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20 anni dopo - Capitolo 4


di tongue81
15.11.2023    |    4.496    |    2 9.8
"Sorrisi di gusto e continuai a muovermi freneticamente nelle sue mutandine, ormai umidicce, eccitato da quella nuova ed intrigante situazione..."
La prima notte d'amore con Azzurra fu un'esperienza mistica e paradisiaca nel quale entrarono in risonanza i nostri corpi, le nostre anime e i nostri cuori, un ricordo dolcissimo di cui non raccontammo mai niente a nessuno.
Eppure, nonostante tre orgasmi, mi risvegliai alle 5:00 assetato e con la consueta erezione mattutina che attirò lo sguardo di Topina, destata anche lei da un arsura notturna.
"Stanotte vi siete dati da fare e tu sei ancora in quelle condizioni?" sussurrò Chiara con tono malizioso ed interrogatorio
"Dici che sarebbe meglio se tornassi a letto dalla mia ragazza e la svegliassi?"
"Dico che, al momento, sono l'unica rimasta a figa asciutta!"

Non aveva torto: proprio lei, la mia migliore amica, l'astuta e audace architetto della mia felicità era l'unica che dalla partenza non aveva ancora ricevuto la dose di cazzo promessa. Ragionai un secondo e ripensai a quanto mi aveva raccontato Azzurra durante la prima notte assieme e in un baleno la trascinai in bagno, sicuro di non scatenare la gelosia della mia amata.
"Sicuro che la principessa non avrà nulla da recriminare?"
"Sicuro... A condizione che tu non ti metta ad urlare e la svegli dal sonno! Ieri sera, anzi poche ore fa è crollata!"
Si girò di scatto consentendomi agevolmente di insinuare una mano nel pantalone del pigiama mentre l'altra andò a tapparle la bocca.
Trovai la sua fichetta ancora a secco e chiusa, scoprii che anche lei come le altre due amiche aveva optato per una gradevole depilazione completa grazie alla quale apprezzai tutte le sue reazioni dalla prima all'ultima.
Dopo un paio di piroette attorno al clitoride, il fiorellino sbocciò iniziando a secernere le prime gocce di dolcissima rugiada che vennero sapientemente raccolte dalle mie dita e cosparse lungo tutto il monte di Venere.

"Sono quasi sicuro di non averti mai fatto godere con le dita prima d'ora!"
Le parole di Chiara vennero soffocate ed attutite dal palmo della mia mano ma immaginai che volesse darmi dello stronzo o qualcosa del genere. Sorrisi di gusto e continuai a muovermi freneticamente nelle sue mutandine, ormai umidicce, eccitato da quella nuova ed intrigante situazione.
"Se levo la mano, prometti di non urlare?"
Annuì con la testa e poi cercò di sfiorare la punta del mio cazzo che strusciava contro i suoi glutei.
"Cazzo Ste... Levami il pigiama, perché non ne ho un altro!"
"Sentila... Io che pensavo che volessi essere sbattuta a 90 sul lavandino!"
Le abbassai i pantaloni e le mutandina alle caviglie, disegnai un ghirigoro sulle natiche e poi affondai due dita nella patata ben lubrificata: la stantuffai con tanta forza da farla saltellare ad ogni affondo considerata la notevole differenza di stazza tra di noi.
"Zitta... Non urlare!"
"Strooonzooo!"
Sbiascicò qualche altra offesa prima di serrare la bocca mordendo il suo asciugamano e lasciando la presa solo quando un copioso getto di nettare travolse le mie dita andando ad impegnarmi tutto l'avambraccio.

La sculacciai arrossandole la chiappa facendola nuovamente sobbalzare da terra, approfittando anche della debolezza delle sue gambe dopo l'orgasmo.
"Vedi che nel mio beauty, nella tasca esterna, ci sono i preservativi!"
Iniziai a leccare i rivoli di rugiada che imperlavano le sue gambe e attesi che incominciasse a frugare e prendere il preservativo.
"Vedi che qui non c’è niente! Devo vedere all’interno?"
"Che dici? Guarda bene... Ne ho usati 4 stasera, uno con Vanessa e... merda! Maledetto Diderot!"
"Che c'entra il prof? Ora come facciamo?"
"Dopo ti spiego. Non abbiamo molte soluzioni: o facciamo senza o facciamo solo anale o mi fai un bucchino e andiamo a dormire!"
"Sbattimelo dentro a pelle perché ho la vasellina di là "
"E non vogliamo svegliare nessuno, giusto?"
Chiara si girò di scatto e mi assestò un ceffone sulla spalla, poi, sfruttando la mia incredulità, mi spinse verso il water.
"Siediti!"

Assecondai la sua richiesta, appoggiai le spalle alle mattonelle gelide e attesi che la sua bocca mi insalivasse a dovere il bastone. Topina si gustò il gelato con la consueta avidità, riversando copiosi quantitativi di saliva lungo tutto il cazzo e portandomi spesso prossimo ad un’eruzione precoce. Quando ritenne di aver compiuto un buon lavoro, si impalò su di me facendosi riempire lentamente e dolcemente.
"È cresciuto o non sono più abituata a certe dimensioni?"
Pieno di orgoglio, sorrisi di gusto e le sollevai la maglia iniziando a pizzicarle i capezzoli mentre iniziava ad impartire un ritmo alla cavalcata.

La sensazione del contatto a pelle fu una piacevole sorpresa completamente inedita per entrambi, un tourbillon di emozioni che iniziò a farci esplorare nuove frontiere di piacere. Le reazioni dei nostri organi sessuali si trasmettevano reciprocamente senza alcun filtro, tanto da indurci alla tentazione di godere appieno di quel momento ignorando le possibili conseguenze di quel gesto sconsiderato. Le afferrai le chiappe aiutandola ad intensificare la frequenza degli affondi.
"Steeee, faiiiii atteeeeenzioooone!"
"Tranquilla, non voglio diventare papà a stretto giro!"
Chiara sorrise in modo diabolico, lasciandosi travolgere dalle emozioni, dal piacere e dalla lussuria che il mio bastone le stava regalando, inarcando talvolta la schiena all'indietro o lanciandosi alla ricerca della mia bocca.

Un fremito mi preannunciò la sua imminente venuta che velocizzai ulteriormente iniziando a massaggiarle il clitoride; fu bravissima a contenere i gemiti coinvolgendomi in un bacio appassionato e aggrappandosi al mio collo con tutta la forza che le era rimasta in corpo.
"Appoggiati sul lavandino!"
"Sicuro? Posso finire con la bocca: non vorrei spezzare la corda continuando a tenderla..."
Le accarezzai la guancia e le baciai la fronte rassicurandola, la aiutai a mettersi nella giusta posizione e poi ripresi a fotterla di gusto.
Afferrandola per le tette, riuscii a scoparla a mio piacimento, assecondando solo le richieste della mia libido, richieste che furono, tuttavia, apprezzate da entrambi.

Però, questa volta, Chiara fu costretta nuovamente a ricorrere all'asciugamani per contenere le sue espressioni di godimento. La stavo sbattendo forte, incurante di tutto e facendo solo attenzione a non inondare il suo utero di sperma. Non riuscii a protrarre la scopata quanto avrei voluto, non riuscii neppure ad attendere che la mia cappella fosse tra le sue labbra al momento dell'esplosione.
Vidi quattro getti di sborra insudiciare le sue tettine, le sue dita raccoglierli per portarli alla bocca prima di lasciarmi cadere sulla tavoletta del water per qualche secondo di meritato riposo.

"Grazie, Stefano!" disse sottovoce gustandosi gli ultimi schizzi rimasti sul suo corpo.
La ringraziai con un bacio sulla bocca che era impregnata del sapore sapido del mio sperma, prima di darmi una rapida lavata al cazzo e tornare in camera da Azzurra per riprendere il sonno.

Poche ore dopo, venni svegliato dalle mani della mia ragazza che percorrevano la mia schiena lentamente, saggiandone la muscolatura tonica.
"Buongiorno! Immagino che tu abbia dormito bene!"
Mi girai e le stampai un bacio dolce sulle labbra.
"Non mi sarei mai aspettata che stanotte ne avessi ancora... La prossima volta che hai sete, svegliami!"

[Continua]
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