Lui & Lei
ESPERIENZE

29.06.2016 |
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"Il letto era perfettamente in ordine, con lenzuola bianche dal tenue ricamo beige, quasi mi dispiaceva sedermici sopra per cambiarmi..."
Lo chiamavo zio da sempre, da che ricordavo Lui era presente ai miei compleanni o alle recite scolastiche, Lui mi faceva regali meravigliosi per ogni occasione e mi procurava dolcetti vari anche in assenza di festività, da Lui restavo ogni volta che i miei genitori avevano bisogno di una baby sitter, con Lui mi confidavo perchè non mi giudicava e non mi puniva come invece avrebbero fatto i miei...
Avevo 14 anni quando gli raccontai il mio disastroso primo rapporto sessuale con quello che consideravo l'amore della mia vita, un ragazzo di qualche anno più grande di me che si rivelò un flirt rapido come una stella cadente.
Avevo 15 anni quando gli raccontai l'orgasmo meraviglioso provato con quel ragazzo che mi voleva e non mi voleva lasciandomi in balia dei suoi cambiamenti d'umore, fino al giorno in cui cambiò il mio, di umore, e decisi che poteva andare a farsi fottere, anche se, come mi fotteva lui non mi aveva fottuto nessuno , o per lo meno così pensavo...
Insomma, allo zio, a Lui che mi era stato sempre vicino raccontavo ogni cosa, nonostante da alcuni anni avevo capito che non era realmente mio zio, ma un carissimo amico di mio padre, un amico così caro che entrambi si consideravano vicendevolmente come fratelli.
Mancava poco al mio sedicesimo compleanno, ormai da alcuni mesi non avevo un fidanzatino e in quel momento mi pareva una tragedia trascorrere una giornata di festa solo con gli amici.
-zio! come lo trovo un fidanzato entro il mio compleanno?
-che te ne fai di un fidanzato?
-uscirò a mangiare una pizza con i miei amici, ma poi? quando ci saluteremo io dovrò tornarmene a casa da sola... che tristezza!!
-puoi uscire con me!! sorrise.
-e dove mi porti? avevo un'aurea di pura malizia.
-ti porto in paradiso!!!
-potrei anche prendere in consideraizone la tua proposta....
Il giorno successivo ripensando alla conversazione avuta con Lui, notai che la malizia non era solo mia, nelle sue battute c'era un qualcosa di strano, di diverso dal solito, un alone di proibito malcelato dietro sorrisi e gesti abitudinari.
Il conto alla rovescia per la grande festa era cominciato, mancavano tre giorni e l'emozione era palpabile, con le amiche facevo prove di abiti e trucco quando Lui mi telefonò, sul cellulare che chiaramente mi aveva regalato proprio Lui il Natale precedente.
-ciao zio!
-allora? hai pensato alla mia proposta o hai trovato un fidanzato usa e getta?
-si, ma dove mi porti?
-finita la festa vieni da me, poi ci pensiamo! se vuoi andiamo a ballare, lo dico io ai tuoi vecchi che resti fuori tutta la notte...
ecco le parole magiche: resti fuori tutta la notte... senza pensieri, senza complicazioni, con una persona responsabile quanto un genitore ma senza le regole del genitore... certe cose, per una sedicenne, sono davvero parole magiche...
-poi posso dormire da te?
-si, tranquilla.
-accetto!
All'eccitazione della festa si aggiunse quella di poter restare fuori l'intera nottata, senza orari e senza preoccupazioni.
Arrivò finalmente il giorno fatidico, mangiai la pizza con gli amici in un locale del paese, e quando, verso le 23 tutti se ne andarono, raccolsi i vari regali, uno zaino con gli abiti (se tali si possono chiamare un top striminzito e una minigonna inguinale) per la serata e il necessario per dormire fuori e mi incamminai a casa dello zio.
Quando entrai nel suo bilocale da trentottenne single, lo trovai coperto solo da una salvietta intorno alla vita, i capelli ancora bagnati.
-mi ero addormentato.... ho fatto una doccia per risvegliarmi!!
Con lui ero stata in piscina e al mare parecchie volte, anche noi due soli, l'avevo visto in costume da bagno, mai nudo o solo con la salvietta, e non avrei dovuto scandalizzarmi o pensare male, in fin dei conti quella salvietta bianca copriva molto più del costume con cui lo vedevo di solito in piscina...
eppure... qualcosa si insinuò nella mia mente, o forse , più semplicemente, gli ormoni si stavano muovendo impazziti.
Razionalmente mi imponevo di non fare pensieri spudorati su di Lui, non era giusto e nemmeno morale. Ormonalmente, però, avevo davanti agli occhi un uomo curato e ancora giovane, dal fisico ben fatto, con i muscoli accennati e visibili ma non volgari, una peluria nera che copriva armoniosamente il petto...
Mi sorrise. Un sorriso strano.
I capelli scompigliati e gocciolanti, neri come gli occhi e l'accenno di barba che copriva un viso che mi appariva improvvisamente bello...
Mi sentii avvampare e fingendo una calma che in quel momento non avevo dissi:
-mi devo cambiare, se andiamo a ballare questi vestiti non andranno bene. Posso usare il bagno?
-vai pure in camera mia.
Raccolsi da terra il mio zaino e andai in camera, socchiusi la porta e cominciai a preparare gli abiti che avevo portato.
Il letto era perfettamente in ordine, con lenzuola bianche dal tenue ricamo beige, quasi mi dispiaceva sedermici sopra per cambiarmi.
Tolsi le scarpe e i jeans, poi la t-shirt e il reggiseno. Restai con addosso solo un perizioma bianco, mi chinai distrattamente per togliere dallo zaino il beauty e fu solo in quel momento che lo vidi sulla porta, la bocca spalancata e gli occhi sgranati.
-scusami. disse pronto. -non sono abituato ad avere ospiti, volevo i miei abiti ma quando ho aperto la porta mi sono trovato davanti questo spettacolo paradisiaco...
Ero paralizzata. Me ne stavo in piedi, davanti a lui, a circa un metro di distanza, con addosso solo il mio perizomino, incapace anche solo di coprire o tentare di coprire le mie nudità, il mio seno abbondante e sodo, i capezzoli che per la temperatura e la situazione si stavano inturgidendo rapidamente...
La testa vuota, leggera, senza pensieri, come avesse raggiunto il nirvana dei sensi...
Lo vidi avvicinarsi lento e avvolgermi con una salvietta, sentivo le sue mani accarezzarmi la schiena più del dovuto, il suo corpo appoggiarsi al mio più di quanto servisse... poi, si allontanò piano e ancora scusandosi prese degli abiti e uscì.
Ero frastornata. Non riuscivo a pensare lucidamente. Avevo l'impressione che ci stesse provando con me, avevo l'impressione che sarebbe bastato allungare una mano e poggiarla su di lui per convincerlo a lasciarsi andare e provarci spudoratamente, avevo l'impressione che le sue frasi allusive acquistassero improvvisamente un senso ben preciso.
Nello stesso tempo una vocina mi diceva che stavo facendo cattivi pensieri, mi diceva che non era così, mi diceva che io avevo travisato ogni cosa, mi diceva di non fare la stupida, mi diceva di tornare a comportarmi da "nipote" affinchè lo "zio" continuasse a ricoprire il suo ruolo senza sentirisi in dovere di raccontare all'amico fraterno che razza di puttana fosse la figlia...
Non so per quanto tempo, già pronta per uscire, restai seduta su quel letto a riflettere, a cercare di dare un senso a quello che stava accadendo, al modo di fare e alle parole dello zio, un senso che magari nemmeno esisteva perchè ero io sola a costruire castelli di sabbia ed ero sempre io sola ad abbatterli.
-dimmi che non ti sei addormentata? non ho molta voglia di uscire, ma te l'ho promesso. e non puoi fregarmi così adesso che sono pronto.
Uscii dalla camera e mi trovai di fronte un uomo bellissimo, con un paio di pantaloni elegantissimi neri, una camicia nera lucida e un profumo inebriante.
-wow!!! fu il suo commento vedendomi con il top bianco che copriva quel seno abbondante da sedicenne, quindi ancora capace di sfidare e vincere la forza di gravità, l'ombelico scoperto e una minigonna rosa che ad ogni passo minacciava di mostrare il perizoma, ciabattine bianche con laccetti alla schiava e un lucidalabbra incredibile che rendeva le labbra già carnose una tentazione per gli uomini.
Mi fissava, non come uno zio.
-in che discoteca mi porti?
-quella che vuoi.
-lo sai che non sono mai andata in una discoteca vera... consigliami tu.
- io ti porterei a mangiare un gelato e poi tornerei a casa.
-ma dovevamo andare a ballare o sbaglio?
-io con te ballerei qui in casa....
Arrossi incapace di controbattere. Questa era un'allusione vera e propria, quella frase detta fissandomi almeno due spanne più in basso degli occhi non poteva non lasciar spazio ad un'ambigua interpretazione.
Mi si avvinò e cingendomi la vita con un braccio mi strinse a se. Sentivo il suo sesso contro di me, lo sentivo crescere e diventare duro.
-cosa hai deciso?
Poggiai le braccia sulle sue spalle e con un balzo gli saltai in braccio avvolgendo i suoi fianchi con le gambe, lui mi sostenne senza sforzo tenendomi per le cosce. Ripensai al miliardo di volte che gli ero saltata in braccio da quando ero piccola.
- vada per il gelato, però poi torniamo qui e balliamo un pò.
Lui annuì.
-balliamo con la musica. Precisai.
Lui annuì di nuovo.
Scelse una gelateria lontanissima da casa che raggiungemmo solo dopo una buona mezz'ora in auto, però mangiai il gelato più buono che avessi mai provato.
Quando rientrammo la mezzanotte era passata da un pezzo.
-non ti ho dato il mio regalo di compleanno. Ma prima beviamo qualcosa.
Stappò una bottiglia di vino dolcissimo, io non avevo mai toccato dell'alcol in vita mia e dopo essermi scolata l'intero bicchierone che mi aveva versato per il cin cin, sentivo già la testa leggera e il sorriso da ebete stampato in viso.
Mi porse un pacchettino di seta rossa chiuso da un nastrino di velluto. Lo aprii piano, quasi timorosa e reverenziale.
All'interno c'era un completo intimo rosso meraviglioso.
-mi piacerebbe vedere come ti sta. Propose Lui con una strana falsa innocenza, come se mi avesse appena regalto un cappello.
Non so cosa mi prese in quel momento, forse il vino, forse gli ormoni, forse l'ignoranza dell'adolescenza, mi spogliai compleatamente nuda e indossai il completino che avevo appena ricevuto.
Quindi finsi di sfilare camminando in maniera provocante per la stanza, poi, giunta al divano, mi lasciai cadere ridendo, scompostamente seduta, accavallai le gambe con fare provocante.
-adesso tocca a te fare la sfilata...
Lui tolse la camicia ridendo e passeggiò avanti e indietro.
-così è troppo facile!! Lo stuzzicai mentre sorseggiavo il secondo bicchiere di quel dolcissimo nettare che mi offriva.
Lui tolse le scarpe e i pantaloni restando solo con un paio di boxer neri.
-così va meglio? mi chiese.
-direi di si!
Mi porse la mano per farmi alzare e io ringraziai il cielo di essere scalza, se avessi avuto qualche centimetro di tacco sarei crollata a terra!
-io però indosso un solo pezzo. Mi stuzzicò.
-quindi?
-quindi non è una sfilata alla pari. Dovresti eliminare un pezzo anche tu...
-hai ragione... finsi di riflettere poi mi levai il reggiseno.
-e se io tolgo anche questi? mi sorrise togliendosi i boxer e rimanendo davanti a me completamente nudo con un'erezione da uomo e non da ragazzo come fino a quel momento ero stata abituata.
- io tolgo questo. Dissi io togliendo il perizoma e lasciandolo cadere a terra.
Fu in quel momento che mi si avvicinò per abbracciarmi, mi strinse forte e io potevo sentire la sua pelle calda contro la mia.
Prese il mio viso tra le mani e mi baciò con intensità.
Come fosse una scena già vissuta, gli saltai in braccio avvinghiandomi a lui con le braccia e con le gambe e lui mi tenne a se stringendo le mie natiche.
Qualche istante dopo mi accorsi che si era diretto alla camera da letto. Le nostre bocche incollate, le lingue occupate in acrobazie e contorsioni esasperate, le mani folli che toccavano e palpavano ogni centimetro di pelle disponibile.
Mi fece sdraiare sul letto e cominciò a baciarmi la fronte per poi scendere piano, in un susseguirsi di baci fino al seno.
Con le grandi mani calde afferrò i miei seni, li strinse, li avvolse, li schiacciò l'uno contro l'altro e senza lasciarli cominciò a sfregare i capezzoli tra il pollice e l'indice, stropicciava i capezzoli ormai turgidi e protesi in cerca delle sue mani e della sua bocca che arrivò poco dopo per succhiarli e morderli , infondendo una dolorosa dolcezza mai provata prima.
Poi i suoi baci ripresero la lenta corsa arrivando all'ombelico e poi al pube, presero la via della coscia destra per giungere alla caviglia e poi risalire rapidi, quindi scendere verso l'altra caviglia e poi risalire di nuovo.
Pensavo di impazzire, mai nei miei sedici anni avevo provato qualcosa di così intenso, un fuoco che mi divorava dentro, un fuoco partito come una piccola fiammella nel petto e trasformatosi in un incendio indomabile che dal ventre scendeva inesorabile verso la mia giovane fichetta.
Le sua mani si appropriarono delle mie natiche obbligandomi a sollevare il bacino e al contempo ad allargare le gambe, la sua testa si infilò tra le coscie baciando a destra e a sinistra, senza posa. Ogni bacio mi pareva una goccia di benzina gettata su quel fuoco che mi bruciava, avevo l'impressione di non riuscire a stare ferma, il bacino mi pareva si muovesse autonomamente e con le mani tenevo le sue spalle infilando le unghie in quella pelle olivastra e liscia.
Poi lo vidi affondare nella mia fichetta, sentivo la sua bocca farsi strada e la sua lingua lappare la dove sapevo di potermi dare piacere da sola, non sognando minimamente che un uomo potesse consocere un punto così sensibile... ma Lui lo conosceva e lo conosceva bene. Sapeva come toccarlo, leccarlo, mordicchiarlo e succhiarlo.
Il fuoco bruciava dentro così intenso che non potevo più trattenermi, cominciai a gemere a voce alta, contorcendomi e muovendomi per accogliere quell'orgasmo che mi stava raggiungendo.
Lo sentii leccare con più vigore e infilare dentro di me due dita rigide e calde. In quel momento i miei muscoli si contrassero e una scintilla di luce esplose permettendomi di raggiungere un orgasmo incredibile che mi fece inarcare la schiena e urlare di piacere prima di riaccasciarmi sul materasso con il fiato corto.
-ora si che sei bagnata a dovere.... mi sussurrò Lui accarezzandomi con dolcezza.
Lo fissavo tra lo sbigottito e l'adulante, avrei voluto fargli mille domande e al contempo mi stupivo che certi pensieri affollassero la mia mente proprio dopo un orgasmo portentoso.
Gli abbracciai il collo per avicinare il suo viso al mio, volevo baciarlo con passione e la sua bocca non si fece pregare, il suo corpo caldo si appoggiò delicatamente al mio, d'istinto sollevai le gambe cingendogli i fianchi e il suo sesso caldo e duro si appoggiò alla mia fichetta pronta e bagnatissima.
Lo sentii stuzzicare di nuovo il mio clitoride, ma questa volta con la punta della sua asta.
Non capivo se voleva solo giocare o se non voleva proseguire, poi, come un flash, ricordai una delle prime lezioni imparate con il mio ex giovane fidanzatino: una donna deve anche dare, non solo ricevere...
Delicatamente mi divincolai, riuscii ad alzarmi e lo presi per mano facendogli capire che doveva sdraiarsi al mio posto, avevo paura a pronunciare anche solo una parola, temevo di spezzare l'incantesimo, così lo guardavo con occhioni da cerbiatta e inumidendomi le labbra con la lingua cominciai ad accarezzarlo fino a giungere al suo sesso duro.
Tra le mani mi rirtovai un sesso maturo, da uomo e non da ragazzino, duro e caldo, in quel momento mi pareva addirittura enorme seppur, col senno di poi, mi resi conto essere nella norma.
Lo accarezzai muovendomi piano, poi iniziai a lappare delicata la punta godendo ogni volta che lo sentivo ansimare. Lentamente lo presi in bocca quanto più possibile, succhiai come si succhia un calippo in piena estate, leccai e ciucciai, accarezzavo tutta l'area circostante sperando di dargli almeno un briciolo del piacere che lui aveva dato a me.
Sentivo le labbra formicolanti per lo sforzo prolungato, ciucciavo e leccavo senza sosta da almeno un quarto d'ora e i suoi gemiti aumentavano leggermente.
La soddisfazione per il mio lavoro arrivò con la sua voce suadente:
-così mi farai avere un orgasmo prima del tempo... non so chi ti abbia fatto da maestro, ma sei bravissima!!
Il mio ego si gonfiò a dismisura.
Mi prese per le ascelle e mi sollevò come una bambola. Mi ritovai in un lampo seduta su di lui, la sua asta dura dentro di me.
Lo sentivo dentro, sentivo che mi riempiva completamente e non aspettai oltre: presi a muovermi con delicatezza aumentando piano piano il ritmo finchè il mio corpo si fuse con il suo, il bacino trovò il suo ritmo e lo assecondò con piacere.
Mi muovevo ansimando, Lui mi prese i seni con le mani e li stringeva e strizzava, pizzicava i miei capezzoli facendomi inarcare la schiena godendo.
Poi improvvisamente si fermò, lo guardai stupita, spaventata temendo che non volesse proseguire, invece mi abbracciò e mi strinse a se per poi alzarsi.
Sentii il suo sesso sfilarsi dal mio, mugolai il mio disappunto e lo sentii sorridere.
Dolcemente mi fece piegare in avanti, con le braccia poggiate al letto, mi massaggiò la schiena rapidamente per poi accarezzare le natiche. In quel momento sentii il suo bellissimo cazzo duro avvicinarsi e me e riempire di nuovo la mia fichetta calda, bagnata e vogliosa.
Si infilò senza sforzo con un colpo deciso che mi lasciò senza fiato, poi si mosse, dapprima lento, poi sempre più veloce.
Ansimavo e gemevo sotto quei colpi sempre più violenti, le sue mani mi trattenevano i fianchi, la fichetta era così bagnata che pensavo stesse gocciolando.
Sentivo il piacere aumentare nel ventre, lo sentivo crescere rapido, lui si allungò su di me senza smettere di penetrarmi con colpi precisi e decisi, con una mano mi prese un seno per strizzarmi il capezzolo, con l'altra cominciò a sfregare il mio clitoride.
Tutti i muscoli mi si contrassero, sentii la mia figa stringersi forte intorno al suo cazzo irrequieto, il suo respiro sempre più affannato e i suoi colpi più forti.
Quel piacere che stava crescendo nel ventre si fece dolcissimo dolore nel capezzolo stropicciato e grande godimento nel clitoride massaggiato con maestria. Il suo cazzo e le sue mani parevano nate per darmi piacere, il ritmo aumentò vorticosamente, la mia figa si strinse sulla sua asta con vigore, tutto il mio corpo si fece tremante e scoppiò in me un orgasmo inesauribile, un orgasmo lunghissimo che mi lasciò senza fiato. Ma non appena ripresi a respirare ecco che dalle ceneri del primo nacque un secondo orgasmo, ancor più potente e incredibile.
Di nuovo trattenni il fiato mentre i miei umori bagnavano il suo sesso caldo che sprofondava in me quanto più possibile per poter rilasciare il suo nettare caldo e denso.
Lo sentii ansimare e poi accasciarsi su di me abbracciandomi forte.
Ci ritrovammo sdraiati sul letto, vicinissimi, il suo ventre sulla mia schiena, le sue labbra sul mio collo, le sue braccia intorno al mio corpo e le mie mani sopra le sue.
-è stato bellissimo, no, di più..... ...non ho parole per spiegare...
-è stato bellissimo anche per me, ma dobbiamo parlarne.
-dimmi una cosa zio: lo rifaremo?
-dobbiamo parlarne.
-a me è piaciuto troppo per non rifarlo...
Mi voltai per guardare il suo viso.
-ne parleremo domani, adesso dormi piccolina.
Chiusi gli occhi proprio mentre il primo chiarore del mattino iniziava ad entrare dalle persiane.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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