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Paola-mia figlia part. II


di peppe15
20.03.2012    |    28.712    |    3 7.9
"Si alzava e si abbassava io accarezzavo con una mano il suo culo e con un'altra torturavo un suo capezzolo..."
….usciti dall’idromassaggio continuammo a seguirci con gli occhi come due innammorati. Decidemmo di mangiare sushi. Chiamai Kukai e ordinammo Nigiri di tutti i tipi. Il sapore del pesce crudo mi eccitava. Nella cantinetta frigo presi un Traminer aromatico che arrivo a tavola nel ghiaccio. Accendemmo un lume e preparammo i grandi piatti neri. Lei intanto ando’ in camera ad asciugarsi i capelli e torno con quella montagna di lunghi riccioli neri su un babydoll bianco che le copriva a meta’ le gambe. Accendemmo il candeliere a centro tavola. Il ragazzo del ristorante busso alla porta, il sushi era arrivato. Preparai i piatti, lei si sedette di fronte a me, i piedi sotto al sedere e le gambe incrociate sulla sedia. Il tavolo di vetro mi restituiva lo spettacolo di quelle due gambe che aperte mostravano il perizoma nero. Il babydoll le accarezzava il corpo e rivelando i capezzoli duri. Mangiammo con le mani guardandoci negli occhi. Era bellissimo vedere scintillare la luce della candela nei suoi occhioni e le sue labbra arrivare a toccare lo smalto rosso e le fettine di tonno crudo sul riso. Adoravo vederla sorseggiare il traminer con la sua testa che volgeva indietro e mi mostrava il suo collo alla luce fioca delle candele. I nostri sguardi si incrociavano e i suoi occhi erano piu’ espressivi di mille parole. Si alzo, venne dietro di me, mi mise la sua guancia affianco la mia e accarezzandomi il petto mi disse solo: - Mi fai un massaggio?
Andò verso la mia camera da letto bianca, io rimasi in cucina, riscaldai la cioccolata profumata all’arancia e fumai una sigaretta sorseggiando l’ultimo bicchiere di vino. La raggiunsi dopo 5 minuti. Aveva acceso tutte le candele nella stanza. Era distesa sul letto con gli occhi chiusi e con un cd del buddha bar. Iniziai a spalmarle dolcemente sulle gambe la crema di cioccolata. Le tolsi il babydoll . Rimase solo col perizoma nero che con difficoltà conteneva i folti peli pubici. Versavo lentamente la crema di cioccolata sui suoi capezzoli e sul suo corpo, accompagnandola poi con un dolce massaggio circolare. La luce delle candele col suo gioco di ombre mi restituiva tutte le sue sinuose forme. Continuai a massaggiarla dolcemente arrivando sulle gambe dove versai altra cioccolata. Le mie mani viaggiavano lentamente su quel corpo in quell’estasi di sensi. Arrivai sui suoi piedi continuando a massaggiare in ogni punto.
Le mie dita ormai conoscevano ogni suo angolo . Spostai il tanga e feci cadere la cioccolata liquida sul suo pube. Il nettare colava lungo la sua fessura e il calore dell cioccolata sulle piccole labbra le faceva serrare i denti e inarcare la schiena per il piacere.

Iniziai a massaggiargli la cioccolata sulla fica, cosi’ carnosa, con i peli che intento rimanevano imprigionati nel nero nettare. Le mie dita sentivano il clitoride indurirsi e lo massaggiavano dolcemente. Raggiungi l’apertura inferione. Bagnai di nuovo le dita e entrai massaggiandola dentro. Mi sdraiai davanti a lei. Il mio cazzo era dritto in tutta la sua maestosità e mi chiedeva di scoparla.
Iniziai a leccarle l’orecchio con le mie mani che massaggiavano i suoi capezzoli ormai come chiodi. Passai alle labbra. La accarezzavo dolcemente e lei fremeva. La mia lingua era su tutto il suo corpo che assaporava il suo calore. Arrivai di nuovo alla fica inizia a leccare il cioccolato che mischiato ai suoi umori aveva un sapore incredibilmente eccitante. La mia lingua dolcemente percorreva tutta la sua fica, la mia saliva si mischiava ai suoi umori e alla cioccolata che intanto era diventata di nuovo calda. Sentivo il clitoride rigido sotto le mi labbra. La sue mani accarezzavano la mia testa e la trattenevano a lei. Mentre leccavo un dito inizio a entrarle dentro e ad accarezzare tutta la superficie rugosa. Toccai un punto e le inizio a mugolare di piacere. Accarezzavo sempre piu’ velocemente e la lingua era sempre piu’ veloce sulla sua figa. Lei disse per favore vienimi dentro. Le misi le gambe sulle mie spalle e piano piano le appoggiai il cazzo. Apri le gambe per accoglierlo dentro di se. Iniziai a entrare lentamente e lei si lamentava dal piacere e arrivai fino in fondo. Era bollente. La cioccolata sciolta ormai tra il mio cazzo e la sua fica rendeva tutto piu’ scivoloso e caldo .La pompavo con una passione che non avevo mai provato prima nella mia vita . Le gradiva e teneva le sue unghie dietro la mia schiena incitandomi and entrare sempre piu’ dentro. Cambiammo posizione. Io andai sotto e lei sopra di me. Seduta sul mio cazzo. Si alzava e si abbassava io accarezzavo con una mano il suo culo e con un'altra torturavo un suo capezzolo. Vedevo tutta la sua bellezza davanti a me. Si alzava con maestosita’ col suo seno di fronte a me che mi parlava della sua incredibile bellezza. Dopo cinque minuti volle di nuovo spostarsi e mettersi a pecora. Io andai dietro di lei e con le mani sui suoi fianchi la tiravo verso il mio cazzo. Gridava di piacere e mi disse che era la migliore posizione. Con una mano si accarezza i capezzoli e continuava a viaggiare avanti e indietro. Io muovevo il mio bacino a desta e sinistra per fargli sentire tutto il mio cazzo dentro e toccarla in ogni punto. Ad un tratto spasimando e gridando venne. Un orgasmo violento con tante contrazioni. Si fermo, il mio cazzo era ancora in tiro e voleva esplodere. Lei si giro e lo prese in bocca. Assaggiava il suo liquido misto alla cioccolata con l’arancia e gli piaceva molto.La sua lingua giocava con la mia asta e le mani massaggiavano dolcemente le mie palle. Le sue labbra si concentravano sulla mia cappella e la lingua continuava a girare su essa vorticosamente. Sentivo che stavo per venire. Continuò con quel fantastico movimento accompagnando i miei 22 cm con le mani fino a quando esplosi sulle sue labbra. Prese il mio cazzo e se lo passo sulle labbra baciandolo. Rimanemmo tutta la notte abbracciati, con quel profumo che rendeva unici i nostri corpi… non avevo mai scopato cosi’.
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