Racconti Erotici > Lui & Lei > Viaggiando
Lui & Lei

Viaggiando


di Kursk
24.09.2018    |    4.681    |    1 7.4
"Ed io avevo ricevuto un pompino da una persona tra quelle tre, che non riuscivo a riconoscere..."
La sera stava calando veloce come solo inverno poteva succedere, in un attimo il buio avrebbe avvolto la città. Una coltre scura rafforzata dal fatto, e lo avrei scoperto più tardi, che da li a poco avrebbero tolto la corrente per un lavoro da fare nel palazzo dove lavoravo. Era giunta con la sera anche l'ora in cui avrei terminato la mia giornata. Non mancava più molto alla mia passeggiata fino alla stazione, si perchè io preferivo camminare, godermi la città ed i suoi rumori, la sua gente, le sue esibizioni, talvolta piacevoli altre volte meno. Il mio collega Marco, come tutte le sere alla stessa ora stava iniziando a ritirare tutto l'armamentario che esponeva sulla sua scrivania, scrivania che dal caos di una giornata lavorativa passava ad esser linda come una sala operatoria. Non ho mai saputo come diavolo facesse a terminare in così poco tempo il suo ritirar frenetico. Lanciai un occhiata alla mia, e preso dalla vergogna, come tutti i giorni, buttai tutto nel cassetto.
In un attimo ero già all'ascensore per scendere i sette piani del nostro palazzone di uffici vari, non eravamo in molti ad aspettare il passaggio al pian terreno, Marco e due ragazze che lavoravano insieme in un ufficio che dava sulle colline. Una era quella che io ho sempre chiamato gatta per il suo modo assente di esser presente. Carina da matti con un fisico incredibile, di quelle che ti fanno voltare al loro passaggio. Era vestita con un paio di jeans molto aderenti ed una camicietta bianca un po sbottonata, molto sportiva per il posto dove lavorava. La sua collega, per contro, era molto appariscente, con vestitino nero molto corto e la schiena molto in vista, ecco mi fossi presentato così io al mattino, sicuro le guardie mi avrebbero lasciato alla porta.
Salimmo sull'ascensore, io stavo parlando svogliatamente con Marco dei suoi fine settimana allegri pieni di vita mondana e notturna, che mal si accostavano al mio andar per boschi e montagne, ma erano sempre interessanti. Non ho mai capito se fosse tutto vero o meno, ma era sempre affascinante sentirlo raccontare a volte anche nel dettaglio, come solo in uno spogliatoio maschile può succedere, le sue avventure, sia etero che bisex. Le ragazze invece erano piuttosto silenziose, e ci osservavano attente ai racconti, ma cercando di non farsi notare.
D'un tratto e con un sobbalzo l'ascensore di arresto di colpo, e la luce di emergenza si accese per poi spegnersi dopo poco, fu così che restammo tutti e quattro al buio. Iniziai così a parlare del mio andar per boschi, giusto per stemperare l'atmosfera che si andava a saturare di ansia. Non che io fossi tranquillo, ma se mi agito, beh, parlo meglio.
Mentre parlavo sentii una mano su di me, era sul braccio, cercava qualcosa, fosse anche sicurezza, pensai questo per lo meno. Ma la sicurezza non può esser certo trovata nella mia tasca, mi dissi mentre questa scivolava in quella direzione, la afferrai al volo e questa si fermò, passando poi sopra la mia. Non sapevo chi fosse, Marco aveva ricominciato a parlare, ma di calcio questa volta.
La mia mano fu trasportata con gentilezza sopra il mio sesso che tranquillamente stava vivendo la sua permanenza nei miei slip, come tutti i giorni. La mano premeva sulla mia posata sul mio sesso, io cercavo di stare tranquillo, ma il buio, e la presenza delle due ragazze, mi stavano facendo venire mille idee, sentii la mia asta ingrossarsi, sia a sensazione che sotto le mie dita premute dalla mano, che io speravo essere della mia vamp in vestito corto. Sentii delle dita cercare tra le mie un modo di arrivare ai bottoni che chiudevano ciò che in realtà sembrava voler uscire dai miei pantaloni. Li trovarono, cercavo di parlare ma non riuscivo, come ipnotizzato da ciò che stava succedendo. Sentii chiaramente un tocco sul mio sesso, e non era il mio certo, ruvido, particolarmene forte. Pensai a Marco, la cosa mi eccitò a dismisura, lo sentivo parlare e non lo credevo possibile, ma mi piaceva. Le mie mani scesero lungo i miei fianchi, ed erano sole, la mia patta si apri, ed una mano morbida avvolse il mio sesso, calda e sensuale. Cazzo, qualcuno mi stava toccando al buio ed io non sapevo ancora chi era. La mano liberò le mie prigioni e sentii la mia asta distendersi in avanti, subito pronta ad essere accolta prima da una mano che inizio a massaggiarla lentamente, e poi da una bocca. Il silenzio era rotto solamente dall'allarme del ascensore. Un bocca vorace, mi leccava, succhiava, due labbra mi massaggiavano vigorosamente. Volevo fermare tutto, non volevo continuare, in questo pensiero venni, stentando a rimanere in equilibrio sui miei piedi.
La mia assenza fu compensata da due mani che provarono a rimettere tutto a posto riuscendoci. Dopo pochi istanti Marco riprese a parlare, si accese la luce e l'ascensore partì.
Erano passati solo 10 minuti. Ed io avevo ricevuto un pompino da una persona tra quelle tre, che non riuscivo a riconoscere. La gatta mi guardava sorridendo, Marco anche.
Fu con questo in testa che presi la mia strada per andare alla stazione...

Dedicato a Whitecat
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 7.4
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Viaggiando:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni