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Lui & Lei

Amicizie rovinate


di Masseuse
11.01.2019    |    5.596    |    1 9.5
"Mi sta twerkando sul cazzo" pensò lui ormai in estasi..."
"Sono sicuro, lo vuole", pensò lui subito dopo essersi staccato dall'abbraccio con cui aveva augurato a Tina un buon anno allo scoccare della mezzanotte. Ancora mezzo frastornato dal pensiero si diresse in bagno e si sciacquò la faccia sperando che fosse soltanto tutta colpa dell'alcool.

"Ma come cazzo siamo arrivati a questo punto?", chiese al suo riflesso. In realtà lo sapeva bene, da mesi ormai, ma semplicemente non voleva ammetterlo.
Tutto era iniziato anni prima quando Tina, in una delle tante serate tra amici, gli aveva chiesto un massaggio alle spalle. "O sono stato io a prendere l'iniziativa? Va beh, chi se ne frega. Non è questo il punto!". Già, il punto era che queste richieste erano diventate sempre più frequenti e sempre più piacevoli per lei, lui lo percepiva dalla risposta del suo corpo. Fino a quella volta a Siviglia.
"Lo sapevo che non dovevo andare a fare quella vacanza di merda". Quella settimana aveva fugato quasi ogni dubbio nella sua mente. Prima c'era stato quello strano viaggio in metro in cui lei si era "appoggiata" a lui, e qualche giorno dopo se l'era ritrovata nel letto senza reggiseno chiedendogli del doposole sulla schiena. Lui ovviamente aveva accettato, cercando di nascondere il più possibile l'erezione spaventosa che la vista di lei seminuda gli procurava.

Le cose si erano calmate al rientro in Italia, doveva per forza essere così. Lui era impegnato da qualche mese, lei fidanzata da otto anni con il suo migliore amico. Meglio non andare a cercare grane.
"E invece no! Quel cretino doveva proprio lasciarla, a Natale per di più". E così l'idea di poterla avere anche solo una volta si era manifestata prepotentemente. Non era amore, lo sapeva benissimo, ma solamente la possibilità di assaggiare quel frutto così a lungo proibito. E poi c'era stato quell'abbraccio, lui aveva percepito il respiro di lei aumentare mentre girava leggermente la testa in cerca di..."che cosa? Cosa stava cercando? Meglio non pensarci". Tornò al suo alcool deciso a concludere la serata come se nulla fosse.

Verso le 6 la stanchezza ebbe il sopravvento e lui decise di buttarsi su un divano a dormire. Ma evidentemente quello non era il suo destino, visto che Tina prese possesso di quello attiguo. "Ma porca tr..! Ma proprio qua si deve mettere? Allora lo fa apposta". Fece comunque finta di niente e chiuse gli occhi, aspettando che anche i più tenaci crollassero e spegnessero la luce. Conscio che ormai non sarebbe più riuscito a prendere sonno, si girò verso di lei e trovò il suo viso a una trentina di centimetri che lo fissava. "Ci siamo" pensò lui, e senza dire una parola la baciò. Fu un bacio strano, brutto probabilmente. Lei aveva le labbra secche, lui la bocca impastata dal sapore dell'alcool di dubbia qualità, e l'inclinazione delle teste gli avrebbe procurato un torcicollo a breve. Eppure per loro non esisteva niente di tutto ciò, nemmeno il rischio che qualcuno dei loro amici fosse ancora sveglio e li stesse guardando. Aspettavano da anni quel momento e non sarebbe stata l'assenza di un burrocacao a fermarli. Le lingue iniziarono a intrecciarsi, esplorando ogni angolo più recondito delle altrui bocche. Le braccia si distesero, andando a cercare il contatto tanto agognato. Lui riuscì anche a insinuare la mano sotto la maglietta e a tastare quel seno meraviglioso che in passato aveva sempre e solo potuto osservare dalla scollatura. Il danno ormai era stato fatto, ma il rischio di essere scoperti era troppo grande, per cui continuarono a baciarsi come due sedicenni per un'altro quarto d'ora prima di addormentarsi.

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Esattamente una settimana dopo ci fu il primo incontro. Si erano organizzati per messaggio, non senza qualche difficoltà e qualche litigio. Lui provava qualcosa, lei provava qualcosa. Il problema  era che non sarebbero mai andati d'accordo, troppo diversi caratterialmente e troppe cose in ballo nelle loro vite.
Optarono per un approccio molto "meccanico": lei si presentò a casa di lui in tarda serata vestita di tutto punto e prese subito possesso del divano su cui era stravaccato. I turbamenti emotivi delle ultime settimane la spinsero tra le sue braccia in cerca di conforto, e lui ne approfittò. Si avvinghiarono in maniera quasi animalesca, riprendendo quel bacio che avevano dovuto interrompere a capodanno.
Lui adorava tutto di lei: la chioma bionda fluente come quella di una principessa, il naso leggermente all'insù, il corpo sinuoso e tornito grazie agli allenamenti in palestra. E quel culo, né piccolo né grande, che avrebbe annoverato volentieri come ottava meraviglia del mondo.

Inaspettatamente fu Tina a rompere l'equilibrio, chiedendo in maniera provocatoria uno dei famosi massaggi galeotti che tanto aveva clandestinamente apprezzato. Lui non se lo fece dire due volte e la aiutò a svestirsi, rimanendo a cavalcioni sul suo corpo ormai coperto solo da un reggiseno e dal perizoma.
Iniziò il massaggio dal collo e dalle spalle, senza tralasciare nemmeno un centimetro di pelle, poi scese  fino al fondoschiena bloccandosi lì. Iniziò di nuovo, questa volta risalendo dai piedi fino all'interno coscia, e ammirando il respiro affannoso che le sue mani le avevano procurato. Si fermò nuovamente e ricominciò da capo, non prima però di averle tolto gli ultimi indumenti. Alla vista del suo corpo interamente nudo, il cuore prese a battergli più velocemente ma mantenne il controllo; doveva avere lui il comando. Questa volta però decise di avvicinarsi maggiormente al suo frutto proibito, voleva sentirla implorare di essere scopata.

Il giro fatale fu quello con la bocca. Dopo averle mordicchiato orecchie e collo facendole venire i brividi, ripercorse il tragitto su quello splendido corpo profumato con la lingua, baciandola ogni tanto. Questa volta si fermò e le allargò prepotentemente le gambe.
Lo spettacolo che gli si parò davanti era irresistibile: un culo perfetto, con al centro il buchetto bello liscio che sovrastava la vulva più invitante che avesse mai visto. Vi si tuffò come un animale assetato, doveva sentire il suo sapore. Tina era un lago, mancava solo che iniziasse a gocciolare per quanto era eccitata; ci pensò lui ad assaggiare tutto, seguendo il profilo del suo oggetto del desiderio. Improvvisamente gli venne un'idea, qualcosa che non aveva mai fatto. Risalendo lungo il perineo continuò a leccare fino ad arrivare all'ano. Tina si irrigidì per un momento, anche lei era nuova a questa pratica, ma la sensazione di piacere era troppo grande per non potervisi abbandonare. Per lui fu il via libera, aveva il suo tacito assenso a giocare, leccare e baciare quel luogo inesplorato. Insistette per qualche minuto, cercando quasi di penetrarla con la punta della lingua e lei non disdegnò, arrivando a tenergli la testa per spingersela verso il corpo.

Avrebbe continuato per ore, ma Tina decise di staccarsi e svestirlo con foga. "Aaaahhh, ora tocca a me" pensò lui. Dopo avergli dato un lungo bacio per sentire il suo sapore sulle labbra, scese con la lingua per stuzzicarlo. Le ultime gocce di sangue sparse ancora nel suo corpo defluirono definitivamente tra le sue gambe quando lei, senza averglielo ancora toccato, calò la sua bocca sul membro. Per lui fu come tuffarsi in un lago di acqua gelata, l'unica parola che a stento riuscì a uscire dalla sua bocca fu "occazzo".
Lei nel frattempo ci aveva preso gusto, senza mai usare le mani aveva iniziato a fare su e giù. La mano di lui le teneva la testa per accompagnarla, ma inutilmente visto che succhiava avidamente spingendoselo fino in gola. Poi si staccò, per concedere qualche minuto di attenzioni anche alle palle, che prese a leccare e succhiare.
Lui era in paradiso, la vedeva fissarlo coi suoi occhioni mentre usava sapientemente le sue doti sul suo membro. Riuscì a sussurrare "il miglior pompino della mia vita" prima che lei si ritufasse sull'oggetto dei suoi desideri.

Dopo dieci minuti buoni passati a gustarselo, Tina si tirò su e salì a cavalcioni su di lui, lasciando scivolare pian piano il suo arnese dentro di lei. "È un po' stretta" pensò lui "ma è un lago", contento che in lei l'eccitazione fosse ancora a livelli altissimi. Lei invece si lasciò sfuggire un mugolio mentre il membro si faceva strada dentro il suo corpo. Lui resistette poco al ritmo lento e delicato che lei imponeva, prima di iniziare a fare a modo suo: la prese per le cosce allargandogliele e iniziò a pomparla con decisione, mentre affondava il viso in mezzo a quei due seni meravigliosi che si trovava davanti.

Tina era in balìa di lui e dei suoi movimenti, il suo piacere aumentava con il numero di colpi che le dava. Fu quasi senza accorgersene che si ritrovò a novanta. Lui l'aveva girata, voleva possederla e rendere indimenticabile quella serata. La prese per i capelli e ricominciò con ancora maggior foga a scoparla. Lei si sentiva sottomessa e, per quanto non fosse nelle sue corde, questa cosa la eccitava tantissimo. Non ci volle molto prima che quel sesso così selvaggio e animalesco la portasse all'orgasmo: inarcò la schiena e venne tra gemiti e spasmi, prima che il suo corpo si afflosciasse.

Appena riprese il controllo del suo corpo, si alzò dal divano dicendo "voglio stare comoda" e prese a salire le scale a chiocciola che portavano alla camera da letto. Lui le corse praticamente dietro e ammirò per tutta la salita quel corpo meraviglioso che lei muoveva sinuosamente per provovocarlo. Tina si distese supina, spalancando le gambe davanti a lui, il quale percorse gli ultimi metri come un centometrista olimpionico. Si posizionò sopra di lei e, mentre le stuzzicava i capezzoli con morsi e colpi di lingua, glielo spinse di nuovo dentro. Utilizzò un ritmo lento questa volta, ma cercando di farglielo entrare il più possibile.
Dopo qualche minuto, però, la voglia aveva già preso il sopravvento. Le alzò le gambe, appoggiandosele sulle spalle, diede qualche bacio ai suoi piedi, e poi iniziò a penetrarla sempre più forte. Ogni tanto lo tirava fuori, osservando il corpo di lei che sussultava, e con la mano glielo strofinava sul clitoride. Riuscì a farlo per poco, perché lei decise di prenderlo in mano e guidarlo nuovamente dentro al suo corpo.

Qualcosa era cambiato, lo percepiva. Aveva preso lei il comando delle operazioni, come se le si fosse risvegliato un fuoco dentro. Tina lo fece stendere e salì nuovamente sul suo arnese; ma questa volta, anziché lasciare che fosse lui a prenderla, gli bloccò le mani sopra la testa. I loro corpi erano a contatto, potevano sentire il calore l'uno dell'altra. Lui trovava eccitante questa nuova piega che stava prendendo il loro intreccio di corpi, quando lei improvvisamente iniziò a muovere solamente il culo su e giù.
"Oddio, mi sta scopando...mi sta twerkando sul cazzo" pensò lui ormai in estasi. Aveva le mani bloccate, l'unica cosa che riuscì a fare fu quella di spingere il bacino in modo da entrare ancora meglio dentro di lei. Fu come premere un interruttore: Tina aumentò sempre di più la velocità, scopandolo con foga. A un certo punto lui vide i suoi occhi dilatarsi e un'espressione che avrebbe definito di stupore dipingersi sul volto. Senza muovere un muscolo e con un sorriso compiaciuto si gustò la scena di lei che veniva per la seconda volta e si abbandonava addosso a lui esausta.

Dopo aver ripreso il controllo della situazione e averla posseduta rigirandola in diverse posizioni, sentì che era il suo turno. Le disse un semplice "sto per venire". Lei lo fece stendere e senza dire una parola glielo prese in bocca. Lo succhiò avidamente, massaggiando anche le palle, fino a quando lo vide inarcarsi con una smorfia sul volto. Qualche centesimo di secondo dopo arrivarono anche gli schizzi: tanti, caldi e densi, che le riempirono la bocca. Diede ancora qualche colpetto di lingua per far uscire tutto e poi ingoiò. Infine si stese di fianco a lui, che la abbracciò.

"Wow" disse lui.
"Abbiamo fatto una cazzata?" lei rispose.
"Assolutamente sì".
"È sbagliato?".
"Assolutamente sì".
"Quindi questa sarà la prima e unica volta?".
"Assolutamente no".
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