SEXUS (the Baptism)

SEXUS (the Baptism)
Non so come sia successo.
Non so come siamo riusciti ad essere in quella situazione
Non mi importa ma ora siamo noi tre su quel grande materasso del privè, a gemere e godere del sesso reciproco, avvolti dal suono di altri gemiti vicini, di altre persone che ora sono corpi che si scambiano piacere a loro volta.
Con la tua collega che messa a pecorina sta ricevendo i miei colpi di reni, mentre afferro con estremo piacere i suoi fianchi ed ammiro la meravigliosa forma di violoncello che assume la donna, posta in quel modo ed osservata dalla mia prospettiva.
E tu che lentamente le scivoli sotto sdraiata di schiena, le circondi il collo col braccio e le abbassi il viso al tuo, la bocca alla tua ed inizi ad accarezzarle le labbra con la punta della lingua, poggiare le tue a lei e poi attirarla con decisione per coinvolgerla in un bacio lesbico appassionato e spudorato.
Ed i vostri volti che oscillano vistosamente, bocche che si discostano e tornano a cercarsi avidamente.
Il tuo percorso prosegue e ti insinui ulteriormente sotto di lei, sotto i suoi seni che ti sobbalzano prospicenti, morbidi ed invitanti.
Ti diverti a stuzzicare e torturare in capezzolo, a punteggiarlo con la lingua, a stringerlo nella morsa dei denti e persino a succhiarlo con violenza.
I gemiti della nostra compagna di giochi si fanno un'armonia scomposta alla quale non riesce più a dare un ordine fra i tanti, troppi, stimoli che sta ricevendo e subendo.
Che bello, in tutto il frangente, in tutte le percezioni, sentire la differenza di accento e suono di quei gemiti e l'accento ciociaro che le origini della donna influenzano leggermente ma inevitabilmente il suo parlare e persino il suo godere.
Come una serpe ti insinui ulteriormente sotto di lei e ti trovi infine per un perfetto 69 lesbico e le suggerisci, se di suggerimento si può dire la determinazione della tua richiesta...: "leccami, leccami la fica... leccami !"
E mentre inizi a sopportare le ondate di piacere che ogni colpo di lingua, sulla tua fica fradicia di saliva ed umori, ti rimbalzano dal pube alla mente ammiri il percorso ritmico della verga turgida che si sfila e torna a penetrare lei.
"Dai, di più... scopala questa porca, fagli sentire il cazzo... SFONDALA cazzo... sfondalaaa"
Un desiderio, un pensiero che spontaneo ti esce ad alta voce, un invito... non riesco ad intendere cosa sia mentre provo ad osservare il tuo viso con un'espressione che si stà facendo sempre più vaga e persa nel vuoto.
Tutta la scena, come un ennesimo fotogramma, mi ricorda una pagina di Sexus letta in passato, uno dei romanzi della "crocifissione in rosa" di Henry Miller, dove il protagonista con piacevole e cinico linguaggio di cronaca ripensa e descrive la stessa disposizione in un amplesso con due sue spasimanti.
Mi riprendo da questo istantaneo dejà-vu e prendo in seria considerazione le tue parole; sollevo una gamba per essere in appoggio col piede ed essere più sollevato e stabile, mentre rimango inginocchiato soltanto con l'altra.
Stringo la presa sui fianchi della donna, la sormonto ulteriormente, mi ci appoggio ed inizio a picchiare, lentamente ma con piena determinazione, a picchiare con tutta la forza che dispongo nei miei lombi.
Nonostante abbia un cazzo più che normale sento distintamente che la punta arriva infine a puntare sul duro dell'utero.
I suoni si mischiano fusi insieme, i gemiti di disperato piacere che sta urlando la donna per delle sensazioni che fatica a sopportare ma che alle quali non vuole arrendersi, non vuole finire, non vuole rinunciare.
Il delirio di ammirazione che la vista dello spettacolo e degli effetti che udisci su di lei ti inebriano.
Non hai più un briciolo di gelosia od invidia, soltanto sadico piacere nella consapevolezza che tu sai già perfettamente cosa sta provando adesso la tua collega e ne sei orgogliosa che il tuo uomo, per effetto del tuo comando, sta procurando a lei.
Siamo noi gli attori ma sei soltanto tu, contemporaneamente, la regista e la spettatrice.
E succede all'improvviso quello che era, forse, inevitabile... i fremiti della donna si fanno improvvisamente sussulti incontrollabili ed uno scroscio di liquido caldo spruzza saettando anche sul tuo viso.
E' troppo anche per me che non mi trattengo ulteriormente e mantengo quel briciolo di controllo soltanto per afferrare la nerchia ed indirizzare anche i miei schizzi, ormai inevitabili, sul tuo viso già spruzzato di succo di donna.
Gli schizzi di sborra irregolari incorniciano di bianco il tuo volto gocciolante e tu completi l'opera con una mano con la quale ti spalmi il viso, apri la bocca, ti fai scorrere così lasciva il palmo lurido sulla lingua protesa.
Sei esaltata da tutto ciò, stai ridendo e piangendo insieme, perché io così ti battezzo, nel nome del Cazzo, della Figa e della Libidine.
Ora sei mondata e libera da ogni colpa, da ogni vergogna, da ogni timore, da ogni vincolo.
Ora sei libera di esprimerti in ogni voglia, dalla voglia di uno sguardo amoroso, di un bacio appassionato, di godere di ogni curva, morbidezza ed anfratto di un'altra donna o persino dalla voglia di essere circondata da una folla di cazzi duri che ti possiedono ovunque e comunque e ti innondano con una doccia di sborra.
Hai il definitivo e libero arbitrio della tua libidine.
L'unico limite è la mia costante partecipazione e condivisione in ogni esperienza, che non è una mia imposizione ma una tua consapevole necessità; che senza questa mia presenza tutta quella libertà, in te e per te, non avrebbe senso e capacità di esprimersi.