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Lui & Lei

20 anni dopo - Capitolo 1


di tongue81
25.10.2023    |    7.177    |    2 9.8
"è impossibile!" "Allora domani vedrai..."
Dopo quella mattina a casa della Principessa in cui sodomizzati Topina e sborrai nella bocca della padrona di casa, le cose tornarono alla consueta normalità: il rapporto di rivalità con Azzurra venne ripristinato, anzi raggiunse nuovi picchi rendendo la convivenza in classe sempre più difficile, mentre con Chiara tornai ad avere un rapporto di amicizia intenso e fraterno che ogni tanto ci portava a scopare con grande soddisfazione.

Finalmente arrivò il mese di aprile portando in dote i primi tepori primaverili, le prime ansie per l'esame di maturità e il tanto desiderato viaggio d'istruzione con meta Barcellona. Eppure, anche questo momento di evasione venne preceduto da due eventi non positivi, almeno per me: il primo fu il sorteggio delle sezioni, dato che il consiglio d'istituto decise che le sei classi coinvolte sarebbero partite in tre diversi scaglioni. Dall'urna la Dea Bendata decretò che la mia classe sarebbe stata accompagnata da quella della sezione C, l'unica di tutto l'istituto senza nessuna ragazza single vagamente guardabile. Il secondo fu il forfait degli unici due maschi, seppur non etero, della mia classe: Luca, il mio compagno di banco, cambiò scuola a marzo per andare in una privata con la speranza che la costosa retta mensile riuscisse a migliorare il suo rendimento scolastico e a farlo ammettere all'esame di maturità mentre Damiano dovette dare forfait dieci giorni prima della partenza per la frattura della tibia a seguito di un incidente.

Il giorno prima della partenza, all'uscita da scuola, venni avvicinato da Azzurra: "Che vuoi? Sei venuta a vantarti per il mezzo voto in più al compito di filosofia?" sibilai tagliente senza degnarla di uno sguardo mentre salivo in sella al mio vespino.
"No... Assolutamente no... Anzi..."rispose con voce sommessa e forse ferita dal mio tono poco amichevole.
"Scusami: non volevo essere sgarbato ma di solito mi rivolgi la parola solo per vantarti dei tuoi voti, quando riesci a superarmi..."
"Non è sempre andata così tra di noi, dovresti ricordarlo..."
"Assolutamente non lo ricordo! Mantengo la parola data!"
"Va bene! Allora ti aspetto alle 16:00 a casa mia così ti tornerà la memoria e potremo parlare in tranquillità!"

Si congedò con bacio sulla guancia cogliendomi stupito dinanzi a un gesto inaspettato. Arrivai a casa, pranzai sempre solo come un cane e provai a chiamare a casa di Topina, senza ottenere risposta.
Feci una doccia, mi gettai sul letto e caddi in un sonno profondo, dal quale mi svegliai troppo tardi, troppo per essere puntuale all’appuntamento.
Arrivai a casa di Azzurra con soli 10 minuti di ritardo, dopo essermi scapicollato in una gimcana folle tra traffico e pedoni.

Bussai alla sua porta e venni accolto da sua madre, temutissima docente di procedura civile, con un sorriso a 32 denti, seguito da baci e abbracci tanto affettuosi quanto immotivati.
"Stefano, non sai che piacere provo a vederti qui. Quando Azzurra si è confidata con me e poi con il padre, siamo stati pervasi da una gioia indescrivibile. Prima di andare da lei, per favore, vai un attimo da mio marito!"

Percorsi il corridoio inebetito, sconvolto dalle parole di quella donna bellissima e temibile, interrogandomi sul cosa le avesse raccontato la figlia e sul perché il consorte volesse parlarmi: bussai e varcai la soglia dello studio, in uno stato di inquietudine misto ad incredulità, venni accolto da una vigorosa e decisa stretta mano, da una nube di fumo denso e profumato di tabacco pregiato, da un uomo che aveva una stazza imponente, che non lasciandomi il minimo diritto di replica mi accoglieva in famiglia, lodando la scelta della sua unica figlia, declinando una serie di complimenti verso me e ammonendomi a non tradire la fiducia che in quel momento mi stava accordando.

"Pietro, smettila! Stai intimorendo Stefano e siamo in ritardo."
In pieno stato confusionale, ricambiai gli abbracci e baci dei due genitori felici, con andatura caracollante raggiunsi la camera della Principessa, che mi diede un bacio a stampo prima di salutare i genitori.
D'istinto, mi lasciai cadere sul suo letto e chiusi gli occhi, cadendo in uno stato catatonico.

"Ora che siamo soli, ti spiegherò tutto. Immagino che ti sarà sembrato tutto assurdo e onirico..."
"Dici? Perché mai? Abbiamo sempre avuto un rapporto simile!"
Azzurra decise di ignorare la provocazione e si stese sul letto, appoggiando la sua testa sul mio petto: abbassando le difese, si lasciò andare e raccontò di cosa fosse cambiato in lei dopo quella mattinata con me e Chiara, ammise di aver scoperto una parte di me che non era mai riuscita ad osservare e si scusò per tutte le provocazioni e i dispetti compiuti in quei mesi.
"Ste, non so come dirtelo: forse, sono innamorata di te ma sono certa di esserlo del tuo cazzo e del modo in cui scopi!"
"Se stavi cercando un modo di mettermi a mio agio, ci stai riuscendo..." risposi piazzandole una mano sul culo.
"Che fai? Mi tocchi subito le chiappe?" affermò sorridente e compiaciuta

Strinsi la natica e avvicinai la bocca alla sua, le nostre lingue si intrecciarono e si cercarono con avidità, fin quando lei non decise di alzarsi e lasciarmi sul letto a cazzo duro: "Che fai? Pensavo che avessi voglia di scoprire l'oggetto della tua passione!"
"Oggi no... Domani, tanto dormiremo nella stessa stanza, ammesso che riusciremo a riposare..."
"Cosaaaaa? Mica ce lo consentiranno?"
"Ti ho fatto venire qui proprio per dirtelo di persona: dato che sei l'unico maschietto della classe, dormirai in una doppia con Chiara, Vanessa e me.
Ne ho parlato stamane con i miei genitori e le nostre mamme sono d'accordo, così come i nostri insegnanti."
"Non ci credo... è impossibile!"
"Allora domani vedrai... Ma devi accettare una cosa..."
"Ovvero?"
"Dovrai scopare con tutte noi, anche con la Badessa, che sotto gli abiti casti nasconde un bel corpicino..."

Mi alzai dal letto e la baciai come segno di accettazione; le presi le mani ed iniziai a passarle sul mio petto, prima di guidarle verso il cazzo: "Ora, però, voglio te..."
"No, caro fidanzato... Oggi è ancora giorno di rosso! Però, ti confesso che ho una gran sete..."
Le dita affusolate di Azzurra iniziarono ad armeggiare sulla zip dei jeans senza la minima esitazione mentre le mie iniziarono a sollevare l'orlo del maglioncino, lasciandola interdetta.
"Che c'è? Ti sembra strano che il tuo ragazzo voglia vederti le tette?"

Sorrise e in pochi istanti mi offrì la vista del suo seno nudo, sodo, alto e con capezzoli grandi e chiari, su cui mi avventai famelico e voglioso. Con uguale voracità, anche i miei capezzoli vennero aggrediti, iniziando un'esplorazione reciproca dei nostri corpi giovani e scolpiti dall' attività fisica e riempendo l'etere di una sinfonia di gridolini e di gemiti. Dopo l'ennesimo bacio appassionato, la Principessa Zaffiro controllò l'ora sulla sveglia adagiata sul comodino e si tuffò ingorda sul mio bastone, iniziando da subito a succhiarlo come una posseduta.

Chiusi gli occhi e mi abbandonai al piacere intenso che mi stava regalando la sua bocca, un piacere frettoloso e brusco che strideva con la dolcezza del primo pompino di qualche mese prima. "Ho sete di te!" sibilò alzando la testa e cercando il mio sguardo con occhi dolci e forse innamorati, ebbri di una lussuria intrisa di dolcezza.

Il tempo tiranno la obbligò a non gustarci il momento come avremmo voluto, costringendo Azzurra a lavorare di bocca e di mani senza sosta fin quando un primo tremito del mio corpo presagì l'imminente sborrata, che fu tanto copiosa da risultare parzialmente ingestibile: piccoli schizzi di sperma andarono a posarsi sulle sue guance senza riuscire ad alterare la sua immagine di bimba felice.
Appena avvertimmo il cigolio della porta d'ingresso, ci guardammo con tenera complicità e felici di poter continuare già il giorno seguente.

[CONTINUA]
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