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Temporale


di Membro VIP di Annunci69.it Coppia_AnVa
04.06.2025    |    1.081    |    1 8.7
"Ma sono fermamente convinta che dove c’è stato tanto fuoco, prima o poi la fiamma riprende vita e si ritorna alla carnalità a cui si era infernalmente..."
Ebbene sì, anche questo può capitare.
Anni e anni in cui entrambi eravate il centro della passione dell’altro e, senza alcun apparente motivo, le strade si dividono.
Ma sono fermamente convinta che dove c’è stato tanto fuoco, prima o poi la fiamma riprende vita e si ritorna alla carnalità a cui si era infernalmente coinvolti.
Ricordi?
Ricordi io e te cosa siamo stati?
Fuoco e passione, dolorose e piacere.
Io si, ricordo come se fosse ieri la nostra ultima notte insieme, era inverno e pioveva a dirotto.
Come mio solito ti ero passato a prendere. Indossavo un abito lungo alla caviglia, era nero brillantinato ma di un tessuto che visto contro luce risultava trasparente, nessuna biancheria, proprio come piaceva a te.
Indossavo dei tacchi vertiginosi, con la punta di vernice nera.
Capelli lunghi e sciolti, di un nero corvino appena tinto.
Non ero eccessivamente truccata, ti piaceva la mia pelle candida anche in viso.
Tu indossavi un completo, camicia bianca e cravatta. Cintura di pelle nera abbinata alle scarpe. Eri così elegante.
Ti trovi lì, al solito posto, ad aspettarmi e, il tempo di avvicinarmi che già eri nella mia macchina.
Non c’era bisogno di parlare, sapevo già dove dirigermi.
Questa volta niente camera, volevo immergermi nel nulla e fu così che mi diressi su una montagna, nel bosco. Era tutto buio, l’unico rumore a parte la pioggia che batteva sui finestrini sarebbe stato il suono del tuo corpo sul mio.
Ma andiamo con calma, ripercorriamo insieme quella serata.
Non mi hai spogliata, hai semplicemente alzato la gonna.
Non ti sei spogliato, hai semplicemente abbassato la patta.
Nessun preliminare, in attimo sei entrato dentro di me.
Hai portato la mano al mio collo, quasi a soffocarmi, mentre ti muovevi con possanza la mano stringeva sempre di più.
La mia vista si stava sbiadendo, sentivo un calore sul collo, ma venni e tu lasciasti andare la mano e avvicinasti le tue labbra alle mie per morderle prima, e baciarle dopo. Inizio così, in modo molto strano. Di solito non concedevi a me l’onore di venire per prima. Io ero tua, qualunque cosa tu avessi voluto fare io lo avrei accettato.
E così aspettavo una tua mossa.
Mi passi la mano tra i capelli, arrotoli la lunga cobra tra il tuo braccio, e mi fai inarcare all’indietro.
È in quel momento che afferri un giocattolino, me lo fai leccare e poi lo spingi dentro di me. Afferri delle mollette, le applichi sui mie capezzoli ormai turgidi, leccandoli prima e stringendolo poi in quella morsa di ferro. Sono eccitata, tu ancor di più inizi ad ansimare sul mio collo. Stringi e tiri quelle pinze, facendomi arrossare i capezzoli. Decidi di succhiarli affinché diventino il più sensibili possibile. Dopo di che abbassi la mano sulla mia fica e senza nemmeno aver il tempo di capire applichi la morsa sul mio clitoride. Io sobbalzo dal dolore ma i capelli intrecciati nel tuo braccio mi impediscono di cambiare posizione. Provo a stingere le cosce ma tu ti intrometti tirando via la morsa e con aria di sfida mi sussurri “Cattiva, sei una bimba cattiva! Meriti di essere punita.”
In quel momento lasci andare i mei capelli, ti slacci la cintura e mi fai stendere sulle tue ginocchia. Pieghi a metà la cintura di cuoio e, via col primo colpo. Subito avverto il calore sul sedere, brucia e pizzica allo stesso tempo. Si arrossa e diventa calza la zona. Non ti fermi. Dopo un po’ però mi chiedi un numero. Io avevo le lacrime agli occhi e allora dico un otto. E così, uno dietro l’altro sferri le otto cinghiate. Ti fermi, mi accarezzi, sorridi e dici “pensavi veramente che ne bastassero otto?” E continui, continui, continui a colpirmi sempre più forse, ripetutamente nello stesso punto finché da rosso non diventa viola quasi sanguinante e così decidi di fermarti. Faceva male, tanto ma poi porti il tuo viso al mio e inizi a baciarmi con estrema passione. Mi accarezzi il volto, mi accarezzi i seni e mi porti seduta su di te. Faccia a faccia.
Inizio a muovermi lentamente , il tuo respiro si fa sempre più affannoso, mi graffi la schiena e mi morti le braccia.
Intanto smise di piovere e così la nostra serata terminò.
Senza un perché, ognuno per la sua strada in attesa di prossimo temporale che riporterà alla memoria di due amanti lontani.
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