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Lui & Lei

Mia Sorella e un'amica in piscina (Lesbo femdom)


di Desiderio88
27.01.2021    |    1.665    |    0 8.7
"Mi dirigo allo sgabuzzino e sento debolmente le voci delle ragazze, quando sono più vicino decido di fare uno scherzo, mi avvicino di soppiatto all’angolo dello sgabuzzino, voglio controllare i..."
Ero in soggiorno che giocavo alla Playstation, bello sbracato, forte del fatto che per qualche mese sarei stato fuori da quell’inferno chiamato liceo, niente bulli, niente compagne stronze, niente di niente;
improvvisamente irrompe nella mia giornata idilliaca mia madre, che con tono severo mi dice:
“non vorrai passare mica tutta l’estate davanti quell’affare!? Avanti! Preparati e accompagna tua sorella in piscina”
Per me una cosa simile equivaleva a una punizione, circondato da schiamazzi al sole cocente con quell’essere odioso di mia sorella.
Svogliatamente preparo il borsone arrivo alla porta dove trovo pronta Irene (mia sorella) , tutta in tiro pronta a seminare erezioni per tutta la piscina, non facciamo in tempo a salire in macchina che lei mi ordina:
“per la strada fermati a casa di Carla che viene con noi, ah, potresti provare ad essere un tantinello meno sfigato davanti a lei? Mi metti in imbarazzo”
“potrei provarci se tu facessi meno la stronza…”
“vaffanculo sfigato, muoviti che siamo in ritardo”.
Arriviamo davanti casa di Carla, Carla è una piccola bomba sexy, minuta carnagione scura capelli lisci neri e un culetto e due tettine sode da urlo, entra in macchina e si scambia qualche effusione sdolcinata con mia sorella, come fanno sempre le ragazzine adolescenti, poi guardandomi dice:
“che noia amo ci hanno dato l’autista sfigato, dobbiamo farci scendere prima o ci prenderanno in giro”
Strona come mia sorella, del resto sono amiche…
“piccola ti chiedo scusa, volevo venire a prenderti in motore ma mamma mi ha chiesto per favore di trascinarmelo dietro; forza Ambrogio! Alla piscina!”
Le due scoppiano a ridere, mentre io avrei voluto solo spararmi, per fortuna eravamo arrivati, le due arpie si dileguano subito negli spogliatoi io avevo già il costume sotto i pantaloni e mi cambio in 2 minuti, quando entro nel cortile che circonda la piscina scorgo un salvagente in questa pessima giornata, un n gruppo di amici stà giocando a carte sotto un ombrellone, non potevo sperare in meglio:
“Ciao ragazzi! Chi vince?”
Carlo alza gli occhi stupito dalla stesa di carte sul piccolo tavolo di plastica bianca
“OH HO! Guarda chi si vede! Apriamo gli ombrelli potrebbe iniziare a piovere da un momento all’altro!”
Dai non rompere! Sono già stato maltrattato abbastanza da mia sorella e quella nifida della sua amichetta”
Vidi un lampo di luce negli occhi di Carlo:
“Aspetta, sei venuto con tua sorella???”
“non ti agitare lo sai che non sei il suo tipo”
“tsk, non sarò figo, ma non sono cieco, voglio vedere che costume si è messa”
Non fece in tempo a finire la frase che le ragazze entrarono nel cortile dagli spogliatoi, Carla aveva un bikini leopardato con i bordi rosa che lasciava ben poco spazio all’immaginazione, mentre mia sorella aveva un costume intero color blu scuro:
“ah che yella, costume intero”
Sbottò Carlo tornando alla partita, io mi sedetti al tavolo e mi misi a guardare la partita.
Dopo un po di tempo inizio a cercare mia sorella per chiederle se potrebbe prestarmi un po’ di protezione solare, avendo dimenticato io la mia a casa, nulla, non riesco a vedere ne lei ne Carla:
“se le cerchi mi pare che siano andate dietro lo sgabuzzino degli attrezzi del giardiniere, saranno andate a fumare di nascosto”
Sentenzia Carlo mentre studia la mossa successiva; tra lo sgabuzzino degli attrezzi e le piante di Leccio che separano la piscina dall’esterno c’è un anfratto largo circa un paio di metri che i ragazzi usano spesso per rimpiattarsi e non essere visti da occhi indiscreti.
Mi dirigo allo sgabuzzino e sento debolmente le voci delle ragazze, quando sono più vicino decido di fare uno scherzo, mi avvicino di soppiatto all’angolo dello sgabuzzino, voglio controllare i movimenti del nemico prima di agire, ma resto immobilizzato da quello che intravedo, Irene e Carla si stanno appassionatamente baciando e non solo, Carla ha il reggiseno del costume alzato mia sorella le sta massaggiando i seni, ha i capezzoli turgidi e appuntiti sta avidamente esplorando il sesso della sua amica con le dita, istintivamente mi ritraggo non so cosa fare sono combattuto tra il voler continuare a guardare e l’andar via, l’eccitazione però vince, mi sporgo leggermente e vedo Carla che ha spostato leggermente il costume di mia sorella e le sta leccando avidamente la fichetta, Irene le tiene la testa premuta tra le gambe, ad ogni leccata il bacino si contrae, il fiato diventa sempre piu’ corto fino a sciogliersi in un lungo sospiro di solievo; decido che e’ arrivato anche per me il momento di godere, entro negli spogliatoi e mi infilo in una doccia, mi abbasso il costume e finalmente libero il mio membro dal fastidioso giogo che lo teneva imprigionato, mi appoggio con l’avambraccio al muro ed inizio a masturbarmi;
non faccio in tempo pero’ a fare un paio di movimenti che Carla apre la porticina della docci ed entra! Nella foga mi ero scordato di chiudere il gancetto, non faccio in tempo a dire qualcosa che mi interrompe:
“che fai pervertito pensi ad Irene?”
E dopo il verdetto con piglio forte mi prende il pene e continua quello che stavo facendo, ma lo fa’ con forza, quasi con violenza:
“Carla cosa fai??? Mi fai m…”
“Zitto”
Dice improvvisamente con voce ferma
“se fiati ancora inizio ad urlare e per te sono cavoli amari”
Intanto il mio pene anche se strapazzato sta raggiungendo il limite, incosciamente metto la mano sulla schiena di Carla che la sposta con un gesto di stizza:
“non mi toccare! Non fartelo venire nemmeno in mente di toccarmi con quelle mani da sfigato!”
Mentre mi rimprovera la sua mano non si ferma, anzi, aumenta il ritmo, io ormai sono uno schiavo al suo volere e quando finalmente sento che sto’ per venire vedo la mano del mio aguzzino che si allontana rapidamente e mi lascia cosi’, sul limite tra il paradiso e l’inferno, non si volta nemmeno a guardarmi, prende ed esce dalla doccia.
Ormai non posso tornare indietro, allungo la mano sul mio pene maltrattato, ma appena lo sfioro esplode!
Uno, due, tre quasi quattro schizzi, non avevo mai eiaculato così tanto in vita mia, le gambe quasi mi cedono, emetto dei versi incomprensibili sono un mix di piacere e dolore, mi appoggio con entrambe le mani al muro della doccia e con fatica apro il rubinetto dell’acqua, resto immobile mentre gli ultimi filamenti di sperma cadono lenti a terra…
Dopo la doccia esco dagli spogliatoi e vengo subito raggiunto dal bagnino:
“amico ascolta, sono stato ragazzino anch’io con gli ormoni a palla, ma certe cose te e la tua amica le andate a fare da un’altra parte! Sei ammonito! Un altro sgarro e sei espulso fino alla prossima estate!”
io non lo ascolto non riesco ancora a capire cosa mi è successo

(continua)
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