Alla Royal Hammam (parte 1)

Mi trovavo a Milano e la temperatura si stava facendo insopportabile. O forse ero io che non sopportavo più l'atmosfera intorno. Era un mesetto che non combinavo nulla e gli ormoni cominciavano a ribollire. La voglia di cazzo era alle stelle. Visto che non avevo contattato nessuno, mi diressi alla Royal Hammam. Solito rito: documento, tessera, soldi, ciabatte e asciugamani, incluso sguardo vogliosetto del cassiere.
Con difficoltà trovai il mio armadietto, la sauna era piena, mai visti tanti maschi insieme in vita mia e così arrapati. Ho perso il conto degli sfioramenti "casuali" al mio culo mentre mi stavo cambiando. Mi diressi immediatamente a fare una doccia per rinfrescami un poco e da lì subito alla sauna finlandese, quella secca. Stranamente c'era solo un uomo che stava uscendo.
"Meglio" pensai. "Più spazio per me".
Poggiai l'asciugamano sulla panca e mi distesi sopra nudo. Il calore stava facendo il suo effetto, la mia mazza stava prendendo vigore e avvertivo una sensazione piacevole di calore al culo. Rimasi una decina di minuti così, fino a quando non sentii la porta aprirsi. Diedi un'occhiata svogliata e vidi un bell'uomo alto, biondo con barbetta, sicuramente tedesco, i tratti non mentono. Feci finta di nulla e rimasi a occhi chiusi. Si sedette accanto e attaccò inevitabilmente bottone con la più classica delle domande dopo avermi chiesto se parlassi inglese: "Sapresti dirmi l'ora?" E da lì intavolammo una discussione del più e del meno, dei complimenti vicendevoli, il tutto mentre mi massaggiava i piedi e mi accarezzava le gambe, spingendosi sempre più in là. Vedendo che lo lasciavo fare, cominciò a smanettarmi il cazzo fino a iniziare un delizioso pompino. Un tocco morbidissimo, quasi seta, la sua lingua saettava come un serpentello dandomi un piacere incredibile, ma voleva fare di più. Mi alzò le gambe e le mise sulle spalle e cominciò a leccarmi il buco mentre mi sparava un segone. Dopo avermi umettato bene, mi sditalinò con 2, poi 3 e infine 4 dita, mentre me lo succhiava infilandoselo fino in gola. Non riuscivo più a resistere a quel trattamento, lo avvisai, mi alzai in piedi con le sue dita su per il culo e gli inondai il viso. Ansimavamo come dopo avere corso una maratona, grondanti di sudore e sborra e il sorriso sornione da post orgasmo. Ci rendemmo conto in quel momento dell'enorme calore della sauna che ci stava facendo stramazzare, così uscimmo fuori e ci dirigemmo alle docce. Appese le tovaglie, ci insaponammo per bene e realizzai che anche lui meritava il suo lieto fine che ancora non aveva avuto. Lo premetti contro la parete di finta roccia e cominciai a mordergli il collo e spalle da dietro mentre l'acqua ci scorreva addosso. Gli palpai e strizzai i capezzoli, accarezzandolo ovunque, fino ad afferrargli il cazzo e le sue palle penzolanti. Cominciai a farmi una spagnola fra lo spacco delle sue chiappe e cominciò a gemere farfugliando qualcosa in tedesco che non capii. Non ci volle molto a capire che stesse venendo ed eccolo schizzare e imbrattarmi la mano del suo sperma. Finitici di sciacquare, lo salutai con un bacio appassionato e una strizzatina di palle e cazzo e mi avviai con l'asciugamano alla vita negli altri ambienti.
La mia voglia non era ancora scemata.


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