Lui & Lei
IL GIOCO PERICOLOSO

12.03.2025 |
316 |
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"“Calmati – le sussurrai all’orecchio – bisogna vedere se troviamo un posto adatto… te la senti?”
Per tutta risposta mi disse seria: “E tu, te la senti, ..."
Era da un po’ che ne parlavamo, ma consideravamo entrambi l’idea come relegata al campo delle fantasie erotiche, sia perché eravamo consapevoli che fosse pericolosa, sia perché non avevamo molto tempo per organizzare giochi così elaborati.Annalisa è una bellissima veterinaria 32enne mora, alta 172 centimetri, 48 chili di peso e due bellissime tette di IV misura, ma la cosa che maggiormente la caratterizza è lo splendido sorriso, aperto, radioso, che trasmette immediatamente a chiunque ne sia beneficiato allegria e buon umore, e che cela molto bene il suo carattere perverso.
Come ho sempre fatto, l’avevo instradata fin dall’inizio della nostra relazione, che durava ormai da tre anni, verso il sesso multiforme e fantasioso, poliedrico, e la facevo scopare regolarmente a tutti quelli che le piacevano, tra coloro che le selezionavo: è completamente aperta e ama le penetrazioni doppie e multiple, ama le orge e faceva tutto ciò che le proponevo, in qualunque occasione; non ci era voluto molto a convincerla, era naturalmente predisposta al sesso estremo, sempre pronta a divertirsi appassionatamente, e il mio grosso pene, nei primi tempi in cui ci conoscemmo, le era piaciuto tantissimo, soprattutto perché si adattava bene alla sua conformazione vaginale e le regalava lunghi e ripetuti orgasmi, che spesso condiva con abbondanti squirtate che poi ripulivo minuziosamente con la lingua.
Non c’è bisogno che vi racconti che a letto fa veramente tutto ciò che un uomo può desiderare, nei soli limiti – spesso sorvegliati solo da me – di igiene e salute.
Tutto ciò che potete immaginare, lei è sempre stata contenta di realizzarlo insieme a me: eravamo follemente innamorati.
Quella sera avevamo finito di cenare al ristorante piuttosto tardi, dopo una giornata trascorsa a dormicchiare sul divano e a farci le coccole davanti alla TV: eravamo quindi riposati e non avevamo alcuna fretta di tornare a casa: una volta in auto, le dissi serio:
“Che ne dici se ti lasciassi sul marciapiede, come una troia?”
Lei ebbe un fremito, si girò, mi guardò dritto negli occhi e le si arrossarono le guance, capì subito dal tono della mia voce che non stavo scherzando: ebbe sussulto e iniziò a respirare profondamente e velocemente, come se si dovesse riprendere da uno shock. La trassi a me e le infilai la lingua profondamente in bocca, infilandole subito un dito nella figa, che sentii fradicia, segno che la proposta sconcia l’aveva eccitata meravigliosamente.
“Calmati – le sussurrai all’orecchio – bisogna vedere se troviamo un posto adatto… te la senti?”
Per tutta risposta mi disse seria: “E tu, te la senti, porco?”
Io allora rilanciai:“Quanti te ne vuoi fare?”
“Fino a che non ne trovo uno col cazzo grosso come il tuo”, mi sorrise maliziosamente.
“Allora stiamo fuori tutta la notte”, le dissi beffardo. “Te ne concedo 3, e devi portare a casa anche i soldi, poi mi racconterai tutto. Mi raccomando usa il condom! E divertiti, puttana!”.
“Mettimi sul marciapiede come una troia, vedrai che lo faccio, ci penso da tempo, voglio farlo… mmm… ahhh!… cosììììì!!!”. Grazie alla vergognosa proposta e alle dita nella figa, che nel frattempo eran diventate due, aveva già avuto un orgasmo e bagnato il sedile.
Dopo un ampio giro in periferia, trovai un angolo in una zona che non sembrava troppo pericolosa, illuminata da un lampione e dalle luci della vetrina di un negozio all’inizio di un viale in fondo al quale si trovavano abitualmente delle prostitute vere, poteva funzionare: cercai un parcheggio nel quale avrebbe potuto appartarsi coi “clienti”, tornai all’angolo, la feci scendere e mi appostai parcheggiando l’auto dall’altro lato della strada, poco lontano, in modo che potessi vedere ciò che succedeva.
Il primo automobilista si fermò dopo cinque minuti, ma dopo una breve conversazione attraverso il finestrino, si allontanò; il secondo invece la fece salire e si diressero nel parcheggio convenuto, dove arrivai anche io dopo qualche minuto. Parcheggiai in un angolo poco distante e male illuminato, spensi i fari e mi godetti la scena: il conducente sembrava solo in auto, a giudicare dalla sagoma che vedevo in controluce, segno inequivocabile che Annalisa gli stava già succhiando il cazzo.
Quando vidi la sua sagoma ricomparire, lui le stava già addosso e, reclinato il sedile, iniziò a scoparla, ma vidi poco perché entrambi erano quasi distesi. Passarono poi altri cinque minuti prima che il tipo la riaccompagnasse all’angolo dove l’aveva caricata: decisi di aspettare nel parcheggio e di lasciare anche che fosse lei a decidere quando finirla.
Quella sera si fece montare da sette persone prima di chiamarmi e chiedermi di venirla a prendere: una volta a casa, facemmo insieme la doccia e la scopai tutta la notte sollecitandola a raccontare tutti gli incontri nei minimi particolari, sui quali anche a lei piaceva indugiare. Purtroppo non trovò tra i sette “clienti” nessuno con il cazzo grosso, ma due in particolare si eran dimostrati molto abili e le avevan regalato diversi orgasmi; uno di questi era non solo molto focoso, ma anche rude e manesco, e quando lei aveva indugiato a concedergli il culo, l’aveva presa per i capelli, girata e infilata senza tante storie, facendola di nuovo godere. Era quello che si era intrattenuto con lei per più tempo, qualcosa avevo intuito anche io osservandoli dalla mia auto.
La relazione con Annalisa durò per sette anni, durante i quali ci divertimmo moltissimo entrambi, ma poi finì perché … ma questa è un’altra storia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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