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Gay & Bisex

Alla Royal Hammam (4a e ultima parte)


di cartavetrata
07.07.2011    |    14.560    |    0 8.2
"Come un giocattolo mi rigirò e mi entrò dentro nuovamente di colpo..."
Era come se ancora mancasse qualcosa.
Il mio cazzo era stato soddisfatto a dovere, ma anche il culo reclamava la sua parte. Avevo voglia di un bel cazzone che me lo sfondasse per bene. In fondo ero solo stato aperto con le dita. Sì, ero deciso, volevo essere sbattuto per bene fino a farmi male.
Dopo avere gironzolato per il labirinto nuovamente, non avendo visto nessuno che mi interessasse o colpisse particolarmente, mi decisi a salire sul soppalcato. C'erano altre cabine e delle sedie disposte intorno a un televisore che proiettava dei porno gay. C'era poco movimento, ma ero stanco e decisi di sedermi un attimo.
Qualche minuto dopo passò un bell'uomo sulla quarantina, molto affascinante, notai che mi aveva puntato. Decisi di stuzzicarlo. Facendo finta di guardare al porno, ma lanciandogli sempre qualche occhiata maliziosa, cominciai a smanettarmi attraverso l'asciugamano. Lui decise di godersi lo spettacolo e si appoggiò alla ringhiera, forse perché voleva vedere dove andassi a parare. Guardandolo, scostai l'asciugamano, mettendo a disposizione la mia merce, segandomi vistosamente e ansimando per dare un tocco di colore. Ma volevo fare di più: guardandolo dritto negli occhi, alzai le gambe sulla sedia e, mettendo in bella vista il mio culo, mi infilai due dita ben insalivate. Lì non resistette, allora si avvicinò e mi massaggiò da dietro il petto strizzandomi forte i capezzoli, mi mordicchiò orecchie e collo e prese a masturbarmi. Si era anche denudato, perché avvertii qualcosa di caldo e duro sulla mia spalla: un bel cazzone circonciso con la cappella grossa.
Mi invitò a spostarci giù. Ci scambiammo qualche parola. Lui era un imprenditore a cui eccitavano i giovani come me porcelloni e lascivi. La sua attitudine al comando la portava anche nel sesso e non ammetteva repliche. Gli dissi che non chiedevo di meglio che affidarmi a lui.
"Bene, vediamo quanto sei docile e ubbidiente. Adesso mi dai l'asciugamano, vai in bagno senza correre, altrimenti ti punisco. È bene che tutti vedano quanto sei maiale. Fatti trovare appoggiato al lavandino con il culo per aria, che poi arrivo e ci penso io a te".
Immaginando che non ammettesse di essere contraddetto, camminai lentamente nudo come un verme, facendomi spazio tra gli uomini presenti che non persero occasione di palparmi. Entrai in bagno e mi appoggiai lasciando il culo bene in vista come ordinato e attesi. Lo sentii entrare.
"Sei stato bravissimo, sono sicuro che mi divertirò con te".
Mi si appoggiò di sopra. Pensai volesse giocare a strusciarmi il cazzo nello spacco, ma in men che non si dica, inaspettatamente, mi diede 10 sonore sberle per natica.
Mi sentii senza fiato per la sorpresa, ma al contempo molto eccitato. Mi sputò sul buco e mi morse le chiappe con cura, tanto da strapparmi non pochi gemiti che richiamarono un po' di guardoni in bagno. Mi leccò il buco con venerazione e, visto che lo sentiva ben aperto, infilò la lingua più dentro possibile alternandola con delle dita.
"Ehi ragazzi guardate quant'è puttanella, ho messo 4 dita e nemmeno ho faticato. Chissà quanti cazzi ci hanno fatto un giro qui dentro, eh?". Risero di gusto, qualcuno mi strizzò le chiappe con il suo assenso.
Mi diede due sonore sculacciate. "Forza, seguimi, che ti devo rompere il culo come si deve"
Lo seguii come un cagnolino per il labirinto, qualcuno mi pizzicava le chiappe sorridendomi per aver assistito alla scena in bagno. Mi fece entrare in una cabina grande che, a differenza delle altre, era tappezzata di specchi.
Notò il mio sguardo e disse: "Una troia come te deve vedere da ogni angolo come un vero uomo lo soddisfa. Devi vedere il mio cazzo che ti sfonda, devi vedere il tuo sguardo quando lo sentirai tutto dentro. Dovrai vedere il mio mentre te lo sto rompendo e mi pregherai perché continui sempre di più!"
Come ipnotizzato entrai dentro, lui mi seguì e bloccò la porta. "Mettiti a quattro zampe".
Altre due sculacciate. Continuò a leccarmi.
"Montami sopra a leccarmi il cazzo che io ti lavoro questo culo". Obbedii all'istante. Finalmente avevo quella mazza circoncisa in bocca. Assaporai quella meraviglia, mentre lui mi torturava il buco allentandolo. Mi diede altri due ceffoni, il culo mi stava diventando paonazzo, ma ero sempre più infoiato e lui ne era alquanto compiaciuto.
"Forza vacca, mettiti a quattro zampe che adesso sei pronto a prenderlo come si deve dal tuo toro da monta".
Obbedii immediatamente, come ipnotizzato. Mi sputò sul culo come a volere sottolineare la sua superiorità, lo intravedevo nel suo sguardo riflesso allo specchio che mi stava davanti. Avvertii qualcosa di freddo che spalmava intorno e dentro al mio culo, sicuramente lubrificante. Internamente lo ringraziai pensando alla mazza che doveva trapanarmi. Iniziò a mettersi il preservativo e fece scivolare il cazzo sul mio spacco come se volesse farsi una spagnola, mentre si guardava compiaciuto allo specchio, dando un'occhiata di tanto in tanto alle mie reazioni. Io stavo scoppiando, i miei occhi imploravano che mi sfondasse di brutto.
Quando meno me lo aspettavo, mi tappò la bocca con la mano e mi entrò tutto brutalmente di colpo. Il mio urlo rimase soffocato dalla sua mano.
"Ora sì che sei sfondato! Ti piace, vero?"
Mi mancava il fiato, non riuscivo a parlare, sentivo un piacevole fastidio di riempimento. Rimase fermo, io aspettavo che iniziassero le danze. Non ce la feci più e cominciai a fare avanti e indietro con il culo, come se mi stessi scopando da solo. La sua reazione non si fece attendere. Iniziò a darci dentro come un indemoniato, io mi sentii spaccare in due. Mi piacevano le nostre immagini agli specchi. Di tanto in tanto mi sculacciava come se stesse cavalcando, mi tirava i capelli, mi infilava dita in bocca che istintivamente ciucciavo. Mi sentivo davvero appagato.
Poi uscì tutto di colpo e volle farmi vedere quanto ero largo. "Guarda come sei aperto adesso, potresti prendere due cazzi insieme. Ho visto bagasce meno sfondate di te!"
Era vero, sembrava una voragine. Come un giocattolo mi rigirò e mi entrò dentro nuovamente di colpo. I miei gemiti erano urla ad ogni colpo. Iniziò a uscire tutto e rientrare tutto di colpo, ma tanto ero sfondato che ormai sentivo solo un piacere indescrivibile. Continuò così per un po', mentre la mia prostata ringraziava e il mio cazzo colava continuamente. Poi riprese a scoparmi di brutto, il ritmo era incessante, grugniva sempre più forte fino a quando urlò spingendomelo più dentro che poteva. Sentivo il suo cazzo contrarsi dentro di me. Mi si accasciò sopra con l'uccello ancora dentro di me. Eravamo sudati, appicicaticci ed esausti, ma soddisfatti. Uscì dal mio culo, si tolse il preservativo colmo di sborra e si pulì per bene il cazzo.
"Porca puttana, sei stato bravissimo! Adesso ti meriti un bel premio. Mi hai fatto godere come un maiale. Sù, mettiti a pancia sopra che ci penso io a te".
Feci come mi disse e mi cacciò senza tanti complimenti due dita su per il culo, cominciando a rovistare come se avesse perso qualcosa. Appena trovò quello che cercava (la mia prostata), cominciò a massaggiarla solleticandola. Con l'altra mano, mi tirava un segone. Porca puttana, ha trovato un punto miracoloso, ansimando come un ossesso raggiunsi un orgasmo imbrattandomi tutto fino al viso. Mi pulì con i fogli di carta assorbente dal rotolo dentro la cabina e mi baciò profondamente. Nel mentre si fermò un attimo e ci sputò dentro.
"Questo è per rimarcare che ti ho sottomesso. Ciao puttanella!"
E se ne andò via lasciandomi così col buco oscenamente aperto, mentre altri uomini mi guardavano chi con voglia, chi con molta malizia per aver sentito la nostra performance rumorosa di poco fa. Senza un briciolo di pudore o vergogna (mi ero divertito come un matto), raccolsi la mia roba e mi feci immediatamente una doccia ristoratrice. Avevo il buco indolenzito, ma appagato. Sarei riuscito a sedermi? Ora sì che ero soddisfatto, andai a rivestirmi nello spogliatoio e uscii dalla sauna, non senza avere ricevuto un occhiolino complice dal cassiere. Che gli abbiano raccontato del mio pomeriggio di fuoco?

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