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Lui & Lei

La piccola Sonia


di ChicoChicoChico
23.08.2019    |    7.153    |    2 8.1
"Mi guarda con desiderio mentre salgo e scendo e col passare delle serie si è spostata sempre più verso di me, finchè, alla fine dell'esercizio, quando mi..."
Non dovrebbe essere qui.
Le tentazioni avevano inesorabilmente abbattuto le barriere del mio amato buon senso, conducendomi a tutta velocità in questo pokeristico all-in, colmo di insidie e di sensi di colpa. La nostra conoscenza aveva acquisito vigore gradualmente, giorno dopo giorno, tra un sorriso e uno sguardo non corrisposto solo per non destare, nell'altro, la consapevolezza che ci potesse essere un interesse. Non nascondo di essermi trovato, più volte, a guardare il suo corpo mentre era intenta ad allenarsi in palestra, vestita al più di una fascia elastica sul seno e pantaloncini attillati. Non nascondo, neppure, di aver assaporato, una volta tornato a casa, il piacere di masturbarmi dipingendo situazioni nelle quali la possedevo con ardore e passione.
E ora lei è qui.
Avevo ceduto, dopo mesi di buona condotta, proponendole di venire a casa mia ad allenarsi, durante le due settimane di chiusura estiva della palestra.
"Tu cosa farai per tenerti in forma ora che la palestra chiude?" mi aveva detto
"Mi darò da fare a casa, tra un lavoro e l'altro" avevo risposto io
"Beati voi che siete grandi, io a casa coi miei non posso farlo...uffa!" "Beh, nulla ti vieta di...insomma, se vuoi venire, per me non è un problema" avevo esclamato io, o forse il demone che si impossessa di me quando mi accorgo di aver riscosso l'interesse di una ragazzina.
Già, ragazzina. Diciotto anni appena compiuti, almeno legalmente ero al sicuro, pensavo. Me lo aveva confermato Patrick, un ragazzo di colore con il quale era uscita tempo prima, che non aveva esitato a mostrare, ai soliti noti della palestra, le foto fatte col telefonino di lei intenta a succhiarglielo.
"Guarda che finisci in galera con quelle foto" lo avevo ammonito io, infastidito probabilmente dal suo gesto,
"No no, non più, è entrata nel mondo di quelle che si possono sfondare senza denunce" mi aveva risposto lui. Ricordo, come fosse oggi, la sega che mi ero fatto una volta giunto a casa, immaginando che quel cazzo, nella sua bocca, fosse il mio.
E adesso lei è qui.
Sonia è seduta sul tavolo della sala, la matita in mano, intenta a fare i compiti. Una canottiera bianca a righe, leggings neri, non ha il reggiseno e vedo le sue piccole tette con i capezzoli rigidi che prendono forma non appena si erige sulla sedia per distendere la schiena. Sta giocando con le ciabattine nere, ondeggia con un piede tenendone una stretta con due dita mentre l'altra è caduta sul pavimento, lasciandole così la possibilità di poggiare il piede scalzo sul legno della sedia e stringerlo con le dita.
"Facciamo così...te li lecco e ti mando a casa!" direi.
Lei non può immaginare che io, seduto col PC sul divano sottostante, non sto combinando niente col mio lavoro perchè sono intento a fantasticare su quello che le farei. O forse sa tutto e lo fa apposta.
"Un bicchiere di succo piccola?" le dico alzandomi dal divano e posizionandomi dietro a lei, poggiandole le mani sulle spalle.
"Magari, grazie" mi risponde, voltandosi e appoggiandomi la mano sul torace nudo. "Quanto ti manca Ale?"
"Io ho finito, per oggi, tu come sei messa?"
"Io aspettavo te...ci alleniamo?"
"Ok...ti...cambi... in camera ok, io aspetto qua" le dico,
"Resto così sai, non ho portato un cambio" mi risponde, alzandosi.
Così ci dirigiamo nella camera da letto, dove ho, preventivamente, steso un tappettino sul pavimento.
Cominciamo con gli addominali, a turno. Le tengo le caviglie ferme con le mani, mentre lei va su e giù con la schiena. Si è legata i capelli facendosi una coda alta, ma io non sto guardando quella...una spallina le e scesa e io non riesco a distogliere lo sguardo dalle sue piccole tette a punta, una sta per uscire dalla canottiera ma le ripetizioni finiscono. Quando tocca a me, Sonia preferisce tenermi le gambe ferme sedendosene sopra. Mi guarda con desiderio mentre salgo e scendo e col passare delle serie si è spostata sempre più verso di me, finchè, alla fine dell'esercizio, quando mi tengo alzato con le braccia, ho il suo viso a 10 centimetri dal mio, lei è praticamente seduta sul mio cazzo.
"Qual è il prossimo esercizio?" mi chiede, sorridendo con malizia e facendo due balzelli, sbattendomi così la figa sul cazzo come mi stesse cavalcando"
"Piccola, penso che sarebbe meglio tu andassi a casa" sbotto io
"A casa? Sicuro? Guard..."
"Si, a casa!" la interrompo "Ma ti sembra il caso? Hai meno della metà dei miei anni, come pensi finirà questa cosa? Sicuramente male e io ho già troppi problemi."
"Non hai le palle perchè hai paura di fare brutta figura, Ale? E' così, no?"
"Ho paura di fare una figura troppo bella cara, rispetto ai cazzi di merda coi quali sei andata tu, ragazzina, per poi trovarmi i tuoi genitori sotto casa perchè ho spezzato il cuore alla ragazzina di turn..."
Mi blocco, Sonia mi ha infilato una mano dentro i pantaloncini, entrando dal basso, e mi sta tenendo il cazzo ben saldo nella mano. Quanto ho desiderato di vedere le sue piccole e curate mani, con le unghie sempre perfette, intente a procurarmi piacere. Ora, con il pollice, mi sta accarezzando il punto G, agevolata dal fatto che io ero, già, tutto bagnato.
"Cosa vuoi da me, Sonia?"
"Che mi scopi come una puttana, non so cosa significa. Usami come fai con le puttanelle della palestra, le ho sentite parlare di te, voglio essere la tua puttana, puoi farlo per me?, fammi diventare la tua puttana, Ale"

Sonia sbianca quando torno dalla cucina con un coltello in mano, il terrore traspare dai suoi occhi mentre comincia a balbettare e io la prendo per la coda alzandola dal pavimento dove era rimasta seduta...
"Così vuoi essere la mia puttana?" le dico mentre lei accenna a respingermi con le mani. Le tendo la canottiera col coltello dall'interno, tagliandola, poi poggio il coltello sul mobile della camera e con due mani gliela strappo e la lancio per terra.
"Non è un problema se non hai cosa metterti per tornare dai tuoi, no? Del resto sei una puttana, vero?"
Lei mi guarda atterrita e si copre il seno con le mani, è allora che io gliele tolgo allargandole le braccia e, tenendola ben saldamente per il collo, comincio a leccarle le tette mentre lei emette un gemito liberatorio. Prima dolcemente, con la punta della lingua sul capezzolo e poi a roteare attorno all'aureola, poi gliele succhio avidamente riempendole di saliva e tenendole tutte in bocca. Mi piacciono le sue tette a pera che scendono con la gravità, mi piace che mi stanno tutte in bocca e posso succhiargliele forte. Ho già l'altra mano che le palpa la W che i leggings disegnano sulla sua figa, finalmente gliela tocco e mi appresto ad assaggiarla, così le abbasso velocemente i pantaloni assieme alle mutandine e, tenedola per la coda, le faccio salire le scale per poi farla sdraiare sul letto soppalcato. La sua figa è come una pesca, non ne vedo una così fresca da anni, ci passo un dito sopra, poi la lingua, prima sul clitoride e poi sulle labbra bagnate, scendo ad assaporarle il buco del culo e ci infilo una parte del dito medio dentro mentre le succhio la figa come fosse un'ostrica da mangiare tutta in una volta.
Ora Sonia è tutta rossa in viso, distesa sul letto con le gambe aperte, ho il medio e l'anulare che le sfondano velocemente la figa mentre le sfioro, con il palmo della mano, il clitoride.
"Ti faccio schizzare adesso, baby" le dico mentre lei si contorce in preda al piacere.
"Lasciati andare, fidati di me, schizzami tutto addosso" incalzo.
L'orgasmo che la fa schizzare è un'esperienza nuova per lei, lo vedo dalla sua espressione di stupore e dal modo in cui mi obbedisce quando le ordino di inginocchiarsi e di tirare fuori la lingua. Ormai è mia, farà tutto quello che desidero, e non per costrizione ma per pura e semplice devozione. Mi ha bagnato la mano, il braccio, il torace e le lenzuola, completamente. Ora, le faccio assaggiare il gusto del suo squirt, scopandole la bocca con due dita della mano, andando fino a fondo nella gola, provocandole degli accenni di tosse e facendole colare un po' il trucco da puttanella che ha. Il suo sguardo è fisso, quando mi abbasso i boxer tenendomi e segandomi il cazzo con la mano destra, lo vuole succhiare, lo vuole cavalcare, lo vuole possedere e raccontarlo a tutto il mondo. Così comincio a sbatterglielo un po' sulla fronte e sulla bocca, strofinandoglielo sul suo viso ma lei lo prende saldamente con la mano destra e comincia a succhiarlo. La visione della sua mano, con lo smalto rosso, che me lo tiene, mentre le sue piccole labbra calde me lo stringono, è idilliaca. Sonia non va a fondo, preferisce succhiarmi la cappella che è infatti grandissima e tutta rossa, oltre che bagnata.
"Smettila!" le dico.
Lei mi guarda, atterrita.
"Cosa c'è? Non ti pi.."
"Innanzitutto non ti ho detto di cominciare a succhiarmelo. Metti le mani dietro la schiena" le ordino
Così lei esegue, non è costernata nè si sente offesa, anzi, sta entrando sempre più nel personaggio, di buon grado accetta gli oneri della situazione che lei stessa ha auspicato, essere la mia puttana.
Comincio a scoparmela in bocca, i primi colpi la fanno allontanare ma io la tengo per la coda con una mano e per la gola con l'altra e le infilo il cazzo in bocca, dandole il tempo di respirare e facendo cadere, a momenti, un po' di saliva dalla mia bocca alla sua. Le sta colando tutta la saliva sulle tette e ha il trucco tutto sbavato, voglio scoparmela ma prima ho bisogno di legarla, così la metto a pancia in giù e le lego i polsi alle caviglie. Le ungo il culo di gel e prendo il plug che ho comprato appositamente per lei, piccolo apposta per il suo culo vergine. Il suo "Ohh" gutturale quando lo spingo dentro è sintomo di estremo piacere, non di dolore, mentre io torno a scoparmela in bocca. Lei mi guarda, poi, quando esco, mi implora:
"Scopami cazzo!!!"
Sciolte le corde, la distendo sotto di me e le infilo il cazzo nella figa, tutto, subito, le tengo le gambe aperte e la scopo con decisione mentre lei gode e io inizio a leccarle i piedi...
"Sapevo che te li avrei leccati prima o poi, baby" le dico mentre le spompino con avidità le dita, come le mani, con lo smalto rosso.
Poi le faccio tenere aperte le gambe con le sue mani, e le prendo i capelli con la mano sinistra mentre i miei colpi si fanno via via più decisi. Ce l'ho sotto di me che gode, siamo tutti sudati e l'odore del sesso pervade la camera, quando le chiedo:
"Ti piace?
"Da morireee..."
Ma viene interrotta dalla sberla che le do con la mano destra, che la fa stare zitta e venire sbrodolandomi tutto addosso.
Ho perso il controllo, sicuramente, ma ormai non si torna indietro.
Sono uscito e ho preso un grosso dildo che uso per le grandi occasioni, ci sto mettendo un preservativo sopra, Sonia mi guarda con curiosità quando glielo infilo nella figa fino in fondo.
"E' grande questo, Ale" mi dice quasi spaventata mentre comincio a scoparla con il vibratore a forma di cazzo che la fa godere un sacco.
Poi lo tiro fuori e glielo faccio succhiare, godendomi lo spettacolo.
Poi di nuovo dentro la figa, con il piccolo plug nel culo, quando le chiedo:
"Cosa manca baby?"
"Non so..." mi risponde lei ma viene interrotta da una sberla
"Ti manca un cazzo in bocca, puttana, adesso ne hai tre, uno per ogni buco che hai" le dico infilandole il membro in bocca e muovendo insistentemente il grosso dildo nella figa.
Sonia ora è a novanta, io sto per venire ma non potevo non incularla, l'ho preparata a regola d'arte con il plug tanto che, quando le ho messo il cazzo nel culo, il suo è stato solo piacere. Le ho lasciato il dildo nella figa, voglio che abbia la sensazione di essere scopata da più cazzi, mentre io, messo come un gorilla dietro a lei, le tengo la testa premuta sul cuscino con il piede.
"Ora succhiami il piede, baby" così lei comincia a farmi un pompino al dito del piede mentre la inculo con decisione, l'eccitazione è troppa, devo uscire, Sonia mi guarda mentre mi siedo e le dico di segarmi coi piedi. Mentre comincia a muoverli su e giù, stretti sul mio cazzo, faccio cadere un po' di gel dall'alto ma la velocità con la quale li muove è talmente alta che la sensazione è di sborrare. Esco, comincio a segarmi mentre la faccio inginocchiare, lei si toglie il grosso dildo dalla figa mentre le chiedo di succhiarmelo e farmi venire. Per nulla preoccupata del fatto che l'abbia tolto dal suo culo, comincia a spingerselo fino in gola andando a fondo e strozzandosi con una decisione che mi fa esplodere così lo tiro fuori mentre uno schizzo di sperma le bagna il viso e i capelli ma riesco ad indirizzare la sborra il più possibile dentro la sua bocca mentre lei gode come una matta. Sonia gorgoglia mentre mi guarda negli occhi con la bocca piena di sperma, tira fuori la lingua, poi la rimette dentro, se ne fa colare un po' sul corpo e ne ingoia il resto, riaprendosi la bocca e tirando fuori la lingua per farmi vedere che non ce n'era più neanche una goccia.
Io resto estasiato a vederla sorridere mentre mi dice:
"La sborra più buona del mondo"
"Ma quanto sei figa?" le chiedo
"Ora sono la tua puttana?"
"Sì, decisamente sì, piccola"
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