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Lui & Lei

io mia figlia paola e il ritorno di mia suocera


di peppe15
16.03.2017    |    5.364    |    2 5.8
"Era caldissima, bagnata di nettare dolce che invitava a leccare ancora piu' avidamente..."
Da quando io e la figlia ci eravamo lasciati i nostri rapporti si erano interrotti. Mia suocera aveva provato piu' volte a contattare,insieme al marito la nipote , ma lei non aveva mai voluto parlare con i nonni. Gli rimproverava di non aver fatto niente per fare in modo che io e la mamma restassimo insieme. Con quel loro atteggiamento algido e distaccato,, non avevano usato il timore reverenziale che incutevano sulla figlia per riavvicinarla a noi. Matilde dopo due anni dalla nostra separazione rimase vedova. Un mercoledi' pomeriggio di gennaio sento bussare alla porta, apro e me la trovo di fronte. Mia suocera , con il suo metro e settantadue, chiusa nel cappotto nero, il seno prosperoso , il sedere pronunciato e i capelli biondo miele legati dietro la testa. Rimango di stucco, ci guardiamo un minuto sull'uscio senza proferire parola. Poi la saluto e la invito ad entrare. Poche parole tra noi solo sguardi e silenzi. Ci accomodiamo in salotto, lei si siede di fronte a me sul divano, iniziamo una discussione fatta di convenevoli, come del resto era sempre stato tra noi. Dopo dieci minuti mi chiede della nipote. Io le dico che si e' trasferita in una città vicina dove c'e' la facolta' di veterinaria per studiare. Generalmente torna nei fine settimana,. Vedo la tristezza e la delusione crescere nei suoi occhi. Dopo sei ore di treno , forse, pensava di aprire quella porta e di rivedere gli occhi dolci di quella ragazzina che a torto o ragione dalla separazione mia e della madre le era stato negato. Dopo tutti questi anni io avevo metabolizzato la delusione della separazione, a differenza di mia figlia non avevo nessun rancore contro di lei e in cuor mio auspicavo che mia figlia riprendesse i rapporti con la nonna e rinsaldasse le radici familiari. Le dissi pertanto che non avevo niente in contrario che cercasse di vedere la nipote e che se avessi potuto l'avrei aiutata nel percorso di riavvicinamento.Lei mi guardo con gratitudine, ci sciogliemmo in un lungo discorso che parti dal suo rapporto con la figlia, emi disse che da due anni sola dalla perdita del marito non aveva piu' avuto nessuno vicino e voleva riprovare a riavvicinarsi agli unici affetti piu' cari rimasti. Chiamai mia figlia, volevo provarle a dire dell'arrivo della nonna e vedere la sua reazione. Ovviamente mi rispose con quella voce vispa di una giovane ventenne indaffarata, contentissima di sentirmi. Le accennai dell'arrivo in casa e lei rimase muta, non rispose, alche le dissi che alla nonna avrebbe fatto piacere rivederla e lei replico velocemente che ci avrebbe pensato . Spiegai tutto a Matilde che mi fu grata e contenta di quello spiraglio emotivo aperto. Le dissi che avremmo aspettato il week end quando lei tornava dall'università. La invitai a rimanere a casa, ero solo in quel periodo e lei tranquillamente poteva accomodarsi nella stanza di Paola. Ando' in macchina a prendere il bagaglio sali' e si sistemo'.Preparai la cena, un filetto con patate gratinate, apri una bottiglia di chianti e ci mettemmo a tavola. Al secondo bicchiere il nostro dialogo era sempre piu' sciolto, vedevo in lei la gioia di chi ha ritrovato l'autentico calore umano. Mangiammo il filetto al sangue e nel riempirle di nuovo il bicchiere di vino le sfiorai la mano. Ci fermammo un attimo guardandoci negli occhi. In quel momento il mio desiderio che avevo avuto per quel corpo dalle forme pronunciate e il desideri di sentirsi ancora donna si incontrarono. Le nostre labbra si avvicinarono lentamente toccandosi. Uscirono piano piano e nostre lingue che iniziarono a sfiorarsi ed ad accarezzarsi. Le labbra mordevano le labbra, le lingue iniziarono ad intrecciarsi. I alzammo e lei si ritrovo seduta sul tavolo con le gambe aperte che stringevano il mio bacino. Io continuavo a baciarla avidamente con una mano che le massaggiava il seno e un'altra che la tirava a me sul sedere. Duro' tanto quel bacio. Passai sul collo mordicchiandole l'orecchio, massaggiandole la schiena. Le laccavo lentamente l'orecchio e la sentivo respirare intensamente,accarezzavo le sue gambe partendo dai piedi che ormai erano rimasti nudi e salendo fino alla vite. Mi inginocchiai alzandole la gonna, mi trovai gli autoreggenti davanti agli occhi che piano piano si aprivano. Mi ritrovai gli slip trasparenti che non riuscivano a contenere i folti peli della figa ormai trascurata da tempo. Si era gia' bagnata , sentivo l'odore pungente dei suoi umori. Le allargai le gambe ancora di piu', le spostai lo slip e piano piano accarezzai aprendole la folta peluria. Ancora rosa, turgida. Svettava il clitoride gonfio che chiamo' la mia lingua. Andai delicatamente li' e appena lo toccai lei ebbe un sussulto.Iniziai a leccarla lentamente stringendole il clitorite di tanto in tanto tra le labbra e ogni volta partiva un mugugno di piacere. Salivo sopra sui capezzoli leccandoli e mordendoli e massaggiandoil seno nello stesso tempo.Tornavo sul clitoride sempre piu deciso. Lei mi prese per la testa spingendola sulla sua figa. Aveva voglia, voleva molto di piu. io le allargai gambe e inizia a percorrere lentamente la figa spostando la lingua da destra a sinistra mentre scendevo. Arrivai all'ingresso e entrai lentamente fino in fondo. Era caldissima, bagnata di nettare dolce che invitava a leccare ancora piu' avidamente. Entrai piu in fondo, mi persi in quell'orifizio del piacere, la facevo ruotare delicatamente e lentamente raggiungendo ogni nagolo. Le sue mani sulla mia testa premevano sempre piu forti quasi a chiedermi sempre di piu', ruotavo la lingua dentro e torturavo i suoi caoezzoli duri come chiodi, ad un certo punto la senti venire, inizio a spruzzare con contrazione del ventre sempre piu violento. Avevo il viso bagnato, Mi sdraiai a fianco a lei e lei venne a leccarmi dolcemente per pulimi. Mi leccava delicatamente fronte, guance labbra, collo,e scese piano piano. Io ero immobile, i miei 21 cm svettavano nudi e aspettavano di essere coccolati in qualche modo. Volevo vedere cosa sceglieva. Ci arrivo con le mani, inizio al accarezzare l'asta, si lecco le dita e inizio a sfiorare la cappella, mentra scendeva faceva roteare il pollice sulla punta,dandomi un piacere mai provato. scese giu' piano piano se lo infilo' in bocca e inizio ad accarezzarmi le palle, un lento e lungo pompino parti, se lo infilava tutto dentro , fino in gola si fermava, massaggiava le palle e lo faceva uscire, una successione di movimenti lenti, ritmici che avevano piccole varianti solo per i punti della cappella che raggiungeva con la lingua quando usciva. Aumento la velocita facendomi arrivare con irruenza copiosa. Bevve tutto e si sdraio a fianco a me.... Volete conoscere il resto??
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