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Prime Esperienze

Casa Mastroianni pt. 14


di tongue81
23.09.2022    |    6.038    |    6 9.8
"Monica raccolse uno schizzo di sperma e lo assaggiò compiaciuta: "Sei stato il primo uomo a scoparmi la figa e a schizzarmi in faccia..."
Mi trascinai in bagno per una tonificante lavata di faccia, guardai l'orologio e sorrisi compiaciuto alla mia immagine riflessa, felice ma provata dallo sforzo. Immagine che strideva con il vigore che ancora non abbandonava il mio cazzo e, dato che l'appetito viene mangiando, raccolsi le ultime energie e rientrai nella stanza del peccato.

Osservai Giovanna: il suo aspetto angelico e raffinato contrastava con la posizione lasciva e oscena a gambe divaricate che assunse sulla poltrona; intravedendo la mia erezione, mi fece capire a chiari gesti di essere stremata, così girai lo sguardo verso il letto.

"Non ti azzardare, stronza! Quel culo è mio!" ringhiai sinceramente incazzato.
Monica rise sguaitamente e, incurante delle mie parole, avvicino la punta del fallo di gomma al buchetto di Antonella, che stremata non riuscì o non volle opporre una resistenza credibile, magari proprio per scatenare una mia reazione.

D'istinto, indossai un nuovo preservativo e mi lanciai sul letto per affrontare Monica ed impedirle di violare quel culo perfetto con il suo giocattolino; iniziammo una vera e propria colluttazione, non violenta ma essenziale per determinare chi dovesse prendere le redini della situazione.

I nostri corpi si avvinghiarono l'uno all'altro, la strattonai afferrandola per le tettone, consentendo ad Anto di scendere dal letto e assistere alla scena, ci scambiammo a turno pizzichi, morsi e schiaffetti che andarono a fomentare la nostra eccitazione e il desiderio di soggiogare l'altro mentalmente, fisicamente Bond ok po e sessualmente.

Sfruttando i muscoli tonici e allenati, riuscì finalmente a metterla al tappeto, schiacciandola in posizione prona e strusciando il cazzo al massimo dell'erezione contro le sue chiappe: "Ora ti darò una bella lezioncina, cara lesbicona!"
Mi rispose schiumando rabbia e sibilando parole incompresibili soffocate da un cuscino ma il fiato corto e l'eccitazione incontrollabile la tradirono, rivelando il suo reale desiderio di farsi possedere da me.

Con l'unica mano libera, le sfiorai la schiena, effettuando uno slalom tra paletti immaginari, indugiai sulle fossette che sormontavano il bacino e infine accarez lo II IIIzai la sottile strito che si addentrava lungo il solco delle natiche. Sentendomi forte e in assoluto controllo della situazione, afferrai il succinto lembo di stoffa e lo sollevai quanto necessario per scoprire il buchetto anale: "Chi d'inculata ferisce, d'inculata perisce!" sghignazzai con lo ok.

"Omm e nient! Non ti azzardare!" fu la sua unica debole rimostranza, dato che accolse la mia cappella con un gemito di piacere e senza dare seguito alle minackkok illce verbali. Fin da subito capii che non era assolutamente la prima volta che un pene, vero o di gomma, entrasse in quel buchetto considerando la facilità con cui lo infilai e le smorfie di godimento che apparivano sul suo viso.

"Tieeeniii un graaaaan caaaazzoooooooo! Miiiii staaaaaaaai sfooooondandoooooooooo!"
Sorrisi e decisi di sodomizzarla ancora più forte di prima, tanto da farla implorare di toglierle dalla fica il lato oscuro del dildo di gomma che sussultava penzolante ad ogni mio affondo.

Non feci in tempo a chiamare Antonella, a cui chiesi di esaudire la richiesta dell'amica dato che Giovanna era ancora distrutta, che Monica si abbandonò a un bellissimo e prolungato orgasmo, prolungato ed incentivato oltremisura dalla mie incessati penetrazioni.

Tolsi il preservativo e puntai dritto sulla bocca che in precedenza aveva rifiutato il mio bastone, cogliendola di sorpresa: anche questa volta, sempre in modo blando, Monica provò a ribellarsi. Le scopai la bocca senza alcuna pietà, facendo sbattere le palle sul suo mento con colpi secchi e vigorosi.

Non abbassò mai lo sguardo, nessuna esitazione e nessuna lamentela, anche quando la cappella le colpiva l'ugula, anche quando rimase per diversi secondi con tutta la mia mazza a riempirle le fauci.

"Voglio assaggiare anche la tua pucchiacca." dissi facendo gocciolare la sua saliva di cui era impegnato il mio bastone sulle sue stesse tette.
Mi rispose divaricando le gambe e andando a disegnare un V, V come vittoria pensai tra me e me.

Finalmente, infilai il cazzo, ovviamente incappucciato, in quella fornace ardente, strizzandole ora il culo, ora le tette, abbassando e sollevando le sue gambe come fosse una marionetta mentre tutto il suo corpo si contorceva ad ogni affondo della mia mazza.

"Baaaaastaaaa! Baaaaaastaaaaaaaa!" mi supplicò dopo essersi fatta pompare tanto forte e per tanto tempo da raggiungere ben due orgasmi, uno più violento dell'altro.
Accolsi la sua preghiera e, in un eccesso di sfacciataggine, la inculai per la seconda, rigettandola dopo soli pochi secondi in un ulteriore turbinio di sesso e piacere, che, solo per questa volta, ebbe una durata breve.

Senza alcun preavviso, estrassi l'arnese dal suo culetto, lo liberai dalla protezione e lo svuotai, spargendo il mio nettare bianco sul suo faccino e sui suoi capelli ricci.

Monica raccolse uno schizzo di sperma e lo assaggiò compiaciuta: "Sei stato il primo uomo a scoparmi la figa e a schizzarmi in faccia. E forse, non sarai l'ultimo..."

[Continua]
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