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Finale di Cazzate troppe


di Solotre2012
31.10.2012    |    11.190    |    1 9.5
"Mi accorsi che aveva polarizzato l'attenzione di tutti i maschietti e questo mi diede un po' fastidio..."
Ritornai al paese e ritrovai tutto intatto come la settimana precedente.
Mio marito non mi telefonò, lo “stronzo” neppure.
Tutti i miei uomini 'afanculo: la perfezione!
In teoria mi dovevo sentire piacevolmente libera da ogni pensiero/legame, in pratica ero sola
e depressa. Avevo perso tutti i miei riferimenti e mi sentivo come annientata, non mi gustavo
più neppure Nutella e Crackers.
Le sagre e feste di paese continuavano. Con quell'aria mortuaria che mi portavo erano spariti tutti i miei fans, tutti tranne uno: l'artista. Era timido e di natura introversa per cui continuava a corteggiarmi con delicatezza. Nel clima dionisiaco paesano perfino le mie amiche mi evitavano solo lui resisteva. Una sera mi invitarono ad una di quelle solite feste per adulti cretini battezzata ” Buio assoluto”. Significava che c'era solo la musica, divieto assoluto di accendere anche un cerino. Non si vedeva una mazza tanto che inciampai tre volte. Mentre mi stavo chiedendo come il Dj riuscisse a vedere i dischi da suonare, un uomo sconosciuto mi prese la mano, mi girò dolcemente e iniziammo a ballare un lento anni '70. Continuavo a non vedere nulla ma dal profumo mi resi conto che era il mio dolce corteggiatore, evidentemente aveva gli occhi a “infrarossi”. Per essere completamente certa dell'identità del mio patner, gli toccai il lobo dell'orecchio sinistro e riconobbi al tatto il simpatico orecchino a mezza luna che indossava fisso. Appena sicura di lui, mi azzeccai di più, ma la mia figa era irriconoscibile, non gradiva la vicinanza di un cazzo: erano 30 anni che non mi accadeva una tale disgrazia.
Capì che non ero pronta e scostandosi un pò iniziò a parlare. Mi disse “ Sei delusa?”. Io risposi “Sì”.Contemporaneamente mi avvicinai e gli schiacciai la figa contro il suo cazzo.
Lui reagì(il cazzo) e io mi iniziai ad arrapare.
Mi accorsi quanto fossero senza infondati miei timori sul mio stato di defunta puttanaggine.
Stranamente, lui invece di toccarmi il culo o farmi proposte sessuali mi baciò.
La sua dolcezza mi colpiva sempre di più. Voleva continuare ma io lo scostai e sussurrai
“No, c'è gente”. Pensai: che strano! In quella situazione mi avrebbe potuto scopare mentre ballavamo e non se ne sarebbe accorto nessuno, ma se continuava a baciarmi qualcuno ci avrebbe visti.

Il suo comportamento tenero mi faceva molto effetto perchè in quel periodo mi sentivo come un cane bastardo e se ad un bastardino gli fai una carezza ti riconosce come padrone perchè nessuno gli dà affetto.
Ballammo a lungo mano nella mano e nient'altro. Erano trent'anni che non mi sentivo così accettata,
non mi interessava il suo cazzo ma la sua bocca. Quando uscimmo era quasi mezzanotte, ci sedemmo in piazza insieme ad altri amici a mangiare tarallini e a bere birra locale non pastorizzata. Be' la serata era finita e verso l'una salutai tutti e me ne tornai a casa. Appena girai l'angolo mi venne un'idea. Io accudivo parzialmente una mia vecchia zia e avevo le chiavi di casa sua. La casa era nel Borgo antico del paese e appena si entrava aveva un cortiletto scuro di circa 10mt. Abitava solo lei e a quell'ora dormiva come al solito. Imboccai la salita e entrai in casa , chiusi il portone. Mandai un sms al mio corteggiatore “vieni al n. x del vicoletto x, il portone lo lascio socchiuso”. Arrivò subito un sms di risposta con scritto “sì”. L'attesa fu breve e dopo 5 minuti lui arrivò. Ero dietro il portone e appena lo vidi lo feci entrare. Sottovoce gli spiegai la situazione, c'era solo un problema da risolvere: una lampadina che dava pochissima luce ma sufficiente per rompere le scatole a noi. Mi alzò per farla spegnere, ma non ci riuscimmo perchè era troppo in alto. L'interruttore era all'interno della casa e io non sapevo quale fosse. Anche in questa situazione stemmo insieme circa mezz'ora, e ci baciammo solo. La sera successiva facemmo la stessa cosa, ma io avevo dimenticato di sistemare la lampadina come gli avevo promesso.
Lui si fece scappare, con voce insicura che viveva in una casa colonica all'entrata del paese , sita in contrada xxx. Io non ero pronta sessualmente, e non risposi perchè volevo prolungare al massimo quel rapporto fatto di carezze e sospiri. Così andò avanti per altri giorni, sesso niente. Una sera mentre cenavamo in piazza insieme a mezzo paese, gli dissi “ oggi ho fracassato la lampadina. Non sono riuscita ad arrivarci per smontarla, ma l'ho rotta con l'asta della scopa”. Lui sorrise . Alla fine della cena lui restò con gli amici e mi avviai. Mi congedai e a lui feci un'occhiata loquace, non c'era bisogno di spiegazione verbale.
Come al solito entrai nel portone e aspettai. Appena arrivò, lo tirai dentro e lo baciai con violenza. Non si vedeva nulla e non mi piaceva. Lui era timido e non si muoveva. Finalmente alzò una mano e iniziò a toccarmi un seno. Continuò così per circa 5 minuti, senza alcun progresso. Presi coraggio e mi sbottonai la camicia. Abbassai il reggiseno gli dissi :baciamelo. In verità intendevo “succhiamelo”, ormai le cose stavano tornando normali. Non prendeva altre iniziative, e io cercai di scongelarlo dicendogli “puoi fare tutto ciò che vuoi , ma stasera solo con la bocca”. Il trovatello
come fulminato mi alzò la gonna fino all'inguine, si inginocchiò mi sfilò il tanga e mi mise la lingua dentro la mia villosa figa. Con le mani “pettinò” i molti miei peli, liberò le grandi labbra e iniziò a interessarsi del mio (o mia) clitoride, non trascurando però l'attaccatura delle cosce.
Tra i miei liquidi e la sua saliva era un pasticcio. Me ne stavo venendo in due occasioni, ma all'ultimo momento l'orgasmo era sfumato. Appena fece entrare la lingua dentro la figa e sentii che... allora per evitare che andasse altrove al momento sbagliato, gli tenni ferma la testa con le
mie mani. Lui leccava , leccava ma avevo una resistenza sconosciuta e non riuscivo a “salire”. Solo dopo un prolungato lavoro di lingua interno ed esterno riuscii ad arrivare finalmente ad un discreto orgasmo. Restammo alcuni minuti lui in ginocchio con la mia figa appoggiata
sul suo viso, era stato molto faticoso per me e anche per lui. Mi ripresi lo alzai e mi inginocchiai.
Gli stavo aprendo la patta dei pantaloni per fargli un pompino, ma lui mi disse “stasera no, volevo fare una cosa solo per il tuo piacere. Stasera mi sono cibato di te. E' bello così”
Me lo sarei mangiato a baci, quanto era tenero!
La sera dopo feci una cosa che non mi sarei mai sognata di fare, almeno lì in paese. Vivemmo la ns.serata pubblica e ce ne tornammo a casa. Io feci un paio di telefonate ad amiche pettegole professioniste in modo che apparisse il n. di casa , e poi uscii di nuovo.
Lui mi aspettava in auto sulla strada principale.
Questa volta andammo a casa sua. Per l’occasione mi ero messa un completino nero velato, autoreggenti (che caldo). Lui mi iniziò a baciare e carezzare, lo fece quasi per un'ora. Non accennava a spogliarmi. Poi iniziò a scoprirmi un seno, io ero già pronta e lo spogliai. Lui stava in difficoltà e scherzosamente mi chiese “stasera cosa posso fare? Cosa hai deciso?” Al tenerello gli era piaciuto il gioco “solo bocca”. Gli risposi “stasera si scopa alla grande” ma in verità pensai “fammi carburare e poi … ti faccio giocare come so “.
Restò in slip, gli cacciai il cazzo fuori e mi misi sopra di lui, ma non me lo misi dentro
Lo fece lui. Finite le dolcezze iniziai a saltare come una cavalla e me ne ero venuta già 2 volte quando incominciai a sentire dolore al nervo sciatico, per non fargliene accorgere gli dissi “vieni, vieni”.Accolse subito l'invito e voleva uscire, ma lo tirai a me e lo feci venire dentro.
Era sudatissimo, gli piacevo molto me ne ero accorta. Lui era alto moro e pelosissimo.
Fu un errore, perchè pensò che prendessi la pillola anticoncezionale e si convinse che scopassi con altri. Tra le altre cose gli avevo detto che con mio marito non ci scopavo molto, ma tutte le stronze dicono così. E io avevo trovato un ingenuo che ci aveva anche creduto.
Avevamo tanta voglia l'un dell'altra che la sera successiva, nonostante la sciatica andai da lui.
Anzi, mi lasciò da sola in casa e andò in paese per fare qualcosa di urgente .A causa del dolore alla schiena avevo apposto un cerotto di Dicloreum e avevo indosso un sexy body nero.
Colsi l'occasione della sua assenza per togliere il poco sexy cerotto. Mentre mi rivestivo vidi sul comodino due rose appassite che lui mi aveva donato qualche giorno prima, stavano perdendo i petali. Mi cosparsi il corpo di petali tipo American Beauty e indossai di nuovo il body. Mi misi a letto pronta all’uso. Quando lui tornò si spogliò e venne a letto. Glielo feci duro con le mani e appena mi tolse il body e trovò i petali schiacciati sul mio ventre e pube, gli venne da ridere.
Invece di leccarmi tutti i petali li tolse con le mani: che delusione!

Scopavamo tutti i giorni e mi sentivo presa completamente da lui che più me lo facevo più ne mi aumentava la voglia. Due volte gli feci un pompino dopo pranzo, alla luce nella casa di mia zia e due volte in auto mentre guidava. Avevo recuperato il dimagrimento depressivo e anzi mi ero ingrassata abbastanza. Gli piacevo così, soprattutto quando strofinavo il mio grosso seno sul suo cazzo. Mi stavo vivendo questo rapporto d’amore come una diciottenne, era sparito tutto . Lui era attaccatissimo e iniziarono le manie di possesso.
Ogni tanto si bloccava, intercettavo che volesse chiedermi qualcosa ma non osava. Una sera gli feci un pompino con tecnica giapponese. Lo tenni un’ora in erezione e gli curai il cazzo solo con la lingua. Leccavo solo il prepuzio ripetutamente senza fare entrare il cazzo in bocca. Appena lo sentivo pulsare mi fermavo per non farlo venire. Gli mordicchiavo le cosce e poi ritornavo. Non l’avevo mai visto così eccitato, e sadicamente mi piaceva. Non ce la faceva più e mi fermava la testa quando avevo il suo cazzo in bocca. Alla fine lo feci entrare una sola volta fino alla gola per pochi attimi, e lui bloccandomi iniziò a muoversi usando la mia bocca come una vera figa. Produsse tanto di quello sperma che stavo affogando. Lo avevo ubriacato di me, era una situazione molto carina.
Gli piaceva particolarmente il mio culetto ma non osava…Si metteva dietro di me e con il cazzo in figa mi carezzava continuamente il culo.
Una sera mentre mi chiavava da dietro lo sentii mugulare”hai un culo meraviglioso” e io invece di stare zitta feci il secondo errore dicendo “si può fare tutto, ma ogni cosa a suo tempo”. E lui capì che esercitavo anche dietro. Nel suo modo di pensare credo che si stesse affermando l'idea che ero una “zoccolona”. La sua gelosia iniziò ad impradonirsi del ns. rapporto e lo condizionò. Me ne ero accorta, la sua dolcezza si affievolì e diede spazio ad una pronta aggressività, quest’ultima in verità non spiacevole.
La sera successiva mentre mi scopava , mi staccai e mi misi dietro di lui. Gli strofinavo la figa pelosa sul suo culo e contemporaneamente gli facevo una sega. Piaceva molto ad entrambi. Gli dissi “voglio provare cosa sente il maschio”. Ad un certo punto incominciai a sbattere con forza la mia figa sul suo culo, lo facevo come un uomo. Il suo cazzo divenne durissimo e spruzzò il suo seme nella mia mano e sul letto. Ci piacevamo molto ed eravamo contenti. Credo ci fossimo innamorati tanto che avevo scordato sia di essere sposata. Mi ero liberata anche dello“stronzo”, infatti era un mese che non gli dedicavo una sega. Ormai ne ero certa, non mi importava neppure ciò che stesse facendo. Tutto filò liscio fino alla fine di settembre.

Una sera ci eravamo dato appuntamento con tutti gli amici in pizzeria. Prima di andare feci un pompino volante al mio amore nella solita casa di zia. Alle ore 22 circa io arrivai da sola in pizzeria, e il mio amore venne dieci minuti dopo. Gli amici già facevano baldoria, anzi c'era una donna molto abbronzata che cantava in un improbabile dialetto napoletano “Munasterio e' Santa Chiara”. Un amico la accompagnava con la chitarra. Si avvicinò a me un uomo per salutarmi, era lo “stronzo”. Ci baciammo affettuosamente e ci sedemmo a parlare un po'. Non sentivo più nulla per lui, era la prima volta che mi capitava. Era la prova del nove:me ne ero definitivamente liberata.
La “cantante” appena finito di stuprare la canzone napoletana, corse verso di noi. Stava con Lui e me la presentò come “Sissy”. Era molto carina, 45 anni circa, altina, magra con pantaloni attillatissimi alla pescatora di colore bianco. Molti gioielli colorati, effettivamente bella. Alcuni amici se la vennero a riprendere per proseguire la stagione canora. Mi accorsi che aveva polarizzato l'attenzione di tutti i maschietti e questo mi diede un po' fastidio. Restata sola seduta vicino allo” stronzo” gli chiesi “Chi è , che fa?”. Lui rispose “E' una mia amica che vive a Milano, è dermatologa” Lo interruppi acidamente “Ah, riceve per appuntamento?”. E lui senza raccogliere continuò “In verità ha uno studio a Milano e uno ad... “ Ma io pronta “Ad Arcore?”. Lui stufo si alzò e se ne andò. Il mio amore invece parlava con altri amici, era l'unico a non corteggiare la moretta. Ci scambiavamo sguardi molto eloquenti, ma non potevamo fare altro.
Ordinammo le pizze e appena arrivarono finì il festival di “Sanremo”. Tutti ci sedemmo,
lo “stronzo” di fronte a me con la cantante alla sua dx. Mentre mangiavamo iniziarono le solite barzellette porno. La showgirl si divertiva con tutti, e rideva sempre. Chi le versava la birra , chi le cedeva pezzi di pizza, a me non mi curava nessuno. In pochissimo tempo lei mi divenne più antipatica dello “stronzo”. Nonostante ciò ero complessivamente tranquilla, ma il diavolo mi stava creando una trappola. Tutto andò bene fino a quando lei a fine pasto non si sedette sopra le gambe dello stronzo. Ad un certo punto lui prese il telefono per rispondere ad una chiamata . Presi il mio telefono e gli scrissi un sms “ Se non la fai alzare subito ti faccio lo shampoo con la birra. E per il futuro prossimo tieni la mano dx in vista sul tavolo”. Non mi sentivo gelosa, ma infastidita. Non mi sarei mai aspettata da lui che mi venisse a provocare in quel modo così dozzinale. In tutta la mia vita non l'avevo mai visto con un 'altra donna, mi innervosiva. Avevo un concetto di Lui ed era sbagliato. Arrivò l'sms e lui lo lesse. Non reagì. Passati 5 minuti la fece alzare dalle sue gambe e lui andò in bagno. Quando tornò si venne a sedere vicino a me. Iniziò
” Sempre la solita, sei inossidabile”. Io muta. Lui aveva creduto che fossi gelosa, mentre io non lo sentivo assolutamente dentro . Era la prima volta che m'accadeva, ne ero fiera! Continuò “ E' solo una mia amica”.
Io non lo ascoltavo, mi distraevo. Tutto andò benissimo fino a quando quel figlio di puttana riuscì a capovolgere il mio stato interno. Improvvisamente si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò” Mi fai bere al tuo bicchiere?”. Istintivamente guardai il mio bicchiere , era colmo a metà e aveva il segno del mio rossetto da pompinara professionista. Lo “stronzo” non attese risposta , prese il bicchiere lo girò tra le mani e andò a bere proprio dove c'era il segno delle mie labbra. Appena fece questo mi sentii come penetrata da un cazzo gigante che mi arrivava fino dentro la pancia. La mia figa divenne liquida, se mi avesse solo toccata sotto la gonna, ma solo infilata la mano penso me ne sarei venuta. Non avevo la forza di alzarmi. Il cuore batteva 120 /150 o 200 battiti, iniziai a tremare tutta. In un attimo il mio stato era cambiato completamente.trovai la forza di dire “bè è tardi, Cenerentola torna a casa” Lui si alzò e mi salutò con un bacetto sulla guancia.
Mi alzai e il mio giovane amore locale mi guardò per l'appuntamento, ma io non avevo voglia di scopare. Presi il telefono e iniziai a far finta di parlare con qualcuno. Il mio amore vide la scena e questo era il mio scopo. Gli comunicai tramite sms che mio marito aveva telefonato e non potevo andare a scopare con lui come concordato. Scrissi anche “meno male che abbiamo già provveduto prima”. Lui rispose “ ciao a domani “. Non so come descrivere il mio stato interno, mi sentivo un solletico nelle gambe e i crampi nella pancia.
Mentre camminavo verso casa mi vennero in mente le altre volte che avevo vissuto esperienze che per la profondità raggiunta mi avevano procurato movimenti interni nuovi e indecifrabili.

Ricordai che una volta, ancora giovanotta, stavo a casa dello stronzo.Mi ero ingelosita di una mia collega d'Università che gli mostrava troppa simpatia. A causa di Lei non ci parlavamo da una settimana.
Lui stava seduto su una sedia di paglia e aveva indosso un pantaloncino di maglia.
Vidi che aveva il cazzo abbastanza grosso, mi sedetti sulle sue gambe e gli chiesi
“Stai pensando a quella puttana?Ti va di tradirla con me?”. Lui mi abbracciò,e io dopo una serie di baci gli abbassai il pantaloncino e mi sedetti di nuovo sulle sue gambe. Lui mi fece alzare un po', liberò la figa dal minislip e mi penetrò piano piano a freddo. “Io misi la bocca vicino al suo orecchio e gli dissi “Passerò qualche guaio per causa tua, prima o poi ti ucciderò”. Mi muovevo, ma poco poco, la sua eccitazione saliva e il suo cazzo mi penetrava sempre più profondamente. Parlavo ma non so cosa dicessi. Lui con le mani mi bloccò le gambe e mi impedì i movimenti del bacino. Io gli sospiravo nell'orecchio e sentivo i suoi mugolii con l'altro orecchio. Stemmo così per circa dieci minuti, la nostra eccitazione saliva sempre più e alla fine, il suo cazzo imprigionato nella mia figa esplose e io lo seguii nell'orgasmo. Ce ne eravamo venuti solo sentendo i ns. suoni d'amore, senza muoverci. Indimenticabile. Quasi arrivata a casa mi rivenne in mente anche un'altra volta che facemmo all'amore in maniera particolare, ci venne così.
Gli avevo trovato sul telefono due sms di due sue colleghe(?), con parole molto giocose ed affettuose. Mi ero ingelosita ma non potevo parlare perchè avrei dovuto confessare i miei controlli proibiti. Per due o tre sere non volli stare con lui, stavo nera. Una mattina, pronti per uscire ci incontrammo vicino alla porta. Io cercavo un ombrello e lui dietro di me mi scostò i capelli legati a coda di cavallo e mi diede un morso sul collo. Mi girai e ci baciammo molto appassionatamente.
Ci guardavamo fissi negli occhi anche mentre ci baciavamo ed ogni bacio era più emozionante del precedente. Era ora , stavamo facendo tardi e staccammo. Mi girai verso lo specchio
che era nell'entrata, mi ricomposi e rimisi il rossetto ormai svanito sulle labbra e mi girai. Lui aveva già aperto la porta ma io la richiusi con la mano e invece di uscire gli abbassai la cerniera dei pantaloni e mi inginocchiai. Mentre lo facevo non staccammo gli occhi. Il suo cazzo già pronto ci voleva poco lavoro, ma cmq. me lo presi in bocca e subito gli diedi la frazione di erezione che mancava. Mi liberai le zizze tirando su la maglietta e abbassando il reggiseno. A lui piaceva quel2quadro" lo sapevo. Staccavo lo sguardo dai suoi occhi solo per guardargli il cazzo. Mi eccitavo sempre più, non parlammo affatto. Gli tenevo la mano dx sul pube alla base del cazzo. La nostra eccitazione saliva sempre di più. Mi ricordo che indossavo pantaloni ma me ne sarei venuta anche con il semplice contatto della mia mano all'altezza clitoride.
Appena la mia mano sentì il suo cazzo pulsare, istintivamente aprii la bocca e tirai fuori la lingua. Restai così, desiderosa e pronta ad accogliere il suo cazzo e il suo seme. Lui chiuse gli occhi e immobile, senza entrare, esplose e iniziò a spruzzarmi il suo seme sulla mia lingua, sul viso e sul collo. Finita la fontanella principale io gli presi il cazzo in bocca e premetti con le labbra sul prepuzio. Quando sentii in bocca
le ultime goccemi sentii comprimere tutti i muscoli della vagina. Strinsi le cosce e mi tirai dentro la pancia. Incredibilmente scoppiai. A scuola due ore iniziarono a venirmi crampi e spasmi nella pancia, non si fermavano erano continui. Una collega che aveva un'ora libera mi soccorse, scese in farmacia e “piangendo” un po' riuscì ad ottenere senza prescrizione una scatola di spasmex fiale. La situazione migliorò di poco. Mi sono fatta tante seghe in vita mia ripensando all'intensità di quel momento, ma non sono più riuscita con nessuno, neppure con lui, ad arrivare all'orgasmo solo con gli occhi. Penso che ci vogliano condizioni interne particolari di partenza e credo che a me si creino solo con la gelosia.
Quasi arrivata a casa vidi l'auto dello “stronzo” e crollai. Mi fermai, presi il telefono e scrissi
“ Stasera hai deciso di scoparti “Grace Jones? Vicino alla tua auto c'è una ragazza che ti aspetta, perchè non vai a vedere se è carina e ti piace ancora?”. Fumai un paio di sigarette e mi convinsi che non sarebbe venuto, d'altronde stava con l'antipatica dottoressa, come la lasciava sola? Tornai a casa. Dopo pochi minuti il telefono squillò era lui. Risposi e sentii solo “ Esci”. Il cuore batteva fortissimo. Infilai di nuovo gli stivali di camoscio estivi, a volo presi un maglioncino e uscii. Lui
mi aspettava sulla strada principale con il motore acceso. Entrai fulmineamente in auto e ci dirigemmo verso la stazione. Dissi” Ma che cosa le hai detto a Sissì?”. Lui rispose “Sissi è mia amica e aspettava mio cugino che stava venendo da ***, sta con Lui. Io stasera non dormo a casa di mio cugino ma all'hotel ***, sto solo”. Lo sapevo era sempre Lui, non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere. Non sarebbe mai venuto con un'altra dove sapeva che ci fossi anch' io.
Cambiai completamente e gli indicai di andare al campetto sportivo, era meglio. Il campo, infatti, era più discreto. Si percorreva con l'auto un vialetto privato e poi dietro una delle porte di gioco c'erano alberi. Potevamo stare tutta la notte e sicuramente non sarebbe venuto nessuno. Dove andavamo di solito, cioè alla stazione FF.SS, era un posto poco distante dal flusso stradale principale.
Arrivammo dietro la porta di gioco , girò l'auto in modo che ci facesse da schermo e iniziammo a toccarci. Non era possibile fare una cosa da professionista e allora lo scostai aprii lo sportello di dx, uscii mi sfilai la mutandina, mi alzai la gonna e mi stesi con il busto sul cofano anteriore dell'auto. Per un attimo ci guardammo attraverso il vetro poi lui uscì e si mise dietro di me. Non mi lubrificò come al solito, e io allora con le mani distanziai i glutei tenendo il mio culo più aperto possibile. Quando mi penetrò tolsi le mani. Iniziai come al solito a parlargli
“ Ti piaccio sempre?”.Lui si fermò per un po' poi continuò. Ero già eccitatissima e me ne venni subito, ma volevo di più. Continuai a eccitarlo/mi e dissi “ Chiava porco, chiava”. Si fermò di nuovo e poi riprese a penetrarmi. Continuai “Sei muto? Ma forse mi vuoi santa. Allora se non ti piace più la tua puttana, toglilo dal mio culo. Lo sai che ho scopato tutto il mese?”. A questo punto Lui fece entrare il suo cazzo tanto profondamente che mi sentii quasi sverginare e contemporaneamente disse “ Sei una traditrice, da adesso in poi avrai solo il mio cazzo e nient'altro di me”. Contemporaneamente strinse i miei fianchi con le sue mani in maniera tanto forte che la mia eccitazione crollò a causa del dolore violentissimo che mi stava procurando. Iniziai a gridare “Lasciami, lasciami mi stai facendo male” . Immobile Lui mi teneva il cazzo dentro e mi continuava a stringere i fianchi. Battevo i pugni sul cofano della auto, ma lui niente. Il dolore divenne insopportabile e stavo svenendo. Non sentivo neppure più il suo cazzo, gridavo solo. Ma improvvisamente nonostante lui continuasse immobile a violentarmi tutto svanì. Non so descrivere cosa fosse accaduto ma iniziai a risentire il calore del suo corpo dietro di me, il suo cazzo incominciò a pulsarmi dentro e io con sorpresa (mia e sua) lo invitai con un movimento del culo a penetrarmi ancora di più. Lui scoppiò dentro di me e io mi sentii in un altro mondo. Tra tutte le “schifezze” della mia carriera questa era decisamente la più scandalosa: era riuscito a farmi superare la soglia del dolore ed era arrivato un grande piacere. Non avevo mai neppure ipotizzato di poter godere in siffatto stato di sottomissione. Restai ferma mezza distesa sul cofano, lui si chiuse i pantaloni e si mise al posto di guida. Dopo un po' barcollante rientrai in auto e partimmo. Mi ero dimenticata a terra le mutandine ma non tornammo a recuperarle. Ero come sotto l'effetto di una droga, non parlammo per niente. Arrivata a casa , scesi e lui se ne andò . Dormii beatamente ma il giorno seguente, guardandomi allo specchio verificai due larghe lividure color viola vivo. Non ne avevo voglia , ma pensai che anche se così non fosse stato non avrei potuto scopare in quelle condizioni con il mio amore paesano: come gli potevo spiegare l'origine di quelle “melanzane”? La visita che mi stavo facendo da sola mi riportò la mente alla sera prima e ,mi feci una sega guardandomi di fronte allo specchio. Mi convinsi di essere poco sana di mente.
Mentii al mio amore dicendogli che m'aveva telefonato mio marito e che quindi dovevo tornare a casa. Lo stronzo era andato ad un matrimonio e io tornai davvero a casa mia.
Al momento attuale sto:
1- Mio marito lo amo e vorrei stare con lui ma per sapere che fine ha fatto dovrei andare a
“Chi l'ha visto”.
2- Il mio grande amore paesano : dopo un mese di grandi progetti futuri e sincere scopate
ha perso il suo sex/appeal
3- Desidero lo stronzo ma lui è cambiato a causa del mio comportamento. Mi vuole dare solo il cazzo ma non vuole sapere nulla di me.

Ieri per strada ho visto un'ambulanza ferma al semaforo e ho letto sulla fiancata : Ospedale xxx
unità coronarica xxx. Ho pensato : se apparteneva alla Neuropsichiatria aprivo la porta posteriore
e mi ci infilavo dentro.
Grazie s scusate la lunghezza.
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