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Gay & Bisex

SOLO IN CAMPEGGIO


di sonoquixvoi
13.06.2025    |    31    |    0 8.7
"Mi fa davvero male ma mi piace e lo dico: < SII, la sabbia nel culo, godo! > A quel punto l’altro prende una manciata di sabbia e la fa scendere come fosse una clessidra tra il mio buco e il..."
Quell’anno, ancora molto giovane, avrei portato finalmente la mia fidanzatina in campeggio, io ci andavo da quando ero bambino, lei: mai stata.
Organizzo il viaggio, parto venerdì con tutto l’occorrente, lei arriverà il giorno dopo di ritorno da una settimana passata con la sorella e il cognato da sua nonna in Campania.
Arrivato al campeggio nella tarda mattinata monto la tenda, il tavolino, la cucina e gonfio i materassini.
A pomeriggio inoltrato ho fatto tutto! Vado in spiaggia dove il telefono “prende” e la chiamo: < Ciao, tutto pronto, vi aspetto domani per pranzo >. Sorella e cognato ripartiranno nel pomeriggio per tornare a Milano. La sua risposta mi gela: < Guarda, è successo un casino, scendendo le scale in pietra fuori dalla casa sono scivolata e mi sono slogata una caviglia. Mi hanno portato al Pronto Soccorso e lì mi hanno ingessato il piede per 2 settimane. La vacanza è saltata… Sarà per il prossimo anno, mi spiace davvero, torno direttamente a Milano >.
Sono senza parole; un misto di delusione e incazzatura. E adesso cosa faccio? Intanto che torno alla tenda prendo una decisione: MI faccio la mia settimana di vacanza al mare, da solo!
Arrivato alla tenda resto lì seduto sulla sedia inerme. Ho fame, vado al baretto del campeggio, fanno anche la pizza!
Arrivato lì vedo che sono rimasti liberi solo 2 tavolini, mi precipito a prenderne uno ma adesso il problema è che se mi alzo per andare a ordinare pizza e birra qualcuno potrebbe prendermi il posto!
Al tavolo a fianco sono seduti 2 ragazzi più grandi di me e stanno mangiando la loro pizza. Gli domando se sono così cortesi di indicare a chiunque venga che il tavolo è occupato e loro mi dicono che lo “cureranno”. Vado, ordino la pizza, prendo la mia birra e torno al tavolo aspettando che con l’altoparlante chiamino il mio numero.
Ringrazio i ragazzi e comincio a chiacchierare con loro, sono di Firenze e anche loro si stanno facendo un po' di vacanza. Quando vado a ritirare la pizza mi chiedono se voglio sedere al loro tavolo e accetto.
Mi chiedono come mai lì da solo e gli racconto la mia strana situazione. Stiamo lì a chiacchierare fino a quando le luci del bar si spengono. Mezzanotte è passata da tempo, le birre si sono susseguite une alle altre e anche se la gradazione alcolica è bassa, si fanno sentire…
< Qui ci cacciano, andiamo a prendere un po' di aria fresca in spiaggia? > dice uno dei due, quello con la barbetta. Rispondo che a me stà bene anche perché ho giusto bisogno di “scaricare” la birra bevuta, magari tra i pini marittimi che sono tra il campeggio e la spiaggia.
Si va, ormai siamo diventati amici! La brezza fresca della notte e la luna quasi piena mi fanno sentire davvero bene. Ci incamminiamo sul bagnasciuga verso un faro che si vede in lontananza ben consci che mai saremmo arrivati così lontano. L’acqua fresca del mare sui piedi e sulle gambe acuisce il mio desiderio di pisciare che poi è anche il loro. < Spostiamoci verso il bosco così possiamo farlo senza creare problemi alla spiaggia >, spiaggia peraltro non rastrellata come lo è sulla costa romagnola dove la cura è maniacale.
Giunti tra le piante finalmente potrò dare sfogo alle mie impellenze! Abbasso i pantaloncini da bagno, quelli che hanno all’interno la retina per mantenere “ogni cosa all’interno al suo posto” e che non prevedono alcuna cerniera e lo stesso fanno loro, uno alla mia destra, l’altro a sinistra.
Quello con la barba dice < sei ben attrezzato vedo > e io rispondo < anche voi siete messi davvero bene! > e intanto faccio un accenno di allungamento della mano verso quel bel pisellone. Lui si avvicina a me e me lo lascia prendere, < davvero un bel cazzo > e lui risponde, < se ti va lo puoi anche succhiare ma ti avviso, è bagnato > Rispondo < sarà più saporito! > e senza indugi mi abbasso a succhiarlo. < Mi sa che sei una troia, di quelle che piacciono a noi >. Nel frattempo, l’altro, un po' timido mi appoggia il suo alla guancia mentre mi palpa il culo nudo e io non perdo l’occasione di assaggiare anche quello, peraltro già molto duro. Senza aggiungere altro ci togliamo completamente i pantaloncini. Loro si sdraiano sulla sabbia mista ad aghi di pino e io sopra a succhiare molto lentamente fino a farli venire, prima uno e poi l’altro.
< Che bella serata ragazzi! > ma quello con la barbetta dice < Non penserai che finisca così la serata > e mi prende, mi mette a 90° con l’aiuto dell’altro, mi sputa sul buco e mi appoggia il suo giocattolo nel culo. La cosa non mi dispiace, sono sincero e glielo dico. < Bastava chiedere e il mio culetto ve lo avrei dato! > ma ora che siamo a questo punto le parole non servono più…
Mentre l’altro mi tiene appiccicato con la testa al suo cazzo il primo mi scopa come un toro facendomelo sentire entrare fino in fondo per poi venire nuovamente ma questa volta sulla mia schiena e sul buco aperto. Anche io ho goduto e a mia volta ho raggiunto l’orgasmo.
Sfinito mi lascio cadere a terra sulla schiena ansimando ma ora è l’altro che facendomi sollevare le gambe divaricate si insinua nel mio buco ormai sporco di sabbia. Senza battere ciglio me lo infila portando con sé anche la sabbia stessa. Mi fa davvero male ma mi piace e lo dico: < SII, la sabbia nel culo, godo! > A quel punto l’altro prende una manciata di sabbia e la fa scendere come fosse una clessidra tra il mio buco e il cazzo che mi sta’ martellando. La sabbia intrisa di sperma della precedente scopata unita ai miei umori penetra nel mio buco sempre più a ogni impietoso colpo che ricevo da quel cazzo che astutamente non è mai stato tolto per non irritarne la cappella. Mi sembra che mi stiano passando la carta vetrata dentro il culo. Brucia maledettamente ma mi piace allo stesso tempo.
Finita la seconda scopata mi fanno una fantastica sega e poi… tutti in acqua per ripulirci. Io cerco di allargare il più possibile le chiappe per lavare via la sabbia dal mio sfintere e, vedendomi, vengono entrambe in mio soccorso. Uno mi tiene i glutei allargati al massimo e l’altro mi fa un lavaggio così profondo da entrare con la mano. < Ora si che sei pulito >. Rientriamo in campeggio e ci salutiamo, ormai è notte fonda ma domani sera sarà un’altra sera!...
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