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La signora in vacanza che non ti aspetti


di Rosticcere88
05.08.2023    |    2.890    |    1 9.2
"Intanto ho rimediato il suo numero di telefono, poi si vedrà..."
Come ogni anno trascorrevo il mese di agosto nella casa al mare degli zii.
Una villetta a schiera carina e ben tenuta, in uno dei quei paesi sul mare dove nessuno sarebbe mai andato se non aveva appunto la casa di proprietà o se voleva trascorrere una vacanza dove non c'era l'ombra di un locale, a parte il bar della piazza dove i pensionati giocavano a carte.
Di andare in vacanza con la fidanzata non c'era verso, quella stronzetta mi aveva mollato alla fine dell'inverno perché aveva bisogno di riflettere, diceva. Aveva solo voglia di pigliare ogni giorno un cazzo diverso che non fosse il mio.
Quest'anno peggio del solito, gli zii non ne potevano più neanche loro e mi avevano lasciato da solo in casa a trascorrere l'ultima settimana.
Solo e con il cazzo che mi tirava da morire.
Roba da spararsi un colpo.

Un pomeriggio, mentre tornavo mestamente dalla spiaggia dove i pensionati giocavano a bocce, vedo una donna davanti al cancello della villetta accanto che fruga nella borsetta.
La signora non era mica male. Culo bello tondo, due seni abbondanti, e una chioma di capelli lisci nerissimi. Dietro quegli occhialoni da maestra sembrava pure carina.
Mi avvicino e le chiedo: "cerca qualcosa?"
Guardandola da vicino mi resi conto che aveva il viso segnato dall'età. Si vedeva che un tempo era stata carina, ma da allora la signora ne aveva fatti di chilometri.
La signora mi guarda e fa "oh buongiorno... la mia amica mi ha prestato la casa di villeggiatura, ma ho paura di avere perso le chiavi".
Pensai: "ci credo che la tua amica ti ha prestato la casa, piuttosto che venire in questo mortorio ha lasciato le chiavi a te".
Le rispondo: "Le conviene cercare bene, perché in questo paese non c'é nemmeno un fabbro".
La signora mi scruta un attimo con sguardo preoccupato, poi fruga ancora nella borsetta ed estrae un mazzo di chiavi. "Eccole!".
Si gira verso il cancello, apre, poi guardando verso di me si abbassa gli occhiali e dice: "io qui non conosco nessuno... piacere, Dalia!".
Io un pochino imbarazzato rispondo: "piacere, Romeo!".
Lei fa un sorriso e dice: "che bel nome signor Romeo, proprio romantico! Oh ma lei è giovane, posso darle del tu?".
Io sempre imbarazzato rispondo: "va bene signora Dalia".
Poi preso dalla disperazione e dalla noia aggiungo: "e cosa fa di bello stasera...signora Dalia?". Non mi fregava niente se si offendeva, almeno si sarebbe lamentata con gli zii e non sarei più dovuto tornare qui.
Ma Dalia scoppia in una risatina e mi fa: "oh sapessi! Ma cosa devo fare, niente! Speravo che qui ci fosse un po' di vita. Vuoi cenare da me stasera?"
Io sono preso in contropiede, esito un attimo e rispondo: "ma si, certo. Alle otto?"
Dalia: "Va bene, a dopo!"

Tutto contento per il diversivo salgo in casa a farmi la doccia, mi vesto con gli unici abiti decenti che ho, alle otto meno dieci sono davanti alla casa di Dalia e suono il campanello.
Da dentro casa sento: "arrivo!"
Mi apre la porta ed entro.
Dalia è vestita con dei pantaloni aderenti zebrati e una camicia di seta bianca. Gusti da tardona, ma quei vestiti le stavano bene.
Avevo portato una bottiglia di vino e la appoggio sul tavolo.
"Allora Dalia, cosa mangiamo?"
Dalia: "Ho preparato una pasta fredda, ti va? E dammi del tu, altrimenti mi fai sentire più vecchia di quello che sono"
Io ringrazio Dalia, ci sediamo a mangiamo. Dalia mi racconta del suo lavoro da bibliotecaria, è una signora simpatica e gentile.
Il mio pensiero va alle sue poppe che sporgono dalla scollatura, se la serata terminasse con un pompino e una sborrata fra le sue tette sarebbe fantastico, ma una volta esaurita la pasta e gli argomenti di conversazione, Dalia mi congeda dicendo che è stanca.
Io saluto ed esco. Intanto ho rimediato il suo numero di telefono, poi si vedrà.

Salgo in casa e mi preparo per andare a dormire, quando improvvisamente suona il telefono. E' Dalia!
"Pronto, Dalia?"
"Romeo, scusami, sento dei rumori, ho paura che ci sia qualcuno in casa. Puoi venire a dare un'occhiata?"
"Arrivo subito!"
Entro con passo veloce in casa di Dalia armato con il palo dell'ombrellone, e la sento chiamare: "Di qua..."
Appena varco la porta della camera da letto, guardo e la trovo a seno nudo con addosso solo un paio di pantaloni in pelle nera e scarpe rosse con tacco alto.
Rimango sbalordito mentre Dalia mi dice: "cosa vuoi fare con quel palo? Non ne hai uno tuo?"
Io sono senza parole. Hai capito la bibliotecaria. Che puttana.
Dalia mi sorride maliziosamente e mi dice: "posa quell'affare.... vieni in ginocchio da me. Prima ti ho fatto parlare per capire se sei un bravo ragazzo, e a me piacciono i bravi ragazzi. Vieni."
Io mi avvicino a lei, Dalia mi da un bacio sulla fronte, mi mette una mano sulla spalla e mi fa inginocchiare: "bravo, inginocchiati. Non ti faccio niente di male, su".
Si siede su una poltroncina in velluto dietro di lei, allunga una gamba e dice: "adesso toglimi le scarpe e leccami i piedi, da bravo".
Io le denudo i suoi piedini, ben curati, abbronzati e con le unghie smaltate di rosso. Inizio a leccare il dorso dei piedi.
Dalia: "bravo, così. Lecca bene anche le dita. Ti piace?"
Io mi stavo eccitando più di quanto potevo pensare, le succhio per bene le dita dei piedi, dito per dito.
Poi Dalia mi fa:"va bene, adesso basta. Hai voglia di toccarmi? Porco. Tu vorresti masturbarti mentre mi vedi nuda. Maiale!"
Resto in ginocchio e provo a rispondere qualcosa, ma Dalia mi blocca mettendomi un piede davanti alla bocca. "Porco! In piedi!"
Io mi alzo, e Dalia mi dice:"fammi vedere come sei eccitato, togliti i vestiti"
Io mi spoglio completamente e resto nudo davanti a lei, con il cazzo duro che ondeggia e una gran voglia di metterla a pecora.
Dalia si alza, mi si avvicina e dice: "Sporcaccione! Cosa vorresti fare? Non ti vergogni?". E inizia ad accarezzarmi l'uccello.
Mi afferra l'asta del pene mentre mi fissa negli occhi, e inizia a menarmi il cazzo lentamente.
"Romeo, cosa avresti fatto se non ti avessi invitato? Ti saresti fatto una sega? Ti devi comportare bene. Adesso ci penso io a educarti nel modo giusto. Ti piace sentire le mie dita che ti stringono il cazzo? Guarda la mia mano, la sega te la sto facendo io. Guarda bene come te lo sto menando! Ti scopro la cappella facendo scorrere la mano su e giù. Hai voglia di schizzarmi addosso il tuo sperma? Trattieniti e aspetta!"
Io facevo fatica a trattenermi, godevo e non parlavo.
Dalia inizia a menare l'uccello più veloce, poi mi fa:"basta!" e mi tira una scoppola sulla testa.
"Tieni! E cerca di obbedire!"
Poi Dalia si allontana, va verso il bagno e mi dice: "adesso mi faccio una doccia veloce. Tu mettiti a cuccia di fianco al letto, e bada bene che quando torno ti voglio trovare li zitto e buono".
Io mi metto accucciato sullo scendiletto, con un guinzaglio che Dalia mi mette al collo, e penso che la situazione si fa assurda. Ma mi piace stare al gioco.

Dalia torna dopo 10 minuti, si è tolta i pantaloni ma ora indossa un reggiseno.
Prende una rivista, mi passa sopra la schiena e si infila nel letto. Si mette a leggere.
Io le chiedo: "Dalia... ma devo stare qui molto?" aspettandomi una risposta brusca.
Invece Dalia mi risponde dolcemente: "ma no, dai vieni qui" tira il guinzaglio e mi fa salire sul letto.
"Stai qui di fianco a me. Vuoi leggere qualcosa?"
Io rispondo con un "no grazie", Dalia va avanti a leggere per qualche minuto, poi vedo che si slaccia il reggiseno e se lo toglie.
Rimane a seno nudo con gli occhiali e la rivista in mano.
Mi accarezza la guancia e mi dice: "vuoi succhiarmi un seno?"
Io sono ancora frastornato ma non aspettavo altro, le dico di si e mi avvicino con la bocca al suo capezzolo sinistro.
Dalia mi mette la mano dietro la testa e mi avvicina al suo seno, mentre con l'altra mano continua a leggere la rivista.
Inizio a succhiarle la tetta, mentre le mi accarezza la nuca. Che seno morbido e spettacolare! Ho una certa di foga nel succhiarle il capezzolo, e a un certo punto Dalia mi dice:"piano... così mi fai male. Stai calmo".
Succhio e lecco per bene la tetta, finché Dalia appoggia la rivista e si toglie gli occhiali posandoli sul comodino. Mi dice:"adesso ho proprio voglia. Facciamo l'amore?"
Io la bacio sulla bocca, Dalia in versione dolce mi piace.
Lei si tira su dal letto all'improvviso, si mette a quattro zampe con il culo rivolto verso di me e dice:"Romeo, vuoi approfittarti di me! Eccomi! Adesso mi devi scopare come una cagna! Montami!"
Era tornata la Dalia in versione hard, che mi ingrifava parecchio!
Mi fiondo su di lei con il cazzo durissimo, le metto una mano sulla nuca spingendola in basso, e le monto sopra penetrandola da dietro.
"Dalia, sei una puttana! Mi hai fatto venire qui per farti scopare come una vacca!"
Dalia urlava a ogni colpo che affondavo, e diceva: "si, sono una troia, fammi sentire il cazzo! Spingilo dentro!"
Dopo averla trapanata per bene, cerco di girarla per chiavarla dal davanti, ma Dalia scende dal letto, mette le mani dietro la schiena e si mette in ginocchio davanti a me: "scopami in bocca, ficcamelo in gola!"
Io allora la afferro per la testa e inizio a spingerle il cazzo avanti e indietro nella bocca.
Dalia è brava a stringere le labbra nel modo giusto, ha esperienza e si vede, io invece sono al limite e non riesco più a trattenere la sborra.
Dopo avermi dato una succhiata alla cappella, inizia a tastarmi le palle e mi dice "Ce le hai piene, sembrano due ciliegie mature. Posso assaggiare?" E inizia a succhiarmi le palle, tenendole in bocca prima una e poi l'altra.
Poi ricomincia a succhiarmi la cappella, ma io a quel punto sono al limite.
"Dalia, ti vengo in bocca!"
Lei stringe ancora di più le labbra, pronta e farsi schizzare in gola il mio seme bollente.
Dopo un altro paio di colpi mi lascio andare, sparandole nelle tonsille una sborrata colossale che quasi la soffoca. Dalia cerca di ingoiare tutto, tossisce ma non lascia cadere che poche gocce.
Dopo questa scopata ci addormentiamo.

Il giorno dopo vorrei andare in spiaggia con lei pregustando già il seguito, ma mentre facciamo colazione le suona il telefono: ha un problema e deve tornare a casa in città.
"Scusa ma devo partire... è mio marito"
Quella troia era pure sposata.

Dalia è tornata in città e da allora non l'ho più rivista. Ma il ricordo di quella grande scopata mi rimarrà per molto tempo.
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