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Lui & Lei

..ed ancora Viaggiando


di Kursk
07.01.2019    |    340    |    0 9.6
"Ritirò la mano e mi disse che doveva scendere, ed era un peccato, mi fece l'occhiolino e spari verso le uscite..."
Una volta in strada continuavo a ripensare a quello che mi era appena accaduto in ascensore, i miei dubbi e le mie impressioni. Mentre i primi rimasero le seconde mi fecero scivolare in un mondo confuso ed ovattato che mi accompagnò fino alla stazione, ero davvero distratto e me ne accorgevo, del resto non era così solito ricevere un pompino al buio in un ascensore senza sapere nemmo chi lo aveva compiuto. Mah.. certo avrei dormito sia la notte, che come mio solito sul treno.
Camminavo caracollando inconsapevole di tutto quello che mi circondava, per fortuna la strada verso la stazione era un automatico quindi non ebbi difficoltà ad arrivarci perso nei miei pensieri.
Davanti a me notai la gatta che ancheggiava un po camminando ed un po guardando persa tra le innumerevoli vetrini di quei venti minuti che era il viaggio verso il treno fatto a piedi. Non avevo mai notato che facesse la mia stessa strada. Entrando nell'atrio della stazione la persi di vista, cercavo come al solito il mio binario, una volta trovatolo salii sul treno che era ancora vuoto, misi la giacca a farmi da coperta, la musica nelle orecchie e chiusi gli occhi, pronto per la mia pennica sulla via del ritorno.
Stranamente il treno parti in orario questo fece in modo che non fosse troppo pieno. Al mio fianco vedevo un paio di jeans e sentivo una presenza femminile, davanti a me una coppia di studenti che facevano quello che presto, pensavo, avrei ripreso a fare pure io, ovvero dormire. Richiusi gli occhi che non avevo quasi nemmeno aperto e ricomincia da prima a fantasticare, scivolando sempre di più verso il sonno. Sentii una mano sulla gamba, pensavo di dormire e che fosse un sogno, invece erano i jean al mio fianco che mi scuotevano gentilmente. Alzai lo sguardo ed incrociai lei, incredibile, era la gatta, che poi ho scoperto chiamarsi Bianca. Mi avvisava del controllo dei biglietti. La ringraziai sorridendo e mostrai al controllore quello che dovevo, dopo mi rimisi le cuffie per continuare quello che avevo interrotto. Mi accorsi solo in quel momento che la mano che prima si era posata sulle mie gambe, in realtà mai poi ci si era staccata. Ed era li come se saggiasse la loro consistenza, posai cosi la mia mano sopra, lei si fece condurre in giro per il mio corpo, fino ad arrivare senza ritrarsi sul mio sesso, a quel punto guardai Bianca. Si stava mordendo le labbra. Ritirò la mano e mi disse che doveva scendere, ed era un peccato, mi fece l'occhiolino e spari verso le uscite. Io imbarazzato la salutai. Il treno si fermo alla prima stazione, solo discesa di persone. Ed io andai al bagno, entrando la porta non era bloccata, ma era occupato. Era Bianca. Chiesi scusa per l'intromissione, ma lei chiuse la porta dietro di me. Non so cosa mi prese, ma mi buttai letteralmente su di lei, sul suo collo esposto baciandola..mentre lei frugava la mia schiena. Le nostre mani era ovunque perse nei nostri corpi. Sentii la sua farsi largo tra i miei pantaloni sbottonandoli. Eravamo in piedi. Gli fermai la mano, mi inginocchiai sbottonando i suoi jean ed iniziando a bacirla da sopra gli slip, lei mi teneva la testa e premeva il mio viso contro il suo sesso che andava scaldandosi ed inumidendosi, scostai gli slip e con delicati colpi di lingua la leccai avidamente, penetrandola a tratti. Fu a quel punto che mi alzai, la mia asta esposta, come prima in ascensore, le scivolo dentro come se conoscesse da se la strada, con una mano sul suo seno e l'altra attaccata alla porta iniziai selvaggiamente a muovemi, vedevo la sua bocca deformarsi in smorfie di piacere, sentivo il suo fiato ingrossarsi ed i suoi gemiti. Accosto la sua bocca al mio orecchi per dirmi cosa stava succedendo, il tutto sussurrando un aria calda che non faceva che aumentare la mia eccitazione. E di conseguenza la varietà e la velocità del mio movimento dentro di lei. Fu quando mi disse che stava per venire ed inizio a gemere più forte, che io espolsi mia volta continuando fino a che lei non rallentò. La baciai sulla bocca, e lei si ricompose dandomi una mano a farlo a mia volta. Si slaccio da me, apri la porta sorridendo e se ne andò ancheggiando nei suo jeans stretti. Per lo meno questa volta avevo visto chi era a differenza di quanto accaduto in ascensore un ora prima.
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