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Lui & Lei

Tutto in un giorno 2


di iltiralatte
22.05.2025    |    563    |    9 8.0
"Per un istante, non riesce nemmeno a mettere a fuoco l’importuno che ha osato interromperlo..."
Mentre avanzano lungo il sentiero, Raul prova a monopolizzare la conversazione, raccontando dettagli, tentando di escludere Enzo con il tono e i gesti.
Enzo, però, risponde con naturalezza, senza cadere nella competizione diretta.
Dopo un tratto di cammino, Livia rallenta, osservando un uomo intento a sistemare qualche attrezzo in un carretto.
— Chissà cosa sta facendo.
Il contadino, accortosi del gruppo, alza lo sguardo e accenna un sorriso.
— Sto cercando di rimettere in sesto questo vecchio carretto, ma da solo ci metterò un’eternità.
Livia, con un bagliore divertito negli occhi, lancia una proposta che sa bene che alimenterà ulteriormente la rivalità tra i suoi due compagni.
— E se gli dessimo una mano?
Raul ed Enzo si ritrovano di fronte a un nuovo terreno di scontro.
Ora non si tratta solo di parole, ma di azioni.
Il contadino osserva la scena accanto a Livia con un misto di divertimento e curiosità.
Il carretto ha una ruota allentata, il legno scheggiato in alcuni punti.
Raul, sempre con il suo bisogno di controllo, prende l’iniziativa.
— Basta stringere bene qui, aggiungere un rinforzo e tutto si sistema.
Si muove con sicurezza, ma non ha realmente esperienza in cose del genere. Enzo lo sa, e aspetta il momento giusto per intervenire.
— Se stringi troppo, si spezza.
— Meglio aggiustare il supporto prima.
Il tono è tranquillo, il gesto preciso.
Livia osserva i due uomini interagire non solo con lei, ma anche con qualcosa di concreto.
I minuti passano tra tentativi e battute: Raul vuole dimostrare efficienza, Enzo punta sulla competenza silenziosa.
Alla fine, il carretto è riparato.
Il contadino annuisce, soddisfatto.
— Beh, devo dire che avete fatto un bel lavoro.
Livia si lascia scappare un sorriso.
Il confronto tra i due uomini ha avuto un nuovo terreno, lontano dalle parole e più vicino ai gesti.
Il contadino propone:
— Siete cittadini e certo ignorate il vero sapore del latte appena munto.
— Posso offrirvene un bicchiere?
Ora è Livia che decide il prossimo passo:
— Volentieri grazie.
Il contadino conduce il gruppo all’interno di una stalla molto pulita.
— Dov’è il latte
Domanda Raul guardandosi attorno.
— Lì
Risponde semplicemente il contadino mostrando una mucca imbrigliata alla greppia.
Il contadino si avvicina alla mucca con gesti lenti e sicuri.
Prima di iniziare la mungitura, accarezza la mammella dell’animale, con un tocco delicato, abituandola al contatto.
— Bisogna farla rilassare, farle capire che tutto va bene.
Solo in seguito, con movimenti esperti, inizia a spremere il capezzolo con una pressione ritmica e controllata.
Il latte scende subito, fluido, senza difficoltà.
Livia osserva con attenzione, affascinata dalla tecnica.
— Non pensavo fosse così … preciso.
Il contadino le sorride, spostando lo sgabello accanto a lei.
— Vuoi provare?
Livia annuisce, entusiasta.
Si inginocchia accanto alla mucca e imita il gesto con attenzione.
Tende una mano verso la mammella.
Sfiora la pelle calda e vellutata della mucca, poi, quasi d’istinto, con l’altra mano tocca una delle sue.
Si ferma, esita per un lungo istante.
— No.
— Preferisco assistere.
La mammella della mucca esiste per una funzione precisa.
Non è un dettaglio estetico, né qualcosa da ignorare con leggerezza: è parte di un meccanismo essenziale, quasi primordiale.
Questa consapevolezza le lascia un’impressione insolita.
Per quanto il tutto sia semplice, naturale, persino banale, il contatto con un aspetto così diretto della vita animale la porta a un confronto inaspettato con se stessa.
Non è imbarazzo vero e proprio, ma una sorta di riflessione silenziosa: un riconoscimento improvviso di una somiglianza che non aveva mai considerato tanto da vicino.
Si rialza, con un mezzo sorriso.
L’idea di provare l’aveva incuriosita, ma ora che ha avvertito il contatto diretto, qualcosa la spinge a tirarsi indietro.
Raul e Enzo la osservano, cogliendo il sottile cambiamento nel suo atteggiamento.
Ora la sfida passa nelle loro mani
Raul ha osservato la scena, cercando di mantenere un’aria neutra, non può evitare la sfida.
— Non sembra complicato.
Si avvicina alla mucca con sicurezza, ma appena allunga la mano, l’animale si scosta, sottraendosi al contatto.
Raul resta per un attimo in sospeso, incerto su come procedere.
Decide di riposizionarsi, cercando un angolo migliore, ma quando si muove, invece di trovarsi di fronte al fianco dell’animale, vede il suo deretano.
Si blocca.
Qualsiasi traccia di sicurezza svanisce, e senza una parola si tira indietro.
La sfida, almeno per lui, termina lì.
Tocca ad Enzo che si avvicina, osservando la situazione senza fretta.
— Tocca a me, allora.
Si posiziona accanto all’animale e ripete i movimenti del contadino con naturalezza.
Il latte fluisce senza problemi nel secchio, ed il contadino annuisce, soddisfatto.
La sfida si è spostata su un nuovo terreno.
Raul lo sa.
Ogni secondo che passa, la sua posizione si indebolisce sempre di più.
Livia osserva Raul ed Enzo alle prese con la mungitura.
Il divertimento iniziale lascia spazio a qualcosa di più sottile: un interesse vero, una riflessione silenziosa su ciò che sta accadendo davanti a lei.
Raul si muove con sicurezza ostentata, i gesti precisi, il volto impassibile.
Eppure, ogni sua azione tradisce una certa tensione.
La rigidità nelle dita, il modo in cui trattiene il fiato quando la mucca lo evita. È troppo concentrato nel mantenere il controllo per lasciarsi davvero guidare dall’esperienza.
Enzo, invece, sembra appartenere alla scena senza sforzo apparente.
Non cerca di imporsi, non ha nulla da dimostrare.
Ascolta le indicazioni del contadino, segue il movimento, adattandosi senza esitazione.
La sua sicurezza non è ostentata, ma naturale-
Proprio per questo risulta vincente pur senza mai volerlo essere.
Livia coglieva perfettamente il contrasto. Raul combatteva contro la situazione, Enzo la attraversava con leggerezza.
Allora, in modo istintivo, sente un pensiero farsi spazio tra le sue sensazioni: ciò che vede davanti a sé non è solo una semplice prova rurale, ma un confronto tra modi opposti di affrontare la vita.
Raul ha bisogno di affermarsi.
Enzo non ne avverte la necessità e, proprio per questo, sembrava avere il sopravvento.
La sfida sta cambiando forma, e Livia si accorge di osservarla con occhi nuovi.
Livia non può esimersi dal paragonare chi ha conquistato la fiducia dell’animale con naturalezza rispetto a chi ha fallito per eccesso di sicurezza.
I tre si ritrovano al bar dell’albergo.
L’atmosfera è rilassata, eppure porta con sé un sottile carico di tensione.
Nessuno lo dice apertamente, ma il confronto tra Raul ed Enzo continua a esistere, silenzioso.
Livia li osserva entrambi, il bicchiere tra le dita, il sorriso enigmatico.
Non c’è più bisogno di fingere.
Sa perfettamente cosa sta accadendo.
— Avete passato tutto il giorno a cercare di impressionarmi
Raul ed Enzo si scambiano un’occhiata.
La sicurezza che li aveva accompagnati fino a quel momento ora sembra incrinarsi.
— E allora?
Domanda Raul, con il tono di chi cerca di nascondere l’incertezza.
Livia beve un sorso dal suo bicchiere, con una lentezza studiata.
Sta orchestrando la scena a suo piacimento.
Questa è la sua scena, e vuole sfruttarla fino in fondo.
— Allora ve lo dico chiaramente.
— Non ho ancora scelto ma lo farò presto.
— Il prescelto diverrà mio marito.
— L’altro dovrà accontentarsi di divenire il mio amante.
Un silenzio improvviso.
La tensione cambia natura.
Questa volta è Enzo a prendere la parola:
— Ma cosa dici Livia?
— Ti sembra che un uomo possa accettare una proposta come la tua?
Livia gli sorride tranquilla:
— Non può.
— Deve!
Raul si muove appena sulla sedia, come se la proposta fosse un territorio da conquistare.
Per lui, è una sfida, e deve vincerla
Enzo, invece, rimane fermo.
Un lampo di disorientamento attraversa il suo sguardo.
Non ha mai giocato secondo queste regole, eppure ora la partita è tutta nelle mani di Livia.
Lei si accomoda meglio sulla sedia, come se avesse tutto il tempo del mondo.
Poi, con voce calma, spiega le condizioni:
— Ambedue avete cercato di impressionarmi in tutti i modi per dimostrami quanto siate migliori dell0altro affinché io vi scegliessi come compagni.
— Chiunque io scelga anche l’altro si è meritato un premio, quindi diverrà il mio amante, ma sarà solo l’eletto a divenire mio marito.
Raul la interrompe:
— Quali sarebbero le differenze tra le due figure?
Ella li osserva entrambi, con la sicurezza di chi ha appena stravolto ogni equilibrio:
— Molto semplice: l’amante mi porterà a letto quando e come vorrà ma la sua posizione sarà sempre subordinata a quella del marito.
— Per il marito non esisteranno porte chiuse, potrà raggiungermi sempre quando vorrà e, dovesse trovarmi in rapporti intimi avrà il potere di farli cessare e di sostituirsi immediatamente al rivale.
— Non mi sembra poco vero?.
— Il marito deve poi dimostrarmi amore: che tiene cioè a me più che a se stesso
— Queste sono le condizioni: le accettate prima che io effettui la mia scelta?
I due ragazzi si guardarono negli occhi cercando negli occhi dell’altro la negazione al proprio sconforto.
Il primo a riprendersi è Raul.
Il suo sorriso è sicuro: troppo sicuro
— Io ci sto, nessuno di noi due sarò veramente sconfitto.
Adesso è il turno di Enzo che esita a lungo.
Il peso della decisione si riflette nei suoi occhi
— Mi sono accorto di amarti veramente Livia
Trae un respiro profondo:
— Su una cosa hai ragione:
— L’amore non bada alla propria felicità ma a quella dell’essere amato.
La guarda cercando un’ultima conferma nel suo sguardo.
— Tu ritieni che ti servano due uomini per essere felice?
Un istante sospeso.
Annuisce lentamente:
— E sia!
— Mi sottometto anch0io alla tua decisione.
Livia sorride, con la calma di chi ha orchestrato ogni dettaglio.
Solleva il bicchiere e pronuncia il verdetto:
— Raul tu …
— Tu sarai l’amante.
Comunica decisa.,
Livia osserva Raul ed Enzo.
Sanno che ormai nulla potrà farle cambiare idea.
La giornata ha portato a questo momento, ed è lei a decidere.
Raul si solleva leggermente dalla sedia, il bicchiere in mano, e con un sorriso studiato le fa cenno.
— Andiamo.
Ordina.
Non è solo un invito, è una dichiarazione di potere.
Vuole giocarsi la sua carta, consolidare il dominio su di lei prima ancora che la notte abbia inizio.
— Ciao Enzo: ci vediamo domani e ti racconterò tutto!
Enzo abbassa lo sguardo.
Non è una resa, ma l’accettazione del suo destino.
Per lui non è una battaglia, non è una vittoria da conquistare: è amore, puro e semplice.
Se amare significa cedere, accettare, anche soffrire, allora è pronto a subire qualsiasi umiliazione pur di non perderla.
Livia li guarda entrambi, consapevole di avere in mano il destino di questi due uomini.
Non è più un gioco, non è più una sfida tra di loro: è una prova di quanto la desiderino, di quanto siano disposti a offrirsi per lei.
Raul la prende per la mano e la trascina alla stanza affittata fin dalla mattina,
Livia sorride.
La segue senza protestare, mentre il momento si cristallizza nella sua mente.
La partita è aperta, e ora è lei a dettare le regole.
Enzo osserva Raul allontanarsi con Livia.
Sa esattamente cosa sta per accadere.
Eppure rimane immobile, come se qualcosa dentro di lui si fosse spezzato.
Il dolore non arriva subito: dapprima è solo un vuoto, un’assenza di pensiero.
Poi esplode.
La gelosia lo travolge senza pietà.
Il suo stomaco si stringe, la sua mente si riempie di immagini che non può sopportare.
Raul e Livia insieme.
La porta che si chiude. Il tempo che scorre e lui, solo, incapace di fermarli.
Si porta una mano al volto, come se potesse cancellare l’angoscia, soffocarla.
Ma è impossibile.
Non è solo gelosia.
È la consapevolezza di aver perso ogni controllo.
Per un attimo pensa di arrendersi, di accettare il ruolo che Livia gli ha assegnato.
Ma qualcosa dentro di lui si ribella.
Non può permettere che tutto finisca così.
Enzo resta immobile.
La mente gli dice di arrendersi.
Livia ha scelto. Raul ha imposto la sua volontà.
E lui?
Lui può solo attendere.
Per un lungo istante, la rabbia si spegne dentro di lui.
Non ha più forza per combattere.
Si convince che questa sia la strada giusta.
Se vuole avere Livia in seguito, deve accettare ora.
Deve sopportare.
Un senso di vuoto gli riempie il petto.
Non è ancora sconfitta, ma è qualcosa di ancora più crudele: la passività di chi sa che non può far nulla.
Chiude gli occhi, per un momento, cercando di far tacere la furia dentro di sé.
Ma quanto può durare questa resa?
Il silenzio che lo avvolge è pesante, soffocante.
Per un attimo, si è convinto che accettare fosse la sua unica via.
Ma ora, qualche cosa dentro di lui si muove.
Non è solo gelosia.
Non è solo il pensiero ossessivo di Livia nelle braccia di Raul.
È più profondo.
È il rifiuto di essere un uomo che accetta di perdere senza combattere.
Finalmente comincia a ragionare.
Enzo si rende conto che l’amore non è mai attesa.
L’amore è azione, è volontà, è forza.
Le dita si stringono attorno al bicchiere. Il respiro si fa rapido.
Livia non ha lasciato spazio a dubbi: ha stabilito il ruolo del marito come una figura centrale, dominante, incontestabile solo ora se ne rende conto.
E lui?
Lui ha già dimostrato il amore, ha accettato la sua decisione fedifraga mettendola sopra la sua stessa fedeltà che da moglie avrebbe dovuto giurargli.
Ma ora nota quello che prima gli era sfuggito.
L’amante deve adattarsi. Il marito decide.
L’amante subisce. se Il marito interviene.
Il marito può interrompere tutto: sempre. In qualsiasi momento, senza opposizioni.
Un brivido gli attraversa la schiena.
Perché ha aspettato così tanto?
Perché ha creduto di dover subire?
Livia stessa ha dato a lui il potere di agire.
Il bicchiere gli scivola dalle dita.
Ora non è più una questione di accettare, è una questione di reclamare ciò che non gli spetta.
Enzo si alza.
Questa volta non è furia.
È lucidità.
Guarda l’orologio: sono passati cinque minuti!
. Solo cinque minuti!.
Il tempo è un nemico spietato.
Non può più permettersi di pensare:ora deve solo agire.
Di scatto, si alza.
Le gambe si muovono prima della mente.
Corre.
La distanza tra lui e la camera si riduce in un istante, ma ogni passo è un atto di guerra.
Arriva alla porta della camera.
Non è chiusa a chiave. Livia lo ha voluto così.
Enzo non esita.
Spalanca la porta con violenza, il fiato spezzato ed il cuore che martella:
— FERMI TUTTI!
Grida.
Raul si volta di scatto, ma i suoi occhi sono ancora annebbiati dalla libidine.
Per un istante, non riesce nemmeno a mettere a fuoco l’importuno che ha osato interromperlo.
C’è solo il fastidio di essere stato disturbato, l’istinto di reagire, di proteggere il momento che pensava fosse già suo.
Quell’istante di esitazione è tutto ciò che serve a Livia.
Prima che Raul possa riconoscere Enzo e scattare contro di lui,ella approfitta del vuoto, della confusione.
Si sfila da sotto l’amante con un movimento rapido, elegante, come se avesse già previsto ogni cosa.
Raul rimane immobile per un istante, il corpo ancora teso, gli occhi brucianti di delusione.
La sconfitta gli pesa addosso, irrimediabile, cruda, definitiva
Raul rimane immobile per un istante, il corpo ancora teso, gli occhi brucianti di mortificazione.
Non aveva previsto questo. Non doveva finire così.
La sconfitta gli pesa addosso, irrimediabile, cruda, definitiva
Non gli resta altro che mordere le parole tra i denti, un veleno che cerca di ferire almeno un po’.
— Sfruttatela pure voi: io torno a casa mia.
Enzo non risponde
Livia non reagisce.
Non ce ne è bisogno.
Non si tratta di vincere o perdere.
Non si tratta di chi ha avuto più potere.
È qualcosa di più profondo.
Qualcosa che Raul non ha mai capito.

Livia Corre senza esitazione verso Enzo, si stringe a lui con forza, il viso sollevato in un sorriso che è insieme sollievo e certezza.
— Finalmente!
— Ce ne hai messo del tempo.
Livia stringe ancora Enzo, la tensione si dissolve a poco a poco, lasciando spazio a qualcos’altro.
Un sollievo-
Una certezza.
Un futuro che, fino a pochi minuti prima, poteva sembrare impossibile.
Non servono parole.
La dinamica è chiusa.
Livia si riveste senza esitazione, i movimenti fluidi, sicuri.
Livia prende la mano di Enzo
. Gli occhi brillano, ma non è più il gioco precedente.
— Allora, dove mi porti?
Il futuro è ancora tutto da scrivere.: ma una cosa è certa: è un futuro che affronteranno insieme.
Livia prende un respiro profondo. Non è solo una scelta: è una svolta definitiva.
Per troppo tempo ha lasciato che le dinamiche la trascinassero, che le regole del gioco fossero imposte da altri.
Ora, è lei a decidere.
Si stringe a Enzo, non più nel mezzo di una competizione, ma nell’inizio di qualcosa di vero.
Raul è ormai un’ombra alle loro spalle.
Il passato non li trattiene più.
La direzione della loro vita cambia in un istante, in un abbraccio, in uno sguardo che finalmente non ha più esitazioni.
Non ci sono più strategie
Non ci sono più giochi.
Solo una verità limpida, semplice, inevitabile.
Questa è la loro scelta.
Questa volta, Livia non tornerà indietro.

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FINE
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