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20 anni dopo - Capitolo 5


di tongue81
24.11.2023    |    3.631    |    3 9.3
"Azzurra, con la sua innata classe, ne raccolse un schizzo con le dita per spalmarselo sul clitoride affinché potesse raggiungere anche lei un meritato orgasmo..."
La seconda giornata di viaggio fu a dir poco frenetica e la stanchezza accumulata la sera prima si fece sentire più di quanto pensassi, tanto da rendere necessario un sonnellino, anche breve, durante gli spostamenti.
Ormai il rapporto con Azzurra scorreva con naturalezza, tra coccole, baci rubati e mille foto ricordo che ancora oggi mi regalano gioie e sorrisi. Dopo un pranzo al sacco, dopo una passeggiata collettiva sulle famose Ramblas, la prima di una serie, ci ritrovammo pertanto a plaza Catalunya, nei pressi di una delle sedi della famosa catena di grandi magazzini chiamata Corte Ingles: mi avvicinai al professore di storia e filosofia con fare furtivo: "Professore, permette un attimo?"
"Dimmi ma non farmi richieste assurde..."
"Vorrei entrare nel Corte Ingles, avrei bisogno di fare un acquisto..."
"Ti sembra il caso di pensare allo shopping?"
"Credo che ciò che serve a me, potrebbe servire anche a lei, se la sua serata..."

Diderot avvampò per l'imbarazzo, tossì e mi prese sottobraccio: "Ma non sarebbe meglio una farmacia?"
"Se ne avessimo vista una... Andiamo un attimo al supermercato, prendiamo e glieli tengo nello zainetto fino a quando non saremo in hotel!"
"Ma sei sicuro che abbiano ciò che ci serve?"
"Abbiamo alternative? Provare non costa nulla e poi… Fare o non fare, non c’è provare"
Ridacchiando per la citazione cinematografica mi fece cenno di aspettare, poi con naturalezza parlottò con una collega prima di raggiungermi nuovamente e di sgattaiolare nel negozio furtivi come due ladri.
"Ma costano così poco anche in Italia? Erano anni che non li compravo."
"Assolutamente no! E poi non ho mai visto confezioni così... Generose!"
In un impeto di entusiasmo, presi due pacchi da 40 preservativi scatenando lo stupore del prof: "Non ti sembra che uno possa bastare per i prossimi due giorni?"
"Basta e avanza ma, sa com'è, meglio fare scorta anche per il futuro prossimo, data la convenienza economica."
Dopo aver pagato, ci ricongiungemmo al gruppo e mostrai ad Azzurra gli acquisti effettuati prima di rimetterci in marcia verso il museo Picasso.
“Non ti sembra di aver esagerato?”
“La scadenza è a tre anni ma conto di consumarli con te anche prima!”
Sorrise di gusto, con gli occhi pieni di dolcezza e il cuore accelerato, mi stampò un bacio appassionato sull’orecchio e mi sussurrò di non essere mai stata tanto felice, scatenando in me la stessa reazione e lasciandomi esterrefatto pensando che solo pochi giorni prima il nostro rapporto era ostile, conflittuale, fondato su una rivalità che sembrava insanabile.

Rientrammo in hotel a pomeriggio inoltrato, stanchi ma felici, ebbri di bellezza, di arte e di divertimento: concordammo i turni della doccia e, nell'attesa, mi stesi sul letto con la mia ragazza.
"Dato che fa caldo, perché non ti spogli un po'?"
"Ma pensi sempre ad una sola cosa? Due persone che stanno assieme parlano, chiacchierano, si confrontano.... Cazzo!"
Azzurra si ammutolì improvvisamente, come se avesse visto un fantasma fuori alla finestra.
"Amore, che succede?"
"Vieni... Vieni a vedere... Chiaraaaaaa!"
Sbuffai in modo giocoso, mi alzai in modo pigro e sgraziato dal letto, tanto da venir preceduto da Chiara, e infine raggiunsi le ragazze, ammutolite ed esterrefatte da ciò che stavano vedendo.

"Chi l'avrebbe mai detto che il ciccione della III C avesse una mazza di quelle dimensioni!"
"Vero... E chi l'avrebbe detto che le due perfettine fossero due ciucciacazzi provette!"
Rimasi in silenzio, osservai la scena un passo dietro alle due amiche, che di tanto in tanto esortavano Vanessa a raggiungerle.
Rimasi spettatore impassibile, guardando talvolta lo spettacolo offerto dai nostri dirimpettai e altre scrutando le emozioni e le sensazioni che comparivano sui volti delle tre ragazze, ascoltando i loro discorsi e i loro giudizi su ciò che stavano guardando. Forse avrei dovuto prendere Azzurra per mano, farle una scenata di gelosia e portarla via dalla finestra, forse sarebbe stato giusto se non avessi accettato di soddisfare lei e le altre due per tutta la durata del viaggio. Forse...

"Solo una cosa mi sfugge: state lì a fantasticare e a desiderare la mazza del ciccione mentre potreste avere la mia, adesso, solo per voi!"
Quando si voltarono a guardarmi, mi trovarono seminudo, con il cazzo barzotto nella mano destra e con gli occhi traboccanti di lussuria: Azzurra si inginocchiò spontaneamente, venendo emulata da Topina immediatamente. Mi posizionai in modo tale che la mia cappella potesse essere raggiunta dalle loro labbra e attesi che facessero le loro mosse: dopo pochi secondi, due lingue iniziarono a correre frenetiche sul mio bastone, regalandomi brividi di piacere intensi.
Nel frattempo, Vanessa andò a togliersi l'accappatoio bagnato e, rientrando in stanza con solo le mutandine, disse: "Vedo che non mi avete aspettato! Ingorde!"

Tre bocche si alternarono a deliziare il mio bastone con voracità e golosità, mosse come da un'indiretta sfida con le loro coetanee, una gara su chi avrebbe portato prima a sborrare il cazzo che stava succhiando. Sempre ad occhi chiusi, imparai a distinguere le pompate delle tre ragazze: quelle di Azzurra era le più dolci ed appassionate ma anche quelle che riuscivano a mettermi in maggiore difficoltà, quelle di Vanessa erano decise, profonde e sempre molto salivose mentre quelle di Chiara erano le più violente e veloci.
Ovviamente, iniziarono a masturbarsi a vicenda diffondendo nell'aria una sinfonia di gemiti e sospiri che fece da perfetta colonna sonora.

"Hai vinto!" esclamò Azzurra con fierezza, verificando le capacità di resistenza del suo uomo.
"Davvero? Però non resisterò ancora molto...."
"Ste, sono appena uscita dalla doccia, vedi di non farmene una seconda!"
"Inginocchiatevi!"
Mi alzai dal letto e le trovai tutte nude dalla cintola in su: osservai quel tripudio di tette e mentalmente le valutai minuziosamente: quelle della Badessa erano sicuramente le più grandi, leggermente cadenti e con capezzoli grandi e scuri, quelle di Topina erano piccine rispetto alle altre, le uniche che avrebbero potuto avvolgere un cazzo per una spagnola ma, alla vista, erano tremendamente invitati con i capezzoli piccoli e vermigli. Infine, c'erano quelle della mia Principessa che soddisfacevano i miei canoni di perfezione per dimensioni e forma.
Iniziai a segarmi freneticamente, incitato da prevalentemente da Chiara, preoccupata da un eventuale ritardo nello scendere a cena: a denti stretti mugugnai loro di avvicinarsi, di fare in modo che le loro tette fossero quanto mai vicine l'una alla altra.

Nel giro di pochi secondi, emisi un primo spruzzo di dimensioni quasi ridicole, il primo di una raffica sempre più copiosa e abbondante, che riuscii a distribuire in modo quasi equo. Azzurra, con la sua innata classe, ne raccolse un schizzo con le dita per spalmarselo sul clitoride affinché potesse raggiungere anche lei un meritato orgasmo. Fu in quel preciso momento che iniziai a metabolizzare di aver trovato la donna perfetta per accompagnarmi per tutta la vita.

[Continua]
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