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Lui & Lei

Casa Mastroianni pt.2


di tongue81
20.06.2022    |    8.629    |    1 9.9
"E solo dopo riprendiamo la partita..."
Affare fatto. Avrei concesso la bella a carte ad Antonella in cambio di una spagnola e di un pompino con ingoio.
Il vincitore dell'ultima partita avrebbe ricevuto il premio del "tuttoquellochevuoitu" fino a lunedì seguente.
Anto si alzò dalla sedia, si sfilò le mutandine, mostrandomi la figa totalmente depilata ad eccezione di un piccolo rettangolo sul monte di venere e, dandomi le spalle, iniziò a strusciare il suo culo contro il mio cazzo in piena erezione.
"Come diceva la canzone? "C'è qualcosa di grosso tra di noi..."
Allungai una mano sulle tette, sode e piene, affette da una eccitante divergenza verso l'esterno, iniziai a stuzzicarle i capezzoli turgidi, facendo roteare le dita intorno alle areole.
Poggiai l'altra mano sulla chiappa e le diedi un piccolo schiaffetto.
"Ammazza come suona questo mandolino.... Vediamo se deve essere accordato."
Con un movimento rapido, replicai la pacca, incassai un gemito di approvazione e mossi le dita in modo rapido e furtivo verso la fica.

Come morsa da una tarantola, Anto si allontanò da me: "Pompino e spagnola, punto. Se vuoi altro, devi vincere regolarmente, avendo accettato la mia proposta."
"Quindi la mano sul culo è un gentile omaggio o una disattenzione?"
"La prima.... ". Con decisione, sollevò l'elastico del boxer lasciando la mia verga libera, all'aria e al culmine dell'erezione.
"Cazzarola, è bello largo. Siediti e mettiti comodo, così prima ti faccio sborrare e prima ti distruggo".
Presi una sedia e la posizionai con dovizia: "Voglio vedere il tuo culo riflesso nello specchio del corridoio" e incassato un cenno di approvazione, le sfiorai il seno con il viso.
Antonella si accovacciò sulle ginocchia, osservò la mia verga tentando di celare la sua eccitazione e iniziò dolcemente a sfregare le sue labbra rosa lungo tutta l'asta, aumentando ogni volta il ritmo. Al quinto passaggio, decise di accarezzarmi le palle con una mano e di iniziare a leccare l'asta come se fosse un gelato, terminando l'opera con colpi di lingua sul frenulo.

Aprii gli occhi e rimasi incantato dall'immagine riflessa nello specchio del culo di Anto e dal suo movimento sinuoso.
Spostai lo sguardo e osservai nuovamente il seno con le areole chiare e i capezzoli turgidi, le spalle, la bocca, fino ad incrociare le sue pupille verdi. Rimanemmo sospesi per qualche secondo occhi negli occhi nonostante continuasse a leccarmi la mazza senza alcuna esitazione: improvvisamente, si fermò, iniziò a segarmi con una mano mentre con l'altra afferrò la mia testa attirandola senza indugio alle sue tette. Iniziai a leccarle e ciucciarle con avidità, bagnai con la saliva il solco tra loro, volevo imperlarle di liquido pregustandomi un'imminente spagnola ma senza rinunciare al piacere di giocare con un seno tanto arrapante.

"Sei decisamente carico, ragazzino. Ora ti faccio sognare." e, allontanando la mia testa dal suo petto, prese il cazzo in mezzo alle tette. La mia asta era avvolta come da una seta calda e umida, la cappella, ogni volta che spuntava dal solco, assaporava il calore della bocca di Antonella che aveva iniziato a sgrillettarsi freneticamente con la mano destra. Fu difficile ma riuscii a resistere, nonostante la mia amica affermasse il contrario: "Prima di vederti con il mio cazzo in bocca non vengo e comunque non resisterò meno di altri 10 minuti. Segnati a mente l'ora.".
"10 minuti? Prevedo il primo schizzo di sperma tra pochi secondi… altro che dieci minuti!"
Pur aumentando il ritmo e la frequenza, riuscii a resistere all'offensiva e iniziai a puntare alle labbra, che si schiusero accogliendo al caldo il mio pene turgido. Altro che le ragazzine del paese e i loro pompini sciatti e fatti malvolentieri, ad Antonella piaceva succhiare e vedere l'eccitazione e l'estasi negli occhi del fortunato di turno, piacere che trasferiva a sé stessa continuando a stuzzicare la propria vagina, ormai grondante di umori. Alternava pompate più profonde ad altre meno, giocava con il ritmo seguendo sempre le mie espressioni e le pulsazioni del mio pene con maestria e con la presunzione di voler governare il piacere del partner.

Pompata dopo pompata, osservando la dedizione di Anto e i suoi occhi traboccanti di malizia e lussuria, capii che il suo obiettivo principale non era il farmi venire ma il gustarsi il mio cazzo, il suo sapore e le sue dimensioni; usò solo la bocca, rischiando talvolta di incappare in conati di vomito, con avida voracità, alternando pompate e leccate magistralmente.

Dopo un affondo profondo seguito da un colpo di lingua sul glande, riprese fiato, riposizionò il bastone tra le tette e mugolò: "Mmmmmhhhh... Sei durato più di dieci... Mmmmmhhhh... Minuti!"
Mi morsi il labbro inferiore e cercando di resistere al piacere, le accarezzai una guancia cercando di portare le sue labbra verso la cappella.
"Fammi prendere altri due secondi di fiato, porcellino, poi ti faccio sborrare in bocca... Mmmmmhhhh.... E solo dopo riprendiamo la partita."

Spostai nuovamente lo sguardo allo specchio per ammirarle il fondoschiena, riportai la mano sulla nuca e puntai le sue labbra contro il glande. Riprese a succhiare con maggiore voracità assecondando il ritmo da me impostole senza battere ciglio.

Mi diede il colpo di grazia il suo orgasmo, tanto imprevisto ed intenso da farle venire meno le gambe: con la cappella in gola, emise un mugugno, un urlo strozzato dal mio pene che dopo pochi secondi esplose con un primo getto abbondante che la colse impreparata ma di cui non fuoriuscì neppure una goccia.
Grugnii, contrassi tutta la muscolatura e seguirono altri due fiotti di calda sborra che Antonella ingoiò con soddisfazione, non smettendo mai di succhiarmelo.

Solo quando fu sicura di avessi finito di eiaculare, liberò il cazzo dalla bocca, gli diede una profonda leccata e, rialzandosi, con gli occhi pieni di voglia dritti nei miei, disse: "Due minuti e si ricomincia. Rassegnati perché questa manche la vinco io …"

[Continua]
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