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Lui & Lei

La Stagista - l'inizio del viaggio


di AndreaSavona
23.03.2020    |    342    |    0 3.3
"” la tua stagista troia, si è fermata almeno sei volte, quelle che sono riuscita a contare, per poi ricominciare con più furia..."
Contrariamente a quanto potessi prevedere, la storia con Silvana procedeva bene.
E per bene intendo lavori finiti, parcelle pagate. Non dimentico che il mio studio è aperto per profitto, non beneficenza !
Le cose andavano bene e lo studio riceveva numerose richieste. Mi serviva un aiuto. Siccome non voglio favori da nessuno e con nessuno voglio essere in imbarazzo, decido di rivolgermi all’ufficio di collocamento della mia città. In breve mi mandano diversi curricula, ma tristemente poco adatti alle mie esigenze. Mi serve un geometra capace di stare in cantiere e saper gestire le maestranze. Dopo aver scartato diverse candidature mi soffermo su una che avevo lasciato in disparte, mi vergogno a dirlo, in quanto femmina.
Lo so, criticatemi pure, avete ragione. Perché una femmina non saprebbe tener testa a muratori in cantiere? Il suo curriculum mi raccontava non di una ragazzina neo diplomata, ma di una giovane donna con diverse esperienze presso aziende dedite a grandi appalti. Neppure trentenne, però! Penso ammirato.
In breve: la convoco e mi piace subito. Professionalmente preparata, decisa, desiderosa di imparare cose nuove. Infatti, lei stessa mi propone un periodo di stage. Vuole imparare a progettare ed io gliene darei la possibilità, oltre a svolgere il suo lavoro abituale. Ci mettiamo d’accordo, le propongo una paga adeguata, mi accorgo che lei si aspettava di meno e la avrebbe anche accettata. Ma per me va bene così, diamo fiducia ai giovani. In quel periodo Silvana fa ancora un paio di capatine in studio. Si sa, dopo un po’ certe storie diventano amicizie e si ci vede più spinti dalla voglia di un caffè per parlare, che di una sana scopata.
Un pomeriggio, Silvana è appena andata via. M. ( la stagista) solitamente di poche parole, senza togliere lo sguardo dal pc mi dice: architetto, posso farle una domanda? Certo, rispondo, pensando a qualcosa di professionale. Quella bella signora è una sua amica….amica? Mi si apre un mondo! Capisco subito dal tono e dal modo, cosa intende per amica. Si rispondo un po’ imbarazzato, una buona cliente ed anche...una amica. Lascio cadere la cosa, ma dopo poco lei riprende. Sa architetto, ho sempre “ammirato” le donne con i capelli rossi. Capisco al volo, la ragazza seppur fidanzata con un baldo giovane, non disdegna le donne. Non fu solo quella breve conversazione a farmelo capire, semmai furono confermati un sospetto che avevo già da tempo. Altri segnali che messi insieme a questi, mi diedero una quasi conferma su chi avevo davanti. Come un gatto di fronte al topo (o topa??) indifesa, cominciai a leccarmi i baffi. Adesso organizzo io una bella cosa, mi dissi. Magari partecipo anche io…
Chiamai Silvana con una scusa e grazie alla confidenza fra di noi, davanti ad un caffè le raccontai l’episodio. Lei, da gran signora (leggi: grandissima zoccola) quale è non fa una piega e mi propone: la prossima settimana, venerdì per la precisione, mandamela a casa alle 15 esatte. Posso accompagnarla? Chiedo speranzoso.
Non ti sognare neppure, guai a te se ti fai vedere. Gli ordini perentori di Silvana non si discutono.
Tornato in ufficio aspetto che M. rientri e le fisso l’appuntamento a casa della cliente il venerdì alle 15, come stabilito. Lei, evidentemente meno ingenua di quanto possa pensare, capisce ma non dice nulla.
Il venerdì seguente, nel pomeriggio sono sulle spine. Vorrei almeno sapere ma M. non rientra, il sabato non si lavora, zia Silvana al sabato è con suo nipote e suo marito. Il lunedì, curioso come non mai, vado in studio e ci trovo M. assorta nel suo lavoro come sempre. Tutto bene? Come la vedi la pratica catastale di quella eredità di venerdì pomeriggio? Bene… risposta laconica, ma accompagnata da un sorriso inequivocabile. Voglio vedere al più presto zia Silvana, sono curioso come una comare.
Al successivo caffè, Silvana ci va giù piatta. Quella ragazza è incredibile. Si è presentata in tailleur con pantaloni. Hai notato che bel culo che ha? Certo che l’ho notato, penso io, non mi conosci?
Ecco, fa lei, ha un culo strepitoso…..In breve, continua, dalla mia scrivania siamo passate al divano che ho in studio. Mentre finisco di raccontarle il perché di quella pratica catastale, la tua “stagista” mi chiede a bruciapelo: scusi signora, lei è rossa naturale? Certo figliola, rispondo, vuoi vedere?
In breve, Silvana mi racconta: “mi alzo dal divano, mi piazzo davanti a lei, apro la zip della gonna e la lascio cadere a terra. Resto in autoreggenti e perizoma. La guardo negli occhi. Con una discreta faccia tosta, osa chiedermi: posso? Certo che puoi, ho già la passera in agitazione. Mi prende per le natiche e restando seduta sul divano, appoggia la bocca alle mie mutandine. Me le sfila e mi dice: ha ragione, questa strisciolina di pelo è rossastro. Bene aggiungo io, soddisfatta? No, risponde la faccia tosta, adesso che la ho annusata, la voglio leccare. Si alza decisa, mi prende per i fianchi e mi gira, mi spinge sul divano dove cado a gambe aperte. Credimi architetto, una vera Padrona. Mi ha fatto togliere la camicetta, e alla fine mi sono trovata con la sua lingua a tormentarmi il grilletto, un dito in fica, uno in culo e con l’altra mano mi strizzava i capezzoli. E’ arrivata già con i capelli raccolti a coda di cavallo, la puttanella, capisci? “ecco, continua, non ti fermare sto per ven….” la tua stagista troia, si è fermata almeno sei volte, quelle che sono riuscita a contare, per poi ricominciare con più furia. Alla fine l’ ho dovuta implorare. “Capisci chi mi hai mandato a casa!! a me che sono io la Padrona, pregare una stronzetta di farmi venire!!”
Conoscendoti, le dico, sono sicuro che gliela hai fatta pagare, mi sbaglio? No, non ti sbagli, mi dice.
“ alla fine sono venuta, ma ero eccitata come una bestia, allora l’ho spogliata completamente e ammanettata.” Ammanettata? Chierdo con stupore. Si, mi ha lasciato fare con un mezzo sorriso beffardo su quella faccetta di cazzo che si ritrova. (Adoro Silvana quando è sboccata fuori contesto).
L’ho trascinata in camera, quella dei giochi (!!!) bloccata con le mani alla spalliera del letto. Poi, ho indossato lo strapon, quello doppio, avevo voglia prepotente di cazzo, allora ho approfittato…
“L’ho scopata a pecora, senza tanti complimenti. Colpi lunghi e profondi. Un lago, la troietta pigliacazzi, bagnata come il mare. Siamoi venute due volte, insieme.
Notevole la tua stagista, perché non te la fai?
Questa ultima comanda mi da il colpo di grazia. Io che me la sarei fatta dal secondo giorno di lavoro, e lei, Silvana, che sa come la penso sui rapporti di lavoro, che mi provoca….
Silvana mi provoca, sa che adesso la porterei a casa per chiavarla.
Mi squilla il cellulare. Fine dei giochi, della ricreazione, il dovere mi chiama.
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