Al buio

La porta è socchiusa e sto per entrare.

Non l'ho mai vista in viso e lei non ha mai visto me, abbiamo preso due camere singole nello stesso hotel. Veniamo entrambi da fuori città, lei è qui per lavoro, io sono qui per lei.
Arrivo in hotel, poso lo zaino, faccio una doccia e provo a distrarmi su internet, lei è ancora a lavoro e non finirà prima d'un paio d'ore. Sono teso, tesissimo. Non ho mai incontrato una persona in un contesto così. E' una fantasia che avevo e lei ha accettato di condividerla, una prova di fiducia enorme. In fondo ci scriviamo da una sola settimana, ci siamo conosciuti su internet, poi ci siamo sentiti al telefono, ci siamo scambiati qualche foto, ma mai del viso. Ho lo stomaco contratto, eppure mentre guidavo per arrivare ero rilassato e canticchiavo, due ore di auto son volate via così. Adesso sono teso e disteso, ma piacevolmente teso. Mi sembra d'esser tornato adolescente.

Arriva un suo messaggio, anche lei è in camera. E' appena arrivata e si sta apprestando a fare la doccia. Ormai manca poco. Sono in un silenzio quasi irreale, anche ogni battito del mio cuore sembra silenziato. Guardo con distacco il telefono, ogni distrazione non funziona, non distrae. Spengo il display e appoggio il telefono sul petto, chiudo gli occhi e attendo, in un silenzio denso. Come una goccia d'acqua che cade in un pozzo profondissimo arriva il suono del suo messaggio. Ha scritto il numero della camera, ha lasciato la porta socchiusa, posso andare.

Entro lentamente, lei è in piedi, di spalle, poco oltre l'ingresso. Le tende chiuse, c'è solo la lieve e soffusa luce dell'abatjour, in altre parole è quasi completamente buio. Lei indossa degli slip e una maglia leggera color corallo. Io le parlo e mi avvicino lentamente alle sue spalle, continuo a sussurrarle parole di conferma - sono io, sono qui - e, da dietro, le sfioro le braccia e poi comincio a stringerle in una dolce ma ferma presa. Sento il suo fremito, lo riconosco nel mio. Sto qualche secondo così, poi senza mai interrompere il contatto, le mie mani scendono giù, lente e leggere, verso le sue, le nostre dita si incrociano. Respiri brevi e rapidi.

Ho gli occhi chiusi, ha gli occhi chiusi, questo era l'accordo.
Avvicino le mie labbra al suo collo, la sfioro e sento un suo sussulto, da lì mi sposto con le bocca lungo la spalla, senza staccarla mai, stringendole appena la pelle in quel che potrebbe esser definita come una serie ininterrotta di baci silenziosi o di morsi con le labbra. Lei è ipersensibile, sento un lieve tremore a ogni mia azione, ma resta ferma immobile mentre le mie mani si spostano sul suo ventre. Trema nel corpo, trema nella voce, tremo io mentre le mie dita si muovono leggere sul suo bacino, sento il suo fremito aumentare quando il mignolo della mia mano destra si insinua leggero sotto l'elastico dei suoi slip, ma non mi spingo oltre: siamo nel trailer di quel che verrà ed ogni gesto ha eco amplificate.

Le nostre mani si separano, le sue afferrano la sua maglia e cominciano a sfilarla, io faccio un passo indietro e comincio a sbottonarmi la camicia, sgancio le fibbia della cintura, lascio cadere i jeans e mi riavvicino a lei. Mi appoggio alla sua schiena, abbiamo sempre gli occhi chiusi, c'è un contatto corpo a corpo, resto così qualche secondo, in una lenta danza quasi immobile, i nostri corpi ondulano un po', il desiderio traspira da ogni poro e ogni muscolo è teso, i nostri respiri sono meno brevi, in un mix ciclico di aria e apnea.
Le passo davanti. Adesso è lei alle mie spalle, sento il suo seno sulla mia schiena, le sue mani mi afferrano all'altezza dei gomiti, risalgono dalle mie braccia verso le spalle. Mi accarezzano e mi esplorano, le sento scendere insieme lungo la spina dorsale e poi dividersi e spostarsi sui miei fianchi. Mi abbraccia, sento nuovamente il suo seno spingere su di me, la sua mano destra arriva sopra il boxer, sente sotto la mano il mio pene spingere attraverso il cotone. Mi giro verso di lei, i nostri occhi sono sempre chiusi, ogni altro senso invece è stimolato. Le accarezzo e cingo il viso con entrambe le mani, avvicino le mie labbra alle sue, sento il suo respiro caldo e rapido, lo inalo avidamente mentre mi avvicino con le labbra fino a sentire le sue, già aperte. La punta della sua lingua è lì sull'uscio, pronta ad accogliere e danzare con la mia. Cominciamo a baciarci a lungo. Ci stiamo divorando senza morderci, succhiandoci e risucchiandoci a vicenda: labbra, lingua, saliva, fiato, mani, braccia, corpi.
Ho ancora il suo viso tra le mie mani e mentre la bacio, indietreggio lentamente, sento il letto dietro le mie gambe e così mi siedo sul bordo.

Lei è in piedi di fronte a me, sento le sue dita avvolgermi la testa fino ad abbracciarmi la nuca mentre sto immergendo il mio viso nel suo seno. E' un seno abbondante, morbido e profumato. Il suo odore, il suo profumo, il suo calore, tutto si mescola in ogni mio senso. Le mie mani scorrono dai suoi fianchi verso le sue gambe, cercano di esplorarla, di afferrarla e di lasciarla. E' dura tenere gli occhi chiusi, ma resistiamo entrambi.
Mi rialzo e l'abbraccio, lei sente il mio pene spingere sul suo ventre, attraverso i boxer, lo cerca con le dita, lo prende in mano, sono bagnatissimo.
Stanchi dell'oscurità decidiamo di aprire gli occhi, la vedo, mi vede. Intensi occhi castano scuro in uno sguardo dolce e confuso, capelli lunghi e rossi raccolti in un una coda che le lascia libero il viso, in un'espressione variegata di tensione e attrazione. Io non sono da meno, le sorrido e immagino sia emersa nel mio viso tutta la tensione che fin dall'inizio non mi ha mai abbandonato. Trovo però complicità nel suo sguardo e quella tensione va trasformandosi totalmente in carica erotica. Le prendo una mano, la faccio volteggiare davanti ai miei occhi finalmente aperti e così adesso con la vista la posso assaporare tutta, prima di riprendere a farlo con le labbra, immergendomi ovunque nel suo corpo. La nostra notte comincia così e così proseguirà per un tempo che non saprei quantificare, all'interno del quale avremo anche lo spazio per cenare, e poi riprendere, bere e poi parlare, riprendere e poi dormire, insieme.

Il risveglio, il dolce risveglio comincia con lei di spalle che dorme di fianco. Avvicino le labbra al suo collo, la bacio con leggerezza, le accarezzo lentamente la nuca e poi richiudo gli occhi. Vado avanti così per un po', tra dormiveglia e risveglio. Non ricordo esattamente come e quando sia arrivato il risveglio per entrambi. Ricordo però che avevamo la sveglia alle otto e, durante quel piacevole flirt mattutino, lei ha guardato il telefono per capire quanto tempo avessimo e sorridendo mi diede la risposta più bella "sono ancora le 6:43". A quel punto ci siamo reimmersi l'uno dentro l'altra dandoci il più caldo dei buongiorni possibili.
Ci siamo promessi totale libertà tra due parentesi tonde, due parentesi che racchiudono il nostro campo di esistenza. Poi ognuno tornerà alla sua vita.

Adesso sto guidando verso casa, ascolto la musica, sento il suo sapore, mi riappaiono i flashback della notte appena trascorsa. Ripenso a quella tensione iniziale, all'attesa, al buio e alle mani che si cercano, le labbra che si assaggiano, i corpi che si intrecciano.
Sorrido, alla radio c'è una canzone di Anna Oxa, mentre la canticchio mi ritrovo a parlare da solo e a dirle nuovamente grazie: grazie di esserti fidata di me e di avermi fatto volare.

[Questa non è una storia di fantasia, a Lei che non cito e che forse leggerà questo racconto va il mio bacio]