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Lui & Lei

Mi piace il tuo stile! 2


di VincentAndTheShades
30.04.2017    |    2.100    |    0 8.8
"Le dissi che era un gioco e che mi piaceva giocare a quel modo spostando l’asticella del limite ogni volta più in là..."
Ebbene sì! Ho mentito.
Chiara l'ho rivista dopo il capodanno che abbiamo trascorso assieme. Solo che ci è voluto un po’ perché ci rincontrassimo, ed il caso centrava davvero poco. L’ho cercata! tramite amici, sui social, sembrava scomparsa, che si fosse dileguata nel nulla. Mettendo in campo doti da investigatore che non sapevo di avere, riesco a trovarla su Facebook e le scrivo. Scopro che mi aveva cercato allo stesso modo e che voleva rivedermi.
Ero un po’ a disagio. Una cosa è conoscere una ragazza in discoteca ed averci un focoso scambio di idee, tutti e due presi dai fumi dell’alcool e storditi dalle droghe, un’altra cosa è rivedersi per un appuntamento sapendo che più della conversazione ci sarebbe piaciuto passare direttamente al momento in cui le slacciavo il reggiseno.
Fu lei a tranquillizzarmi quando passai a prenderla. Ci eravamo dati appuntamento in una zona neutra, davanti al bar nel centro del paese. La invitai a salire in macchina e mi misi a guidare.
Lei era vestita semplicemente, non portava più il tubino da sera che le fasciava stretto il corpo. Indossava un piumino corto ed avvitato, sotto un top semplice e molto carino ed una gonna lunga. Nel complesso mi dava l’impressione della ragazza della porta accanto. Poco trucco e quasi niente accessori. Era ancora più bella di come me la ricordavo.
Rotto il primo imbarazzo mi chiese se poteva fumare in macchina. Le dissi che purtroppo non si poteva, visto che la macchina la usano anche i miei, e quando torno a casa diventa il mio mezzo di trasporto, anche se preferisco la moto. Sempre a casa dai miei ho una bellissima moto d’epoca, una Suzuki GS500 del 1969. Una moto elegantissima che adoro guidare tra le curve della costiera amalfitana.
Intanto eravamo arrivati ad un bar che mi sembrava il luogo adatto per scambiare quattro chiacchiere davanti ad un drink. Io ordinai il mio solito Gin&Tonic e lei chiese una Vodka Tonic ordinando della frutta fresca per accompagnare il cocktail.
Restammo al bar quasi un’ora nella quale parlammo di diverse cose. Mi feci raccontare del suo lavoro, fa la parrucchiera, e le chiesi se avrebbe potuto sistemarmi il taglio. Sono mesi che cerco di trovare una nuova identità al mio stile ma sono negato con queste cose e mi ritrovo un taglio ibrido che tuttavia sta cominciando a piacermi. Non so da che latto mandare i capelli, mi si scompigliano sempre con il vento ma questa cosa, non so perché, mi rende più affascinante.
Dopo il bar le dissi che ero eccitato e che volevo continuare il nostro scambio di battute iniziato a capodanno. Lei non se lo fece dire 2 volte, si avvicinò a me guardandomi (la timidezza sembrava passata), mi baciò sulla bocca e mi sussurrò di sbrigarmi a trovare un posticino discreto perché era curiosa di sapere come l’avrei scopata da lucido.
Mi diressi verso un parcheggio, l’unico della zona, visto che abito in un paese relativamente piccolo dove le coppiette sono solite appartarsi. È un posto sicuro. Non mi fido di altri luoghi, più romantici ma non sai mai chi puoi trovarci.
Le dissi che sui sedili posteriori saremmo stati più comodi e sistemai quelli anteriori spingendoli in avanti. Cominciai a baciarla. Lei senza aspettare mi mise una mano sul cazzo che nel frattempo era già bello duro e mentre mi baciava accarezzava le mie gambe ed il pacco in maniera sempre più decisa.
Le sfilai il piumino ed il top. Rimase in reggiseno con i suoi splendidi seni in evidenza di fronte a me. Mi fermai per contemplarla e lei di scatto provò a coprirsi. Le chiesi se si vergognasse. Mi disse che avevamo i finestrini senza alcuna copertura e che chiunque avrebbe potuto vederci.
Le diedi un bacio e le raccontai un aneddoto. Le dissi di come avevo imparato, grazie ad una mia ex a diventare esibizionista. Lei sembrò capire ma mi chiese comunque di coprire i finestrini in modo da restare più intimi. Avremmo dovuto usare i nostri vestiti per farlo e le dissi che se voleva coprire il finestrino prima doveva spogliarmi.
Con la foga di una ragazzina mi sfilò via il maglioncino e mentre mi bacia il collo mi disse di sistemarlo.
Con molta difficoltà, visto che lei non mi dava tregua, rideva, mi baciava dappertutto, mi tratteneva, riuscii finalmente a sistemare la nostra alcova. Effettivamente è molto intimo e piacevole restare in un’auto con i finestrini oscurati. Dà la sensazione di essere protetti.
Era il mio turno adesso. La baciavo e le parlavo allo stesso tempo. Le dissi che avevo una visone tutta particolare del sesso e che avrebbe dovuto fidarsi di me. Mi chiese che tipo di visione fosse. Le dissi che se aveva visto 50 sfumature di grigio poteva averne una mezza idea. Mi disse che era curiosa e che mi avrebbe concesso di giocare ma dovevo fermarmi se le cose fossero andate troppo oltre le aspettative. Sempre guardandola negli occhi, le dissi che non aveva nulla da temere e che era lei ad avere il potere di fermare tutto oppure chiedermi di rallentare. Non utilizzammo alcuna safeword, non stavamo certo per fare cose pericolose ma le dissi che le sarebbe bastato guardarmi per farmi capire che dovevo rallentare o smettere. Diventai tenero e cominciai ad accarezzarle il viso mentre la baciavo. Si vedeva che era tesa e non sapeva cos aspettarsi. Io la rassicuravo con i miei baci e le dissi che in quel momento desideravo un pompino. Lei si sforzò di sorridere e disse. Si signore.
Questa volta cominciò dolcemente dalla cappella. La bagnò per bene con la lingua alternando brevi succhiate a leccate profonde. Si dedicò poi a tutta la lunghezza dell’asta. Lo prendeva tra le labbra come fosse un bochwurst. Il mio cazzo è leggermente storto e si piega verso destra. Lei dalla parte della curvatura, tenendolo tra le labbra, mi faceva il verso come se il cazzo fossero dei baffi enormi e sorrideva ridendo di gusto.
Ricominciò dalla cappella e stavolta scendeva gradualmente sempre più in basso fino al ciuffetto di peli. Sentivo il cazzo nella sua gola. Lei entrava ed usciva producendo parecchia saliva che rendeva il tutto molto piacevole. Di tanto in tanto le saliva qualche conato che prontamente riusciva a trattenere ed affondava la testa sul mio cazzo sempre più a fondo.
La tenni ferma. Lei era lì, con il mio cazzo ficcato in gola, ed io ce la tenni, per pochi secondi, finché non sentii che impercettibilmente stava per fare forza e tirarsi su. Anticipai il movimento e, tirandola su per i capelli la guardai le dissi che doveva fare di meglio. Le avrei scopato la bocca. Cominciava a piacerle il mio fare deciso e, guardandomi incuriosita, si abbassò di nuovo sul cazzo. Di nuovo cercava di fare del suo meglio per darmi piacere e di nuovo la spinsi giù con la testa. Stavolta feci passare un po’ più di tempo e lasciai che opponesse resistenza. La tirai su e guardandola dritta negli occhi le diedi uno schiaffo sulla guancia. Rimase basita. Mi guardava in modo interrogativo e con lo sguardo confuso, non sapeva che fare. Spingendola giù per i capelli lei si fece portare sul cazzo e cominciò a menarmelo con le mani ed a succhiare. Scese di nuovo fino in fondo per l’ennesima volta, la trattenni. Stavolta, nel tirarla via, aspettai che salisse fino alla cappella, tirasse un respiro e la spinsi giù di nuovo. Di nuovo allora la tirai via dal cazzo e le diedi uno schiaffo, leggermente più forte e deciso. La feci scendere per la terza volta. Sembrava meno decisa adesso, temeva che l’avrei rifatto. Lo rifeci. La tirai su, la saliva le colava dalla bocca e le diedi un altro schiaffo. Giù di nuovo sempre più veloce, senza darle il tempo di rendersi conto di ciò che stava succedendo. Le scopavo la bocca, la tiravo su e la schiaffeggiavo. Mi guardò in silenzio, non sapeva cosa dire. Lasciai passare qualche secondo e le diedi un bacio dolcissimo sulle labbra umide. Fu allora che le vidi scendere qualche lacrima sulla guancia che asciugai con i baci. Cominciai ad accarezzarle il viso e la baciavo. Le dissi che non doveva spaventarsi, che era tutto ok e che la volevo.
Mi disse: “sto bene” e continuò a baciarmi. Facemmo l’amore in modo dolce e lento. Lei mi riempiva di baci il petto ed io le accarezzavo i capelli. Intanto restavo dentro di lei. Il suo viso era caldo per via degli schiaffi e delle lacrime. Venne trattenendo il respiro e si fermò, sussultando di tanto in tanto, per effetto del potente orgasmo. Si accucciò sfinita su di me e giocherellava con il cazzo, che ancora duro aspettava solo di essere stretto forte con la mano. Cominciò a segarlo prima stancamente poi aumentò il ritmo. Mi menava il cazzo e mi baciava il petto. Scese giù con la testa e lo prese in bocca. Le chiesi se le piaceva il suo sapore. Mi disse che era dolce e che pensava di avere un buon sapore. Le chiesi di venire e lei mi accontentò. Le venni sul viso, tra le labbra e baciandomi la cappella, senza guardarmi, concentrata sul cazzo mi disse: mi piace il tuo stile!
Ti meriti un premio le dissi e con la faccia ancora piena di sborra la feci stendere sul sediolino e mi inginocchiai tra le sue gambe. Cominciai a leccarle il clitoride inumidendolo leggermene con la punta della lingua. Si vede che era parecchio sensibile perché sussultava ad ogni minimo stimolo. La leccavo con movimenti impercettibili sentendo ogni singolo millimetro di pelle con la mia lingua. Cominciai ad usare tutta la lingua e mi concentrai su una zona più ampia. Lei mi teneva la testa tra le mani e mi tirava verso di sé. Era il segnale che aspettavo. Cominciai a lavorare con più forza e di tanto in tanto le succhiavo il clitoride. Quando riuscivo a tirarlo fuori lo leccavo con la punta della lingua e lei sussultava. Sapevo che era un misto di dolore e piacere e mi divertivo a stuzzicarla. Con la mano destra cominciai a giocherellare con il suo capezzolo sinistro. Lo tenevo leggermente tra le dita e turgido com’èra lo strizzavo leggermente all’inizio, poi sempre più forte. Lei mugolava di piacere mentre continuavo a leccarla e non ci mise molto a venire di nuovo. Mi tirò su tra le sue grosse tette e mi poggiai con tutto il mio peso su di lei. Rimanemmo così per qualche minuto in silenzio.
Le dissi che quella sera era stato un esperimento e che avevo voluto provare la sua attitudine al sesso violento. Mi disse che anche se all’inizio si era sentita usata e violata le era piaciuto. Le piaceva la decisione e la violenza con la quale la trattavo. Le dissi che era un gioco e che mi piaceva giocare a quel modo spostando l’asticella del limite ogni volta più in là. Adoravo vederla sottomessa ed in balia delle mie decisioni. Mi disse che voleva provare qualcosa di più. Le promisi che se si fosse fidata le avrei mostrato cosa mi piaceva. Le dichiarai che la rispettavo come donna, che era sexy e bellissima e che al di fuori del gioco mi sarei comportato sempre da gentleman. Lei sorrise e disse: “so che sei un gentiluomo e lo apprezzo, ma a letto voglio essere trattata come mi hai trattato oggi…..Mi piace il tuo stile!!!
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