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Fetish e musica rock


di Proprietyof
04.02.2013    |    7.029    |    0 9.8
"Mi dissero di chiamarsi Giada, quella coi capelli cortissimi, e Vanessa, la sua amica con la lunga chioma rosso fuoco..."
Era l'ottobre del 2000 e da tempo avevo voglia di vedere un concerto e rilassarmi un pò, come non facevo da tempo. Uscivo da una relazione burrascosa durata troppo a lungo, conclusasi lasciandomi triste e disilluso. La mia voglia di evadere dalla routine quotidiana mi aveva portato a isolarmi un pò rispetto al mio solito giro di amici, sentivo un forte bisogno di starmene per gli affari miei. Ho sempre amato il rock duro e quella sera avevo notato una locandina che pubblicizzava una serata con musica live in un locale nel quale non andavo da tempo in quanto la mia ex non amava il genere. In calendario c'erano due band che proponevano punk rock, una delle quali era composta di sole ragazze. La sera ero arrivato in orario perfetto, la fila non era molta e entrai nel piccolo club in pochi minuti. Mi sentivo a mio agio, ero di buon umore. Presi una birra al bar e mi avvicinai al palco sul quale il quartetto di ragazze stava facendo un gran bel concerto. Guardandole rimasi molto colpito dalla cantante, una tipetta di statura minuta, con i capelli rasati a zero ed un piercing al labbro. Aveva un energia notevole e sapeva tenere il palco come fosse nata per quello. Da un mesetto non avevo una donna nel mio letto, se escludiamo una mia vecchia amica che si era intrattenuta una notte dopo cena, e l'idea di fare divertire un pò qualche bella figliola mi solleticava parecchio. Dopo una mezzora di musica le ragazze lasciarono il posto al gruppo a cui avevano fatto da supporto e scesero dal palco. Io ero estremamente attratto dalla tipa e decisi di cercare di scambiarci due parole. Le ragazze si erano avvicinate al bancone del bar ed io mi stavo avvicinando quando la chitarrista si avvicinò e, abbracciata la cantante la baciò. Capita l'antifona mi posizionai al banco fingendo indifferenza e ordinai un altra birra. Le due si misero accanto a me, sentivo la spalla della bellissima ragazza rasata contro la mia e questo stava sortendo un notevole effetto sul mio cazzo che si erse nei pantaloni di pelle. Lei ordinò un gin tonic e quando si voltò per vedere la nuova band salita sul palco uno spintone, venuto dalla folla, gliene fece rovesciare una buona porzione sul sottoscritto. Scusa - mi disse. Figurati, mica è stata colpa tua! - risposi io sorridente. Ridendo e scherzando con lei e la sua amica a cominciare da quel drink sfortunato, finimmo per passare la serata in compagnia. Le due si facevano le moine a vicenda in maniera ben visibile, ma io decisi che avrei comunque provato a portarmi a letto la tipa rasata, magari con l'amica appresso se se ne fosse presentata l'occasione. Mi dissero di chiamarsi Giada, quella coi capelli cortissimi, e Vanessa, la sua amica con la lunga chioma rosso fuoco. Venne fuori che erano di Milano, suonavano insieme da un paio di anni e avevano una ventina d'anni a testa (dieci tondi in meno di me al tempo). Quando Vanessa andò a ritirare la sua attrezzatura nel furgone, io e Giada rimanemmo soli e, forse per il gran numero di gin tonic, forse perchè le piacevo davvero, ci baciammo appassionatamente per un pò. Vanessa tornò durante uno di quei baci e mi disse chiaramente che lei e Giada stavano insieme. Io ribattei proponendo una serata in tre a casa mia. Le due si misero a ridere e mi spiegarono che loro avevano dei "gusti molto particolari" e che non erano abituate a fare sesso col primo venuto. Io so adattarmi - dissi - e ho una certa esperienza nelle cose strane, non vi preoccupate. Vedi - mi disse Vanessa - il fatto è che io e Giada siamo una coppia che ama il feticismo estremo, sei sicuro di gradire la cosa? Mentre lei mi diceva questo la sua amica aveva eloquentemente messo una gamba tra le mie nella penombra del locale e, alzandola piano, aveva alzato il piede fino a calpestami l'uccello eretto. Non chiedo di meglio - dissi io. Un ora dopo eravamo da me, nel piccolo bilocale che affitavo non lontano. Non appena fummo entrati Vanessa mi spinse contro il muro e mi ficcò la lingua in gola. Giada entrò e si distese sul divano a guardare mentre la sua amica mi spiegava che lei e solo lei era la padrona lì. Per sottolineare questo mi afferrò lo scroto attraverso i pantaloni di pelle e strinse togliendomi il fiato. Io accettai di buon grado la situazione, un pò per curiosità e un pò perchè erano due bellissime ragazze. Una volta che glielo dissi lei fece un cenno a Giada e quella si avvicinò, estrasse il mio uccello e si mise obbedientemente a succhiarlo. Vanessa si tolse il giubbotto di pelle e la maglietta mettendo in libertà un seno piccolo ma estremamente ben fatto e restando con una la sola minigonna. Ora sei il mio schiavo, lo sai? - disse.
Si - dissi io sconvolto dalla lingua della sua amica che mi stava spompinando con abili risucchi ed abbondante saliva - dimmi cosa vuoi che faccia. Toglimi gli stivali, verme - fece lei sedendosi sul divano ed allungando un calcio a Giado facendole interrompere il meraviglioso pompino che mi stava facendo. Io obbedii prontamente e la liberai degli stivaletti mettendo a nudo i suoi piedi perfetti infilati in calze a rete. Lei avvicinò al mio viso i piedi ed io glieli baciai e leccai per un pò, mentre Giada si spogliava e prendeva a masturbarmi piano. Ti piace farti umiliare verme? - disse Vanessa - questo è solo l'inizio. Credi di poter guardare la mia troia e passarla franca? Lecca per bene, voglio sentire la tua lingua tra le dita dei piedi, porco. Io ero sconvolto, la piccola Giada, nuda, mi stava menando il cazzo con sapienza. Vanessa si toccava guardandola mentre io le adoravo i piedi perfetti. Basta - mi disse - ora voglio che ti spogli anche tu. Fino a dove credi di poter arrivare pur di fare una sborrata? - aggiunse. Chiedi e ti obbedirò - dissi entrando nel gioco a mia volta. Dov'è il bagno? - mi chiese lasciandomi perplesso. Dopo che glielo ebbi indicato mi afferrò per i capelli e mi trascinò nel piccolo bagnetto di casa mia. Giada ci seguiva in silenzio. Ah, bene - disse - hai la vasca da bagno! Stenditi nella vasca schiavo. Io mi stesi nella vasca con l'uccello durissimo e vicino a venire. La vuoi leccare porco? - mi chiese mostrandomi la fichetta depilata e aprendosela tutta. Si, - risposi io con voce roca - te ne prego, padrona, fammela assaggiare... Lei afferrò invece la testa di Giada e se la avvicinò alla fica. Digli com'è la mia fica, troia! - ordinò alla ragazza in ginocchio ai suoi piedi - e smettila di toccarti o ti prendo a calci. Giada avvicnò il volto da ragazzina alla figa ormai colante di umori della mistress e attaccò a descriverne il fragrante profumo, poi fece per leccarla ma Vanessa la scostò. non ti ho mica dato il permesso, puttanella. La ragazza rasata chiese perdono ma ricevette uno sputo in faccia dalla padrona, che non esitò a portarsi alla bocca con la mano ringraziando. Tu sei un maiale, volevi ficcarlo dentro alla mia troietta senza nemmeno farmi divertire - mi disse - adesso vediamo se te la meriti la mia schiava. Detto questo montò a cavalcioni dei bordi della vasca e si spalancò la fica sulla mia faccia. Cosa sei disposto a fare? Tutto padrona, sono il tuo schiavo - risposi. Vanessa mi fissò con un intensità complice nello sguardo e aggiunse - E se io ti usassi come il cesso che sei? Io ero arrapato oltre ogni limite, mai mi sarei aspettato di chiederle di farlo. Eppure dissi - Si, ti prego, pisciami addosso! Lei lasciò partire un fiotto che Giada guardò con voglia mentre io spalancavo la bocca. Leccala adesso, presto, mentre sgocciola ancora - disse Vanessa. Io lo feci e la padrona mi godette sulla faccia mentre il sapore della sua orina si mescolava sulla mia lingua con quello del suo piacere. Io stavo impazzendo di sensazioni contrastanti ed il mio cazzo stava per esplodere. Vanessa si tolse dalla mia faccia ed ordinò a Giada con fare imperioso di inginocchiarsi. Poi mi disse di fotterla, lì, nel bagno, mentre lei le faceva leccare i piedi schizzati di piscio facendoseli ripulire ben bene. Finalmente entrai nella piccola ragazza dai capelli corti, a quel punto bagnatissima. Lei venne subito, silenziosamente. Dopo pochi colpi io estrassi l'uccello dalla fichetta fradicia e mentre stavo venendo sul culo perfetto di Giada e sulla sua schiena Vanessa si sporse e mi schiacciò il cazzo contro l'amica mentre schizzavo dense colate di sperma. Quella notte andammo avanti a lungo e diventammo amici. Ci frequentammo per lungo tempo, ma di questo parlerò magari un altra volta...
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