Zia Rosalia mi ospita

La zia Rosalia, sorella maggiore di mia mamma si era trasferita con il marito a Milano da più di 30 anni. Da un paio di anni aveva divorziato dal marito, spesso ubriaco e sempre pronto a malmenarla e si era chiusa nella sua dignitosa solitudine intenta solo a lavorare per mantenersi.
A 55 anni circa era una donna ancora splendida nonostante la menopausa l’avesse un po’ appesantita ma con il suo quasi 1mtro e settanta, capelli nero corvino, (ormai tinti), con splendide tette abbondanti che si reggevano su ancora fieramente, un bel culo ancora sodo, anche con un po' di pancetta riusciva ancora a far girare la testa a molti maschi. I suoi trascorsi però non permettevano a nessuno di avvicinarla…
Quando finite le superiori i miei genitori mi offrirono di proseguire gli studi al Politecnico di Milano, fu immediatamente felice di potermi ospitare a casa sua. Una casa piccola con zona cucina e salotto comunicanti tra i quali si interponeva in un corto corridoio il bagno e la sua camera da letto.
Appena arrivato a Milano mi dettò le sue regole “auree”: Il bagno è mio da quando mi alzo fino alle 8,30 quando vado a lavorare, torna mio dalle 18,30 alle 22. La mia camera deve restare chiusa sempre, visto che sei qui e che sei abile in cucina dovrai curarti ogni sera di cucinare e, ultimo, il divano letto deve essere aperto solo per dormire.
Non c’era di che dire, aveva assorbito la mentalità schietta e senza fronzoli dei milanesi!
La sera dopo cena ci mettevamo insieme sul divano a vedere un po' di TV ma da assidua lettrice dopo poco spariva in camera a leggere i suoi libri.
La mattina alle 7 puntuale suonava la sveglia che, essendo dall’altra parte della parete dove dormivo immancabilmente svegliava anche me. Poco dopo usciva dalla camera per infilarsi in bagno e, convinta che io stessi dormendo, lo faceva sempre in mutandine e maglietta immancabilmente bianca, sempre aderente e un po’ corta che metteva in evidenza i suoi capezzoli sporgenti che pareva bucassero la maglietta.
Essendo sveglio pur apparendo volutamente addormentato aspettavo con impazienza quel momento e il successivo rientro in camera e, immancabilmente quando usciva di casa finivo in bagno ad “allentare” il mio cazzo in tiro.
Dovevo trovare il modo di poterla spiare quando era in camera, era diventata una ossessione…
Una mattina mi venne l’idea giusta e gliela esposi la sera stessa: Zia, ho problemi con il segnale Internet, ho visto che se mi sposto con il PC in bagno il segnale è decisamente migliore, ma non posso passare tempo seduto sull’asse del cesso! Ti voglio proporre di mettere una piccola antenna sul balcone della tua camera che è a fianco il bagno. Dovrei fare solo un piccolissimo buco in alto alla parete sala-camera e poi far correre un minuscolo filo tra parete e soffitto fino al balcone.
Ci pensò un attimo ma poi acconsentì purché fosse fatto quando anche lei fosse stata in casa.
Detto fatto mi procurai il tutto ma lungo il filo aggiungi una piccolissima scatoletta che avevo spacciato come un amplificatore di segnale anche se in realtà era una minuscola telecamera.
Giocando sulla sua ignoranza in informatica ero riuscito ad eludere la sua privacy. In realtà l’antenna non serviva a niente ed era solo una scusa per mettere la telecamera che collegavo al PC stando in sala…
Adesso non mi restava che spiarla!