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In vacanza col camper con la nuora e...


di ClaudioGusson
22.08.2012    |    88.612    |    3 9.6
"Un’incipiente erezione caratterizzò quella situazione incandescente, trasformando il cazzo in un rigido obelisco..."
Quell’anno mi ero stufato delle vacanze tradizionali.

Soprattutto dei centri vacanza, con animazione inclusa.

Erano vacanze che si consumavano nell'angusto spazio di un albergo e una spiaggia affollata, con tanti bambini che non facevano altro che correre e urlare.

Quindi dissi basta.

Ne parlai con la moglie e i miei due figli.

Ci siamo riuniti in conclave discutendo a lungo e alla fine abbiamo trovato un accordo con tanto di fumata bianca. Le prossime sarebbero state diverse dal solito, più avventurose: La vacanza l’avremmo fatta con il camper e più precisamente un camper tour.

Marco fu subito entusiasta della scelta, e pose come condizione che ci fosse anche la sua fidanzata Ilaria, conosciuta appena un mese prima.

Alessia fu l'unica contraria. Lei preferiva in ogni caso i centri vacanza con le animazioni, perchè era interessata ai giovani animatori.

Alessia è una ragazza briosa e, direi, anche di facili costumi. Quando un ragazzo gli piaceva faceva di tutto per attirarlo nella sua ragnatela e spolparlo fino all’osso. Si trasformava in una feroce mantide religiosa che consumava i propri amanti fino all’estremo.

Un’estate, in un centro vacanze, mi fece sentire in imbarazzo, perché il passa parola mormorava che si era scopato tutto lo staff del centro e alcuni clienti, compreso l'attempato cuoco, un napoletano di cinquanta cinque anni.

Non è una bellissima ragazza, è quasi robusta, ma sopperisce alla carenza estetica con un’inclinazione da baldraccona.

Dopo l'accordo, iniziai a cercare un’agenzia di noleggi. Ne ho visitate parecchie prima di trovare il Camper adatto alle nostre necessità.

Alla fine di una lunga odissea riuscì a trovare il mezzo idoneo che poteva accogliere comodamente cinque persone.

Le cuccette erano tre, di cui due matrimoniali e una singola. Era perfetto per le nostre esigenze.

Dopo aver trovato il mezzo di trasporto, cominciai subito ad organizzare il viaggio.

Con la famiglia studiammo gli itinerari da percorrere, con cura scegliemmo quelli lontani dalle grandi città, che comprendevano i piccoli borghi delle maggiori località medievali dell'Umbria, della Toscana, delle Marche e del Lazio.

I luoghi scelti per la sosta non erano tutti attrezzati, e per questo abbiamo inserito altre aree periferiche che anche se prive di strutture erano almeno situati vicino a laghi o fiumi.

Alla fine il programma fu definito in ogni dettaglio. Lo chiamammo Camper tour.

Alessia, tuttavia, continuò a mostrarsi polemica, e non perdeva occasione per dimostrare il suo disappunto, frapponendo mille difficoltà, compreso l'insorgere d’eventuali malattie epidemiche e la difficoltà a ricorrere alle cure ospedaliere.

Nonostante le sue eccessive insistenze, nessuno ha ceduto di un solo millimetro.

Alla fine si arrese davanti alla maggioranza compatta.

Alessia infine accettò di partecipare, suo malgrado, ai preparativi del viaggio e all'equipaggiamento del Camper.

Alla vigilia della partenza invitai tutta la ciurma in pizzeria.

Era l’occasione giusta per ripercorrere l’itinerario e fare l'inventario dei materiali, per evitare di escludere quelli più importanti, che poi ci avrebbero fatto comodo avere.

Pizzeria del “Moro”. Alessia scelse un tavolino sul terrazzo.

La serata era calda e la leggera brezza dava un senso di benessere.

Stavamo consultando il menù, quando arrivò Marco con la sua fidanzata Ilaria.

Ilaria era una ragazza altissima. Marco le arrivava appena oltre le spalle, credo che lo superasse di almeno dieci centimetri.

La mia famiglia non era di statura elevata. L'altezza media non andava oltre il metro e settanta.

Marco aveva la mia stessa corporatura, solo che la sua era quella di un giovane vigoroso e senza pancia.

Alessia e mia moglie non andavano oltre il metro e sessantacinque. In ogni caso, l'imponenza d’Ilaria non ci creava alcun fastidio.

In quella circostanza ciò che attirò la mia attenzione fu l'abbigliamento d’Ilaria. In estate le ragazze, com’è noto, sono più nude che vestite. Ilaria non sfuggiva a quel canone di stile.

I capelli biondi tagliati a caschetto, stile Valentina. Una maglietta di cotone rosa, scollata, che non arrivava oltre l'ombelico, scoperto.

Una gonna bianca a balze e corta fino a metà coscia. Ma ciò che esaltava la sua conturbante bellezza, come una ciliegina sulla torta, che per poco non mi fece arrestare il respiro, furono le parigine bianche, calze leggere che arrivavano appena sopra le ginocchia.

Fu la prima volta che mi capitava di soffermarmi su di lei. Ormai ero abituato a vederla perennemente in jeans. Quella sera invece mi aveva colpito il suo abbigliamento succinto.

Non c’era dubbio, era una cavalla imponente che difficilmente passava inosservata. Poi in quella mise da playmate era superba.

Notai subito gli sguardi allupati degli altri uomini presenti in sala che si soffermavano con cupidigia sulle sue fattezze, occhiate libidinose, insidiose che la seguivano nei movimenti fino al nostro tavolo.

“Ciao papà! Allora siamo pronti?
“Buona sera!
“Ciao Ilaria! Sedetevi! Adesso chiamo il cameriere e ordiniamo! Prima il piacere e poi il dovere! Discuteremo dopo aver mangiato!

Ilaria fece il giro del tavolino per sedersi alla mia destra. Tirò fuori la sedia, prima si accomodò su un lato e poi girò il busto verso l’interno del tavolino.

Quel mezzo girò sembrò che l'avesse fatto a rallentatore.

Non so se è stato solo la mia impressione, ma fu un attimo lunghissimo in cui ogni fotogramma del suo scoscio si era impresso nella mia mente.

Del resto non poteva essere diversamente perché quel gesto fu caratterizzato da un elemento piccante, che lo fece diventare straordinariamente sublime.

Il respiro si bloccò in gola dallo stupore.

Nel momento in cui Ilaria girava il busto per accomodarsi al tavolo, aveva spalancato le gambe, la minigonna si era spostata verso l’interno scoprendo lo scoscio.

Gli occhi mi stavano uscendo dalle orbite, quando scoprì che non portava le mutande.

Il taglio della sua figa, palesemente slabbrata, segno che quei due avevano scopato da poco, mi aggredì facendomi vacillare l'equilibrio dei sensi.

Alzai lo sguardo imbarazzato e, nello stesso istante, mi accorsi che i suoi occhi mi stavano fissando, sorridenti.

Forse aveva colto quel momentaneo interesse morboso per le sue cosce, perché mi scrutava negli occhi con espressione divertita, ma assolutamente disinvolta, mostrando la stupenda dentatura perfettamente allineata.

Mi schiarì la gola con un leggero colpo di tosse. Mi sistemai il tovagliolo sulle ginocchia riprendendo il menù, con mani frementi.

“Allora, che ordiniamo?

Durante tutta la serata avevo la mente occupata da quell'immagine divina, che si era fissata come una stampa nel mio cervello.

Ilaria mi aveva suscitato una reazione libidinosa d’incredibile energia.

Averla al mio fianco, ridere alle battute, che facevano vibrare il seno compatto, m’induceva a ricordare ciò che mi aveva sconvolto, la su fica nuda schiacciata sul pianale della sedia; quel pensiero mi creava un’euforia sensuale estrema che non mi dava tregue. Il cazzo divenne si mantenne duro, battendo nelle mutande in modo tale da farmi soffrire le pene dell’inferno.

Alla fine della serata, quando rientrai a casa, ero ancora arrapato, quindi mi gettai su mia moglie con grande slancio.

Erano mesi che non la toccavo neanche con un dito, per cui rimase stupita dal mio atteggiamento chiedendosi che cosa mi avesse preso.

Sfogai la bramosia per Ilaria nella sua fica, scaricando tutto il desiderio che avevo nutrito per la bella nuora; che si era accumulato come un potente esplosivo, quindi nel momento in cui le riempivo la vagina do sbprra agognavo a quella di mia nuora.

Arrivò finalmente il giorno della partenza.

Ilaria si presentò con una maglietta attillata, pantaloni corti in jeansa vita bassa, sfilettati dai bordi e scarpe da ginnastica. I capelli erano tenuti da un fiocco.

Nonostante avesse scarpe basse, ci sovrastava tutti con la sua altezza imponente.

Era una gioia poterla ammirare. Bella e disinvolta. A volte mi domandavo come cavolo avesse fatto Marco a conquistare una tale puledra?

Certamente, alla sua età, io una come lei potevo solo sognarla.

Marco durante il viaggio, fungeva da navigatore. Con le mappe in mano tracciava la rotta verso l’Italia centrale. Bologna, Firenze, infine si giunse nella zona delle necropoli Etrusche, al confine tra la Toscana e il Lazio.

La prima sosta fu nella bellissima cornice del parco naturale della Maremma. Dopo aver fatto rifornimento di provviste a Talamone, trovammo ai bordi di quella magnifica macchia mediterranea un’area attrezzata.

Sistemato il Camper, con le estensioni e il balconcino laterale, mia moglie si mise ai fornelli e preparò la cena.

Quella sera andammo a dormire presto perché il lungo viaggio ci aveva stancato, anche se con Marco c’eravamo alternati alla guida del mezzo.

Ogni domenica mattina, avevo l'abitudine di fare jogging lungo il viale del parco.

Quella domenica mattina in Toscana, mi alzai molto presto per fare una corsetta in piena natura.

Indossati i pantaloncini, la canottiera, uscì con le scarpette da ginnastica in mano, evitando, per quanto possibile, di non fare rumore.

Non feci in tempo ad aprire la porta, quando:

“Mario posso venire a correre con te?

Era la voce d’Ilaria.

“Papà dille di si! Ti prego!

Marco m’implorava con tono seccato di portarmi dietro la sua fidanzata. Chiaramente voleva che togliessimo subito il disturbo per riprendere a dormire.

Alessia era completamente in coma. Mia moglie si era alzata con me, per preparare gli zaini da portarci al seguito in occasione della visita ai borghi antichi del circondario, che avevamo programmato per quel pomeriggio.

Ero fuori seduto su una sedia ripiegabile ad allacciarmi le scarpe, quando vedo uscire Ilaria. Per poco non mi prende un colpo.

Sembrava la venere di Botticelli, mentre usciva dalla schiuma del mare.

Era spettinata, i vestiti su un braccio e le scarpe in mano. Non era vestita. Era in mutandine e top.

Senza veli, fu la prima volta che potevo ammirarla dal vivo e apprezzare la tonicità del suo corpo slanciato e ben modellato. Del resto a venti anni non poteva che essere superlativo.

Posò gli indumenti su una sedia. Si avvicinò alla gomma dell'acqua, aprì il getto e c’immerse il viso ed i capelli.

Faceva un caldo infernale perciò, con gusto, iniziò a bagnarsi il petto e le gambe. I rivoli d'acqua scorrevano sul corpo seguendo le sinuosità dei fianchi e dell'incavo della figa.

Si rinfrescava sotto il getto dell’acqua, muovendosi e piegandosi più volte a novanta gradi.

Mantenendo quella posizione sublime, mostrava i suoi stupendi glutei e le gambe perfettamente tornite, e quando prese a lavarsi i denti, agitava sinuosamente il suo bellissimo culo.

Era una scena troppo forte per un uomo della mia età. Il cuore mi batteva a cento all’ora. Un’incipiente erezione caratterizzò quella situazione incandescente, trasformando il cazzo in un rigido obelisco. Che sofferenza.

Non era finito lì. Quella scena fu solo l’antipasto di una colazione fatta d’emozioni estreme e di desiderio morboso.

Avevo terminato di legarmi le laccia delle scarpe e, nell’attesa, iniziai a fare stretching. Tenendo la punta del piede e flettendomi su una gamba.

Quando alzai lo sguardo su Ilaria, fui aggredito da una scena talmente scioccante che dovetti sedermi per terra per riprendermi dall’improvviso marasma dei sensi.

Ilaria, con disinvoltura, si era sfilato le mutandine e il top di cotone, rimanendo totalmente nuda; poi prese la canotta e i pantaloncini da ginnastica indossandoli con estrema serenità.

Ora non dovevo più sforzarmi di fantasticare sul suo stupendo corpo. Il cazzo, sotto l’effetto di quel meraviglioso striptease, sembrava che volesse esplodere nelle mutande. Rimasi confuso perché non sapevo come giudicare quell’atteggiamento.

C’erano due possibilità: o era disinibita oppure una gran troia.

“Mario Sono pronta! Partiamo?
“Certo!

Imboccammo un viale con fondo in terra battuta che s’inoltrava nel fitto bosco. Correvamo uno a fianco all’altro. Ero talmente eccitato che non riuscivo ad aprire bocca.

La scena di prima troneggiava prepotentemente nel mio campo visivo.

Ad un certo punto la strada iniziò a seguire il greto di un fiume. Le sue acque erano quasi trasparenti. In giro non c’era anima viva.

Fatti un centinaio di metri, il fiume rallentava fino a formare una grand’ansa, simile ad un laghetto.

Ilaria iniziò a guardarsi in giro. Poi si ferma. Con le mani sui fianchi si piega in avanti per riprendere fiato.

“Mario sono stanca! Facciamo una pausa?
“Certo non dobbiamo mica battere il record mondiale di maratona!
“ahahah si! Ci sediamo sul bordo del laghetto?

C’era un tratto di greto che sembrava una spiaggia. Il sole non era ancora spuntato. Tutto era in ombra. Il cielo si rifletteva sullo specchio dell’acqua colorando il laghetto di un azzurro intenso. Ilaria si tolse le scarpe da ginnastica ed immerse i piedi nell’acqua.

“Che bello! È fresca brrrr che bello! Mario prova anche tu! È una splendida sensazione!

Mi tolsi le scarpe e mi avvicinai ad Ilaria.

“E’ vero! È una bella sensazione!
“Mario! Mi è venuta un’idea! Facciamo il bagno!
“Non abbiamo il costume dietro!
“Non ci serve! La mia famiglia pratica il nudismo! In casa quando non abbiamo ospiti non portiamo vestiti! Quindi possiamo farlo nudi! Che ne dici?

Ero imbarazzato. Non mi aspettavo una situazione così provocante. Non avevo la minimia idea di come avrei reagito. Ero di mentalità retrograda rispetto ai suoi genitori. Probabilmente avrei incontrato difficoltà a mantenermi neutro davanti ad una donna nuda. Soprattutto bella come lei.

“Veramente Ilaria .. io.. cioè noi.. non siamo abituati a..

Non feci in tempo a finire la frase che Ilaria si spogliò sotto i miei occhi, gettando gli indumenti sul greto. Era nuda, bellissima. La ragazza stava superando i limiti di guardia. Metteva a dura prova il mio autocontrollo. Nuora o no il suo atteggiamento era palesemente provocatorio.

“Dai Mario! vieni!

Camminò verso il centro del laghetto, svelando una natura selvaggia e meravigliosa, che mi affascinava. Continuò a muoversi, flessuosa, lasciando una scia dietro di se, fino ad immergersi completamente, poi si tuffò nuotando verso il largo.

Riemerse pochi secondi dopo.

“Dai Mario! è bellissimo.. l’acqua è fredda! Vieni!

La guardai – Poi dentro dime: Carpe diem! ma chi se ne frega delle convenzioni!

Quindi, seguendo solo i miei istinti e non quelli della ragione, mi tolsi la canottiera i pantaloncini e le mutande.

La ragazza seguì con attenzione quello spogliarello, senza perdersi un solo momento. Il suo sguardo divenne più intenso nell’istante in cui tolsi le mutande e l’imponente erezione spuntò in aria, come una molla, oscenamente, campeggiando presuntuoso sotto il mio ventre.

Mi era impossibile celarla.

Per togliermi dall’imbarazzo di quell’erezione incontrollabile, m’immersi subito nell’acqua nella speranza che non mi avesse notato e fiducioso che il freddo calmasse il bollente spirito che stava animando la mia mente.

Nuotai cercando di stare il più lontano possibile da Lei. Fu del tutto inutile perché fu Ilaria ad avvicinarsi.

Ad un tratto non la vidi più, poi avvertì le sue mani che abbrancarono il mio cazzo e, cosa sorprendente, la sua calda bocca che avvolge il tubero duro come il marmo.

Ora non avevo più dubbi sulla natura spregiudicata di quella ragazza. Il suo nudismo non era esibizionismo fine a se stessa, ma la provocazione di una puttana. Smisi di considerarla come la candida fidanzata di mio figlio e la pensai come una donna, un po’ zoccola, da cui trarre il massimo piacere fisico.

Dopo alcuni colpi di bocca, la vidi uscì dall’acqua come una sirena, sembrando Afrodite spumeggiante e bella come il sole. Il suo sguardo era splendente ed eccitato.

Il dado era stato tratto. Era inutile indugiare oltre davanti a quella proposta indecente. Davanti a me c’era una puttana vogliosa di scopare.

Senza pensarci oltre, giacché il suo gesto era stato eloquente nello scopo, con la mente sconvolta dalla libidine, l’afferrai dai fianchi e la tirai verso di me, incuneando il cazzo palpitante tre le sue cosce.

Era più alta di me, perciò la cappella entrò in quel triangolo di piacere urtando contro la fessura della fica.

Le sue tette erano esattamente allineate alla mia bocca. Mi fu facile mordere i capezzoli e succhiarli con ingordigia.

Mi trasformai in un feroce predatore, divorandola di baci e di carezze.

In quella situazione concitata le strusciavo la cappella tra le cosce, stimolando le labbra della fica. In pratica ci stavamo masturbando.

In quella cornice naturale, di una bellezza paradisiaca, mi sembrava di vivere un sogno.

La presi in braccio e la portai verso la riva, ci sedemmo nell’acqua bassa. Rivivendo nella mia mente le scene di Laguna Blu. Appena mi coricai con la schiena nel freddo liquido, lei s’inginocchiò tra le mie gambe aperte abbassandosi sul grembo.

Le sue mani s’impossessarono subito del mio cazzo, ghermendolo con una grazia incredibile.

Dopo averlo menato con forza, piega il capo e inizia a leccare e succhiare la cappella.

La contemplavo incantato, intanto che s’impegnava con accanimento in un sublime pompino. La troietta era brava.

La dolce nuora, ogni tanto, interrompeva il bocchino, sostituendolo con un lavoretto magistrale della punta della lingua, che spazzolava lungo l’asta, e delle mani affusolate che soppesavano con piacevolezza i coglioni.

“mmmm sei brava a stimolare il cazzo! Sono fiera di te! Sei una degna nuora!

"e tu un suocero arrapato hahah

Dopo essersi divertita, si alza in piedi e mi cavalca facendo collimare la sua meravigliosa fica sulla mia bocca.

“mmm adesso fammi sentire la tua lingua!

Era una visione celestiale.

Quel sublime triangolo si era insinuato nella mia mente come un tarlo.

Vederlo da vicino, poterlo leccare, succhiare, baciare, strusciare con la lingua, era una gioia infinita.

Solcai frizzante le fenditure di quella giovane fica, prima con la lingua e poi con il dito medio, separando le piccole labbra per poterci ficcare in profondità la punta della lingua.

Il suo corpo vibrò compatto, quando la lingua toccò la carne viva.

Scoprì che il buco del culo era già sfondato, e fu un piacere leccarlo e penetrarlo con il dito indice.

Mentre rovistavo con la bocca tra il buco del culo, il perineo e la fica, la sentivo tremare e ansimare.

La troia stava godendo, e somatizzava quelle sensazioni in un’azione impetuosa della sua bocca sul mio cazzo, perché lo mordeva e lo succhiava come una ventosa.

Quel moto mi provocava sensazione di brividi alla schiena.

“Mario scopami! Ho voglia!
“Vieni su di me!

Mi montò come un cavallerizza, impalandosi in profondità il cazzo nella fica.

Il suo bellissimo corpo s’incastrò al mio, in un meraviglioso smorza candela, da quel momento in poi entrambi ne avremmo tratto il massimo diletto possibile.

Appoggiandosi con le mani sul petto iniziò a muoversi come se fosse posseduta dal diavolo. La azione del corpo era impressionante.

Si agitava con lo scoscio attaccato al mio grembo, quasi incollato, con il cazzo profondamente ficcato nella vagina, oscillando con forza solo il bacino, come un’odalisca. Era meravigliosamente selvaggia.

“Mmmmm si iiiiiiiiii mmmmm godo ooooo
“to to mia bella puttana di nuora… ti piace il cazzo di tuo suocero?
“Si si si si mmmmm mmmm si godo! Fottimi come una puttana mmmmmm
“sei la mia puttana! To to to!

In quel momento le pareti della fica si contorcevano come calde morse.

S’intuiva che la troia stava avendo degli orgasmi.

Ci roteammo in acqua, e dopo esserci fermati lei prese il mio posto. Le sue gambe s’innalzarono in aria, come due lunghissime torri, posandosi sulle mie spalle. In quella posizione cercai di allungarmi sopra di lei per dare più forza alla penetrazione.

Era una donna imponente. Mi sentivo un nano sopra di lei. Ma la voglia di farla godere era tanta, per cui, sorreggendomi con la punta dei piedi riuscì a sovrastarla e scoparmela con energia in profondità, solo i coglioni restavano fuori dell’uscio.

“mmmmmm mmmm mi fai impazzire mmmmm
“hai una fica bollente! Mmmmmmm to to to

Nell’aria si sentivano i suoi lamenti, oltre ai classici rumori dei boschi, acuti di uccelli che sinceramente non conoscevo, il tutto sottolineato dallo sciabordio dell’acqua e del cazzo che penetrava senza soluzione di continuata in quella giovane e ingorda fica.

La bella sirena cantava come un usignolo; il suo lamento si accordava divinamente con quelli di quel paradiso terrestre, incassando con viva partecipazione l’azione devastante del mio cazzo.

“Mmmmm si iiiii mmmmmmmm godo oooo come una puttana mmmmmm
“si! la mia puttana gode come una cagna to to mmm

Il suo corpo, uno splendido monolite, vibrava compatto.

In quel marasma dei sensi ci ribaltavamo nell’acqua scopando con enfasi e senza interruzioni.

Senza staccarmi da lei spingevo il bacino in mezzo alle sue lunghissime cosce cercando di penetrarla in profondità.

“Mmmmm si godo ooo mmm

In quel trambusto dei sensi avvertivo la punta del cazzo che urtava contro le cervici dell’utero.

Le sue mani sembravano artigli per quanto mi serravano forte a lei.

Le tette massicce e sode vibravano come un gustosissimo budino.

Era giovane e selvaggia.

Dopo alcuni minuti di affondi si mette pecorina con le gambe spalancate, le sue cosce erano talmente lunghe che mi era impossibile restare alla sua altezza.

Dovetti scoparla quasi in piedi. Tenendo le ginocchia leggermente flesse; in quella posizione sembravo un fantino in piena corsa.

Fottevo la sua figa tenendomi afferrato dai suoi fianchi stretti e muovendo solo il bacino.

Il cazzo in ogni modo lo tenevo costantemente in azione, spingendolo senza tregua dentro quelo inferno, sconquassandole la vagina dal piacere.

“Mmmmmm si iiiiii mmmmmmmmm
“Che sorpresa scoprire la nuora troia mmmmm to to mm

A un certo punto la sento cedere e si stende sulla spiaggia a bocconi, io, senza perdere il contatto dal suo corpo e dalla sua bollente fica, la segue nella caduta allungandomi sopra di lei.

In quel modo avevo la possibilità di chiavarla da tergo e, contemporaneamente, di toccarla, baciare le spalle, il collo, stringere le tette, insomma era un pranzo abbondante e conturbante e tutto per me, una vera abbuffata di sesso.

“Mmmmmm si mmmmm sto impazzendo oo
“Sei un diavolo mmmm to to to

La posizione si prestava perfettamente per realizzare una fantasia che in quel momento mi stava balenando nella mente. Mi staccai da lei.

“No no che fai?
“Aspetta!

Feci allargare le sue gambe, m’inginocchiai in mezzo e presi a leccarle il buco del culo. Perfetto era già stato spianato. Il dito entrò facilmente, e l’orifizio dopo alcuni affondi si adattò subito al volume delle dita.

Dopo averlo lavorato a dovere, il culo fu pronto ad accogliere il mio cazzo.

Mi allungai di nuovo sopra di lei. Impaziente di incularmela.

Brandendo il pene schiacciai la cappella contro il buco del culo. Lo strofinai fino a quando il grosso bulbo allargò l’orifizio e s’insinuò nello sfintere, poi una spinta forte ed entrai con il resto del nerbo. Il sogno si era realizzato.

“Aaaaaa si iiiiiiiiiii mmmmmm mi piace scopare con il culo mmmmmm
“non vedevo l’ora di sfondartelo!
“troppo tardi! Mmmm si mi piace scopare dal culo mmmmm
“Sei una nuora porca! Mmmmm
“a te piacciono le ragazzine porche! L’ho capito da come mi guardavi mmmm
"mmmm perché avevo intuito che eri una maiala!

La sua mente depravata m’incitava a forzare il ritmo. Così l’afferrai dalle anche e cominciai a martellare pesantemente il suo ano. Il cazzo scivolava dentro fino alla base dei coglioni, che sbattevano contro le labbra della fica.

Nell’aria aleggiavano i suoi lamenti e lo sciabordio del cazzo mentre penetrava lo sfintere ed urtava con i coglioni nell’acqua.

Mmmmm si si si godo oooooo mmmmm

Dopo quell’intensa maratona, arrivai al culmine della resistenza. I coglioni si erano irrigiditi nello scroto e anelavano di sfogare la loro spremuta di sperma.

Il cazzo era diventato duro come l’acciaio e penetrava senza deformarsi, come la punta di diamante di una trivella. I conati di sborra spingevano alle radici del cazzo desiderando di uscire e inondare quel giovane buco del culo.

Aumentai gli sforzi fino all’estremo. Colpi secchi e devastanti.

“Gggggg si mmmmmmm dio mmmmmm muoio ooooo mmm
“To to, diavolo che non sei altro mmmmm sei la mia puttana mmmmmmmmm
“si si mmmmmm sfogati nel mio culo mmmmmmm

Mi abbandono sopra di lei, con la pancia schiacciata contro la sua schiena, liberando il mio cazzo da quella tensione che lo teneva sospeso in quell'azione forsennata. Esplose dentro lo sfintere, riempiendolo di sborra fino a farlo straripare dai bordi dell’orifizio.

Quando tiro fuori il cazzo dalle sue natiche, noto un pertugio oscenamente allargato e impregnato di sborra.

Alla fine, esausto, mi lascio cadere al suo fianco per riprendere fiato.

“Accidenti che scopata!

“Sei stato grande! Nessuno finora mi aveva scopato in questo modo! Lo sai? Che è la prima volta che l’ho fatto con una persona anziana!
“ahaha anziana! Non sono poi così vecchio! A cinquanta anni me la cavo anche bene!
“Accipicchia sei stato forte, anche meglio di alcuni ragazzi!
“ahaha non ci sono più i ragazzi di una volta hahahaha desso rivestiamoci e facciamo finta di avere fatto jogging ! domani si replica?
“Certo, che puttana sarei? Domani, dopodomani per tutto il puntantuour! Ahahahahah
“Già ora sei la mia puttana! E’ il caso di battezzare la vacanza con il nome Puttantuor hahaha
“ahahah è vero hahahahahah

Arrivammo al campo, molto affamati. La ginnastica ci aveva fatto consumare molte energie.

Ilaria, fedele al suo ruolo di puttana, si era rivelata un vero terremoto d’adrenalina. Quindi si fu un’impresa molto impegnativa gestire quel rapporto come voleva lei. Ormai il dato era stato tratto, e, aimè, speravo che mio figlio Marco la sfiancasse un pochino.

Era una vera ninfomane, si concedeva senza alcun ritegno sia a Marco che a me, ogni circostanza era un’occasione da non perdere per scopare e godere.

Addirittura, da grande troia che era, lo volle fare anche in una necropoli degli etruschi, a Cerveteri.

In una cripta di tufo, con naturalezza, dopo avermi fatto un pompino mozzafiato, s’inginocchiò sulla tomba della matrona implorandomi di incularla, disse che si credeva la sacerdotessa delle vestali del dio cazzo.

Era folle, ma straordinariamente sensuale.

Quella fu la colazione, il pranzo che seguì fu ancora più piccante: la figlia.

Alessia divenne sospettosa. Aveva notato il cambiamento d’umore d’Ilaria, soprattutto la sua sfacciataggine nel mostrarsi mezza nuda davanti a me. Senza alcun imbarazzo.

Nonostante si sapesse che nella sua famiglia si praticava il nudismo, ad Alessia quel modo di comportarsi iniziò a farle nascere dei dubbi.

Insomma aveva intuito che tra me e lei c’era una strana intesa. Ci osservava con insistenza e con occhio indagatore.

Come si dice in gergo: una puttana sa riconoscere una troia.

Alessia soffriva di non potere dare libero sfogo al suo carattere libertino. Gli mancavano le occasioni mondane. Le mancava la discoteca, le feste con le amiche, ma soprattutto la vacanza nei centri turistici con animazione, insomma si capiva che soffriva per quella forzata astinenza da cazzo.

Passava molto tempo nel camper a dormire. Si annoiava a morte.

Una mattina tutto cambiò.

Si alzò anche lei. In scarpette, pantaloncini e canotta si unì a me e Ilaria.

Dopo un chilometro abbondante si sedette su un prato, completamente affaticata e senza fiato. Eravamo in Umbria.

“Alessia – disse Ilaria – vieni con me! laggiù c’è un corso d’acqua! Andiamo a rinfrescarci!

Alessia fu entusiasta di quell’invito. Si alzò e seguì Ilaria fino al greto del ruscello.

Il tratto di strada si trovava in pieno bosco.

Ilaria si tolse le scarpe ed entrò in acqua. Il ruscello non era profondo, ma sufficiente a rinfrescare le membra sudate.

In quel tratto c’era una leggera pendenza e l’acqua scendeva a valle allargandosi. La corrente era forte e fredda, ma in considerazione dell’afa incombente, fu un vero toccasana.

Mi sedetti su una roccia. Ilaria e Alessia stavano bagnandosi reciprocamente. Ridevano e scherzavano con l’acqua. Sembravano due ninfe della natura.

Ilaria, ad un Tratto, si toglie la canotta rimanendo con le tette scoperte. Alessia si bloccò a guardarla. Poi girò lo sguardo verso di me.

“Dai Alessia! togliti la maglietta!

Così dicendo unendo le mani, prese dell’acqua e se la getto sul seno.

“Brrrrrr che fredda! è bellissimo! Dai! Fallo anche tu!

Alessia non sapeva come comportarsi. Si girò verso di me, come a cercare un consenso. Feci segno di si, con il movimento del capo. Lei sorrise.

Alessia afferrò i bordi della canotta e se la tolse. Il suo grosso seno aggredì subito il mio sguardo.

Erano grandi con i capezzoli neri. Nonostante fossero grosse, si reggevano su molto bene. Era uno spettacolo ammirarle.

Non era finito lì.

Ilaria continuava a bagnare Alessia. Alla fine i pantaloncini erano completamente fradici rivelando nei dettagli le parti intime e i glutei.

Ilaria, alla fine, con disinvoltura se li tolse definitivamente rimanendo completamente nuda. Poi si allungò nell’acqua facendosi accarezzare dalla corrente.

Era uno spettacolo meraviglioso. Sembrava una dea.

“Alessia vieni anche tu. E’ bellissimo!

Alessia, la fissò basita. Poi si girò nuovamente verso di me. Ero imbarazzato e non sapevo cosa rispondere al suo sguardo. Alzai le spalle, come dire: fai come meglio ti pare.

Lei lo considerò un assenso. Sorridente si tolse i pantaloncini. Alessia non era depilata. Il suo pube peloso si manifestò sotto i miei occhi. Era uno spettacolo impressionante. Mostrava una figa coperta di pelo nero e riccio, che era un vero e proprio richiamo della natura.

La mia resistenza ebbe fine. Crollò come neve sciolta dal sole arroventato. Dovetti ammettere, con grande senso di colpa, che stavo bramando la fica di mia figlia. Il cazzo somatizzò quella scena con un’imponente erezione. Mi era difficile tenermi distante da quel desiderio che stava infiammando i miei sensi.

“Mario vieni anche tu! È bellissimo!

“Dai papà! L’acqua è fredda brrrrrrrr

Poi insieme:

“Nudo! Nudo! Nudo! Nudo!

“Va bene l’avete voluto voi! Vi avverto che non sono un bello spettacolo da vedere, con questa pancia poi! ahahahah

Mi tolsi la maglietta, le scarpe e i pantaloncini. Il mio cazzo non ne voleva sapere di abbassare la guardia. Lo coprì con una mano, come meglio potevo, ma era difficile nasconderlo totalmente.

La cappella ogni tanto sfuggiva e si mostrava oltre il polso.

Quel particolare non era sfuggito allo sguardo attento di Alessia che fissava intensamente la mia mano.

Appena fui vicino a loro mi gettai in acqua a pancia in giù facendomi massaggiare dalla corrente. Era veramente rilassante. L’acqua era fredda e scorreva tonificandomi il corpo. Il cazzo premeva sul fondo del ruscello, più duro che mai.

Proprio in quel momento Ilaria si mette a cavalcioni sulla mia zona lombare.

“Sali anche tu Alessia! Divertiamo con il nostro cavalluccio marino op op ahahahahah

Alessia esplose in una grassa risata, ed euforica segue l’esempio di Ilaria, sedendosi dietro di lei.

“Dai! Cavalluccio op op op… ahahah

Sentivo sulla pelle il contatto delle loro parti intime. Ma quello che più mi stava facendo sballare la mente, fu il contatto con la figa di Alessia.

Op op… muovi il culo hahahahah

Ilaria, in piena allegria, iniziò a farmi il solletico sui fianchi. Cominciai a muovermi come un serpente, per sfuggire a quegli stimoli insopportabili.

Anche Alessia si unì nell’azione.

Il titillamento era talmente forte che nel tentativo di disarcionarle mi voltai supino, quindi me le trovai entrambe sopra il mio grembo.

La situazione divenne subito imbarazzante, perché il cazzo duro s’incastrò contro la figa di Alessia. Ilaria invece si era seduta sul mio petto con le gambe divaricate mostrandomi una fica imberbe.

Sentivo lo scoscio caldo di Alessia premere sul cazzo duro che si era incastrato tra le labbra della sua figa bollente.

continua....

Guzzon59 ([email protected])

Il seguito della storia è al seguente indirizzo:

http://raccontieroticidiguzzon59.blogspot.it/2012/08/la-nuora-e-la-famiglia-in-vacanza-i.html
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