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Lui & Lei

Penetrarsi


di menteonirica
08.10.2018    |    2.344    |    0 5.2
"Potrebbe farmi venire così senza toccarmi..."
Finalmente oggi la incontrerò. Ha ceduto alle mie attenzioni, anche lei. So di piacere, so di sapere cosa piace a una donna. Viaggio sulla mia cabrio godendomi l'aria fresca. Lascio scivolare la sportiva docilmente per questa strada di campagna, come una donna che cammina mettendo in evidenza il suo bel culo. Sono fiero della mia macchina. Procedo verso la casa di campagna, dove ho una piccola vigna. Nell'appartamento, sopra la cantina ho costruito il mio luogo di piacere. Arredato con cura, con tutti i confort per ospitare le mie conquiste e godermi dei bei weekend. È mattina sto arrivando a destinazione, manca poco. Lei mi raggiungerà nel pomeriggio, ho tutto il tempo per preparare al meglio la sua accoglienza. Nel sedile del passeggero c'è un bel mazzo di rose rosse, il vino lo prenderò dalla cantina, non serve neanche che apra il mio migliore, non mi sembra una che capisce di vini... Forse una bollicina è più adatta, un bel brindisi e via! Sono questi dettagli che mi fanno conquistare una donna. Avere sempre intorno a me cose belle, mostrare la propria forza, il proprio potere. Le donne sentono la virilità di un uomo da tanti dettagli, cercano sicurezza. È così che le conquisto ed è così che la ho conquistata. La incontro sempre nel locale dove lavora, ci passo spesso, più volte al giorno. Lo uso per fissare degli appuntamenti con i miei clienti, per concludere affari o semplicemente per un aperitivo o un caffè. Sono abile nel farla sentire desiderata, ho sempre per lei un pensiero, un piccolo regalo e ovviamente delle generose mance. Così anche lei è mia, oggi la avrò. Mi ha detto che era grata delle mie attenzioni e che voleva poter ricambiare in qualche modo. Quando la ho invitata in campagna non ci ha pensato un attimo. Ha detto subito di sì. Già, mi aspetta un bel weekend di piacere. L'unico problema è che spero non si innamori, che capisca che è solo un gioco e che ci divertiremo assieme per un paio di giorni. Mi sono capitate spesso queste cose, d'altronde è normale, le conquisto, mi si concedono e poi pensano che gli appartengo. Ma mie care, io sono un cacciatore! Per me l'arte di seduzione è tutto. La conquista, portare una donna a concedersi, sentire il suo desiderio... Sì. Cosa c'è di meglio? Ovviamente con quelle con cui c'è un buon feeling mi rivedo, ma non voglio vincoli. Perché limitarsi a una sola?
Ma eccomi arrivato. Scendo, apro il cancello, butto un'occhiata alla vigna. Sembra tutto a posto, quest'anno farò un gran vino. Entro in casa, per prima cosa metto i fiori in un vaso, ci metto dell'acqua e li sistemo sul tavolinetto del soggiorno in bella vista. Scendo in cantina a prendere del vino. Non la riserva, non è necessario. Quello giovane, è più fruttato, le piacerà di più. Poi una bottiglia di Franciacorta... direi che anche qui una bottiglia base dovrebbe andar bene. Non riconoscerà mai la differenza. Metto in frigo la bollicina e preparo un decanter per il rosso. Curo i dettagli. È già ora di pranzo, mi preparo velocemente qualcosa senza sporcare troppo la cucina. Poi dopo penserò a dare una pulita alla casa.
Il tempo passa, arriverà tra un paio di ore. Ho ancora il tempo per organizzare quello che serve per spuntini e cena. Preparo dei vassoi con tartine assortite, mi sono munito dei sapori più raffinati: caviale, tartufo, salmone, porcini e un bel cesto di frutti esotici. Sì, sono questi dettagli che mi rendono vincente con una donna. Ecco è tutto pronto, mi cambio, voglio che mi trovi elegante e prezioso. Mi rimetto la cravatta e la mia giacca firmate, le cose belle piacciono, si sa.
Mi arriva un SMS sul telefono, dice: “sto arrivando ;)”. Sorrido tra me per i suoi modi semplici, io che le ho preparato tutto questo! Sarà conquistata con la sua semplice testolina. Sento un rumore, mi affaccio alla finestra, vedo una piccola utilitaria bianca prendere la strada per il mio casolare. La strada sterrata alza una gran polvere al passaggio dell'auto che cammina troppo in fretta. Penso alla mia cabrio. Sta arrivando, ho lasciato il cancello aperto, apro la porta di casa e la attendo sulla soglia con un bel sorriso stampato in faccia. Inchioda la macchina di fianco alla mia, ha alzato ancora una nuvola di polvere. Penso sempre alla mia cabrio, ma non perdo il sorriso sulla faccia. Esce dall'auto e... è diversa da come la ho conosciuta al lavoro. Ha degli stivaletti sbarazzini, degli shorts in jeans decolorati che deve aver preso in qualche mercatino, poi ha una magliettina bianca ritagliata e bucherellata da piccoli strappi con delle strane macchie di colore. L’avevo sempre vista con il vestito del locale... Sono spiazzato. Viene verso me con passo deciso, le dico benvenuta e le porgo la mano. Lei mi fa un sorrisino e mi dice «ciao», poi entra diretta in casa. Cerco di riprendere in mano la situazione, si guarda intorno camminando ed arriva al soggiorno. Le indico le rose che ho preso dicendogli: «un omaggio per la tua bellezza». Accenna un sorriso poco convinto e si lascia cadere sul divano. Ora è seduta davanti a me, cerco di riprendere in mano la conversazione e intanto la osservo. Ha una bellezza particolare, un fisico asciutto, ma questo già lo sapevo. Noto anche un tatuaggio sulla spalla ma non capisco cosa rappresenti. Ciò che mi colpisce di più è la sua pelle che ora mi appare selvaggia. Penso a lei come a una puledra non addomesticata. Sono confuso, cerco di riordinare le mie sensazioni. Lei mi guarda, leggo nei suoi occhi uno sguardo malizioso e complice. Continuo a fare l'ospite e ha chiedergli se ha fatto buon viaggio, se gradisce un drink... Lei mi interrompe dicendo: «che facciamo?» Mi spiazza, tutto quello che avevo preparato perde significato. Certo in fondo mi sta portando dove volevo, ma ho la sensazione di non essere io a condurre il gioco e questo non mi piace. Mi avvicino a lei, mi siedo accanto nel divano, mentre penso a cosa dirle, lei inizia dolcemente a sciogliermi la cravatta. Le dico quanto è bella. Si mette a ridere rumorosamente. La sento risuonare nelle mie orecchie, sono mortificato. In questo momento non riesco più a pensare, la lascio fare, sono nelle sue mani. Continua a spogliarmi. La giacca, la camicia, le scarpe, i pantaloni... Via, via toglie da me tutte quelle cose che mi sono scelto per esprimere la mia forza. Mi ritrovo nudo davanti a lei che mi allontana lentamente poggiandomi un piede con ancora lo stivaletto sul petto. Assecondo il movimento. Sono in piedi davanti a lei. Mi osserva, silenziosa. Il mio membro a mezz'asta, sono confuso, non mi sono mai sentito così nudo davanti a una donna. Mi sorprendo a vergognarmi. Sono preso da un pudore strano ma allo stesso tempo paralizzato. Attendo le sue azioni. Posso solo subire il suo gioco. Mi aspetto un giudizio, in fondo, ho un fisico curato, sono sempre piaciuto alle donne. Lei non parla. Mi scruta silenziosa. Poi si toglie gli stivaletti, si sfila gli shorts, e lancia via la magliettina. Non ha altro. È nuda anche lei. La osservo. La sua pelle selvaggia, i seni piccolissimi, i capezzoli duri e sporgenti, la figa, rasata in modo sbrigativo, con un paio di piccoli tagli della lametta che ha utilizzato. Ho di fronte a me una puledra selvaggia. Si alza con un balzo e viene verso di me. Mi scopro ad avere paura, forse tremo, non ho il controllo della mia virilità. È davanti a me, la sua bocca si avvicina alla mia. Sicuramente ha riconosciuto il mio sguardo di paura. Sta per baciarmi, cerco di riprendere l'iniziativa, sono bravo a baciare. Apro le mie labbra, tendo la lingua. La ignora. Afferra le mie labbra nelle sue che scopro calde e incredibilmente umide. Le succhia dolcemente con un solo gesto, con un solo movimento. Ho un'erezione istantanea. Mi sorprendo, ero confuso, riscopro la mia voglia. Sono già pronto a riprendermi le sue labbra ma con una mano sul mio petto mi spinge indietro. Arretro di due passi per non perdere l'equilibrio. Il mio membro pulsa. La guardo, non parla. Sento di volerla follemente, la mia voglia mi sorprende. Mi riavvicino a lei. Si lascia abbracciare, sento il suo odore, sento il suo calore. Il mio respiro è più pesante. Vado per ricercare le sue labbra, ma la sua mano afferra i miei capelli alla nuca e mi tira la testa in dietro. Inarco la schiena. Il mio membro non è mai stato così vigoroso. Seguo la sua mano che mi tiene la testa. Mi fa abbassare, sono a terra. Lei scende con me. Guarda il mio corpo e non parla. Avvicina le sue labbra alle mie, mi sta per ribaciare! Sento il mio membro pulsare disperatamente. Chiudo gli occhi e la lascio fare. Voglio solo risentire le sue labbra sulle mie. Ecco che mi afferra, ma non è la sua bocca. Tiene le mie labbra con tre dita con cui ripete il gesto del bacio di prima. Le dita sono bagnatissime, individuo subito quel sapore. È il sapore del suo sesso. Selvaggio e dolce. Le mie labbra sono anestetizzate di piacere. Il mio membro sembra scoppiare, sento che potrei venire in qualsiasi momento. Qualcosa mi prende nel petto e nella gola, uno strano dolore mi attraversa. Sono in cortocircuito, mi sorprendo a emettere uno strano rantolo gutturale. Non è da me. Sono perduto, spaventato, ma assolutamente nelle sue mani. A questo punto ogni suo tocco mi pervade in profondità. Ho bisogno di essere attraversato da questi brividi. Voglio solo che continui a giocare con me. Sento il mio cuore accelerare. Lei mi è addosso, penso che se toccasse il mio membro esploderei. Sento le nostre pelli sudate appiccicarli tra loro. Scosta la mia testa di lato tenendomi sempre per i capelli. Avvicina la sua bocca al mio orecchio... ecco che sto per risentire le sue labbra. Il membro pulsa convulsamente. Sento il soffio del suo respiro sul mio orecchio. Sto male. Mi sussurra qualcosa. Non metto a fuoco subito. Ha detto... Sembra... Forse ho capito male... Ma no è così... Ha detto proprio così... «voglio entrare dentro di te». Mi riscopro spaventato, per un attimo la mia erezione perde vigore, il mio ruolo di maschio? Sono confuso e ho paura, ma sono incapace di fare qualsiasi cosa. La scena rallenta, i tempi si dilatano, lei mi guarda, non riesco mai a capire quello che pensa. Mi aspetto da un momento all'altro che tiri fuori qualche dildo, qualche oggetto strano o che mi esplori con le sue dita. Non voglio, ma sono stregato dalla sua forza. Sta liberando in me energie che ignoravo. aspetto e la lascio fare. Lei si scosta un po' e osserva il mio membro. Lo fissa silenziosa. Ha perso un po’ di vigore dopo quella frase. Mi guarda per un attimo in faccia, forse è delusa. Porta un dito sulla mia pancia, sotto l'ombelico e inizia a trascinarlo lentamente verso su. Il mio membro inizia a rialzarsi. Come tirato da un filo invisibile mosso da quel dito. Arriva sulla mia bocca, riconosco il suo sapore. Vorrei succhiarlo ma lei lo ritrae. Gioca con i miei capelli e fissa il mio volto. Aspetto il suo gioco. Comincia a riavvicinare la sua testa, le sue labbra alle mie. Non voglio altro. Spero in un'altro bacio. Apre la bocca davanti la mia, sono pronto a ricevere le sue labbra. Spero, lo desidero, farei follie per risentire quella sensazione. Sento il suo respiro, un leggero soffio nella mia bocca. Conosco il sapore della sua bocca. Lei si ritrae mentre il mio membro pulsa convulsamente. Lo guarda con attenzione. Potrebbe farmi venire così senza toccarmi. Non oso immaginare cosa succederebbe se lo afferrasse. Ho paura di sentirmi male. Mi guarda con un sorrisino. Poi mi chiede: «di un po' ma lo hai mai avuto così duro?» Lo sento scoppiare. Ormai senza pudore, con lo sguardo basso dico con un filo di voce «No». Rimango qualche secondo senza alzare lo sguardo. Poi quando lo faccio la trovo li che mi fissa, che mi aspetta. Ha sempre quel sorrisino. Sta distruggendo la mia idea di maschio, ma sto scoprendo sensazioni mai provate, la mia testa scoppia. Sono totalmente nelle sue mani. Mi riparla, è un'altra stilettata, cammina sul mio ego senza cura. Mi dice: «forse non sei abbastanza uomo per esprimere tanto vigore». Mi sento morire. Vorrei ribattere con un sacco di argomenti. Non sa quante donne ho avuto, non sa nulla! Ma sono suo prigioniero, il mio desiderio è nelle sue mani. Taccio e riabbasso gli occhi. aspetto quello che succede. Non succede nulla... Poi ho un pensiero, mi sorprendo ad averlo, esce da una parte di me che non conoscevo, che parla per me. Prima che lo controlli esce da me e lo pronuncio. Ritrovo i suoi occhi e le dico: «insegnami tu cos'è un uomo... e se vuoi...» Qui la mia voce trema e balbetto. «entra pure dentro me». Continuo a distruggere il mio pudore, non mi vergogno più di nulla. Baratto la mia dignità per un brivido di piacere. Lei sbotta ridere... sono mortificato. Potrei scoppiare a piangere, le emozioni mi attraversano in maniera troppo violenta: desiderio, vergogna, pudore... tutto in una forma nuova con intensità mai conosciute. Sono solo disperato. Finisce di ridere e mi guarda sempre con quel sorrisino, io ormai sono un idiota. Ripete quel gioco del bacio su un mio capezzolo e sento di nuovo il mio membro riesplodere. Guarda la mia reazione e poi mi dice con aria soddisfatta: «tesoro io sono già dentro di te». Mi sento sempre di più un'idiota, non stavo capendo nulla, ma non ho il tempo di pensarci che lei mi si mette sopra. In un attimo le sono dentro, mi sta scopando, non so più cosa sta succedendo, sento il mio membro scoppiare, le mie palle bruciare di voglia, lei mi cavalca, non so più che succede, o vengo o mi scoppia il cuore... Lei scende con la testa, cerca il mio orecchio e tra i gemiti di piacere mi sussurra: «mi senti dentro di te?» Penso al mio membro mai così duro, al mio cuore che scoppia a quali forze riesce a liberare dentro di me. È in me e io sono in lei. Le dico gridando selvaggiamente: «Sì ti sento, ti sento, sì, sì, sì, sì...» Così vengo. Lei si scosta di lato, mi guarda. Guarda il mio seme gocciolante, si accarezza la figa e poi si rilassa lì a terra da sola. Il mio cuore ci mette un po’ a rallentare il battito, gli spasimi si sono ridotti. Non connetto più i miei pensieri. Passano dei minuti. Mi rialzo da terra, il mio membro è di nuovo incredibilmente duro. Guardo quel soggiorno con un certo disprezzo. Vado verso il divano, lei mi segue con lo sguardo, ha gli occhi socchiusi e sembra godersi le sue vibrazioni di piacere. È sempre sdraiata a terra in quel modo scomposto. Ho paura per quanto è bella. Appoggio le mie mani sul divano, sono in piedi, guardo attraverso la finestra il tramonto. Rifletto sulle mie sensazioni, ormai non so più chi sono, non ho una dignità da difendere, sono nudo, almeno qui, con lei. Il mio respiro è sempre pesante, sento il mio membro pulsare di voglia. Grido. Rovescio il divano con un gesto. Attraverso il soggiorno, afferro il vaso con i fiori e lo sbatto contro una parete. lei mi guarda divertita. Apro il frigorifero, ignoro i vini che avevo scelto. Bevo dell'acqua direttamente dalla bottiglia. La porto con me e vado ai suoi piedi. Le lascio la bottiglia vicino, lei ne beve un po'. Senza dire nulla avvicino la mia testa alla sua figa, inizio a baciarla, a leccarla. Impasto la mia saliva con il suo umore. dei rantoli di piacere mi partono dalla gola. Non me ne preoccupo. Le sue mani iniziano ad accarezzare teneramente la mia testa. La sento dentro di me, pulsare di nuovo con una forza che mi era sconosciuta, che posso scoprire solo gettandomi a peso morto. Scoppio a piangere, singhiozzo, mentre lei mi stringe dolcemente i capelli. La sento dentro di me da farmi male, la mia lingua è in lei nella sua dolcezza di donna. Mentre lecco, le accarezzo teneramente le cosce e ogni tanto qualche singhiozzo spezza il mio lavoro. Mi perdo così senza sapere più chi sono, perso e ritrovato nello stesso tempo. Sono un idiota, sono un coglione, sono un uomo.
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