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Lui & Lei

Una prof esemplare pt.1


di Infinity666
04.01.2024    |    3.101    |    19 9.7
"“Ehm credo parlasse del verbo essere?”..."
Oggi sono emozionata, ho una lezione diversa dalle solite. Che classe? Una classe diversa da quelle a cui sono abituata, un luogo diverso,un ufficio dove terrò un corso di formazione a della gente adulta. Tre ore con loro. Uomini svogliati presuppongo, con una voglia di “imparare” l’inglese pari allo 0. Voglio vedere del positivo..non sarò costretta ad urlare cercando di tenere a bada i loro ormoni adolescenziali. Ad ogni modo sarò tosta come al solito, non hanno ancora capito che comando io. Vediamo se faccio colpo con questo tailleur, una camicia ed un tacco non esagerato. I miei occhiali in borsa ed eccomi pronta ad affrontare questi ometti in vena di aggiornarsi. Arrivo in questa ditta, entro nell’ufficio, chiacchierano tra di loro. Alla mia vista il primo a girarsi mi squadra dalla testa ai piedi. Gli altri lo guardano e si girano verso di me ammutoliti, occhi da pesce lesso fissi su di me. “Buona sera! Che non avete mai visto una professoressa?”. “Sera, sera, sera…..”. Mi siedo, li faccio sedere, sono silenziosi, mi guardano, caspita non so perché ma per la prima volta non so come iniziare il discorso. E tra loro noto anche uno con la faccia da furbetto che mi sorride silenzioso. Mi presento, cercando di attirare la loro attenzione e il motivo per cui siamo lì. “Bene.. stasera prima sentiamo qualcuno giusto per rendermi conto di come siete messi ..poi proseguiamo con il lavoro”. Mormorio generale, ovviamente sanno di non essere molto ferrati. “Dai, voi due li in fondo vediamo a che punto siete”. I due si alzano, sorridono e si avvicinano alla lavagna. Sbruffoni…. Ora mi diverto…. Mi giro con la sedia verso di loro “Allora chi dei due conosce il presente del verbo to be?”. I loro sguardi fissi verso le mie gambe accavallate…. “Ehm credo parlasse del verbo essere?”. Cambio gamba….. “Me lo sapreste coniugare?”.
Sento i loro occhi entrare nella mia gonna e raggiungere collant e slip per provare a spostarmeli.
“Mamma mia ragazzi siamo messi proprio male”. Mi alzo, mi tolgo la giacca, il mio seno sembra voler uscire dalla camicia, mi risiedo e noto i due ragazzi con i pantaloni stretti un po’ in difficoltà.
“Forza dai andate a posto e proseguiamo il lavoro. Quantomeno vediamo a che punto siete”. Il furbetto lì davanti che non ha mai mollato il mio corpo continua la sua radiografia. Prendo le fotocopie e passo tra i banchi. Lascio una copia ad ognuno e quando arrivo al suo banco, il furbetto fa cadere la sua matita. D’istinto mi piego per prenderla. Lui furtivamente con la sua mano mi sfiora il sedere. Mi fermo un attimo, sento quella mano, mi rialzo e torno alla cattedra. Forse dovevo riprenderlo, ma proseguo.
“Ragazzi avete un ora e mezza di tempo per rispondere a quelle domande, poi le vediamo tutti insieme”. Cominciano a scrivere…. Guardo quel furbetto che continua a vedere le mie gambe, il mio seno. Ripenso al suo gesto, forse era meglio se in quel momento l’avessi ripreso ma oramai è andata. Il problema e che mi è piaciuto….. Dieci minuti, quindici, mi stendo un po’, mi sento contratta, qualcuno se ne accorge….. Chiedo un attimo di pausa per andare a rinfrescarmi in bagno in attesa che loro finiscano. Mentre sono davanti allo specchio a ridarmi un contegno sento una voce improvvisa: “Scusi prof... io non ho capito una cosa.". Era lui..il furbetto. Si avvicina e mi guarda. Sento delle mani sulle mie spalle. “Prof siete un po’ tesa, prima di tornare in aula due massaggi faranno bene”. “Ok furbetto però ascolterai quello che spiegherò”.
Brutto errore. Avrei dovuto fermarlo, il problema è che mi piaceva come massaggiava e l’ho fatto continuare. Cerco di riportare la mia mente al mio compito, al perché sono lì ma le sue mani cominciano a lavorare piuttosto bene. Prima le spalle, poi la schiena, per passare fra i capelli sotto la nuca. Un infinità di brividi mi passano lungo tutto il corpo, mi piace tantissimo, non resisto, comincio a balbettare ma lo lascio continuare…. Mi piace troppo. Chiudo gli occhi (altro errore) e lui si accorge che sto mollando, prende coraggio e comincia a sfiorarmi il braccio. Sale, sale, scende, mi accarezza. Io resto ad occhi chiusi e mi sfugge un gemito seppur sottovoce. Non ce la faccio, mi sto perdendo tra i sensi. Sento le mani finalmente mollarmi il collo, ma ancora peggio scivolano davanti sbottonandomi i primi due bottoni della camicia e si infilano dentro scomparendo nel reggiseno. Mi sbottona prima i polsini, poi completa il lavoro con il resto dei bottoni della camicia. Ho un gesto di risveglio e provo a fermarlo.
“ma sei pazzo? Ma che fai?” Sempre il furbetto mi alza la testa e da dietro metta la sua testa sulla mia, mi guarda negli occhi sussurrandomi: “Prof…. Ora tocca a me insegnarle qualcosa…”. Chiude gli occhi e mi infila la sua lingua fra le mie labbra. Vorrei tanto dirvi che ho resistito ma vi mentirei. Ho preso quella lingua in bocca ed ho ricambiato molto volentieri. La mia camicia è già volata chissà dove. Sento sbottonare il mio reggiseno ed anche quello fa compagnia alla camicia. S’inginocchia davanti a me, prova ad alzarmi la gonna, ma per qualche mio strano movimento di opposizione non ci riesce, così di peso mi solleva ed in pochi secondi volano via gonna, calze e mutandine. Mi fa sedere sul tavolino che era lì, mentre le sue mani frenetiche continuano a toccare i miei seni. Scende..mi allarga le gambe, me le alza e ci si infila con la testa nel mezzo. Sento la lingua giocare su di me, sono tutta bagnata, non riesco ancora ad aprire gli occhi. Sono completamente sotto il suo controllo ma allo stesso tempo lui..il furbetto.. si sta dedicando completamente a me e mi sta facendo impazzire. Mi riprende di peso baciandomi avidamente e mi sdraia sul tavolo. Lo vedo spostarsi e mettersi di lato al mio viso. Era il suo invito e io non ho saputo non accettare. Inizio a giocare con lui, inizio ad accarezzare la sua virilità, voglio riprendere il comando. Ma resisto e mi illudo fino al momento in cui lui mette le sue mani sulla mia testa e mi guida prepotentemente in un ritmo sempre più veloce. Quel furbetto mi sta scopando dalla testa e io non riesco a fermarlo. Con l’altra mano decide di afferrarmi il seno con colpo deciso, me lo stringe e la cosa mi rende ancora più vittima. Mentre io continuo a succhiarlo come se non ci fosse un domani, lo sento abbassarsi..dice che ha voglia di assaggiarmi meglio e un secondo dopo è lì ad impadronirsi dei miei capezzoli, sfiorandomeli e poi mordendoli un attimo dopo. Questo fa di me la sua preda più facile e totalmente soggiogata ai suoi voleri.
Ma io non voglio arrendermi, e aumento il mio ritmo finchè dice che non ce la fa più, lui smette il movimento e non potendoci controllare, decido che debba finire dentro di me..nella mia bocca..vediamo che gusto ha questo tipo misterioso e dispettoso. Finalmente respiro un attimo, ma mi fa alzare, poggio le mani sulla cattedra e da dietro mi piega, mi allarga le gambe e me lo infila. Mi chiedo dove prenda tutta quella forza e quella voglia, ma non mi soffermo sulla risposta perché il suo fare dentro e fuori diventa così forte e veloce che trattengo a malapena un gemito urlante. Lui lo capisce e mi mette la mano sulla bocca “Prof..cosa ha? Vuole mica urlare qui in classe con me? Finchè ti scopo io..tu devi star zitta”.
La sua mano mi lascia e inizia a giocare col suo dito nella mia bocca..e quando mi rigiro un attimo col viso lo trovo lì pronto a baciarmi avidamente, mentre continua a sbattermi tenendomi per le gambe. Quel bacio..la mia lingua che cerca la sua..lo fa capitolare e dopo qualche spinta viene copiosamente su di me. Eccolo il furbetto..soddisfatto. Sono multi orgasmica, sono venuta non so quante volte, continuavo a godermi ogni istante. Con lo sguardo sempre fisso su di me..si riveste, io riesco a raggiungere le mie mutande, le mie calze, la gonna. Mi infilo mutande e gonna, per le calze non ho la forza. Riprendo lentamente le mie forze, le gambe mi tremano. Ci rendiamo conto di dover tornare nell’aula, mi rivesto, infilo le calze nella borsa, esco da quella stanza e molto lentamente vado via. Sono in corridoio e mentre mi incammino verso l’aula un dirigente mi osserva: “Tutto bene Professoressa?”
“Certo, mai stata meglio” è proprio il caso di dire……
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