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Lui & Lei

Per fame e per piacere pt.3


di tongue81
08.11.2023    |    5.337    |    0 9.8
"Non ci sentimmo né vedemmo fino al venerdì pomeriggio, quando mi chiamò per darmi appuntamento e per consigliarmi sull'abbigliamento da indossare..."
"Ma che cazzo? Hai un idrante in mezzo alle gambe!"
Mortificato, non replicai a quell'affermazione ma mi ricomposi ed iniziai ad aiutare Lorena che stava cercando di ripulire sé stessa e il pavimento dagli schizzi di sperma.
"Togliti dal viso quella maschera di disappunto. Hai superato il test con il massimo dei voti." disse accarezzandomi le spalle: una volta rigovernata la stanza, Lorena ripose gli abiti nella busta e mi affidò anche un telefono cellulare: "Vedi che anche questo è un anticipo: mi aspetto che in breve tu possa restituirmi tutto!"
"Come?"
"Facciamo che mi devi 300€ per tutto. Me li dai appena puoi."

Sentii mancare la terra sotto i piedi: una cifra del genere, per le mie finanze, era un macigno pesantissimo: "Senti, ti ringrazio ma un cifra simile per me..."
"Sarà una bazzecola, in meno di due settimane, ti sdebiterai e ti rimarranno in tasca quasi il doppio dei soldi."
"Per fare?"
"Per far divertire le ragazze ricche ed annoiate di questa città! La gran parte sono anche persone avvenenti... Raramente potresti dover valutare la richiesta di qualche signora..."
"Mi devo prostituire?"
"Che termine desueto! Sei un libero professionista del divertimento, non un gigolò!"

Lorena si diresse verso l'armadio e prese un secondo bustone, ancor più voluminoso del primo, e me lo porse, proponendomi di riaccompagnarmi a casa. Durante il tragitto, continuò a darmi informazioni che il mio cervello memorizzava pur concludendo sempre che mi sarei dovuto prostituire.
Sotto casa, prima di salutarmi, mi diede appuntamento al venerdì seguente, esortandomi a licenziarmi dal bar e a rimanere carico per la prossima serata.

Non ci sentimmo né vedemmo fino al venerdì pomeriggio, quando mi chiamò per darmi appuntamento e per consigliarmi sull'abbigliamento da indossare. Alle 19:45 in punto, scesi dal tugurio dove sopravvivevo, indossando un abito di lana alla moda con una camicia in cotone in varie nuance di grigio.
"Sei puntualissimo, ottimo inizio! Poi sei davvero un bel ragazzone con abiti che ti valorizzano!"
Sbiascicai un timido grazie e la osservai in tutta la sua bellezza: guidando Lorena mi declinò le poche e semplici regole della serata: "Uno: niente telefono, niente foto e non dire a nessuno, oltre a me, di ciò che accadrà. Due: bevi ma con moderazione. Devi sempre essere lucido e in controllo della situazione. Tre: niente droghe perché sono un vizio che non ti puoi permettere. Quattro: sempre e solo sesso protetto, una banale candida potrebbe compromettere il tuo week-end. Quinta e ultima regola: conta i soldi. Sarai solo con quattro ragazze e devi uscire da lì con almeno 300 €. Tutto chiaro?"

Tra l'incredulo e l'esterrefatto, annuii in modo goffo, ringraziandola con un sorriso impacciato che cercava di dissimulare il nervosismo ma anche l'eccitazione. Mai prima mi ero ritrovato ad essere l'oggetto delle attenzioni sessuali di più di una ragazza: ripensai alle frettolose scopate con la signora Veronica nel magazzino del bar o quelle fatte al paese con ragazze e donne scialbe e sciatte e mi tranquillizzai, razionalizzando che peggio di ciò non sarebbe potuto essere.

Lorena mi lasciò davanti al portone di un lussuoso fabbricato erto in uno dei punti più panoramici di Napoli, citofonai e dopo pochi minuti mi ritrovai in un salone lussuoso dove quattro belle ragazze chiacchieravano amabilmente su due immensi divani. La prima a presentarsi fu la padrona di casa, Beatrice, una ventenne dai capelli corvini, bassina ma molto proporzionato che mi introdusse prima alla cugina Vittoria, una biondina esile ed eterea, e successivamente alle rimanenti due fanciulle, ovvero la bionda Valeria e la mora Valentina, che svettava su tutte per presenza e fascino, fasciata in un tubino color mattone che valorizzava le sue forme da velina.

Completate le presentazioni e dopo aver effettuato un rapido giro di battute, complimenti e ammiccamenti vari, Beatrice mi porse una busta contenente la cifra pattuita e mi chiese che pizza volessi affinché potesse ordinarle, invitandomi ad accomodarmi sull'unica poltrona: dopo pochi secondi venni raggiunto da Valeria, che si accomodò su un bracciolo venendo seguita da Vittoria mentre Valentina, da vera ape regina, si accomodò di fronte a me, iniziando a chiacchierare del più e del meno ma attirando la mia attenzione con un incessante danza di accavallamenti di gambe.

"Non avete perso tempo, dato che vi siete fiondate sul nostro ospite come avvoltoi!"
"Correggi il tiro perché si sono avventate solo le bionde."
"Non litigate: abbiamo una serata da trascorrere assieme!" affermai con voce calma dissimulando il mio nervosismo e suscitando le risate di tutte le presenti, prima di riprendere un nuovo giro di chiacchiere conoscitive.
"Michele, per favore, puoi venire un attimo con me?"
Accarezzai le gambe delle due bionde e seguii Beatrice nel corridoio, fino a quella che doveva essere la cucina, dove chiese alla domestica di apparecchiare la tavola prima di congedarsi, per poi spostarci in quella che era la sua camera.
"Che dici? Sto bene vestita così o vorresti che indossassi altro?" domandò civettuola osservandosi nel grande specchio che dominava la parete esterna.
"A me non dispiace come sei vestita..."
"Rilassati! Sei sicuro che non debba cambiarmi? Ho visto che hai sbranato Valentina con gli occhi!"
"Ma cosa dici? Siete tutte bellissime..."
Mentre provavo a difendermi da quella frecciata, la ragazza iniziò a spogliarsi fino a restare con indosso solo un una brasiliana semitrasparente: imbambolato ma eccitato, rimasi impassibile a gustarmi lo spettacolo, poi mi invitò ad accomodarmi sulla sedia vicina al gigantesco armadio che dominava l'ambiente.

Con movimenti furtivi e discreti, si sedette a cavalcioni su di me, portando le sue tette davanti al mio viso e offrendole implicitamente come aperitivo. Ormai ero in ballo e non potevo tornare indietro, sconfissi la timidezza e l'imbarazzo ed iniziai a baciarle i capezzoli non ancora turgidi.
"Mmmhhh... Bravo! Allora, che faccio tengo il jeans o metto una gonna?"
Non staccai le labbra dal suo seno e allungai le mani sulle gambe lisce risalendo dal ginocchio verso le natiche.
"Immagino che il tuo consiglio sia quello di mettere una gonna... Va bene! Però sopra? Una camicetta o un top?"
Rimasi ancora in silenzio, assaporando con voracità la sua pelle vellutata e iniziando a farle sentire la mia crescente erezione.
"Forse è meglio un top... Magari con un reggiseno a fascia!" concluse iniziando ad affannare leggermente.

"Forse, ma dico forse, è meglio se torniamo dalle altre ragazze, altrimenti mi obblighi ad aprire la zip del pantalone!" risposi afferrandole la mano e portandola sul mio addome.
"Non hai tutti i torti ma una brava padrona di casa deve verificare se ciò che sta offrendo alle sue amiche è un prodotto di qualità!" rispose in modo tagliente ed iniziando a sbottonarmi la camicia mentre le mie dita iniziavano ad insinuarsi nel suo sesso già madido di umori e pulsante.

[CONTINUA]
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