Lui & Lei

Anna


di Salefer
09.06.2017    |    14.235    |    1 8.8
"La ragazza era di statura media, con lunghi capelli castani, che quella sera erano leggermente mossi, come se lasciati asciugare naturalmente dopo una..."
Erano le nove e mezza di una calda, ma non afosa, sera di luglio, Andrea aveva appena accolto in casa la ragazza, le mancava, non si vedevano da due settimane, a causa
della maturità e di altri casini che assorbivano il tempo di entrambi. Anna lo aveva
sempre aiutato, ascoltando ogni minimo problema, lo stesso cercava di fare lui. La
ragazza era di statura media, con lunghi capelli castani, che quella sera erano
leggermente mossi, come se lasciati asciugare naturalmente dopo una doccia
rinfrescante. Profondissimi occhi castano scuro ed un paio di labbra prive di alcun
ornamento o trucco completavano il tutto. Andrea pensava che la sua amica
fosse veramente carina, adorava la forma e la morbidezza delle sue labbra,
oppure quando i capelli le ricadevano con grazia dinnanzi alle spalle. Un'altra
cosa che Andrea adorava di Anna era il fisico, il ragazzo aveva un feticismo mai
sazio per il sedere femminile; quello di Anna incarnava perfettamente i suoi
desideri, adorava la forma di quel culo, che ostentava bellezza da ogni angolo.
Andrea aveva spesso potuto godere di quella vista mentre era fasciata da un paio
di leggings neri, che aggiungevano ulteriore carica erotica ai movimenti della
ragazza, già estremamente sensuale senza alcun orpello; ma in un occasione
aveva avuto la fortuna di poterlo vedere in un paio di pantaloncini sportivi molto
corti. Non se lo sarebbe mai dimenticato. Andrea avrebbe voluto scoprire quel
porto di rotondità e pastosità con ogni suo senso. Sovente la ragazza lo
richiamava a causa di alcuni abbracci che si spingevano troppo in giù, anche se
non le provocavano troppo fastidio. Anna gli confidava tutto, desideri, problemi,
paranoie; come quella che la ragazza si faceva sul suo seno, una prima,
sicuramente non molto grosso e prorompente, ma in linea con la delicatezza
della ragazza. Quando stava con lei Andrea si sentiva veramente bene, ogni
problema era ridimensionato, e quando la ragazza lo abbracciava, una calma
olimpica pervadeva il suo cuore. Le voleva davvero bene.

Quella sera avevano in programma di fare due chiacchiere, nulla di speciale. Gli
esami erano finiti, l'estate era appena iniziata. I due amici si trovavano soli in casa,
seduti sul comodo, ma oramai vecchio, divano. Anna indossava una maglietta a
righe bianche e blu ed un paio di shorts di jeans. Andrea non le staccava gli occhi
di dosso, e, nonostante il caldo, l'abbracciava, poggiando la testa sul suo seno.
Sentiva il battito cardiaco regolare, ma lievemente veloce, della ragazza. Stavano
parlando di cose di poca importanza, quando Andrea iniziò a giocare con una
ciocca di capelli di Anna, cosa che faceva spesso. Li spostava da una parte
all'altra, godendo del profumo che emanavano. Si sentiva in paradiso. D'un tratto,
come sotto incantesimo, il ragazzo si avvicinò sempre più al collo della ragazza,
poggiando dolcemente le labbra sulla morbida e candida pelle di Anna. La
ragazza si irrigidì per un momento, alzando gli occhi verso l'alto. Andrea aveva
rotto la promessa. Anna chiese all'amico di smettere, ma il ragazzo non riusciva,
gli mancava troppo il contatto con la pelle della ragazza. Avrebbe voluto
esplorarne ogni centimetro quadrato. L'impeto del ragazzo prese il sopravvento,
Anna chiuse gli occhi, emettendo silenziosi respiri, mentre il cuore le batteva
lievemente più forte. Sperava che il tutto finisse presto, o almeno che l'amico non facesse
troppi danni. Andrea risaliva lentamente il collo della ragazza, strusciando di
quando in quando le labbra. Più si avvicinava alla bocca di Anna più il suo respiro
si faceva strano, voleva baciarla ancora, voleva sentire di nuovo l'inebriante
ubriachezza provocata da quel fugace intreccio di lingue che si erano scambiati
solo qualche mese prima. Mentre pensava a ciò, giocherellava con l'orlo inferiore
della maglietta della ragazza, per passare poi a massaggiarle la pancia.
D'improvviso Andrea si fermò, colto da un momento di lucidità. Il ragazzo ritornò ad
abbracciare l'amica, constatando che i baci avevano avuto effetto sulla ragazza, il
battito del suo cuore era decisamente più veloce, i respiri più profondi, l'abbraccio
più stretto.
Intanto la mano di Andrea si faceva strada sull'addome della ragazza,
solleticandola. Anna si lasciò sfuggire uno squittio di soddisfazione, ed un sorriso
riempì la sua bocca. Le dita le stavano descrivendo piccoli cerchi attorno
all'ombelico, per poi risalire verso lo stomaco, e nuovamente ridiscendere, in una
lenta, ma costante, danza sul ventre. Andrea riprese con i baci sul collo nell'esatto
punto in cui si era staccato. Scendeva e risaliva, in sincrono con ciò che avveniva
più in basso. Anna era rapita dai movimenti del ragazzo, tutta la situazione la
scombussolava non poco, ma le piaceva davvero, si sentiva desiderata.
Incrementando lentamente il diametro dei cerchi Andrea infilò la mano nel
reggiseno della ragazza, tastando la consistenza del contenuto. Ormai nessuno
dei due aveva più freni, avevano superato il punto di non ritorno. Anna si tolse
velocemente la maglietta, rivelando un candido reggiseno privo di fronzoli. Andrea
scese, passando dalla base del collo all'incavo della spalla. Per ricongiungersi con
le dita, che stavano ancora esplorando il seno della ragazza, Andrea percorse il
torace della ragazza in punta di lingua, disegnandole complessi arabeschi sulla
pelle. Ormai si trovavano in posizione distesa, lei sotto, preda degli attacchi di lui,
avvinghiati come due animali eccitati. Andrea la stringeva forte, preda di
sentimenti contrastanti, quando sussurrò all'orecchio di Anna:

"Voglio fare l'amore con te"

La ragazza, come sbloccata da quella frase, si alzò in piedi, il reggiseno
scomparve istantaneamente, rivelando due piccoli capezzoli di un rosa
lievemente più intenso della pelle della ragazza. Andrea interruppe Anna
prendendola per mano mentre si stava slacciando il primo bottone degli shorts. Si
guardavano negli occhi, entrambi curiosi, ma anche un poco impauriti, di scoprire
queste sensazioni che si stavano facendo strada nelle loro menti. Si erano ridistesi
sul divano, in posizione opposta rispetto a prima, la ragazza si trovava sopra, con
le mani appoggiate alle spalle del ragazzo, che era impegnato a succhiare
dolcemente un capezzolo, mentre tormentava l'altro con tutta forza, come se ne
andasse della sua vita, scambiando frequentemente i due approcci.
Andrea estrasse il pene dai boxer, provava dolore per l'erezione prolungata. Era
un pene nella media, lungo e largo il giusto, ma con un evidente allargamento
nella zona mediana. Era ancora vergine, e aveva un accenno di fimosi. Il ragazzo,
finalmente, baciò intensamente la ragazza, con una foga mai immaginata prima
da lui, solitamente calmo, intrecciando le lingue in un turbinio d'eccitazione ed
emozioni; Andrea sentiva il bisogno di proseguire all'infinito, era assetato di quelle
labbra, della piccola lingua della ragazza, così in contrasto con la sua, lunga e
ruvida. Il tutto aveva un sapore veramente dolce. I due, staccatisi dal bacio, si
fissavano negli occhi con uno sguardo che significava qualcosa in più di semplice
amicizia. I loro visi erano molto vicini, ed un sorriso di gioia si schiuse dalle labbra
di entrambi, spazzando via ogni timore. Lei sembrava un angelo, soave come
poche cose al mondo. Anna prese in mano il sesso di Andrea, segandolo
lentamente con un semplice movimento verticale, mentre gli carezzava il viso con
l'altra mano, baciandolo sulle guance. Il ragazzo, intanto, era ritornato sul seno
della ragazza, impastando con la mano sinistra il seno destro di Anna, che ora si
trovava a cavalcioni. Andrea strinse con vigore la natica sinistra di Anna,
assaporando ogni singolo impulso provocato da quel tempio di morbidezza. Lo
fece ancora ed ancora, ogni volta era meglio della precedente, perché Anna, ad
ogni presa ansimava sempre più forte, provocando in Andrea una fame
inimmaginabile. I due continuarono a baciarsi per un tempo indefinito, incuranti
di tutto quello che avevano attorno, concentrati solo sul provare piacere e farlo
provare all'altro. Il pene di Andrea vibrava, vicinissimo all'orgasmo. Bloccò
la ragazza, chiedendole di aspettare ancora, voleva resistere. Bastò poco
tempo alla ragazza per ritrovarsi senza shorts, indossando solo un carinissimo
paio di mutandine blu scuro. Anna fece un giro su sé stessa, come una ballerina classica, scuotendo lievemente il sedere, che ormai calamitava la vista del ragazzo.
La ragazza si inginocchiò, prendendo
dentro di sé il pene del ragazzo, ormai prossimo all'eiaculazione. Anna succhiava
il glande di Andrea, gettandosi con veemenza verso la base del pene, per
prenderne il più possibile. Passava l'asta con la lingua, infilandola anche nel
prepuzio del ragazzo, il tutto mentre gli massaggiava i testicoli. Andrea non
resistette molto a questo trattamento celestiale, e con un grugnito esplose, come
non faceva da moltissimo tempo, Dei cinque schizzi densi che il pene di Andrea
proiettò verso il cielo, solo uno colpì la ragazza, sulla guancia sinistra, mentre
un secondo le finì in bocca, poiché non avvertita dell'imminente sborrata. Il
ragazzo baciò appassionatamente la ragazza subito dopo il pompino,
scambiandosi saliva e sperma. Una complicità stupenda ormai li univa. Deciso a
contraccambiare, Andrea fece posizionare Anna a quattro zampe, le scostò
delicatamente, ma con decisione, le mutandine dal tesoro che lo stava
aspettando.

Iniziò a baciare tutto quello che trovava a tiro, passava dall'interno coscia alla cima
della natica con una velocità disarmante, avvicinandosi sempre di più al santuario
del godimento di lei, facendole covare il desideri. Andrea adorava mordicchiare il
sedere di Anna, assaporare quella lattea pelle che tanto bramava. Avrebbe voluto
morderla più forte, ma temeva di farle male, oppure di lasciare dei segni. Tolse del
tutto le mutandine alla ragazza ed iniziò a banchettare con la sua vagina. Anna
era completamente depilata, le grandi labbra, gonfie, pulsavano bisognose di
attenzioni mentre grondavano umori. Il profumo del suo sesso lo faceva andare
fuori di testa, bestializzandolo e facendo emergere gli istinti primordiali di
predatore. Andrea baciò la vagina della ragazza, infilandovi la lingua in
profondità, come scavando nella sua intimità ed emulando i baci di poco prima.
Anna allargò di poco le grandi labbra, rivelando il clitoride eretto e le delicate e
rosse piccole labbra. Andrea continuava a leccare mentre massaggiava il culo
scultoreo della ragazza, non dandosi pace, ebbro di eccitazione, come Anna, che
si contorceva ed emetteva lievi ansimi di godimento. La ragazza aveva la schiena
totalmente inarcata, con il sedere che le puntava verso l'alto, vogliosa di nuovi
stimoli. Sentiva delle piccole scariche elettriche che le attraversavano il corpo
dopo ogni colpo di lingua. Si sentiva davvero bene, ma voleva di più, voleva
raggiungere il massimo piacere. Il ragazzo era molto inesperto, ma eccitato e
volenteroso. Anna indicò ad Andrea i punti che le provocavano sussulti più
intensi, guidandolo in una sorta di caccia al tesoro. Una scossa d'intensità
maggiore delle altre penetrò il cervello di Anna, provocandole un orgasmo. Erano
entrambi pronti. Andrea baciò dolcemente Anna sul viso, tenendola stretta per
tutta la durata dell'orgasmo. Anna, ancora a pecorina, invitò il ragazzo ad entrare
dentro lei.

Andrea, ritornato eretto e duro come non mai, appoggiò il glande alle pieghe
della vagina di Anna, entrando dolcemente. La ragazza non era vergine, perciò
avrebbe potuto anche avere un approccio più deciso, ma Andrea voleva godersi
ogni singolo centimetro che stava entrando nel corpo dell'amica, sentirne le
reazioni, baciarla intensamente, scorrere le dita sulla sua schiena. Iniziò
lentamente a pompare, mentre Anna subiva l'efficacia dei colpi. Andrea aumentò
la velocità, schiaffeggiando Anna sulle natiche e strizzandole un capezzolo.
Entrambi ansimavano rumorosamente, nudi ed eccitati, in preda alla follia
sessuale, avviluppato l'uno sull'altra, in un climax di sensazioni che si avvicinava
sempre più. Le menti dei due giovani erano fuse in una sola, proiettate verso
l'edonistico obbiettivo del puro e completo appagamento dei sensi.
E così venne.

I due, ancora nudi, si abbracciavano mollemente, coccolandosi a vicenda, felici.
Avevano ripreso a parlare, come se non fosse accaduto nulla. Dopotutto erano
migliori amici, ed avevano appena condiviso la più bella delle esperienze.

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