Racconti Erotici > Lui & Lei > Il collezionista
Lui & Lei

Il collezionista


di EtairosEuforos
09.11.2023    |    43    |    0 6.0
"Venti minuti di camminata, per quattro volte, nel sole di luglio..."
Una sensazione di pizzicore, un leggero solletico.
La gustava appieno stando così, ad occhi chiusi per qualche istante. Era il suo momento preferito del gioco.
Li riaprì.
Lei apparve, in tutta la sua nudità. Prona ai suoi piedi, aveva l’intero secondo dito della sua estremità destra infilato in bocca e lo stava succhiando avidamente.

Lui ripensò alla sua giornata. A tutti i luoghi in cui era stato. Al lungo tratto percorso dalla facoltà a casa e dalla casa alla facoltà. Venti minuti di camminata, per quattro volte, nel sole di luglio. Penso al sudore dei suoi piedi nelle scarpe chiuse, penso al calzino leggero zuppo di liquido salino. E penso a lei, che adesso gli stava leccando avidamente la pianta del piede nudo. Gli venne un brivido di disgusto, che lo eccitò selvaggiamente, il suo senso di potere era al culmine.
Rovesciò la testa della ragazza con una spinta, forte ma non violenta. Lei perse l’equilibrio e rovinò a terra. Le manette che le immobilizzavano i polsi tintinnarono nella penombra, mentre lei lo guardava adorante, con un rivolo di saliva che gli colava sul mento e la lingua ancora mezzo fuori.L'uomo si alzò, con le mani sulla sua prepotente erezione. La infilò tutta nella gola della donna, che iniziò ad emettere rumori gorgoglianti. Lui avvertiva l’epiglottide accarezzare la sua cappella, mentre spingeva ancora più a fondo.

Non era lungo, il suo cazzo, no, la natura non gli aveva fatto quel regalo. Ma era spesso, bello largo. Pochissime donne riuscivano a mantenere un contegno nell’accoglierlo nell’utero. Le più strabuzzavano gli occhi e si facevano sfuggire un gridolino. Quanto cazzo erano eccitanti quei guaiti.

Dalla gola della donna arrivò un verso strozzato. Estrasse il pene. Lei si rivoltò e si fece scappare un conato di vomito, che si sparse al suolo. Tossì un paio di volte. Lui le afferrò i lunghi capelli neri, immerse la sua testa nella tazza del cesso lì vicina, tirò l’acqua un paio di volte, poi la sollevò fuori. La lasciò abbandonata a terra, ansimante, un paio di minuti.

Cosa lo eccitava tanto? La violenza? Era incredibile a dirsi ma era un compagno dolcissimo, mai avrebbe picchiato la propria donna. Allora il senso di potere? La risposta non era così banale, era molto più in profondità, nel suo istinto più ancestrale e remoto.

Ripensò a quando l’aveva conosciuta, nella facoltà dove insegnava architettura. Non alta, nemmeno poi così bella. Una ragazza normale, estremamente femminile, indossava vestiti eleganti e raffinati, aveva l’aria della principessina un po’ viziata, con modi estremamente affettati. Quando aprì bocca notò subito, immediatamente, la sua parlata leziosa e la erre moscia. E dentro di lui scattò qualcosa.

Non era la conquista. Conquistare le donne era sempre stato abbastanza facile per lui. Capelli lunghi scuri, occhi verdi, 1.90 di altezza, un fisico costruito in ore e ore di palestra… No non era possederle le donne. Era stravolgerle. Era prendere una femminista indipendente, una donna acqua e sapone tutta casa e catechismo, una versione vivente della Barbie e entrarle talmente tanto nel cervello, sedurla, stregarla con la sua personalità, portarla a desiderarlo tanto da perdere completamente ogni freno inibitore, da tornare allo stato animale. E non era una questione di carisma. Era una questione di pulsioni profonde, di sintonie talmente oscure, vibrazioni talmente cupe da essere difficilissime persino solo da immaginare, sepolte nel proprio inconscio. Eppure lui aveva il dono di farle emergere. Era in definitiva un gioco, ma un gioco così oscuro e così profondo da cambiare per sempre la vita di chi vi giocava.

Una goccia di seme scivolò dal suo pene, lei si precipitò a leccarla dal ruvido pavimento in cemento.
«Lo sai cosa mi piace di te darling?»
Avanzò di un passo.
«Il silenzio».

Prese il suo mento tra le mani, la fissò con sguardo ferino. Tra loro due non era una questione di amore, lo sapeva bene. Era più del sesso allo stato puro. Era la natura animale che veniva prepotentemente liberata.
Le prese le cosce, la penetrò. Lei emetteva una serie di singulti, gemiti spezzati dalla forza dei colpi di reni, che picchiavano rumorosamente contro il fondo delle cosce. Lui guardò le dita dei suoi piedi, ancora ricoperte da uno smalto verde sbeccato, che si contraevano fino allo spasimo. Sentiva il calore, gli umori pulsare sopra il suo pene. Dopo una ventina di colpi fu scosso dall'orgasmo. Quasi ringhiando le inondò l’ampio seno di seme. Percorse con le dita i suoi fianchi abbondanti, le sue curve poco appariscenti, ma estremamente accentuate, pur nella magrezza del corpo.

Si rivolse alla parete dove teneva appesi giocattoli e attrezzi. Afferrò una museruola e gliela mise. Lei cercava di giacere a quattro zampe, ma le manette dietro la schiena glielo impedivano. Fremeva, in quella posizione, si teneva in equilibrio sulle ginocchia, con le guance sul terreno, scossa da brividi di varia natura. Lo guardava supplichevole, come affamata di lui, lo voleva ancora, ancora di più. Era l’abbandono totale.

L’aveva in pugno. Era la quarta o quinta volta che riusciva a stabilire quel legame con una donna. Eppure ne aveva avute decine e di queste non erano poche quelle che avevano varcato la soglia del suo dungeon, la soglia delle sue perversioni più segrete. Non tutte erano riuscite a vibrare per lui in quel modo.
Mosse qualche passo verso di lei. Afferrò il crine di cavallo che le pendeva tra le natiche. Con un secco strattone, estrasse il butt plug. Lei mugolò, lui rimase con l’oggetto penzolante in mano, a guardare il fiore di carne protruso del suo ano che rientrava lentamente.

Cosa significava essere maschio? Essere uomo?
Talvolta se lo chiedeva, e se lo chiese in quel momento, davanti a quella ventunenne ammanettata, con il culo aperto davanti ai suoi occhi. Completamente soggiogata da lui. La mascolinità era questo? Dominio? Controllo? Estremo senso di potere? Potere di dare il dolore, e il piacere?

Slacciò la museruola della donna, le sputò in bocca. Dopodiché alzò la gamba e le penetrò nuovamente la gola. Lasciò che fosse lei a lavorare sull’asta, lo divorava con una famelicità e un’aggressività insaziabile. Lo estrasse, la colpì con la cappella sulla guancia, la sdraiò nuovamente, d’imperio. Le afferrò le natiche e iniziò a penetrarle la figa aperta. Una serie di colpi rapidi uno dietro l’altro. Lei aveva gli occhi rovesciati all’indietro, sembrava quasi completamente incosciente. Emetteva suoni, squittii, gemiti, lamenti esausti. Dal naso e dalla bocca era tutto un colare di umori di tutti i tipi, muco, saliva, seme, sudore. Le guardò i seni arrossati ballonzolare furiosamente su e giù e nella sua mente si accorse che poteva quasi attraversarla con lo sguardo come in una radiografia. Poteva vedere il suo pene entrare nella sua vagina, farsi largo nei suoi visceri, solleticarle le interiora, carezzarle il cervello. Gli sembrò di percepire le vibrazioni di ogni fibra dei suoi muscoli, di vedere i suoi nervi incendiarsi sotto l’onda di un piacere incessante. Sentiva che lei era una marionetta nelle sue mani, che avrebbe potuto regalarle tutto il piacere del mondo, fino all'oblio. E fu in quel momento, nel massimo del suo godimento cerebrale, che si accorse che non stava provando niente. Piccole ondate di piacere fisico, quasi meccanico, consumate dalla consuetudine lo attraversavano. Non provava niente per quella donna. Amava solo sé stesso, la sua carica sessuale. Lei era completamente abbandonata, in preda al piacere più intenso e più irrimediabile della sua vita, talmente in sintonia, talmente presa di lui, eccitata da lui, da aver deposto il suo corpo nelle sue mani, senza più alcuna difesa. Si sarebbe fatta sventrare da quel cazzo, distruggere da quei pettorali, dal pompare di quelle cosce. Lui invece, era così razionalmente freddo, lucido, così distante.

«La verità è che non si è mai tanto soli come quando si fa sesso».
E glielo mise nel culo.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 6.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Il collezionista:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni