L'ultimo appuntamento

Lei guardo la radiosveglia in camera, mancava ancora un’ora all’incontro con Lui….in quello che avrebbe dovuto essere un incontro chiarificatore con Lui. Ma mentiva a se stessa, sapeva benissimo che l’aggettivo chiarificatore era, in realtà da intendersi, come “finale”, un finale che aveva voluto scrivere Lui. Erano due caratteri forti, quasi speculari, respiravano passione, eros, desiderio ma avrebbero potuto divorarsi l’uno con l’altra, come scorpioni intrappolati in una bottiglia.
Il luogo dell’appuntamento lo aveva scelto Lui, a metà strada tra le rispettive abitazioni, come se fosse una sorta di zona neutrale; era un elegante bar del centro, discreto, affollato il giusto.
Lei si preparò con misurata cura: un abito stretto in vita, che evidenziava le sue generose forme, ma che le stava benissimo, un trucco leggero e sobrio che accendeva l’azzurro dei suoi occhi; ravvivò i suoi capelli, biondi e corti e, soprattutto, niente profumo...si, da quando frequentava Lui non lo aveva più messo...Lui voleva solo il profumo della sua pelle, sostenendo che fosse l’espirato della sua anima.
Si guardo nuovamente allo specchio, era soddisfatta, ma prima di uscire andò ancora un momento in bagno.
Pochi minuti di cammino, ed ecco il bar. Lui aspettava dentro, seduto ad un tavolo, una tazza di the verde, lo sguardo assorto, i capelli cortissimi, la barba curata, l’apparente indifferenza del chiacchiericcio circostante, una perfetta imperturbabilità; insomma i tratti tipici dell’”uomo che non deve chiedere mai”, come recitava un vecchio spot pubblicitario degli anni’ 80!
Lei, la prima volta che lo aveva visto, tre anni fa, a casa di amici comuni, era rimasta rapita dai tratti e modi quasi ascetici, distaccati, ed anche per questo ne era stata subito attratta; Lui era di poche parole ma scopava furiosamente, rendendola il centro dei suo pensieri, dei suoi desideri, ma frustrato dal non essere riuscito a domarla veramente.
Lui si alzo, le andò incontro,….Lei accennò un sorriso e poi le diede un abbraccio, facendogli sentire la morbida consistenza del suo seno sul torace.
Il viso di Lui si avvicino a quello di Lei….sapeva che in quei momenti lui si sarebbe riempito i polmoni con il profumo della sua pelle...attese ancora un istante, il suo naso indugiò dietro le sue orecchie….Gli occhi di lui si chiusero, come in una sorta di meditazione, un viaggio in altra dimensione, poi li riaprì all’improvviso, accesi di rabbia, ma verso se stesso per essere schiavo della sua debolezza...Lei lo guardò, sorrise sensuale ed infame!….aveva vinto ancora!!!…..eh si, prima di uscire, in quei pochi istanti trascorsi in bagno, aveva raccolto sulla punta delle dita i caldi umori della sua fica e, come se fossero gocce di Chanel n°5, le aveva massaggiate dietro le orecchie…per Lui era una droga, una dipendenza, una catena che non sarebbe mai riuscito a spezzare...si ricordò di quando, al liceo, studiava Catullo ed il suo folle amore per Lesbia e la preghiera agli dei perché lo rendessero tutto naso affinché si beasse del profumo dell’amata….duemila anni erano passati, ma nulla era cambiato!
Lo vide uscire scuro in volto ed avviarsi verso la sua Maserati nera….attese finché il possente rombo del motore V8 si mischiò al caotico frastuono della città; mentre tornava verso casa la suoneria del cellulare l’avviso dell’arrivo di un nuovo messaggio: “Questa sera, ore 9, da me!”. Rimise il cellulare in borsa, aveva voglia di camminare, senza una meta, solo con il desiderio di assaporare la frizzante aria della primavera che sapeva di trionfo.