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Lui & Lei

Mi piace il tuo stile!


di VincentAndTheShades
25.04.2017    |    2.663    |    0 9.0
"Il posto si presta a diciottesimi ed altre feste del genere..."
Questo è il mio primo racconto, spero il primo di una lunga serie. Proverò a raccontare le vicissitudini nelle quali mi sono andato a cacciare di volta in volta alla scoperta del sesso.

Ho conosciuto Chiara la notte di capodanno, anche se conosciuto è una parola grossa. Diciamo che mi ci sono imbattuto e si è trasformata in una notte alquanto selvaggia.
Ero in un locale con i miei amici più cari, quasi una festa privata, considerando che conoscevo tutti là dentro. Non ci andavo dalla tenera età di 18 anni. Il posto si presta a diciottesimi ed altre feste del genere.
Quella sera per l'appunto era una di quelle feste. Tutta gente del paese, free drink e musica mediocre. Il posto adatto per divertirsi senza tante pretese. La serata cominciò con i migliori propositi. Io, single appena tornato da un anno all'estero volevo passarla senza andare a caccia. Era quello che mi ero ripromesso di fare, e fino ad un certo punto ce l'ho fatta. Il problema è che dopo il terzo Gin&Tonic, abbondantemente preparato da un mio amico al bar, tutti i presupposti e le determinazioni sono andate abbondantemente a farsi fottere.
Avevo cominciato a ballare con il mio gruppo quando, vuoi la musica, vuoi gli occhi delle belle ragazze mi sono ritrovato da solo circondato da altra gente che conoscevo, amici di amici.
C'èra questo trio ben assortito di donzelle che in abito da sera ballavano tra di loro in maniera provocante. Una di loro l'avevo vista in passato, probabilmente il capodanno precedente, e mi aveva subito colpito. Decisi di avvicinarmi e cominciai a ballare con tutte e tre assieme. Mi stavo divertendo tantissimo, solo che la mia preda, tutta presa dalla frenesia del ballo non mi guardava neppure ed io non mi accorgevo che ero stato puntato da un'altra ragazza del trio che approfittando della discoteca affollata si era avvicinata pericolosamente nella mia zona di comfort. Fatto sta che me la ritrovo davanti che balla distratta e comincia a strusciarsi, distrattamente, in modo molto sensuale, su di me. Era il momento di una pausa! Non volevo andare oltre perché avevo fatto questa stupida promessa a me stesso: che me ne sarei stato buono e mi sarei divertito con i miei amici
Approfittai di questo sprazzo di lucidità per congedarmi dalle ragazze ed andarmi a rinfrescare con un drink.
Sfortuna volle che mentre ero fuori a fumare c'era un gruppo di amici che stava fumando dell'erba, e invitato, non mi tirai certo indietro. Non fumavo da qualche mese, un'altra promessa a me stesso che non sono riuscito mantenere quella sera, ma il profumo dell'erba era invitante e non vedevo i ragazzi da tempo così mi misi a chiacchierare ed a fumare con loro. Dopo dieci minuti il mondo cominciò a diventare più bello, io più leggero e la musica, da mediocre che era, si trasforma in un ritmo che chiedeva solo di essere assecondato. Rientro all'interno e Chiara era là con le sue amiche ad aspettarmi. Mi fa segno di avvicinarmi, e non appena sono abbastanza vicino, mi guarda e mi bacia. Un bacio così era la prima volta che lo sperimentavo era appassionato e travolgente. Sono sicuro che una buona parte delle sensazioni venivano da droga ed alcool nel sangue, ma fatto sta, che mi sono lasciato trascinare. Nel frattempo la musica era diventata selvaggia, bonghi e ritmi tribali comandavano le movenze dei nostri corpi, le strusciatine casuali si erano trasformati in veri e propri riti pre-coito.
Chiara, capelli corvini, occhi neri e grandi, la pelle olivastra ed il sudore imperlato sulla fronte si muoveva come un’ossessa. Aveva un seno bello grosso che mi premeva sul petto. Saliva e scendeva facendomi eccitare. Entrambi ci muovevamo all’unisono, come se il mondo intorno fosse lontano un miglio.
Era vestita con un tubino da sera e c’èrano delle trasparenze e dei ricami sul petto. Il vestito le aderiva sul corpo perfettamente. Era molto bella anche se diversa dal mio tipo ideale di ragazza. Non molto alta, magra e formosa con la carnagione più scura della mia.
Non mi guardava, non mi guardava mai. Sembrava fosse concentrata su altro, anche se le sue movenze tradivano tutta la sua eccitazione.
Ad un certo punto la costrinsi a guardarmi negli occhi, sembrava posseduta e pareva che mi stesse chiedendo di prenderla li sulla pista. Le dissi all’orecchio che avrebbe dovuto guardarmi dritto negli occhi ma mi disse che era timida. Io le sorrisi e prendendola in giro, risposi che l’avrei lasciata lì da sola se non avesse continuato a guardarmi. Era come una lotta. Ogni volta che lei si girava io la attiravo e me e la baciavo. Ad un centimetro dal suo volto, la guardavo pieno di desiderio e lei cedeva, chiudeva gli occhi ricambiava il bacio.
Intanto le mie mani si erano fatte audaci e, complice il ballo, cominciai a toccarle i fianchi, il seno e il sedere che mi sembrò stranamente sodo.
C’èra tantissima gente e nessuno si accorgeva di noi. Le presi la mano e la portai sul cazzo che era costretto dai pantaloni e voleva esplodere sotto quel rigonfiamento. Le dissi che la volevo, lei distolse lo sguardo, si girò di spalle e cominciò a strusciarsi proprio sul cazzo. Io da dietro le baciavo il collo e la tenevo per i fianchi in una sorta di reggaeton con la musica sbagliata.
Ad un certo punto fu lei a dire e mi trascinò con se verso una colonna. Vi si appoggiò e mi attirò contro di lei. Cominciai a baciarla come se non ci fosse un domani. Intanto la toccavo, e di tanto in tanto, le stringevo il collo con la mano da dietro e la attiravo a me baciandola con passione.
Non potevo andare avanti per molto, la desideravo e volevo un pompino. Glielo dissi, e lei, sorridendo, mi disse che li, in mezzo alla pista non si poteva proprio fare. Le chiesi se avesse una macchina. Io ero venuto con i miei amici e non ero motorizzato. Lei mi disse che aveva lo stesso problema.
Io la volevo a tutti i costi e le dissi di seguirmi. Ci appartammo in un angolo all’esterno, una zona dove volendo chiunque avrebbe potuto vederci ma facemmo in modo di nasconderci ad occhi indiscreti. Pensandoci bene nessuno si sarebbe sconvolto più di tanto visto che l’unico sobrio era il buttafuori. Lei mi disse che avrebbe voluto assaggiarmi e, senza neanche aspettare la risposta, si chinò e mi slacciò la cintura, tirò giù la zip e mise una mano all’interno per afferrarmi il cazzo.
Ero in quello stato da tanto tempo. Mi faceva quasi male. Quando lo tirò fuori mi sentii come se avessi potuto respirare di nuovo, dopo essere stato tanto tempo in immersione.
Cominciò in modo inaspettato. Tutto dentro come se la sua gola non avesse fine. Io rimasi sorpreso, era la prima ragazza italiana che incontravo capace di prendermi fino in fondo. Non ho un cazzo enorme, ma è abbastanza lungo. Si tirò indietro lentamente tenendo le labbra serrate e scivolando verso la cappella. Lo tirò fuori con un lieve schiocco mi guardò sicura di avermi stupito e cominciò a baciarmi la cappella con baci umidi e caldi. Baciava e succhiava dolcemente ed ogni tanto scendeva fino in fondo. Le sentivo qualche piccolo conato che mi eccitava parecchio. Decisi che era abbastanza e la tirai su con decisione, prendendola per i capelli. La baciai e dissi che volevo prenderla adesso.
Nel posto in cui eravamo era abbastanza semplice nasconderci per un pompino, un po’ più complicato tutto il resto. Il suo abbigliamento poi non era praticissimo. La spinsi faccia a muro con una certa fermezza, lei emanò un piccolo gemito, si vede che voleva essere presa in quel modo perché si tirò i collant e le mutandine verso il basso, con la mano prese la mia e se la portò davanti verso la figa. Cavolo se era bagnata!
Cominciai a toccarle la figa infilando le dita tra i suoi umori e tirandoli su verso il clitoride che bagnato in quel modo si sentiva turgido sotto le dita. Lei intanto sempre faccia a muro mi afferrò il cazzo e se lo portò tra le natiche. Io mi muovevo lentamene per stuzzicarla e lei in modo quasi inconsapevole cominciò a muovere il bacino all’indietro cercando di attirarmi dentro di se.
Inarcò leggermente la schiena in modo da offrirmi una facile via per entrare dentro di lei. Bagnai la mia cappella con i suoi umori ed entrai molto lentamente. Era bollente. L’aria intorno era abbastanza fredda e noi eravamo all’esterno del locale. Questa differenza di temperatura, assieme al fatto che il mio cazzo era stato costretto nei pantaloni, ed al fatto che lei mi sembrasse caldissima, contribuirono a mandarmi in orbita. Le afferrai un seno con una mano e lo utilizzai come fosse una maniglia per tenermi e spingere. Spingevo molto lentamente ma a fondo, ed ogni volta che arrivavo alla fine, lei inarcava ancora di più la schiena e sembrava che mi volesse ancora più profondamente. Ormai era diventata una cosa abbastanza animalesca. Le toccavo il clitoride con una mano e con l’altra il seno, l’attiravo a me, spingevo e mi tiravo fuori quasi fino alla fine. Le baciavo e le mordevo il collo. I suoi capelli erano dappertutto ed io avevo la faccia immersa.
Dopo qualche minuto lee dissi che non potevamo andare avanti, io non avevo profilattici con me, maledicendomi per i buoni propositi, e lei mi disse che andava bene e che avrebbe voluto che le finissi in bocca. Non me lo feci ripetere. Con la foga con la quale la stavo fottendo la presi per i capelli, la feci girare e ed inginocchiare. Lei non se lo fece ripetere e e cominciò a menarmi il cazzo, a succhiare e leccare la cappella. Ci mise pochi secondi a farmi venire. Quando i miei versi di piacere le suggerirono che era il momento affondò la testa e le venni direttamente in gola. Non se ne perse una goccia venne fuori come aveva cominciato, labbra serrate e schiocco finale.
Mi guardò sorridendo con gusto e disse che era il momento di tornare a ballare. Mi diede un lieve bacio sulle labbra e mi disse che aveva voglia di fumare. Le offrii una delle mie Marlboro morbide e le porsi il fuoco. Passammo una mezz’ora a chiacchierare, mi disse di chiamarsi Chiara.
Chiara non l’ho più vista da quella sera. Non ci siamo scambiati i numeri perché le dissi che sarei partito a breve e lasciammo un nostro prossimo eventuale ménage al caso.
Cominciai l’anno soddisfatto e sicuro che sarebbe stato per lo meno pieno di avventure!



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