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Assassinio


di Solotre2012
19.05.2012    |    18.152    |    6 9.4
"Ero pronta: deve schiattare come ha fatto soffrire me! Ma il destino aveva deciso tutt'altro per me..."
Sono una donna ormai 50enne,molto zoccola. Alta 1.60 formosa, capelli castani seno 4a misura
figa e culo in piena attività. Sono la classica meridionale bona, e vi confesso che finora
tutte le volte, tante, che mi sono proposta ho avuto successo. Alla mia età non ho motivi reali per dubitare della mia bellezza.
Mi sono posta per anni il problema della fedeltà, me la sono imposta tante volte, e con serietà : non ci sono mai riuscita! Con mio marito ci ho scopato sempre bene, ma non sono mai riuscita ad essergli fedele. Dopo tanti veri tentativi ci ho rinunciato e da dieci anni circa vivo la mia puttanaggine libera da sensi di colpa.
Insegno alle scuole superiori, ma nell'ambito scolastico sono monastica.
Naturalmente fornisco ai miei studenti ampio materiale per seghe:mi piace moderatamente! Confesso che anche a me è scappato qualche ditalino su colleghi carini e studenti sempre arrapati, ma stop. Insomma sono un po' lontana dalla collega Madameweb, ammetto che è più zoccola di me.

Il mio primo racconto si riferisce a qualcosa di inusuale che m'è accaduta all'inizio di marzo 2012, se Vi piacerà continuerò a scrivere altrimenti finirò qui la mia attività di scrittrice.

Era un periodo normale, scopavo abbastanza bene sia con mio marito che con un bel ragazzo dotato, Il mio giovane amante era efficiente, una serie di onesti orgasmi me li procurava sempre. Tutto andava per il meglio fino a che un giorno per caso incontrai un mio vecchio amore. I miei neuroni si attivarono e subito si ricordarono che grandi scopate m’ero fatta con il mio amore. Mi eccitai solo alla vista, non lo prevedevo. Non prevedevo neppure che da lì a poco la voglia di chiavarmelo come una volta m’avrebbe esaurita. Ci scambiammo i numeri di telefono e niente… Dopo un po’ le scopate matrimoniali e extra divennero insoddisfacenti, pensavo sempre più a lui. Sospesi gli incontri con il mio solito amante, non provavo più nulla. Presi il coraggio a due mani e telefonai a Lui. Era in ufficio, gradì la mia telefonata. Solo a sentire la sua voxce mi infervorai, bastava che mi toccassi ed ero arrivata all’orgasmo. Non lo feci ma gli chiesi un appuntamento. Con mia sorpresa cambiò tono , divenne serio e disse : non posso. Gli chiusi il telefono a quello stronzo! In passato quando mi vedeva arrapata era solito giocare con me, mi faceva tribolare. Faceva finta di non essersene accorto e mi girava intorno riempiendomi di marinerie. Un giorno che mi aveva ossessionato di caffè e toccatine e non prendeva la strada del ns. solito posticino, un hotel carino, arrivati in auto me lo chiavai in pieno sole nel parcheggio del supermercato. Gli saltai addosso, mi scostai le mutandine e sbattei tanto forte il suo cazzo nella mia figa che mi dovevo autodenunciare per violenza a me stessa. Allo “stronzo” lo feci venire dentro in meno di un minuto e poi per completare mi rimisi a dx e gli afferrai la testa e lo costrinsi a leccare la mia figa piena del suo caldo sperma: lo invidiai.
Da quel momento imparò a giocare poco con me! Adesso perché aveva rifiutato, voleva giocare? Non poteva? Non voleva? Non gli piacevo più? Feci passare un giorno e tornai alla carica, telefonai. Era contento di sentirmi e dopo le solite chiacchere gli dissi “ ci prendiamo un caffè?” Lui daprima disse sì, e mi chiese dove? Io, arrapata, gli dissi “be’ al solito posto” (solito di 20 anni prima) ci potremmo vedere al bar X, al bar dell’Hotel X , il nostro hotel. Appena capì lui disse “ No sarà per un’altra volta” e mi salutò. Lo volevo uccidere, e sono certa che l’avrei fatto. La sua sola vista mi aveva resa sterile, ma non capivo perché non volesse scopare con me. Mi feci un caffè ristretto e la mia ira aumentò forse a causa della caffeina. Decisi “adesso vado all’ufficio(suo) e gli faccio il trattamento tipo “Parcheggio del supermercato”. Sì sì lo farò, lo farò oggi stesso.
Iniziai a telefonare al suo ufficio ogni 5 minuti e lui mi faceva rispondere che non c'era. E io ritelefonavo. Ne feci 20 25 di telefonate, era un dirigente non rischiava nulla. Smisi quando suonò il citofono, era il ragazzo del pony/express che doveva ritirare un pacchetto da spedire all’altro capo della città. Aprii il portone al ragazzo/pony e mentre lo aspettavo con il pacchetto in mano si accese la lampadina. Appena arrivò alla porta chiesi al ragazzo “quando arriverà a destinazione questo pacchetto? Lui rispose “tra mezz’ora”. Me ne consegni anche un altro a xxxx . Il ragazzo rispose “Sì sì certo”. Aspetta un attimo. Andai nello studio presi una busta commerciale color avana, poi ne presi un’altra più piccola . Mi sfilai le mutandine tutte sudate per la mia incazzatura, le piegai e le misi nella busta piccola, inserii il tutto nella busta grande. Scrissi “Poi mi racconti com'è bello chiavare con la tua puttana di turno con il mio odore in testa?”
Sigillai tutto con un kg di schotch e scrissi il destinatario (lo stronzo) con il pennarello. Tornai dal ragazzo/pony e gli chiesi di consegnarla prima dell’altra e per essere sicura che lo facesse gli diedi il doppio di quanto m’aveva richiesto. Voleva farmi kla ricevuta ma gli feci capire che si trattava di un lavoro extra e quindi poteva incassare il tutto senza dichiararlo all'azienda.
Continuavo ad essere incazzata nera. Pensai, pensai e infine decisi il programma :Dio perdona io no! Mi docciai e mi truccai come piaceva allo “stronzo”, occhi nero fumo rossetto rosso pompino,
profumo dappertutto. Scelsi una gonna chiara primaverile a campanella, abbastanza larga, e misi calze bianche affinchè la mia figa pelosa schizzasse fuori da sottoil vestito. Non pensai neppure alla mutandina e al reggiseno. La gonna era troppo corta e allora misi uno spolverino leggero per coprirla. Con un altro telefonino mi mandai un messaggio “ Non chiaviamo da due giorni, mai accaduto. Ci vediamo oggi?” Se ne avessi avuta la necessità glielo mostravo allo stronzo , lo avrei fatto morire di gelosia . Il programma era di andare al suo ufficio, farmi ricevere come una vecchia amica e sedermi di fronte a lui aprendogli le cosce: dovevo assolutamente sapere se mi volesse o no! Gli avrei detto “Sono venuta a riprendermi i miei slip, ho solo quelli. Guarda, infatti sono nuda”. E se me li avesse dati “me li sarei infilati stando seduta di fronte a lui: giurai a me stessa che l'avrei fatto! Per completare l'opera presi dal cassetto del comò una serie di preservativi che misi in borsa:era un forte fumatore ma sempre senza accendino. Una volta aveva l'abitudine di mettere le mani nella mia borsa per prendere il mio accendino. Se lo avesse fatto doveva trovarci i preservativi:pertanto tolsi l'accendino in modo da costringerlo a guardare. Ero pronta: deve schiattare come ha fatto soffrire me!
Ma il destino aveva deciso tutt'altro per me.
Ero quasi pronta e stavo per uscire quando sentii bussare alla porta. Pensai fosse la mia vicina alla quale mancava sempre qualcosa. Stavo per aprire ma all'ultimo momento pensai di indossare il soprabito perchè la gonna era di una cortezza indecente per la mia età. Lo feci e andai ad aprire. Appena aperta la porta uno “tsuami” quasi mi sbattè la porta sul viso. Era Lui. Entrò era furioso arrapato incazzato. Con un calcio chiuse la porta, ebbi solo il tempo di dire “che ci fai qui”? Lui rispose mentre mi incalzava“Ti ho riportato le tue mutandine”. Così dicendo si aprì l'impermeabile
e aveva il cazzo grosso in erezione già fuori dai pantaloni, come i maniaci. Dissi “No qui No, c'è mio marito”. Lui non mi fece finire la frase e disse “Tuo marito sta tranquillo in ufficio”.Intanto si era molto avvicinato a me e con una mano mi tirava per i capelli e mi faceva male.
Dissi “Stronzo che vuoi, come ti permetti?” “Stai zitta che ti stacco il collo” Volevi chiavare ecco adesso ti accontento”. Ebbi veramente paura, non volevo chiavare in casa mia, anzi non volevo chiavare neppure fuori, avevo solo molta paura . Dissi “Se non te ne vai subito grido” e lui disse “ero venuto per questo” Mi tirò per i capelli e mi portò verso il divano a centro camera. Mi piegò sulla spalliera del divano e mi alzò soprabito e gonna. Sempre tenendomi ferma per la nuca esclamò” Senza mutande? Meglio così.Oggi è il mio giorno fortunato”.
Andavi a scopare? Gli volevo dire “sì” ma non ne ebbi il tempo. Nonostante mi sbattessi tanto riuscì a tenermi ferma e mise il suo cazzo inumidito da qualcosa vicino al buchino del mio culetto e lo fece entrare tutto con violenza. Gridai davvero. Lui allora mi mise una mano sulla bocca, e pompava come un indemoniato. Sentivo un dolore che neppure la prima volta che l'avevo preso in culo (proprio lui m'aveva sverginata) avevo sofferto. Non riuscivo a gridare ma gli mordevo le dita , ma lui sembrava non accusare dolore. Mi chiavava senza rispetto , non provavo piacere.
Mi allagò il culo e fortunatamente la sua erezione diminuì. Senza parlare lo cacciò fuori e se ne andò. Ero tramortita, mi lasciai cadere sul divano dalla spalliera e restai lì per ore. Non avevo neppure la forza di odiarlo. Quando mi ripresi pensai di denunciarlo, perfino di ucciderlo. Non m'importava che entrambe le soluzioni comportassero la pubblicità della mia zoccolaggine, e la sicura conseguente separazione da mio marito: lo volevo uccidere.
Il giorno dopo arrivò una telefonata, risposi ed era lui. Chiusi la comunicazione. Arrivò una seconda e una terza chiamata, chiusi senza ascoltarlo. Arrivò un sms “se non mi fai parlare vengo a casa”. La successiva telefonata risposi, ma non parlai. Era dolce lo stronzo, ma lo dovevo uccidere cmq. .
Disse che ero sempre bellissima, io muta. Alla fine disse che “Era libero fino a sera, e stava prendendo il caffè al Bar dell'Hotel xxx(il nostro hotel), e che sul suo tavolo c'erano due tazzine
di caffè, una era per me. Chiusi il telefono, non meritava risposta.
Chiamai un taxi e andai dal mio amore.
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