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Lui & Lei

Debutto Tardivo


di Solotre2012
01.08.2013    |    4.269    |    1 9.9
"Senza di te non mi scopo nessuno..."
Sulla mia e-mail ho trovato molti giudizi lusinghieri sui miei racconti:Vi ringrazio. In particolare tre lettori hanno molto insistito per avere più notizie sul mio conto e sulla mia vita. Ho deciso di accontentarLi, ma non son sicura di avere esperienze di gioventù molto “interessanti”. In più il racconto non l'ho corretto. Abbiate pazienza.

Sono castana , alta 1,65 mt. seno quasi 4a misura e un culo molto tondeggiante. Ho una forte somiglianza con l'attrice Jenny Tamburi, la conoscete? Ho avuto un'educazione molto cattolica, violentemente repressiva. A 18 anni un ragazzo di città mi propose un fidanzamento con lui. L'idea di avere un fidanzato mi piaceva e risposi: sì.
Questo imbecille lo disse a tutto il paese e la notizia arrivò all'orecchio di mio padre, con il risultato che presi tante botte e per tutta l'estate uscii accompagnata sempre da mia madre o da mia zia.
Io e il mio “fidanzato” non c'eravamo neppure sfiorati.
Fino a quest'età non avevo avuto alcun contatto sessuale, non avevo mai visto un cazzo dal vivo e la mia figa era sconosciuta al mondo: qualche balletto tra studenti, un po' più stretti, tutto qui.
L'anno dopo il “fidanzamento” ebbi il primo contatto sessuale con un uomo, fu molto casuale.
La famiglia di una mia amica di liceo aveva un negozio di scarpe. Un giorno andai con lei al negozio per provare un paio di stivali in saldi. Erano altissimi , tacco 12cm., da zoccolona navigata. Poichè erano stretti e non riuscivo a farli salire sulle gambe, il padre della mia amica mi aiutò a tirarli su. Gli scappò la presa e incidentalmente mi scoprì le cosce fino alla figa. Io pensavo agli stivali e non mi coprii le cosce. Lui allora continuò a tirare su gli stivali, poi li lasciò e mi ficcò una mano tra le cosce. Salì fino alla figa opportunamente protetta dalla mutandina. Mi sussurrò “apri meglio le cosce” e io lo feci ma non so perchè. Mi girai a cercare la mia amica, ma lei era nell'altra stanza. Lui incastrò la mano tra figa e cosce e premeva contro il clitoride. La figlia tornò e lui tolse la mano tirandomi giù la gonna. Disse “ Questi stivali non vanno, sono troppo stretti. Vieni in settimana aspetto nuovi arrivi”. Pensai “ Ma se sta arrivando l'estate... Arrivi di stivali invernali?”. Non tornai. La sera mi masturbai ricordando la sensazione di quella mano maschile. Ero solita toccarmi spesso e fantasticavo, ma non l'avevo mai fatto su un fatto reale. Mi bagnavo ed ero convinta che quello fosse l'orgasmo. Riassaporando quella mano maschile tra le mie cosce qualche settimana dopo riuscii a provare il primo orgasmo vero della mia vita.
Sarò malata ma su quell'esperienza ci ho “campato” per circa due anni, quanti orgasmi! Ancora oggi qualche volta mi ricordo e... funziona ancora.
L'anno dopo vidi il primo cazzo dal vivo, non era in erezione ma era bello lo stesso. Lo vidi e basta, anzi lo vedemmo ero insieme alla mia amica del negozio di scarpe.
Era Maggio ci preparavamo agli esami. Andavamo a mare, non c'era gente e si stava tranquille. C'era un giovane bagnino tunisino molto ben dotato, almeno così dichiarava il suo costume.
Avevamo fatto amicizia con lui e la mia amica spesso commentava con me “la notevole attrezzatura” del giovane africano. Un giorno che ravamo sedute sulla sabbia all'ombra di un chioschetto ancora chiuso, la mia intraprendente amica improvvisamente chiamò il ragazzo con un movimento della mano Lui si avvicinò e Lei lanciò a bruciapelo ” Ci fai vedere il tuo cazzo? Dài tiralo fuori, non abbiamo mai visto un cazzo nero”.
Il ragazzo era interdetto, anch'io! Aveva capito bene la richiesta e restò immobile.La mia amica si avvicinò a lui e con dolcezza gli abbassò il costume. Uscì un lungo serpente penzolante, ma bello. Lei lo prese in mano e disse “meglio di come pensavo”. Lui in fretta si alzò il costume e scappò via. Le dissi “ ma che cosa t'ha preso? Io non ci torno più qui” Lei Mi rintuzzò “Sei un'imbranata. Hai visto che grande cazzo, immaginalo in erezione... Domani gli faccio un pompino con il preservativo”. Naturalmente ritornammo più a quel lido.
Dopo quell'esperienza mi sentivo pronta al grande salto e quindi al ritorno in paese mi “fidanzai” per la seconda volta, avevo circa 20 anni. Andò meglio della prima volta , qualche bacio e toccate di seno. Non riuscivamo mai ad appartarci. Un giorno andammo al cinema in paese, naturalmente noi ragazze entravamo insieme e i ns. fidanzati ci aspettavano già nel locale. In quest'occasione il mio fidanzato mi baciò il seno senza togliermi il reggiseno. La settimana dopo nello stesso cinema lui si aprì i pantaloni e portò la mia mano sul suo cazzo. Glielo impugnai ma non sapevo cosa fare, e restai ferma con il cazzo chiuso nel palmo della mia mano. Dopo qualche minuto allentai la presa, lui capì che non volevo fargli una sega e si chiuse i pantaloni. La settimana successiva iniziarono i corsi all'Università e io andai a vivere in città: fine del secondo fidanzamento. Studiavo a sufficienza e la sera i “paesani” che erano nella mia stessa condizione mi invitavano ad uscire. Nei primi tre mesi ebbi quattro dichiarazioni d'amore, tre esplicite richieste sessuali e una mano in culo in autobus.
Mi mantenni pura, ma non certo per aspirazioni di santità. Ero pienamente consapevole delle mia vocazione alla zoccolaggine, ma rinunciavo perchè non avevo il coraggio di dichiarare la mia verginità , ne avevo vergogna. A Natale ritornai a casa e in questo periodo incontrai il cugino di una mia amica di cui ero invaghita da quando avevo 13 anni. Parlammo un po' e ci demmo appuntamento in città, al mio ritorno. Lui aveva 6 anni più di me e viveva in un appartamento da solo.
Non sapevo neppure se fosse libero o fidanzato, ma erano circa 7 anni che me lo volevo scopare, era scritto negli astri :l'avevo scritto io! A febbraio casualmente ci incontrammo al MPS. La sera stessa uscimmo e andammo in pizzeria. Al ritorno mi accompagnò a casa e ci demmo appuntamento per il sabato. Il giorno dopo invece mi bussò al citofono e lo feci salire su, ero sola in casa. Gli offrii il caffè e dopo la sigaretta la situazione si complicò. Si avvicinò e ci baciammo a lungo. In effetti erano per me i primi baci veri della mia vita. Non facemmo altro, anche il giorno dopo facemmo solo quello. Il sabato arrivò e ce ne andammo al mare. Io ero molto arrapata e al ritorno salimmo in casa ma... Iniziò a toccarmi le cosce, avevo paura e non volevo dire la verità. Quando cercò di abbassarmi il collant, lo fermai con la mano e dissi “ Può arrivare Sonia la mia collega” .
Lui ribattè “ Ma se non c'è mai, non l'ho mai vista perchè dovrebbe arrivare proprio ora?”.
Eravamo in piedi io avevo la gonna alzata e i collant mezz'abbassati, ma poco. Cercò di infilarmi la mano sotto gli slip, ma io gli rendevo difficile l'operazione.
Tolse la mano, mi baciò ancora ma senza voglia e andò via. Per due giorni non ne ebbi notizie, mi convinsi che aveva capito che io non lo desiderassi. Presi il coraggio con tutte e due le mani e andai a cercarlo dove lavorava. Appena mi vide mi salutò contento ma complessivamente freddo. Ci demmo appuntamento per la sera ma quando uscimmo fu troppo educato a conferma della mia ipotesi iniziale. Arrivati sotto casa gli dissi “Non sono mai stata con un uomo, la mia figa non la conosce nessuno il massimo l'ho fatto con te. Tutto qui.”.
Lui intervenne e disse “Già lo sapevo”. Io mi stupii e gli chiesi” Come sai che io sono vergine?”. E Lui “ Tua madre lo dice sempre, lo sa tutto il paese”. Restai a bocc'aperta per lo stupore, ma mi ripresi subito e chiosai” Ci tengo a comunicarVi a te a mia madre e alle tue cugine paesane che a me il cazzo piace molto. Se avete riso di me pensando che fossi lesbica, vi sbagliate!”.
Uscii dall'auto sbattendo la porta. Il giorno dopo alle 20.30 circa sentii suonare il citofono, ero al settimo cielo per l'emozione. Era lui e lo feci salire. Mentre sorbivamo insieme il caffè lui mi disse “ Non faremo nulla che tu non voglia fare” . Gli credevo diventai un'altra persona. Poco dopo mi avvicinai e lo iniziai a baciare. Lui scherzosamente disse “ Weeee può arrivare Sonia” ma io subito opposi “ Resta fuori alla porta, non apro” e scoppiammo a ridere. Quando si alzò e stava per andare via, iniziammo a giocare seriamente. Stavolta ero docile, gli presi la mano e la avvicinai
alla figa. Iniziò a toccarmi sopra il collant ma dopo un po' me lo abbassai da sola.
Tolse la mano, si aprì i pantaloni e cacciò fuori un bel cazzo sebbene non al massimo dell'erezione. Abbassò un altro po' il collant e si schiacciò contro di me. Sussurrai “ e' pericoloso” Lui disse “Non aver paura, se non vuoi lo tolgo”.Non risposi. Mise il suo cazzo tra le mie cosce senza togliermi la mutandina, era il primo cazzo della mia vita. Iniziai a sentire un calore interno che diventava sempre più intenso.Lui mi baciava il seno e pompava sempre di più. Ad un certo punto si scostò prese la mia mano e l'appoggiò sul suo cazzo. Pensava che almeno una sega la sapessi fare , ma si sbagliava. Io tolsi la mano dal suo cazzo e me lo misi tra le cosce. Lui se ne venne e io sentii il seme caldo tra le mie cosce. Sebbene non me ne fossi venuta ero al settimo cielo. Restammo uniti e lui ruppe il silenzio sussurrandomi affettuosamente”Che puttanone!”. Pensava che avessi voluto dimostrare che non fossi “handicappata”.
Pensai “Che stronzo”, ma non glielo dissi. Lui andò via e, restata sola, mi assalirono tutte le paure possibili. Corsi in bagno a lavarmi. Mi guardai e provai piacere nel guardare la mutandina macchiata di sperma. Mi lavai e andai a letto portando con me lo slip. Mi masturbai odorandolo e me ne venni con la stessa intensità di un amplesso. La mia amica Sonia tornò dal paese e la disponibilità della mia casa finì. Non volevo che la mia amica sapesse la “novità” e poi ero gelosa. Ci spostammo a casa del mio amore nonostante nel condominio ci fossero delle amiche della mia famiglia che non dormivano mai. Non restavo a tutta la notte con lui per evitare pettegolezzi anche da parte di Sonia . Ormai ero una drogata di cazzo, lo prendevo ogni giorno e non mi bastava mai. Lui mi dava sicurezza, io ero molto attiva ormai scopavo nudissima. Al suo compleanno gli feci promettere di tenere gli occhi chiusi e gli regalai un pompino, il primo della mia vita. Venne magnifico, lo sperma aveva un ottimo sapore anche se un po' salato. Dopo non sapevo cosa fare, avevo vergogna. Lui lo capì e mi porse un fazzolettino.Non sapevo se lo potessi baciare o no. Lui capì anche questo mio problema e lo risolse basciandomi.Da quel giorno tutto diventò più semplice. Un giorno mi misi sopra di Lui e feci entrare nella mia figa la testa del suo cazzo. Gli chiesi di non venire, non so come ci riuscì. Mi masturbavo con il suo cazzo fino all'orgasmo. Non potevamo andare avanti così e venne il grande giorno. Tornavamo dal mare ed eravamo già molto abbronzati.A lui l'arrapava molto i segni del costume e si metteva spesso dietro di me incastrando il suo cazzo in mezzo al mio culo. Non aveva mai tentato di penetrarmi anche se entrambi ne avevamo voglia. Quel giorno mentre mi stava idratando le cosce con il latte doposole, mise un po' di cosmetico sul suo cazzo e molto all'interno dei glutei. Appoggiò il suo cazzo sul buchino del mio culo e poiché io non protestai spinse e fece entrare il prepuzio. Si fermò e aspettò. Impaurita ma desiderosa con un fil di voce gli dissi “continua, ma piano”. Lo fece entrare un altro po' e poi tutto. Iniziò a chiavarmi in culo ma con dolcezza. Non avevo sentito alcun dolore e sentivo un piacere nuovo. Volevo arrivare all'orgasmo ma non sapevo se ci potessi riuscire. Per molto tempo continuò a chiavarmi. Il suo cazzo divenne più duro e io lo incitai “vieni non uscire, vienimi dentro”. Si eccitò a tal punto che senza spingere se ne venne. Mi restò dentro fino a quando l'erezione non diminuì. Finalmente era accaduto, ero ancora vergine in figa ma avevo il culo rotto. Dopo circa un'ora iniziò un forte bruciore che durò molto tempo. Due giorni dopo lo rifacemmo ma stavolta nessun dolore né prima né dopo. Mi chiavava molto bene ma io non riuscivo ad arrivare all'orgasmo. Dopo molte inculate da dietro, provai a mettermelo nel culo stando sopra di lui. Tenevo il cazzo in culo e mi strofinavo con la figa sul suo pube. Mi piaceva ma non riuscivo sempre a venire. Dopo qualche settimana di intensa attività riuscimmo a capire quale fosse la strada sicura per il mio orgasmo. Doveva incularmi con forza e violenza. Mi sbattevo selvaggiamente e mettendo una mano all'indietro sulla sua schiena per dettargli i tempi. Lui iniziò ad usare una pomata anestetica per prolungare il tempo di penetrazione. Il mio orgasmo più soddisfacente avvenne quando mi morse a sangue il collo mentre mi inculava , entrambi in piedi. Altre volte lo spingevo lo eccitavo confessandogli la voglia di essere chiavata da più persone contemporaneamente. Arrivò l'estate e me ne tornai a casa, in paese. Lui venne a metà agosto ma non riuscimmo neppure a toccarci per la costante presenza di rompiscatole.
Dopo qualche settimana tornai in città e appena arrivata mi venne un'immediata ansia di cazzo. Andai a cercare il mio Lui ma lo stronzo non c'era. Restai in zona ma gli telefonavo ogni 10 minuti , ma lui non c'era.
A sera tornai a casa mia e mentre stavo cenando squillò il citofono.Era lui e mi disse “Scendi”. Immediatamente mi catapultai per le scale e gli saltai addosso sotto il palazzo. Ci baciammo con tanto ardore. Mi chiese se avessi cenato, annuii. Decidemmo di passare la notte a casa sua, i vicini pettegoli erano tutti in ferie
(cioè me ne infischiavo). In auto gli toccavo il viso i capelli, la mano ero smaniosa. Appena in casa iniziammo ad amoreggiare, ci spogliammo in piedi e poi nudi andammo a letto. Lo precettai ” Non venire prima di due ore, prometti.”. Lui ripose “ Ci provo ma Tu fai la brava”. Il suo cazzo era già duro abbastanza , me lo misi tra le cosce. Lo girai e mi misi sopra di Lui come facevo spesso. Con una mano gli tenevo il cazzo dritto e lo dirigevo nella figa. Il prepuzio dentro di me era una vecchia conoscenza e ogni tanto Lui lo toglieva perchè stava per venirsene. Io, per evitare crolli, gli porgevo il seno e glielo facevo mordere.
Era una giostra :io riprendevo il cazzo e lo rimettevo un po' in figa. Lui sudava e non risucendo a trattenersi lo toglieva. Cercai di prenderglielo in bocca ma Lui appena sentì la mia lingua ebbe un sussulto, mi scostò e mi disse “così non reggo”.
Sempre giocando col cazzo gli chiesi “Quante te ne sei fatte in mia assenza?” Lui non rispose . Intanto rimisi la testa del suo cazzo in figa e riproposi la domanda “Allora ? Rispondi, quante? ” Non rispose.
Continuai “Al paese Io mi sono fatta l'ex ragazzo di una mia amica. Dai racconti di Lei sapevo già che aveva un cazzo grosso e che gli piacevano i pompini. E' vero sono sincera, vuoi sapere? E' accaduto dopo che Tu te ne tornato qui. Solo sesso, nient'altro.” Lui disse
“Continua ”. Ero ai limiti dell'eccitazione e il cazzo dalla figa questa volta me lo tolsi io stessa.
Mi raffreddai un po' e mi rimisi sopra di lui, ma tenendo il cazzo fuori . Lo strofinavo sul clitoride e ripresi il racconto “ Lui e la mia amica non si interessano più. Non so se scopano qualche volta, a lei non l'ho mai chiesto. Siamo andati in pizzeria con amici e al ritorno Lui ha accompagnato a casa la sua ex, un'altra amica e me. La prima a scendere è stata la sua ex poi l'altra amica e infine me. Ci siamo fermati nei pressi di casa e con il motore acceso mi ha aggiornato sulla sua vita. Credo che gli interessasse rendermi sicura che la mia amica , la sua ex, non si ingelosiva se tra noi... Mi teneva una mano su un ginocchio e continuava a parlare. Io pensavo al suo cazzo che mi era stato ben descritto. Decisi “Se si apre i pantaloni gli faccio un pompino con i fiocchi”. A questo punto del racconto il mio amore mise il suo cazzo in figa e disse “adesso non ti garantisco più nulla” Il suo cazzo era diventato d'acciaio ed io iniziai a premere forte. Mentre facevo ciò dissi “ Sembra che ti piaccio puttana, vuoi sapere se me lo sono fatta?. Continuo?Ok. Lui mi iniziò a toccare un po'ma poichè la stituazione non progradiva gli misi una mano sul cazzo che era ancora nei pantaloni. Lo feci uscire, era abbastanza grosso. Credo che Lui si accontentasse di un pompino o anche solo di una sega.
Io invece mi sfilai gli slip e mi girai sul sedile mostrandogli il culo nudo. Il resto non ho il coraggio di dirtelo, immaginalo!”
A questo punto lui mi tenne ferma per poi uscire , se ne stava venendo .
Io mi scostai e gli strinsi forte il cazzo con le dita e l'erezione diminuì. Lui si mosse e mi mise
sotto di lui. Poi mi tirò fino alla sponda del letto, avevo i piedi che toccavano terra e la figa tutt'aperta.
Lui si inginocchiò fuori dal letto e cercò di mettermi il cazzo in figa ma l'altezza non corrispondeva. Prese un cuscino e poi ne prese un secondo e se li mise sotto le ginocchia: il suo cazzo era perfettamente in linea con la mia figa. Entrava ed usciva ma io volevo di più. Con le gambe alzate gli cinsi il collo, ero tutt'aperta. Lui iniziò ad ansimare ed io lo eccitavo sbattendomi come una selvaggia. Gli aprii la figa quanto più era possibile e iniziai con le gambe a tirarlo sempre più dentro. Gli dissi “Non uscire, non uscire”.
Stava venendo e spinse forte .Io, arrapata più di lui premetti fortissimo.Sentii una fitta dolorosa ma solo per un attimo. Avevo un palo nella pancia, finalmente ero stata sverginata.
Lui mi inondò di sperma, eravamo sfiniti e restammo uno nell'altra per diversi minuti. Quando ci riprendemmo lui mi sussurrò “Credo di non aver mai fatto l'amore con nessuna, come stasera con te. Sei contenta?”. Gli risposi “Sì tanto tanto. Ma forse è meglio che mi lavi un po', anche se non dovrebbe esserci pericolo.” Mi alzai per andare in bagno e lui ingelosito mi chiese ” quando avete deciso di rivedervi tu e il tuo amico?”. Sorrisi e gli risposi “Scemo, non accadde nulla. Credo che Lui aspettasse una mia iniziativa, io una sua. Sono una puttana, ma solo la tua puttana. Senza di te non mi scopo nessuno. Scemo!” Fui contenta della sua gelosia.
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