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La cognata pt.3


di tongue81
08.09.2022    |    28.851    |    6 9.7
"Mantenendo il calice di vino con la mano destra, lo segò dolcemente con l'altra leccandone la cappella già gonfia con movimenti circolari e lenti, fin quando..."
Dopo la sosta, riprendemmo il viaggio, chiacchierando di tutto e venendo interrotti da una telefonata dell'avvocato C. che si scusava ma, causa imprevisto lavorativo, non sarebbe stato con noi a cena, pur confermando l'appuntamento per il mattino seguente.

Arrivammo alla tenuta dove avremmo soggiornato, un piccolo casale nascosto tra le vigne e gli ulivi della campagna toscana: "Bella scelta, cognatino." e, scimmiottando un noto personaggio televisivo, diede il massimo dei voti alla struttura.

"Diesci senza aver ancora visto la stanza?"
"Una sola? Come facciamo con la fattura? Valentina potrebbe avere qualcosa da ridire."
Sorrisi sornione: "Ricordati che in questo paese, tutto ha un prezzo!"
Dopo aver ricambiato il sorriso, Stefania, sinceratasi di non essere vista da nessun altro, si avviò alla reception ancheggiando il bacino in modo sinuoso.

Concluse le pratiche di registrazione, il concierge ci fece accompagnare nella suite della dependance da una ragazza dell'est Europa, bionda, slanciata ma decisamente attraente anche nella sua elegante uniforme; arrivati in camera, ci mostrò il salottino, il bagno ed infine la camera da letto, dove spiccavano il double king size, un'ampia porta finestra da cui era possibile ammirare il paesaggio a perdita d'occhio e la vetrata grazie alla quale era possibile osservare l'interno della doccia stando comodamente stesi sul letto.

Congedata la ragazza con una lauta mancia, chiamai mia moglie per informarla di essere arrivati a destinazione e per salutare i bimbi mentre Stefania, in religioso silenzio, svuotò il suo trolley, esibendo come trofei gli indumenti che aveva portato, inclusa la selezione di intimo e autoreggenti.

Conclusa la chiamata, le misi una mano sul culo e le sussurrai all'orecchio: "Perché non finisci di sistemare tutto dopo esserti spogliata? Così dopo inizi tu a fare una doccia..."
"Sei un gran porco: dieci secondi fa, eri un padre premuroso e ora già mi comandi di assecondare i tuoi desideri?"
"Non è per questo che hai accettato di venire con me?"
"Assolutamente no. Mia sorella mi ha proposto una lauta parcella." rispose divincolandosi e facendo una linguaccia.
Non feci a tempo replicare che le sue mani piccole e affusolate si prodigarono nello sfilare prima il maglioncino e successivamente i jeans: mi sdraiai e decisi di godermi la visuale, applaudendo sonoramente ogni qualvolta si chinava verso la valigia.
Stappai la bottiglia di rosso che ci concessero come omaggio e le porsi un calice: "Grazie. Posso avanzare una richiesta anche io? Vado a farmi una doccia ma nel frattempo cerca dove andare a cena perchè ho stomaco che borbotta. Tanto riesci a fare due cose in contemporanea?" mi chiese maliziosamente.
"Pensavo di raggiungerti sotto l'acqua, considerando quando è grande la cabina."
"Ho troppa fame e anche il tuo stomaco brontola."
"Va bene, richiesta accordata. Quale sarebbe la seconda cosa fare in contemporanea?"
"Goderti il mio spettacolino personale, sciocco."

Sfruttando appieno i giochi di luce e i diversi getti d'acqua disponibili, Stefania deliziò i miei occhi con uno show ad elevatissimo tasso erotico, permettendomi di osservare, per la prima volta, dettagliatamente la sua figura nuda senza scatenare incontrollabili raptus eversivi di foga sessuale, nonostante si fosse più volte toccata nelle zone erogene senza alcun ritegno né pudore, nonostante il mio cazzo non aspettasse altro che conficcarsi nella sua pucchiacca carnosa.
Che avesse un culo da urlo, sodo, alto ma pieno e appagante al tatto, era una certezza assoluta ma apprezzai maggiormente anche il seno a goccia, la cui dimensione risultò maggiore rispetto a quanto mi fossi aspettato, e le spalle sensuali e graziose nonostante fossero state scolpite da anni e anni di tennis.

La accolsi in camera da letto facendo cadere l'accappatoio bagnato e mettendole in mano il cazzo già eretto, che carezzò dolcemente e a cui lasciò un bacio prima di mandarmi in doccia, ribadendo che, a stomaco pieno, certi piaceri si posso solo acuire.

La osservai dalla doccia facendo attenzione a lasciare in bella vista la mia erezione, le vidi scegliere gli abiti che avrei dovuto indossare e la indirizzai a mia volta nelle sue scelte; optai per un top ricamato di color petrolio, una gonna corta grigio chiaro, un intimo molto stringato dello stesso colore mentre ai piedi scelse un paio di tronchetti con tacco alto che valorizzavano le caviglie sottili e rendevano il culetto ancora più appetibile.

La sala del ristorante non era particolarmente gremita e fummo accolti dalla stessa ragazza che poco prima ci aveva mostrato la stanza, preannunciandoci che avrebbe provveduto personalmente al nostro tavolo.
"Sai una cosa? Ekaterina è davvero intrigante..." sussurrò a voce bassa mia cognata mentre leggeva distrattamente il menu.
"Chi?"
"Ekaterina, la ragazza che ci ha accompagnato in camera e che, con discrezione, non ti stacca gli occhi di dosso!"
Risi di gusto e le risposi: "A quarant'anni suonati sto scoprendo di essere un sex symbol. Vedi che il vino già ti ha dato alla testa." e ripresi a ridere nuovamente.

Terminato il pasto, chiamai la ragazza, la ringraziai per la cortesia con un'ulteriore mancia che rifiutò con fermezza con un sorriso sornione e ci incamminammo verso la nostra suite, nella quale entrai dopo la canonica telefonata di rito alla famiglia.

"Che dice Vale? Le hai detto che il cliente ci ha dato buca stasera?"
"Le ho raccontato tutto, tutto ciò che poteva essere raccontato..."
Versai dell'altro vino e lo offrii a Stefania: "Perché è successo qualcosa che non può essere divulgato?"
"Hai ragione: ho dimenticato di informarla che quella porca di sua sorella prima mi ha spompinato alla guida e poi si fatta fottere in un'area di sosta."
Non feci in tempo a finire la frase che mia cognata si inginocchiò davanti a me e con pochi e rapidi gesti si impadronì del mio bastone.

Mantenendo il calice di vino con la mano destra, lo segò dolcemente con l'altra leccandone la cappella già gonfia con movimenti circolari e lenti, fin quando non raggiunse il suo massimo vigore: dopo un sorso di vino, iniziò a pomparlo nella sua bocca calda ancora piena di vino al ritmo cadenzato che le impartii afferrandole la testa.
Mi resi conto che aveva fame, fame di cazzo, fame di sesso: le feci ingoiare il vino e estrassi il pene grondante di saliva dalla sua bocca, la presi per un polso e la feci sedere sul letto.

"Stasera, mia cara, ti scoperò a dovere, come si addice ad una porcellina come te" affermai insinuando una mano sotto la sua gonna e venendo ricambiato da un breve mugolio di approvazione; indugiai con le dita innanzi alla balza dell'autoreggente, facendo tornare indietro la mano fino al ginocchio per poi ripetere il percorso fino al pizzo del perizoma.

"Mmmhhhh... Posso anche esprimere un desiderio?"
"Sfrega la lampada magica e vedi se il genio ti ne concede tre."

Si inginocchiò nuovamente, mi tolse prima le scarpe, poi i pantaloni e infine i boxer, avvolse l'asta con una mano mentre portò alle labbra un dito dell'altra: "Voglio essere spogliata e rimanere solo con le calze.
Voglio assaporare tutto il nettare del genio.
Voglio che il genio cerchi di portare Ekaterina in questa stanza domani notte."

"Per il terzo desiderio farò il possibile ma non ci mettere troppe speranze. Credo che tu abbia preso un abbaglio clamoroso." e le feci cenno di alzarsi, mi misi alle sue spalle e perlustrai il suo corpo, partendo dai polsi e risalendo lungo le braccia, accarezzando le spalle, la schiena e i sedere tornito; con qualche fatica afferrai con i denti la zip del top e la feci scendere, feci danzare le dita delle mani lungo la cintura della gonna e le infilai sotto di essa, accarezzando il monte di Venere e le piccole labbra.
"Aiutami a far cadere il top." le bisbigliai all'orecchio baciandole e mordicchiandole i deltoidi: "Sei già bella madida di umori. Se il mio cazzo ha voglia, la tua fica scalpita!"

Non rispose nulla ma cercò la mia mano destra con la sua e la guidò all'esplorazione della sua vagina, nel mentre con la sinistra la spogliai prima della gonna e infine del reggiseno. "Voglio che ti vedi mentre le mie mani si riempiono del tuo corpo." le dissi puntando verso lo specchio e iniziando una lenta tortura ai capezzoli.

La sentii fremere e tremare di piacere, la lasciai sola davanti allo specchio, mi inginocchiai e dopo averle tolto anche il perizoma, tornai a dedicarmi alla sua fica, accarezzando le grandi labbra e titillando di tanto in tanto il clitoride.
"Stenditi sul letto, che ti faccio divertire." e le infilai medio e anulare nella vagina, penetrandola ad un ritmo sempre crescente e succhiandole avidamente il bottone clitorideo.

"Cooontinuaaaaa, cooooooontinuuuuaaaaaa coooosssssììììììì, cooognaaatiiinoooo!
Noooon tiiiiii feeeeermaaareeeee!"
Vinsi il dolore al collo ed la accontentai, vendendo il suo corpo percorso la scosse di lussuria e le dita che giocavano e strizzavano i capezzoli turgidi e arrossati.
"Ssssssssiiiiiiiiiiiiiii.... ssssssssssssssiiiiiiiiiiiii...... sssiiiiiiiiiiiiiiiiiii!"
Tolsi le dita madide delle sue secrezioni, infilai la lingua tra le grandi labbra gonfie e scarlatte e la penetrai fin quando venne travolta da un orgasmo, che mi lasciò inebriato dall'odore e da sapore dei suoi umori.

[Continua]
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