Lui & Lei
Zia Rosalia, che figa e che porca!

30.04.2025 |
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"Che zia, che troia la Rosalia!
Quanto tornerei all’università!..."
La stessa domenica mi apprestai a curiosare nella camera mentre era lì. In effetti leggeva il suo libro ma lo faceva senza mutande “coccolandosi” con le dita la sua figa liscia e senza un pelo. Ovviamente l’uccello durissimo come mai prima mi pulsava e pareva scoppiare costringendomi alla ennesima sega in bagno…
La sua masturbazione di figa e capezzoli avveniva un paio di volte la settimana e mi faceva sempre impazzire dalla voglia di essere lì con lei e farla godere a modo mio.
Una sera mentre giocava con il suo corpo contorcendosi lentamente nel letto gli bussai alla porta proprio mentre vedevo sul PC che stava per avere un orgasmo.
- SI, cosa c’è -, disse con un filo di voce rotta e surreale, e io: - Zia ho bisogno di qualche tuo farmaco, mi puoi aiutare? Ho un forte dolore al basso ventre che si estende quasi da un’anca all’altra -.
- Vengo -, disse. Mi domandai se si riferisse alla sua uscita dalla camera o al risultato della sua masturbazione!
Quando uscì indossava un piccolo pigiama floreale fatto di calzoncini e parte superiore intonata. Io ero sdraiato sul divano letto con le mani incrociate sopra gli occhi a simulare un grande malessere. Mi disse, -Ti faccio un the caldo, poi vediamo -.
Intanto si sedette a fianco a me con una chiappa contro il mio fianco e l’altra fuori dal bordo del letto, poi mi chiese se un massaggio avesse potuto darmi sollievo.
- Era proprio quello che speravo. Guarda mi fa male proprio nella zona dell’elastico delle mutande - dissi con fare sornione.
Lei mi abbassò lentamente e con naturalezza di pochissimo lo slip per massaggiare proprio quella parte dell’addome ma immancabilmente ogni tanto, pur da sopra le mutande con al punta delle dita finiva col toccare la cappella del mio cazzo inizialmente barzotto. Una ventina di secondi e da barzotto divenne duro come il marmo e pur avendo messo tutto di lato i contatti con le sue dita divennero sempre più frequenti.
- Ma, fammi capire, ti fa male dove sto massaggiando o più in basso? - disse con voce maliziosa.
- In effetti, zia, è un paio di centimetri più in basso che ho il massimo dolore, se tu potessi… - , e lei bloccò le mie parole dicendo di aver capito dove e cosa mi facesse male e con molta calma ma in modo deciso abbassò completamente i miei slip prendendo in mano il mio cazzo per iniziare una sega lentissima; sembrava fatta al rallentatore. Mi sforzai in tutti i modi di non venire mentre lei scese con il suo capo su di lui per baciarlo, sempre lentamente e dolcemente.
Una delle mie mani passò dal mio viso al suo stupendo culo per infilarsi timidamente da sotto nel calzoncino del suo pigiama arrivando fino alla passera che era letteralmente fradicia dei suoi umori.
In quel momento venni in modo esagerato. Rimase lì a guardarlo mentre il cazzo mi pulsava ancora senza accennare a fermarsi.
- Ti è passato il male che avevi? - disse e io risposi - No, credo che si sia solo un po' attenuato -. Entrambe sorridemmo e un istante dopo, senza perdere tempo a ripulirmi salì nuda a cavalcioni del mio corpo.
Fu una notte di fuoco, di quelle che non si scordano mai…
La mattina dopo pareva non fosse successo nulla. Lei sempre agitata e pronta per andare al lavoro. La sera mi disse:
- ricorda che quello che è successo questa notte non cambia di nulla quelli che sono i nostri rapporti di zia e nipote… -
Per alcune settimane tutto fu esattamente così fino a quando, inaspettatamente una domenica…
Quella domenica di fine estate, forse perché piovosa anche se ancora calda restò tutto il giorno in casa contrariamente a quanto succedeva di solito quando usciva per andare con le sue amiche. Per tutto il tempo fu molto più affabile e spiritosa del solito, cucinammo assieme, giocammo a carte, fece una doccia infinita con lunghe sessioni di acqua scrosciante alternate a interruzioni silenziose tanto che mi venne il dubbio che non stesse bene e poi guardammo la TV e poi ancora scherzammo fino all’ora di coricarsi.
Appena entrò nella sua camera immediatamente accesi il PC per spiarla con la cam e vidi con enorme sorpresa che aveva preso dallo scrittoio sempre rigorosamente chiuso con la chiave che scoprii in quel momento che teneva nascosta sotto la lampada del comodino, un bel cazzo lungo di gomma con ventosa color carne che fissò allo specchio dell’armadio per poi mettersi in ginocchio a terra per soddisfare la sua figa ma soprattutto il suo culo. Dopo una decina di minuti di stretching poi su entrambe spalmò generose dosi di crema così come spalmò una differente crema sulle sue tettone sempre magnifiche.
Una volta che si ritenne pronta per i suoi intenti uscì dalla sua camera nuda con un paio di autoreggenti scure ma comunque trasparenti e zoccoletti con tacco alto e finissimo. Venne verso di me, che avevo il cazzo alla massima tensione, e disse: - ti va di scoparmi tutta? -
Mi venne una specie di arresto cardiaco, e contemporaneo azzeramento della salivazione; semplicemente stupenda e allo stesso tempo porca, porchissima!
Le feci immediatamente spazio sul divano letto aperto, ci perdemmo in un infinito 69, le succhiai le tette mangiandole quegli stupendi capezzoli che sapevano di buono, turgidi e grossi come le gomme fissate in cima a certe matite, poi scopammo fino a venire entrambe e dopo una sigaretta condivisa con voce dispiaciuta ma sorniona mi disse: - Hai scaricato tutta la tua “arma”? -
- Nemmeno per sogno zia, questo è stato solo l’antipasto, ho ancora diversi colpi in canna e tu li meriti tutti per quanto stupenda sei, quell'idiota di tuo marito non si è reso conto di cosa si è perso perdendo te -.
- In questi momenti e solo in questi non mi chiamare più zia Rosalia ma solo Rosalia -. disse e questo mi lasciò capire e sperare che momenti come questo ce ne sarebbero stati ancora!
- Bene, e cosa propone allora il menù adesso? - disse. Stavo per rispondere ma subito lei continuò. - So che ti piace il mio culone, non nasconderlo, lo so, prendilo, prendilo forte, lo voglio tutto fino in fondo…-
Non me lo feci ripetere, la girai a pecorina e subito mi venne in mente la ragione di quella lunghissima doccia del pomeriggio. Iniziai a leccarle e succhiarle il buchetto che sapeva davvero di buono. Al momento di infilarlo tirò fuori da non so dove un barattolino di crema che si spalmo lentamente proprio lì.
Facemmo sesso quasi tutta la notte, anche in posizioni che non conoscevo e mai avevo pensato esistessero. Alla fine, ero davvero sfinito ma non sazio. Avevo però sparato tutte le cartucce e dovetti arrendermi.
L’indomani, come da accordi tornai a chiamarla zia come se nulla fosse successo. Mi fece penare un paio di settimane prima di ripetere una notte come quella ma, come disse lei, - Farlo troppo spesso toglie la parte più bella: il desiderio animale di chi è affamato di sesso - , e aveva ragione. Che zia, che troia la Rosalia!
Quanto tornerei all’università!...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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