Ogni venerdì

Era il primo giorno al nuovo lavoro. Arrivai puntualissimo e mi presentai a tutti i nuovi colleghi. La responsabile decise di affiancarmi ad una collega in maniera che mi potessi ambientare prima possibile.
Erano i primi di ottobre, faceva ancora un piacevole caldo e ci si vestiva molto leggeri.
Lei indossava un vestito bianco molto trasparente con i bottoni sul davanti che faticavano a tenere dentro il suo prosperoso seno. Capii subito che dietro quello sguardo austero si celava un ciclone di sensualità ma era il mio primo giorno di lavoro e mi mordevo le labbra per tenere a bada la voglia che avevo di saltarle addosso.
Più passavano le settimane e più il suo sguardo mi mandava in estasi. Decisi di provarci e trovai come scusa il fatto che il venerdì avevamo gli stessi orari e che, quindi, avremmo potuto viaggiare insieme dato che il suo paese era di strada. Lei accettò molto volentieri e ci demmo appuntamento a venerdì mattina.
Quando salì in macchina, dopo un primo momento di imbarazzo, con mio stupore, fu lei a portare il discorso su argomenti piccanti e a confessarmi che anche lei mi aveva puntato fin dal primo giorno. Fu in quel momento che decisi di fermare la macchina e baciarla, un bacio lunghissimo con le nostre mani che si insinuavano dappertutto. Ma non mi bastava. Rimisi in moto la macchina e mi diressi verso una vecchia centrale elettrica abbandonata dove, a quell'ora, non passava nessuno.
Nemmeno il tempo di spegnere la macchina che già le sue mani stavano sbottonando i miei pantaloni. Lo prese in bocca e cominciò a succhiare come una forsennata, saliva e scendeva con la sua bocca sul mo cazzo con un ritmo incalzante per poi fermarsi per leccare le palle baciarlo tutto e poi ricominciare.
Non capivo più niente, mi sembrava tutto un sogno, mi fece venire con una intensità che non provavo da tempo.
Il tempo, però, era tiranno. Ci ricomponemmo in fretta e andammo a lavoro con la voglia che fosse subito di nuovo venerdì.
La settimana fu un inferno, ci scambiavamo sguardi infuocati senza badare al rischio di farci scoprire dai colleghi. La voglia era troppa.
Per il venerdì successivo ci organizzammo in maniera da partire prima ed avere più tempo per noi.
Quando lei sali in macchina riuscimmo a stento a resistere alla voglia di saltarci addosso fino ad arrivare alla centrale elettrica. Ma quando arrivammo lì iniziammo a baciarci con un impeto incredibile, nel giro di un attimo eravamo nudi e vogliosi l'uno dell' altra. Iniziò a succhiarmelo mentre io stuzzicavo la sua fica con le dita. Era un lago e io avevo una voglia pazzesca di scoparla. Salì su di me e cominciò a dimenarsi con il mio cazzo dentro, come una assatanata. Venne una, due, tre volte. La feci scendere e girare e la presi da dietro fino a farla godere ancora. Il tempo sembrava essersi fermato mentre noi non riuscivamo e non volevamo fermarci. Tornò a succhiarmelo con le sue labbra carnose e io le davo il tempo afferrando i suoi capelli rossi. Venni fino a riempirle la bocca e lei, dopo aver ingoiato tutto, continuò a leccarmelo per non fare perdere nemmeno una goccia.
A riportarci nel mondo reale fu l'orologio che ci ricordava di dover tornare a lavoro.
Quello del venerdì diventò il nostro appuntamento fisso, ma scopare in macchina, presto, non ci bastò più...