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Lui & Lei

Casa Mastroianni pt. 8


di tongue81
08.07.2022    |    6.947    |    1 9.8
"Non appena le pareti del suo sfintere accettarono di essere violate, l'inferno anale in cui avevo infilato l'uccello si trasformò nel giardino dell'Eden, un..."
Il sabato mattina mi svegliai insolitamente tardi per i miei orari, forse per la piacevole ma stancante sessione di sesso con Caterina, forse per il caldo eccessivo. Andai in cucina a fare colazione e incontrai Angela: "Buongiorno Gino! Vedo che stamane te la sei presa con comodo. Niente corsetta oggi?"
"No e non per i motivi a cui vorresti alludere. Ho avuto molto caldo tra le 3:00 e le 5:00, quindi stamane me la prendo comoda.”

Mi versai la solita tazza di latte e iniziai a fare colazione in compagnia della mia coinquilina, scambiando qualche chiacchiera tra un biscotto e l’altro: "Cate dorme ancora?" chiesi a titolo informativo ma non ebbi alcuna risposta se non dalla porta di casa.

"Hai cambiato idea? Sei ancora in pigiama!"
"Dammi 5 minuti e sono pronta, volevo salutare Gino..."
Angela si sedette a cavalcioni sulle mie gambe, mi accarezzò prima le spalle poi i pettorali ed infine cercò la mia bocca.

Quando si sentì soddisfatta, si alzò e uscendo dalla stanza sculettando in modo evidente, disse che sarebbero andate a fare shopping approfittando di una vincita imprevista; guardai Cate con aria dubbiosa e lei mi disse che prima dell'esame, come da abitudine consolidata, acquistarono un “grattaevinci” grazie al quale avrebbero finanziato la mattina di compere.

Prima che uscissero, essendomi lavato alla velocità della luce, chiesi se volessero un parere maschile in cambio di qualche poco innocente sbirciata all'interno dei camerini, ricevendo in cambio un rifiuto perentorio.

La mattinata volò via rapidamente, tra la spesa al supermercato, le pulizie ordinarie della mia stanza e una lunga telefonata di Anto, che mi disse che sarebbe rientrata martedì approfittando dell'assenza dei corsi.

Le ragazze rientrarono nel primo pomeriggio, accaldate e piene di buste: "Avete svaligiato una banca?" chiesi sarcastico.
"Abbiamo approfittato di una svendita per chiusura attività ma, se continui a fare il simpatico, non ti offriremo un défilé privato..." rispose Caterina facendomi una linguaccia.

Mi accomodai sul divano e con tono serio chiesi: "Posso esprimere giudizi o devo stare in religioso silenzio?"
"Cate, tu che ne pensi? Gli concediamo la facoltà di parola?"
"Ma certo! Per me può esprimere tutti i giudizi che vuole."
"Allora, facci sapere cosa pensi dei nostri acquisti... Andiamo in camera per indossare le prime mise?"
Angela non rispose a questa domanda, si sincerò che la tenda fosse chiusa e decise di spogliarsi in soggiorno, davanti ai miei occhi, venendo seguita anche dall'amica.

Ad ogni cambio d'abito, manifestai il mio gradimento con applausi e complimenti in modo serio, cercando di nascondere l'eccitazione dovuta alla visione di quei due corpi seminudi. Notai che Cate finalmente aveva deciso di adottare uno stile in grado di valorizzare il suo fisico, abbandonando gli abiti informi e larghi che abitualmente indossava, mentre Angela aveva acquistato prevalentemente capi stranamente molto casual fatta eccezione per un tubino giallo ocra che a mala pena riusciva a coprirle il culo ma che la rendeva un bocconcino molto invitante.

"Abbiamo acquistato anche della biancheria ma per motivi d'igiene la vedrai solo dopo che l'avremo lavata!" concluse Caterina, afferrando tutti i suoi capi e dirigendosi verso la sua stanza.
"Avete censurato la parte migliore della sfilata, siete cattive!"
Angela decise di sfilarsi il suddetto tubino, mostrandomi bene il culetto piccolo e sodo incorniciato da un perizoma bianco in pizzo, portò i suoi abiti in camera e rientrò in soggiorno, lasciando cadere a terra il reggiseno e coprendosi le tette con un braccio.
"Vado a farmi una doccia... Mi fai compagnia?"
"Magari... ma dubito che riusciremmo ad entrarci assieme, dato che, vista la mia stazza, riesco a fatica ad entrarci da solo."

Mi alzai e le girai attorno, osservandola in modo lussurioso e facendo in modo che potesse accorgersi della mia erezione.
Angela, senza scomporsi e sempre nascondendo il seno con il braccio, uscì dalla stanza e si diresse in camera sua; mi precipitai in bagno e mi spogliai, aspettando che anche lei arrivasse.

"Bravo! Mi hai stupito! Pensavo che ti fossi tirato indietro!"
"Piccerè, la doccia assieme è irrealizzabile ma posso darti una mano ad insaponarti e ad asciugarti..."
Tolsi il boxer e mi avvicinai per aiutarla a rimuovere il perizoma che ancora indossava, le accarezzai lentamente le gambe abbronzate mentre Angela era rimasta ipnotizzata dal mio cazzo.
"Dio santo! Quanto è largo! Non credo di riuscire a stringerlo con una mano!"
"Se hai questo dubbio, vorrà dire che lo prendi in bocca o in altri posti!"

Angela non se lo fece ripetere una seconda volta, si inginocchiò e si lanciò sulla mia mazza con la stessa foga di una bambina quando vede un gelato: da subito iniziò ad insalivare l'asta a dovere, lasciando colare copiosi rivoli di saliva dalla bocca che venivano spalmati con perizia dalla lingua, che a sua volta sapeva dove andare a battere per stimolare , lasciando alle mani piccole ma esperte il compito di massaggiare le palle già gonfie. Per non esser da meno, poggiai i palmi sulle sue tette, né piccole né grandi, leggermente all'insù e con le areole rosa e gonfie, dall'aspetto acerbo e adolescenziale.

Quando si ritenne soddisfatta, alzò lo sguardo su di me, mi sorrise in modo provocatorio e impugnando le mie chiappe inghiottì il cazzo in un sol boccone. Pompava lentamente ma riusciva a far entrare tutta la mazza in gola senza battere ciglio, facendomi avvertire prima le labbra sottili e fresche, poi la durezza dei denti ed infine il calore delle guance.

"Meno male che ne eri spaventata! Te lo stai divorando!" dissi con voce strozzata.
Angela lo estrasse dalla bocca, iniziò a baciare la cappella ingrossata come se fosse una bocca e rispose: "Memento audere semper!" e lo risucchiò rumorosamente in bocca per pochi interminabili secondi: "Andiamo in camera tua, così prima ci gioco un altro po' e dopo me lo sbatti nella fica e nel culo!".

Diede ancora un paio di pompate frenetiche, si alzò in piedi e con una mano prese un vasetto di crema mani e non altro il cazzo, che usò a mo' di guinzaglio per portarmi nella stanza. Nel corridoio vedemmo Caterina, affannata e con una mano nei pantaloni, che si era goduta la scena da posizione privilegiata. Alla vista dell'amica, con voce squillante e volutamente volgare, le disse: "Lascio la porta aperta, così puoi guardarci bene e farti un ditalino a soddisfazione ma ricordati di stare al posto tuo!"

Arrivati sul letto, feci stendere Angela a cosce divaricate affinché potessi dedicarmi alla sua fica, pelosetta ma estremamente curata, come meritava: poggiai il pollice sul clitoride per massaggiarlo con lentezza mentre decisi che avrei iniziato a leccare la vagina sin da subito. Il risultato fu tragico e i movimenti di sgrillettamento in breve tempo si tradussero in smorfie di fastidio, obbligandomi ad un repentino cambio di strategia. Spostai la bocca sull'interno coscia e con dito stuzzicai le grandi labbra, sfiorandole prima con palmo e poi con il dorso, come se stessi pennellando.

"Assssaaaafà! Mo'siiii che miii staaaii faceeendooo diiiveeertiiiireeee!" Recepito il messaggio, iniziai a penetrarla con le dita ricevendo in risposta fiato corto e sospiri, intervallati talvolta da espressioni colorite e volgari.

"Maaaaaammaaaaaamaaaaa! Faaaammmiii ssssentiiiire il tuuuuo caaazzzoneeeeee!"
Feci parzialmente ciò che mi chiese, in quanto lasciandola stesa sul letto e senza interrompere l'attività delle mie dita, mi misi sopra di lei, sorreggendomi con un braccio, e infilandone il pene in bocca, che in quella posizione scopai come se fosse una vagina.

Forse per mia foga, forse per la posizione scomoda, Angela dopo qualche minuto liberò la bocca per supplicarmi di scoparle la fica, afferrando un preservativo dal comodino; nonostante la sua richiesta, continuai a penetrarla con le dita in attesa di un orgasmo, che si manifestò in modo sommesso.

Indossai l'armatura e senza farle cambiare posizione, iniziai a pomparla alla missionaria: "Ssssssfoooondaaaamiiiiiii, ssssfooondaaaaaaamiiii!" iniziò ad urlare sguaiata Angy e la accontentai. Sfruttando la notevole differenza di stazza tra noi, la stantuffai con forza e decisione, ad andatura non troppo sostenuta ma facendole sentire la mia mazza in tutta la sua lunghezza.

"Siiiii, ssssiiiiii, ssssssiiiii nu puuuuuorccccc! Sssssfooondaaaaaaamiiii coooosssssììììììì!"
"Te lo faccio uscire dagli occhi!"
"Puuuuorcccc, faaaaammiiiii seeentiiireeee le paaaallleeee!"

Decisi di cambiare posizione, girandola sul fianco e penetrandola con maggiore ritmo standole nella stessa posizione, dietro di lei, afferrandole il seno turgido con una mano mentre l'altra rimase fissa sul culo, con il pollice puntato e pronto ad esplorare il canale anale. Così feci, dopo averlo preventivamente lubrificato con la saliva: "Struuuunzzz, lieeeev stu riiiit!" protestò flebilmente mentre cercavo di trovare una sincronia tra i movimenti.

"Prima il dito e poi il cazzo, altrimenti davvero ti fai male!"
"Maaaammaaaaamaaaa! Braaavooooo, braaavooooo! Aaaancccoooraaaa... aaaaancooooraaaaaa!"
Nonostante il preservativo, il mio cazzo avvertii tutti i fremiti e le contrazioni della sua vagina che si moltiplicavano a valanga e alla fine, dopo aver resistito fino allo strenuo, scoppiò in modo deflagrante, innescando la miccia del piacere che fece scoppiare anche Angela. Senza sfilarmi, continuai a penetrarla per cercare di mantenere l'erezione e inseguii con lo sguardo Caterina, che nella penombra del corridoio, si stava masturbando in modo osceno, con il pantalone riverso a terra e con le mani che danzavano frenetiche sui capezzoli nudi e nelle mutande.

Appena Angela si riassestò, affermò che ci voleva il suo intervento e le sue abilità per riuscire a rinvigorire in tempi rapidi la mia verga, così lo affidai alle sue sapienti cure: come prima cosa, lo liberò dal preservativo, lo ripulì dallo sperma con le sue mutandine e poi, dopo aver visto l'amica nel corridoio, decise di procedere con un pompino lento e salivoso.
"Mmmmmhhhh... Mmmmmhhhh! Cumm'è sapurit!!!!" e cominciò picchiettare il glande sulla sua lingua, riuscendo in breve a rinvigorire la mia verga.

Raggiunta la massima erezione, cercò il vasetto di crema e con estrema meticolosità iniziò a spalmarne un discreto quantitativo su tutta l'asta: quando ebbe finito, si alzò dal letto, si mise a 90 gradi appoggiandosi alla scrivania e, con le dita ancora impiastricciate dai residui dell’unguento, iniziò a preparare il buchino con movimenti accurati ed esperti.

"Jammm... fai piano con quel bastone! Non è il primo che prendo in culo nè il secondo ma di quel diametro ne ho visti pochi e preso nessuno!"
"Facciamo così: prendo la mira e decidi tu come farlo entrare e quanto di volta in volta!"
"Eh già! Non vuoi fare manco il cazzo!"
"Nennella, io non faccio ma ci metto il cazzo. Lo dico nel tuo interesse..."

Come concordato, puntai la capocchia verso la rosetta e attesi le mosse di Angela: nonostante l'eccellente attività di lubrificazione, la penetrazione fu inizialmente fastidiosa tanto per lei quanto per me.
Provai una spiacevole sensazione, come se una mano calda e forzuta volesse pressarmi il cazzo, senza consentirmi in alcun modo di liberarmi dalla morsa ma fortunatamente durò pochi secondi. Non appena le pareti del suo sfintere accettarono di essere violate, l'inferno anale in cui avevo infilato l'uccello si trasformò nel giardino dell'Eden, un caldo, angusto e piacevole luogo di passione.

Anche Angela provò le stesse sensazioni, le vedevo dalla sua immagine riflessa nello specchio che mostrava un volto oscenamente trasfigurato dal piacere e le sentivo nei gemiti profondi e nelle volgarità voluttuose che uscivano dalle sue labbra: "Maroooooooo..... comm miiiii staaaaaaaiiiii sssssfunnannnnnn! Quaaaaant èèèèèè belll stu caaaazzz!"

Con molta difficoltà riuscii a non farmi prendere dalla foga, a conservare un'andatura costante che riuscisse a stuzzicare in positivo tutte le terminazioni nervose del suo culetto, portandola a raggiungere uno stato di benessere e di godimento: "Miii piaaaaceeeeee, miiii piaaaaceeeeee preeendeeeerloooo in cuuuuloooooo! Sboooorraaaaaamiiii tuuutttaaaaa!"

Ormai era dilatata a dovere e le contrazioni muscolari si fecero sempre più frequenti, chiusi gli occhi e la stantuffai con foga animalesca, strizzandole le tette come volessi mungerla. Poi, dopo un breve istante in cui mi sentii privo di conoscenza, venni copiosamente, inondando il buchino di un caldo getto di sperma.

[Continua]
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