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Lui & Lei

Una seconda chance "Elvira"


di Membro VIP di Annunci69.it Curioso917
10.07.2025    |    126    |    0 6.0
"Devo preparare la cena per Mirella ma la mente vaga, sono certa che mi ama, lo sento, ma ogni minuto che passa senza avere notizie è un tormento..."
Elvira:

Sona nata in un paesino negli appennini del centro Italia,un migliaio o poco più di anime, famiglia di agricoltori che con poca terra e spaccandosi la schiena sbarcano a fatica il lunario,i miei erano anziani,ambedue vedovi e senza figli,si sono risposati e sono nata io, credo di aver avuto un'infanzia felice, la domenica papà e mamma mi portavano dopo la messa a prendere il gelato, nelle fattorie vicine c'erano altri bambini con cui giocare.
Fino a una certa età il mare l'ho visto solo in televisione ma c'era il nostro stagno dove si andava a giocare e tanto spazio per correre spensierati.
A 14 anni ero già ben formata,una piccola donnina,un accenno di tettine,alta un metro e 68, capelli corvini lisci, e occhi verde smeraldo presi dalla mamma, il mio mondo era tutto lì, limitato al paese e ai borghi vicini ma ci stavo benissimo,non serviva il parco giochi per divertirsi.
In paese c'era la scuola elementare, quella media e un istituto di ragioneria, allora ero certa che sarei sempre vissuta qui,tra le amate montagne.
Ma il destino è beffardo e raramente benevolo, almeno con la sottoscritta,terza ragioneria,la scuola organizza una gita,la prima a cui posso partecipare, come normale che sia ero elettrizzata, l'itinerario comprendeva Napoli ,la reggia di Caserta e la costiera amalfitana, quattro giorni con le amiche senza l'assillo del rientro a casa.
Ho visto cose splendide,posti da sogno, l'immensità del mare e palazzi così belli da lasciarmi senza fiato,con la mia amica Tilde come sempre è la più intraprendente,ogni tanto lasciavamo il gruppo, come per una sorta di avventura proibita.
Giovani stupide ragazzine in un mondo sconosciuto, pieno di pericoli a noi ignoti, durante una di queste scorribande ci allontaniamo dal gruppo nei quartieri spagnoli di Napoli, bancarelle con ogni ben di Dio,musica, profumi, colori, giriamo nei mercati come ubriache, passa nel tempo prima e ci accorgiamo di esserci perse, due ragazzine sole in mezzo a un quartiere malfamato era solo questione di tempo.
“Ehi ragazzine venite a divertirvi, così ci divertiamo anche noi”,sono una banda di ragazzi nullafacenti sui vent'anni,ci guardano con un ghigno che dice poco di buono,io e Tilde ci guardiamo impaurite e ci diamo alla fuga.
I bulli ci inseguono,ormai siamo prede,ci dividiamo correndo come lepri in direzioni diverse ma purtroppo mi infilo in un vicolo cieco.
Presto mi raggiungono,quello che sembra il capo mi molla un ceffone che mi fa cadere a terra,
“Dove cazzo pensavi di andare troietta, nessuno senza permesso entra nel nostro territorio,vedi di essere gentile e farci divertire se no ti sfregio che neanche tua madre potrà riconoscerti”.
Mi accorgo che brandisce un lungo coltello,io sono bloccata dalla paura,non riesco nemmeno ad urlare dal terrore,con un fendente mi taglia di netto le spalline del vestito che cade scoprendomi il seno,uno mi strizza un capezzolo facendomi urlare dal dolore.
Mi arriva un altro sberlone :”ma allora non hai capito puttanella,voi tenetela ferma,poi ve la passo”.
Li imploro,dico singhiozzando che sono vergine ma ottengo l'effetto contrario,il capo estrae dai pantaloni una cosa puzzolente,il primo cazzo che vedo.
“Prendilo in bocca e succhialo bene che dopo ti faccio un servizietto coi fiocchi, ti ricorderai per sempre del Lando e della sua verga”.
Cerco di obbedire ma dallo schifo gli vomito addosso,i compari ridono,lui incazzato mi costringe culo all'aria e infila con forza la verga,urlo con tutto il fiato che ho in corpo,un dolore insopportabile,mi sento lacerare le carni ma lui assesta colpi ancora più forti,come se godesse nel vedermi soffrire,le cosce sono sporche di sangue,ho paura di morire da un momento all'altro ma è solo l'inizio della tortura,prima è il capo a riempirmi con una cosa viscida,poi mi dà in pasto agli altri che mi prendono a turno,ogni tanto perdo conoscenza,ma il dolore è così forte da impedirmi di svenire e purtroppo continuo a riprendere coscienza.
Quando speravo fosse finita sento un dolore ancora più forte,uno di loro con la mazza mi forza il pertugio,lo sfintere cede,un ultimo urlo straziante e poi non ricordo più nulla.
Mi sveglio circondata da sanitari,di fronte a me' c'è Tilde e tutta la scolaresca, piango tutte le lacrime che ho in corpo e poi di nuovo il buio.
Mi risveglio in ospedale, accanto al letto ci sono mamma e papà,da quel momento saranno gli unici a starmi vicino,ho subito violenza ma per molti me la sono cercata, quindici anni e in attesa di un figlio,il paese mi isola come fossi appestata .
Per un po' di tempo Tilde viene a trovarmi poi i suoi emigrano e perdo l'unica amica rimasta.
Causa la violenza subita potrei abortire ma non me lo sogno nemmeno,dalla prima ecografia sento già di amare quella bimba, sarà la mia ragione di vita, nonostante le difficoltà mi diplomò ma attorno a me' c'è terra bruciata,in paese non troverò mai un lavoro.
Mi trasferisco in una località della costa, dove trovo lavoro come operaia presso una tessitura, lo stipendio è la fame, ma la promessa è di passare di grado al ruolo impiegatizio,stringo i denti, alloggio in una specie di dormitorio, non posso stare accanto a mia figlia, la vedo solo nei weekend ma basta un suo sorriso a darmi la carica.
Finalmente l'occasione, con lo stipendio da segretaria mi permetto un piccolo appartamento ,una reggia per me e Mirella, tutto finalmente sembra girare per il verso giusto ma sembra che la sfortuna voglia accanirsi su di noi.
Forse a causa dello stupro la mia sessualità è bloccata, conosco un bravo ragazzo, ci vuole del tempo a convincermi ad andarci a letto ma poi la delusione,non sento nulla, neanche il ben che minimo piacere,solo fastidio, per un po' Ivano il ragazzo mi sta accanto ma poi si stanca di avere un pezzo di legno nel letto e ritorno sola,io e Mirella.
La bimba cresce, è stupenda,poi una serie di disgrazie, papà si ammala e dopo una breve malattia ci lascia, mamma per il dolore impazzisce regredendo allo stato di una bambina, impossibile tenerla con noi, per fortuna si libera un posto in una struttura, la sua pensione e la reversibilità di papà è appena sufficiente ma quanto basta e a malincuore sono costretta a farla ricoverare.
Poi un'ultima mazzata, l'azienda presso cui lavoro chiude per fallimento, con la poca disoccupazione non sono in grado di mantenermi ,Mirella cresce e con lei le esigenze.
Sono costretta a lasciarla da lontani cugini, brava gente che mossi a pietà per un po' mi tengono la figlia ma la cosa non può durare in eterno, e non voglio che Mirella finisca in qualche istituto , purtroppo per un po' accade ma giuro a me stessa che sarà per poco.
Finalmente uno spiraglio di luce, una signora anziana cerca una badante a tempo pieno, mi presento da lei con la bimba,ho poche speranze ma la signora una simpatica vecchietta sola,accetta di buon grado una mamma single con la figlia, la sua pensione non sarebbe sufficiente ma il comune integra quel poco per permettergli di assumermi.
Nel frattempo faccio domanda per una casa popolare, un iter lunghissimo se va tutto bene ci vogliono anni, dopo poco più di un anno la signora durante un ricovero in ospedale muore.
Abbiamo un tetto sopra la testa almeno per ora ma non ho uno straccio di lavoro, Mirella ha compiuto due anni, ho paura che se non riesco a mantenermi i servizi sociali me la tolgono.
Vendo la vecchia casa e i pochi terreni, una boccata d'ossigeno che dura poco, poi una ragazza ,un'amica conosciuta in fabbrica mi racconta che dopo il licenziamento si è messa a fare la prostituta.
Fino a quel giorno non ho mai pensato di vendere il mio corpo per soldi, non sono un bigotta ma solo l'idea mi ripugnava,poi parlandone con lei comincio a valutare i pro e contro, non sono vergine né davanti né dietro e non per scelta, nel fare sesso non provo nulla ma mi permetterebbe di vivere con mia figlia.
Certo non è facile, dovrò accettare uomini ripugnanti e magari qualche donna, poi la cosa deve rimanere segreta se no posso dare l'addio a mia adorata figlia, e non per ultimo il rischio di finire in mano a qualche magnaccia.
Non posso certo lavorare in casa, in pratica sono abusiva basta la denuncia e sono fuori e poi come potrei lavorare solo di mattina?
Mi decido a provarci, per fortuna la mia amica è divorziata ma ha chi gli guarda la bambina e posso lasciare Mirella ,io è lei siamo diverse mi rendo conto che il mestiere a lei piace, tutte le notti prima di rincasare,mi parla di questo o di quel cliente che l'ha fatta godere,io non provo nulla ma grazie ai suoi insegnamenti imparo a fingere l'orgasmo.
Ormai sono ufficialmente una puttana da marciapiede,per evitare di essere fermata e schedata, frequento i posti più appartati, o quelli pericolosi dove la polizia non passa.
Qualche volta ho dovuto difendermi da qualche delinquente che voleva rubarmi i soldi ma ho imparato,un tizio probabilmente ha ancora la mano inutilizzabile, perché la lama del mio coltello l'ha trapassata.
Uso un trucco pesante e spesso cambio parrucca, ho anche due nomi d'arte,mi faccio chiamare Matilde o Xora, per la verità in pochi chiedono il nome a una puttana ma ricorro a tutto pur di mantenere l'incognito.
Il tempo passa e con esso la speranza di trovare un vero lavoro dignitoso che ci permetta di vivere onestamente,ormai so come muovermi ma a differenza di tante colleghe che hanno clienti fissi, a me dopo il primo incontro nessuno mi carica, del resto è normale non riesco a fingere più di tanto di partecipare e loro se ne accorgono.
Una sera di novembre, una col tempo peggiore che ricordi, vedo in mezzo a un parco un tipo seduto su una panchina, sembra appiedato e non capisco cosa ci faccia là, c'è una pioggerellina fastidiosa che ti bagna fino alle ossa, sembra una coltre di nebbia bagnata, da bordo strada per un po lo osservo, sicuramente non è un papabile cliente, mi sembra ubriaco o disperato, tiene la testa ciondolante tra le mani, forse è il destino a incuriosirmi, mi avvicino con cautela, non si sa mai chi potrebbe essere.
A pochi metri vedo chiaramente che piange, è la prima volta che vedo un uomo piangere,mi fa pena e tenerezza,mi avvicino.
“Ciao che ci fai in un postaccio del genere e in una notte come questa?” Si volta verso di me ma sembra quasi non vedermi, nonostante la poca luce è oggettivamente un bell'uomo, più o meno della mia età, alto biondo e con occhi di un azzurro penetrante, non certo il tipo da cercare una come me.
Leggo la disperazione nei suoi occhi, una disperazione più volte provata nella vita, normalmente non sono quella che si può definire la buona samaritana, ma il tipo mi incuriosisce.
Ci mette poco a capire chi sono, mi dice gentilmente che non ha bisogno di me, io testarda le offro del brandy e mi siedo accanto a lui in silenzio,poi un'idea, lo invito a mangiucchiare qualcosa.
A dirla tutta ho fame ma potrei tranquillamente aspettare il rientro,lui non sembra interessato al cibo ma poi forse si rende conto di non aver mangiato da tempo e mi segue al chiosco dove di solito mi fermo a mangiare qualcosa.
Ci vuole poco a convincerlo a sbottonarsi, sentire di cosa sono capaci certe donne è inquietante, a quanto pare una stronza per interesse l'ha accalappiato ,ingannato e si è fatta sposare.
Non sono fatti miei ma la cosa mi fa incazzare, poi è lui a chiedere di me ma come sempre resto sul vago non voglio la pietà di nessuno.
Si offre di accompagnarmi a casa, mi eviterebbe una bella sfacchinata e il cambio di due autobus, tentenno ma lui insiste e alla fine accetto, ha una bella auto dev'essere uno che sta molto bene economicamente, ovvio è per questo che la sanguisuga si è attaccata, arriviamo sotto casa ,Giò, così si chiama,si guarda attorno e scuote la testa, certo il posto è desolante ma è il massimo che posso permettermi.
Mi piace questo ragazzo ma non avrei mai il coraggio dirglielo,chi frequenterebbe una prostituta frigida e con una figlia di sei anni,saluto e faccio per andarmene,lui mi trattiene per un polso, normalmente mi darebbe fastidio ma questa volta no.
Mi chiede se può rivedermi, vorrei sprofondare,speravo stupidamente che mi avrebbe baciata e invece vuole portarmi in qualche posto e fottermi.
Quasi senza accorgermene gli racconto i fatti miei e della gita programmata con mia figlia,lui chiede di venire con noi.
Per un attimo mi incazzo ma che vuole questo da me e mia figlia? Non permetto a nessuno di entrare nella mia vita ma poi..,non so,il suo modo di parlare,la gentilezza,il fatto che mi tratti come una persona,o forse è solo perché la sua compagnia mi è piaciuta ,quasi senza accorgermene le dò appuntamento per la mattina successiva.
Durante il giorno ci penso mille volte, vorrei non farmi trovare,direi a mia figlia che non se ne fa niente, che andremo un'altra volta,ma poi perché,non è giusto che Mirella paghi per le mie paure.
Inizia la mia giornata tipo,dopo un sonnellino mi sveglio e preparo la colazione a Mirella,poi la accompagno alla fermata dell'autobus e l'affido ad un altra mamma, finalmente tocco il letto ma non riesco subito a prendere sonno.
Penso a quell'uomo e al calore della sua mano, stranamente sento qualcosa di mai provato,la passera si inumidisce, che mi sta succedendo? Senza rendermene conto,la mano scende ad accarezzare la micia che subito reagisce,li sotto c'è un lago,le dita scorrono sulle grandi labbra per poi entrare,con il pollice mi stimolo il clitoride,non è possibile,penso a quell'uomo e sto avendo il primo orgasmo della mia vita.
E come se si fosse aperto il vaso di Pandora,mi masturbo per ore e godo fino allo sfinimento per poi crollare nel più piacevole dei sonni.
Purtroppo come sempre le brutte notizie sono dietro l'angolo, alle 11 il postino suona ripetutamente al citofono , naturalmente non sono belle novità, da una parte mi confermano che tra un mese mi verrà assegnato un alloggio però devo portare un contratto di lavoro e colmo dei colmi tra una settimana lo sfratto diventa esecutivo.
Praticamente ci sbattono in strada devo trovare una soluzione al più presto.,magari qualche viscido personaggio ,noo piuttosto dormiamo in tenda Mirella ne sarebbe entusiasta.
La prima volta che penso a un uomo non come mezzo di sostentamento e mi deve cadere questa tegola sulla testa, forse per me non è destino.
Guai se non ci fosse Mirella, una giornata di sentimenti contrastanti, la rabbia per l'ingiustizia subita e la stupida speranza di un principe azzurro che si interessi veramente a me.
Sveglia Elvira certe cose accadono solo nelle favole, penso a Giò e alla donna che l'ha ingannato,magari l'avessi conosciuto prima, magari in un'altra vita.
La notte al lavoro non sento più quello strano formicolio nelle parti intime, meglio così devo essere realista e pensare solo a mia figlia.
Non ero sicura che quell'uomo venisse veramente, del resto forse aveva passato solo una brutta serata e le cose con la moglie non erano poi così gravi.
Mancano 5 minuti all'arrivo del pullman, Mirella è all'oscuro non sa che un uomo si è offerto di accompagnarci, è tutta eccitata e felice di passare l'intera giornata con la mamma.
Vedo arrivare da lontano il pullman, tiro un sospiro di sollievo, meglio così è stupido illudersi, ma improvvisamente da dietro l'angolo spunta un macchinone che riconosco immediatamente è lui.
“Mirella, non ti si dispiace se un uomo simpatico ci accompagna nella gita ?”,”è un tuo amico? Non ho mai conosciuto un tuo amico”,”beh diciamo di sì, l'ho conosco da poco ma ha la tua stessa passione e vuole farci fare un giro diverso ,sei d'accordo?"
Mirella è entusiasta, speriamo di passare in sua compagnia una bella giornata, Giò si ferma sulla piazzola poco prima della fermata e come un gentleman di altri tempi scende e ci apre le portiere.
Ci mette poco a ruffianarsi mia figlia,del resto è simpatico ,empatico e divertente, ho l'impressione che Mirella le piace veramente.
Il viaggio è lungo ma spensierato,trova le giuste battute per far ridere me e la bimba,arrivati alla metà inizia la lunga passeggiata, sono serena ma i problemi rimangono, però nel vedere mia figlia felice e spensierata mi si apre il cuore ,ho preso la decisione giusta, magari sarà solo per un giorno ma con Giò mi trovo bene.
Arriviamo alla prima tappa,con la scusa che è una specie di fattoria con degli animali allontana mia figlia e mi chiede che cosa non va, nessuno si è mai interessato dei miei problemi, per la prima volta mi apro con un uomo e gli racconto le mie preoccupazioni.
Mi fa una proposta che mi lascia di stucco,mi offre di sistemarci accanto al suo studio,per un attimo reagisco male, nessuno fa niente per niente.
“Elvira, ancora sta storia,credi veramente che lo faccia per portarti a letto? Credimi a me non costa nulla,e stare vicino a tè e alla piccola è un piacere ma a una condizione non puoi portare clienti… si insomma hai capito, so e quello che fai non ti piace e spero che prima o poi trovi una soluzione ma non ti lascio certo dormire per strada, prenditi del tempo per decidere ma riflettici bene, fallo soprattutto per la bambina,un bel quartiere,ottime scuole e parchi gioco per svagarsi”.
Sarei una pazza a rifiutare,nel frattempo torna Mirella tutta eccitata, Giò propone di andare tutti a dare da mangiare agli animali, nonostante sono nata in campagna le mucche mi hanno sempre fatto paura, Ma per la bambina questo e altro e poi stare accanto a lui mi infonde sicurezza.
Mi racconta che da ragazzo andava dal nonno che aveva una fattoria, vederlo mungere,mentre Mirella accarezza la bestia mi infonde coraggio,lui con una scusa vigliaccamente mi fa avvicinare e mi spruzza il latte addosso direttamente dalle mammelle.
Mirella ride divertita, vorrei incazzarmi ma non riesco,poi gira il getto sulla piccola e scoppiamo tutti a ridere.
Nell'affrontare la seconda tappa mi sento leggera,non mi divertivo così dall'infanzia, non sento nemmeno la stanchezza,mi ripeto che sono una prostituta non ho diritto di legarmi a un uomo ma Giò mi fa sentire bene anche se praticamente è uno sconosciuto.
Improvvisamente mi chiede se ho deciso e d'impulso gli dico di sì,al rientro Mirella l'abbraccia,si sta affezionando spero non rimanga delusa, ci diamo appuntamento per il giorno successivo ed ora è il momento dei saluti, ci scambiamo un semplice bacio a fior di labbra ma basta quello ha scombussolarmi il basso ventre.
Attento solo che venga domani per rivedederlo, mi sento come una scolaretta al primo amore quello che non ho mai avuto nella vita.
Mirella dorme nel mio letto è l'unica cosa che mi frena dal masturbarmi, prima di conoscere Giò non ho mai percepito questi stimoli, per la prima volta mi sento femmina, una femmina in calore, dormire è impossibile,attendo che la piccola si addormenti e vado in bagno a masturbarmi per poi addormentarmi beata.
Non so cosa mi sta succedendo o forse semplicemente ho paura di ammetterlo a me stessa,la verità è che mi sto affezionando e spero che pianti la moglie.
Una puttana innamorata, credevo accadesse solo nei film, tipo pretty woman ma ora la protagonista sono io, ed è forte la paura di uscirne con le ossa rotte.
Oggi è il grande giorno, l'idea di stargli vicino è gioia e tormento ma per Mirella è un bene, spero non soffra se il nuovo zio sparirà nelle nebbie.
Alle undici è sotto casa, al solo vederlo mi accelerano i battiti del cuore, ci salutiamo con un semplice bacio sulle guance,un gesto innocente ma per me carico di significati, mi rendo conto di essere una povera illusa ma va bene così.
Quando entrò nell'appartamento resto esterrefatta, è bellissimo,in pieno centro e con un terrazzino da cui si intravede anche il mare.
Sono felice anche se non so come sdebitarmi, in realtà lo saprei ma bisogna vedere se lui è d'accordo,da quel poco che lo conosco non sembra il tipo da tenere il piede in due staffe.
Quasi distrattamente gli chiedo come va con la moglie, Giò dice che sembra cambiata ma non si fida, vorrei urlargli di mollarla, che non lo merita ma mi rendo conto che lo farei per me stessa.
Ora è tempo di andare a prendere Mirella a scuola,quando ci vede,ci corre incontro e si getta al collo di Giò ,solo ora mi rendo conto che le manca una figura maschile di riferimento.
Quando vede il nuovo appartamento resta basita ma nulla in confronto a quando le facciamo vedere la piccola cameretta tutta sua, staccarla da lì anche se per un gelato è un'impresa, Giò saluta e dalla porta attigua va al suo studio.
Sistemiamo un po' l'appartamento al nostro uso e consumo, questa notte mio malgrado dovrò lavorare e non mi è mai pesato così tanto.
Giò tramite un amico al provveditorato ha trovato la scuola per Mirella, tutto mi sembra un sogno, con lui ogni giorno è un giorno nuovo.
Una lunga notte,non riesco più a sopportare i clienti,sono schifata farei di tutto per smettere, vorrei una vita dignitosa da poter vivere alle luce del sole con Mirella.
Al risveglio Mirella si comporta in modo strano, è sempre stata una bambina obbediente ma questa mattina fa' i capricci, vuole che quello che ormai per lei è zio Giò la porti a scuola.
Io sono distrutta non vorrei disturbarlo,sono indecisa ma poi busso alla porta.
“Scusami,non dovrei neanche chiederlo,tu avrai sicuramente tante cose da fare ,Mirella insiste che la porti a scuola,non obbedisce,ti prego diglielo che non puoi,mi sto troppo approfittando di te”.
Non l'ho mai visto così ,dalle occhiaie sembra non aver dormito, il suo sorriso nonostante la stanchezza illumina la stanza.
“Allora Mirella cos'è questa storia, si ubbidisce sempre a mamma ma per oggi ti accompagno io a scuola, poi veniamo a prenderti io e mamma e ci racconti come è andata di fronte a una bella coppa di gelato e poi al parco giochi,dai preparati ,saluta mamma”.
Mi viene da piangere, l'avessi incontrato prima un uomo così ma non può innamorarsi di una puttana, non ho speranze, faccio per rientrare nell'appartamento ma lui mi ferma e mi chiede se quando mi sveglio passo da lui.
Passare? ci passerei la vita insieme, ora meglio che me ne vada se no non rispondo di me stessa.
Per fortuna la stanchezza prevale, un sonno senza sogni,mi sveglio presto,non vedo l'ora di tornare da lui, è schiocco per una come me ma cerco di mettermi in ordine,doccia, profumo ,un filo di trucco e l'abito fiorato,il mio preferito,ci metto un attimo a decidermi a girare quella maniglia.
“Ciao Elvira”, sembra guardarmi in modo diverso,forse è una pia illusione,per la prima volta in vita mia desidero carnalmente un uomo e quasi me ne vergogno.
Il suono della sua voce calda mi scombussola la mente,mi offre la colazione, sarà stupido ma nessuno mai mi ha rivolto simili gentilezze,mi parla,mi chiede del mio titolo di studio poi fa una proposta ma penso di non avere ben compreso, è impossibile,mi sta proponendo di lavorare con lui,di fargli da segretaria.
Ho mille dubbi e li espongo ma lui li smonta tutti,non insisto, in fondo è quello che desidero.
È troppo vicino,non resisto,prendo l'iniziativa e lo bacio,non so baciare non si bacia una prostituta ma mi abbandono completamente,chiudo gli occhi e mi sento trascinare in cielo,non vorrei mai abbandonare quelle labbra ma sento un suono ripetuto con insistenza e mi accorgo che è il telefono che squilla ,penso alla proposta e rispondo.
Finita la telefonata non è più tempo d’attendere,lo voglio,lo desidero, non mi importa nulla di quel che sarà ora ci siamo solo noi, prendo l'iniziativa, gli tendo la mano e raggiungiamo il letto,in tutti e due l'emozione è palpabile,sto per fare l'amore,non sesso,amore!
Ogni pensiero , ogni preoccupazione svanisce,gli slaccio la camicia,ha pettorali bellissimi,mi attacco a succhiare un capezzolo godendo dei suoi ansimi,sento il suo desiderio crescere,gli sbottono i pantaloni e lentamente calo i boxer,mi appare la sua verga,tesa e vibrante, non è come quella di certi buzzurri, è liscia morbida al tatto ma dura come roccia.
Almeno questo lo so fare, lecco il glande gustando le gocce di precum , continuerei a succhiarlo fino a berne il mettere,la sua mano mi scosta il perizoma, il solo contatto sulle grandi labbra mi fa venire i brividi, qualcosa di mai provato,la passera reagisce non mi ricordo di essermi mai bagnata così, sento il profumo dei miei stessi umori,un dito si insinua in profondità,sento come scosse che mi arrivano dritte al cervello.
Giò si inginocchia mi divarica le gambe e guarda estasiato il mio fiore lucido di umori,poi la sua lingua,mi sembra di impazzire, ho una miriade di sensazioni quando succhia il clitoride ho un orgasmo squassante,lo voglio, voglio la sua mazza dentro di me'.
Non mi riconosco, lo spingo sul letto e gli salgo in groppa , con la mano tengo dritto il paletto e con la cappella mi sfrego il clitoride, rivolto gli occhi dal piacere e mi lascio cadere impalandomi a peso morto .
È la prima volta in assoluto che godo nell'essere penetrata da un uomo, per anni ho provato solo fastidio,urlo, gli orgasmi si accavallano ma Giò vuole ancora sentire il sapore della mia fica che prima d'oggi non l’aveva mai leccata nessuno.
Ci allacciamo a sessantanove, cerco di trasmettere il piacere che provo alla sua mazza, è così bravo bel cunnilingio che mi fa' perdere la ragione,sento il ventre sciogliersi ,dalla passera partono schizzi che non riesco a trattenere.
Sono terrorizzata e piena di vergogna convinta che la vescica non ha retto a tanto piacere ma Giò beve con gusto il brodino,mi rendo conto che nonostante il mestiere di sesso non so nulla.
Ora ho un unico obiettivo, godere tra le sue braccia,sentire la sua cremina riempirmi tutti i buchi, per la prima volta mi lascio completamente andare, ho perso il senso del tempo, resterei per sempre tra le sue braccia.
Poi in un attimo di lucidità sobbalzo, Mirella sono le tredici passate ,la scuola è finita, sarà lì fuori sperduta in un quartiere che non conosce.
Gio' nel vedermi così si preoccupa ma quando mi sento pronunciare il nome di mia figlia,sorride :”non preoccuparti si ferma in mensa mangiare, ho pensato che era un modo per farla integrare coi compagni”.
Mi monta una rabbia cieca,come si è permesso senza avvisarmi, sto per mandarlo a quel paese, capita l'antifona e con mille scuse si ritira nel suo ufficio.
Neanche il tempo di vestirmi e mi rendo conto di avere esagerato, lui l'ha fatto per mia figlia, è un uomo eccezionale e io in modo irrazionale gli ho mangiato la faccia.
Busso alla porta piena di vergogna, lui sorride e si scusa ancora, come posso pensare che un uomo come lui si possa innamorare di una come me? Ma mi rendo conto che ormai sono cotta come una pera.
Prima di andare a prendere Mirella mi rinnova l'offerta, tra mille dubbi accetto è l'occasione di stargli vicino, andiamo a scuola, mia figlia è entusiasta,sia della scuola che della mensa, aveva ragione lui,a vederla così felice mi si apre il cuore, Mirella si sta attaccando molto a Gio’, sarebbe un ottimo padre , già, nessuno mi vieta di sognare ad occhi aperti.
È la seconda volta che passiamo l'intera giornata insieme, sarebbe bello poter dormire e svegliarsi accanto ma anche se il suo matrimonio è agli sgoccioli non ho il diritto di impicciarmi più di tanto e poi sarei di parte, senza contare che Mirella dorme nel mio letto la camere è un po' piccola e devo ancora comprare un lettino.
Nei giorni a seguire lavoriamo a stretto contatto, è un sogno non fare più il mestiere, nonostante non conosco il lavoro tutto mi sembra facile, appena possiamo ritagliamo dei momenti tutti per noi, è il classico, il capo che si porta a letto la segretaria ma non credo di sbagliarmi,tra noi non c'è è solo chimica, c'è molto di più,non ho esperienza ma credo sia amore, qualcosa che finora mi è stato precluso , l'amore non il sesso,congiungersi in un tutt'uno, due corpi e un anima ma ho paura di pronunciare quella parola.
Ormai Mirella si è attaccata Giò come una sanguisuga,si vede che a lui fa' piacere passare del tempo con la bambina, quando capita che sono presa dalle scartoffie è lui a portarla al parco o in gelateria,siamo come una famigliola e non pretendo di più.
Una mattina entra in ufficio un signore, avrà una sessantina d'anni ,ha un viso simpatico e un sorriso che mi ricorda Giò.
Non mi sbagliavo è suo padre, è insensato ma la cosa mi mette un po' disagio, cerco di non fargli capire che siamo legati non solo dal lavoro, sarà sciocco ma non voglio mettere Giò in imbarazzo.
I due battibeccano allegramente,suo padre vuole che Gio’ lo accompagni a fare un tour della città,lui risponde che ha un impegno con mia figlia, l'idea stessa che rinunci a passare del tempo con il padre per stare con Mirella mi commuove ma non è giusto e gli dico dandogli del lei che ci penserò io.
Dal sorriso del padre si capisce che ha immediatamente individuato la tresca, non sono brava a mentire, quando escono dall'ufficio resto a pensare, un avvocato di primo piano, con una famiglia benestante alle spalle, che c'entra con me, forse per il suo bene devo allontanarmi anche se so che me ne pentirò per tutta la vita.
Quando io Mirella arriviamo in gelateria anche loro sbucano dall'altro lato della strada, impossibile frenare mia figlia, le corre incontro urlando zio, zio, arrossisco è quello che volevo evitare.
Il padre, Giovanni, ha capito subito che tra di noi c'è del tenero,si offre di andare con Mirella a scegliere i gusti del gelato,la piccola è curiosa, quando Giò le dice che è suo padre per lei diventa il nonno,lo prende per mano e entrano.
Abbiamo lo stesso impulso irrefrenabile,ci baciamo,un lungo bacio carico di passione, siamo così assorti da non accorgerci del loro ritorno.
“Mirella che ne dici,si baciano”,”bho,non capisco cosa si prova a baciare con la lingua,ma voglio tanto bene allo zio”.
Beccati in flagrante, per fortuna siamo a due passi dal parco,ci sediamo su una panchina mentre Mirella gioca con gli amichetti.
Sento ancora il desiderio delle sue labbra,torna Mirella tutta eccitata, vuole che Gio' la accompagni a tirare i sassi nello stagno,suo padre si offre di accompagnarla, sembra tutto un sogno da cui non voglio risvegliarmi .
Dopo poco suo padre torna e si siede con noi, Mirella gioca con amici, improvvisamente Giò mi stringe la mano come per infondermi coraggio.
Si rivolge al padre e racconta tutto di noi,vorrei sprofondare ma è giusto così,sapevo che è un uomo sincero ma temo che suo padre gli consigli di allontanarmi, sono una prostituta o comunque è quello che ho fatto fino a ieri, cosa può pensare di me?
Parlando col padre una cosa mi fa fremere,dice al padre che mi ama,non ce lo siamo mai detto, forse per paura ma solo a sentirlo il cuore mi scoppia di felicità.
Il padre mi spiazza, mi dice che le piaccio sia io che mia figlia e che dal canto suo ci da la sua benedizione, a quanto pare lui e la moglie sanno tutto di noi, del resto è normale interessarsi della vita di un figlio.
So del litigio di Giò con sua madre a causa del matrimonio, capisco cosa deve provare quella povera donna, da una traditrice a una puttana, quale madre non sarebbe preoccupata.
Cosa ho da offrire se non il mio amore e una figlia che non è la sua,ma Giò ha detto di amarmi e l'ha detto di fronte al padre, Dio dammi la forza di meritarmi tanta fortuna.
Appena rimaniamo per un attimo soli Gio’ cerca di giustificarsi per aver parlato a suo padre di noi, forse teme una mia reazione, ma l'unica risposta che posso dargli è baciarlo e trasmettergli tutto il mio amore.
Quella sera decidono di andare a casa,la casa dove staziona ancora la moglie,sorrido,incoraggio il mio uomo ma dentro mi sento arida,una paura inconscia e stupida,quella che chiamano gelosia.
Devo preparare la cena per Mirella ma la mente vaga,sono certa che mi ama,lo sento,ma ogni minuto che passa senza avere notizie è un tormento.
Lo so che la moglie non sa niente di me, è sicura di non avere rivali,non dovrei aspettarmi una telefonata devono recitare la loro parte ma dopo oggi per me' Giò è come una droga e non voglio disintossicarmi.
Alle 9:30 stiamo per metterci a tavola, squilla il telefono, è lui, mentre rispondo le mani tremano.
“Pronto vita mia,preparati e vesti Mirella questa sera si festeggia, papà offre una cena nel miglior ristorante di pesce”, più che rispondere balbetto, il cuore batte a mille all'ora, vuol dire che la moglie ha ceduto e egoisticamente spero in una convivenza.
Cena fantastica, Mirella fa una scorpacciata di fritto misto,nonno Giovanni la coccola come fosse veramente sua nipote ,che uomo fantastico, convince Mirella ad andare a vedere la nuova casa,con la scusa di una grande cameretta tutta sua e di fermarsi a dormire,io e Giò dormiremo nell'appartamento attiguo all'ufficio,una notte tutta per noi,mi sembra un sogno.
Domani sarà una giornata importante, arriva la madre, è la dura di famiglia e protettiva nei confronti del figlio, non si sono più visti da quando ha deciso di sposarsi contro la sua volontà, e ora sì è messo con una che faceva la prostituta.
Vorrei tanto piacergli o almeno non essere messa alla gogna ma tremo all'idea di incontrarla, Mirella accetta con entusiasmo di passare la prima notte da sola senza la mamma,io e Giò ci scambiamo cenni d'intesa, sarà la nostra prima notte,spero la prima di tante.
Difficile spiegare cosa significa toccare il cielo con un dito e sentire le farfalle nello stomaco,una liga notte d'amore,se chiudo gli occhi vedo i fuochi d'artificio, Giò è inesauribile mi farcisce ogni buco più volte, dei miei orgasmi ho perso il conto, con lui sto recuperando gli anni da frigida,non ci sono limiti,lecca tutto quello chi esce dai miei buchi, ci scambiamo i fluidi con le labbra,ora la prostituta è sparita, c'è la nuova me,una troia assetata dell'uomo che ama.
Alle dieci siamo in stazione,sua madre ci vede da lontano,una scena struggente il loro abbraccio,mi commuovo da tanto amore.
Ora sono immobile,in attesa di essere presentata, dopo la scena dell'abbraccio due lacrime mi rigano il viso,sua madre sembra squadrarmi poi allarga le braccia e mi accoglie come fossi una figlia, nessuno dei genitori mi giudica per il mio passato,le paure svaniscono.
Per il trasloco ci sarà tempo, passiamo a prendere la bimba, poi andiamo a vedere la casa vacanza che hanno acquistato,
Mamma Genoveffa lancia l'idea di andare tutti in spiaggia, è fine maggio, la giornata è soleggiata e si vedono già i primi bagnanti, per paura di brutti incontri non sono mai andati in spiaggia con mia figlia, purtroppo il mare l'ha visto solo in colonia con il comune ,ma ora è l'inizio di una nuova vita,tutte le paure sono svanite.
Confesso che non so nuotare, Giò mi tranquillizza, penserà lui ad insegnarmi ,per il costume ci pensa mamma Genoveffa, abbiamo la stessa taglia, è ancora una donna piacevole e ha un'infinità di bikini.
Mirella deve andare all'appartamento a prendere uno dei suoi costumi, Giò si offre di accompagnarla.
Credevo di aver raggiunto il massimo della felicità, ma mi sbagliavo, siamo in spiaggia sdraiati sui lettini a chiacchierare,quando arrivano:”mamma, mamma,il costume l'ha scelto il mio papà”,mi sciolgo a piangere come neve al sole,i suoi genitori sorridono,ho bisogno di un bagno freddo.
Tutti ridono ai primi goffi tentativi di imparare a nuotare, Mirella sembra un pesciolino,sono l'unica imbranata che non riesce a stare a galla.
Un altra splendida giornata,il passato è solo un ricordo sbiadito,da quel giorno siamo inseparabili,le due metà della mela,dopo un paio d'anni è Genoveffa a spingere perché ci sposiamo, è lei a pretendere che indossi l'abito bianco,ora siamo circondati di amici, coppie che erano disgustate dagli atteggiamenti dell'ex moglie.
Gli anni scorrono, tra di noi pochi screzi e qualche incomprensione che dura un niente,del resto tendo a partire in quarta ma non riusciamo a tenere il muso più di tanto.
Mirella ha seguito i passi del padre putativo,ed è un'ottima avvocato,purtroppo Giovanni muore a soli settantacinque anni, Genoveffa si trasferisce a lavorare con noi,il lavoro è la sua vita , per noi va bene,non è invadente e praticamente siamo amiche.
È un bel supporto anche nella vita normale, infatti nel frattempo la famiglia si è allargata è nato Silvano un bel maschietto,e nonna è di grande aiuto.
Passano gli anni ma il nostro amore rimane intatto e credo che resterà così fino alla fine dei nostri giorni , la vita mi ha permesso una seconda chance.








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