando lo vedo mi incanto. Penso che gli aereplani siano un pò come le persone, come le occasioni, come l'amore.
Se non li afferri al volo, volano via!


Dedicated to Adrian Rodriguez
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per AEROPLANI (Ultima parte):

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni